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Lettera pubblicata il 22 Marzo 2006. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Loredana.
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Io penso altro…
“Mi ha lasciato!?!? Peggio per lei… è lei che ci ha perso!”
Poi se mi ha lasciato comportandosi male, ancora + facile… “è lei che mi fa schifo… mi sembra ovvio”
Si la smonto piano piano… tolgo tutti i filtri che avevo messo… e riconsidero l’essere… e proprio per questo, se torna nn m’interessa +! Che peccato… 🙁
GIUSY: 😀
Mi pare che ti sei data il tempo oltre che la possibilità di tornare nella vita, con le sue belle, variegate emozioni, e certo anche i suoi rischi possibili (ma non scontati) quando era il tempo 😀
Un abbraccio.
NIGEL:
LUNA grazie…a volte vorrei proprio non essere così sensibile. Però l’esserlo non implica non esserne orgoglioso. Alla fine questa sensibilità viene sempre premiata.
E’ davvero strano come momenti no e di euforia si alternino in questi giorni. A volte mi sembra di morire, a volte sono cosi tranquillo e spensierato. Forse è vero che l’amore non va cercato. Più non lo trovi e più sarai frustrato. Questo porta a non essere ricettivo e perdere di conseguenza gli attimo che possono dare una svolta alla nostra vita.
Quello che però mi manca terribilmente è condividere ad esempio questo momento di tensione. Domani andrò a Napoli ad una riunione importante e non poterne parlare con nessuno è davvero terribile. Tenersi sempre tutto dentro senza mai un incoraggiamento è infernale. Sentirsi dire “in bocca al lupo amore, vedrai che andrà bene perchè 6 bravo in ciò che fai” o “tranquillo perchè comunque vada io sarò per sempre al tuo fianco”. Mah…l’unica cosa che accadrà sarà tornare a casa e non poter raccontare la giornata a nessuno.
Buonanotte gente…in bocca al lupo per domani qualunque cosa facciate! 🙂
GIUSY: 😀
Mi pare che ti sei data il tempo oltre che la possibilità di tornare nella vita, con le sue belle, variegate emozioni, e certo anche i suoi rischi possibili (ma non scontati) quando era il tempo 😀
Un abbraccio.
NIGEL:
@Ho visto come sia facile manipolare certe persone e accorgersi come sia ancora più facile portarle dove vorresti.
Il fatto è che la manipolazione non è mica sempre consapevole, intendo dire anche da parte di chi la agisce. Possiamo “manipolarci” a vicenda semplicemente perché non sosteniamo una situazione, uno stato d’animo, possiamo manipolare l’altro o tentare di farlo attraverso il senso di colpa o il ricatto morale pensando che quella sia la normalità, perché così facevano a casa nostra quando eravamo bambini…
@Forse si, ma sta di fatto che ognuno ha e si costruisce una “scusa” per tutto…. e come in molti casi (e non tutti chiaramente) la “depressione ” può essere una bella scusante.
Interessante il discorso che fai, Nigel.
Quello che chiami “scusa per tutto” si chiama anche usare le difese, che ogni essere umano normonevrotico possiede: rimozione, negazione, sublimazione…
– Io non ho mai rubato la marmellata! – Ho rubato la marmellata ma solo perché era finita la frutta e avevo fame – Io non ruberei mai niente in vita mia, è colpa tua se l’ho fatto, perché tu…
Gli esseri umani tendono a cercare di stare in equilibrio, non sempre quell’equilibrio è un equilibrio veramente sano. Ma certe cose che si dicono, fanno si fanno per stare in equilibrio e certe cose che si pensano e si dicono nascono dal fatto di giustificarsi quelle “misure” che si prendono. Una forma di dipendenza che viene usata per riempire un vuoto non è la via più sana, ma quando una persona magari spende mezzo stipendio in venti minuti, in quel preciso momento, ha fatto qualcosa per “sentirsi in equilibrio”. E può inventare tutte le scuse del mondo per dirsi che è stata un’ottima idea, una cosa di cui proprio non poteva fare a meno. Anche se poi starà peggio per averla fatta. Ma ha speso tot euro in modo compulsivo in pochi minuti per ritrovare un equilibrio, precario e momentaneo. Si sta raccontando delle bugie che gli “servono”.
Lo so, sto riassumendo un discorso complicato in cinque righe :/ e pure male.
E’ difficile anche imparare (e sentire) la differenza tra: TU MI FAI SENTIRE COSì e IO MI SENTO COSì QUANDO LE CIRCOSTANZE SONO DI UN CERTO TIPO
ecc ecc ecc…
Non so se la gente si nasconda dietro la depressione, consapevolmente. Credo che purtroppo il discorso sia più complesso. Ogni caso è a sè, a riuscire a vedere la situazione (intendo dire anche come ci si sente in una determinata situazione) penso sia centrale e faccia la differenza. Però anche nel vedere una situazione entrano in gioco delle cose che ci riguardano personalmente: per esempio il nostro concetto di amore, il nostro concetto di empatia, il nostro senso del dovere, la nostra paura dell’abbandono, la nostra paura del cambiamento, la nostra paura del fallimento, il nostro sentirci responsabili di qualcosa anche quando non lo siamo, la proiezione (non posso abbandonare gigetto quando sta male, perché io soffrirei a morte se accadesse a me), il concetto dell’io ti salverò, il sentirsi paralizzati dagli eventi ecc ecc ecc.
Ecco perché è così complicato (oltre che per altri aspetti, nonché l’energia che si può sentir tolta) essere dei co-depressi, e il fatto di amare qualcuno che è in crisi.
Dici che stai ancora male, Nigel. Ma li stai ascoltando davvero i segnali che ti manda la tua sensazione di malessere?
daniiiiiiiiiiiiiiiiii forza!!!se ti va lasciami la tua mail così parli con me e mi racconti com’è andata !!in bocca al lupo
@ LUNA. Certo. Son ben consapevole del fatto che ciò possa avere effetti sull’autostima ma è anche vero che per ricominciare a vivere bisogna tenere in considerazione e quindi essere preparati ad affrontare delle cadute. Quando qualcuuno ci critica o critica il nostro operato ciò va ad influire sulla nostra autostima. L’essere duri e critici con se stessi vuol dire anche migliorarsi. Avete mei notato che solitamente una ragazza lasciata dall’amato per “futili motivi” in un primo tempo si lascia andare, va in “depressione da abbandono” ma poi come un bruco si da ai centri estetici, fa shopping, si concentra su se stessa, prende coscienza di se e delle sue capacità e doti. Lo stesso vale per l’ uomo….naturalmente come dici tu Luna, parlo di persone normonevrotiche !!! Io stessa ho sofferto, mi sono lacerata il fisico e la mente, ora mi amo…e ho progetti….e a quelli ai quali “faccio schifo” posso dire che vadano aff….lo ! Senza mezzi termini. L’autocritica può essere positiva e utile per farci capire che siamo vivi e che la vita è difficile e che da queste perdite si può ricavare tanto.
@LUNA
Le analisi che fai le apprezzo molto, sono commenti che escono da una persona concreta ed intelligente.
Certo, confermo, sto ancora male. Tutti i giorni non posso fare altro di rimandare il mio pensiero alla mia famiglia ed alla situazione che si è andata a creare. E’ difficile per me (in questo momento) capire quale sia il sentimento o la sensazione preponderante; il mio stato d’animo è un mix tra ricordi, delusione, rabbia, amore e dolore. Ma provo veramente amore oppure è solo paura? Voglio davvero andarmene oppure è più forte la “pigrizia” di ricomininciare tutto dall’inizio? E’ più importante il mio interesse o quello dei miei figli?
Più ci ragiono e più penso che questo stato di confusione lo prova anche la persona che all’improvviso ti dice che non ti ama più! Certo che come già accennato precedentemente, gli eventi che ci circondano portano la gente a cambiare direzione in maniera improvvisa e repentina. Non nascondo che siamo aggirati da mille tentazioni e possibilità; credo che uno dei problemi infatti è che pochi umani tiene saldi i propri valori… non siamo più abituati a “stringere i denti”. Troviamo giustificazioni alla razionalità (cosa normale) ma le troviamo anche all’irrazionalità, tirando fuori in nostro “senso artistico” e la nostra “ipersensibilità”.
Sinceramente sto imparando a non ascoltare il mio malessere, cercnado di portare il mio comportamento verso quella parte razionale che ancora è viva e presente in me! Lo voglio e lo faccio perchè non voglio confondermi con la società: voglio ancora credere ed amare “nella gioia e nel dolore”, voglio ancora credere nelle parole delle persone!
Non so quando e se arriverò al limite delle mie possibilità: non so quando riuscirò ancora a sopportare questo “malessere”! Non è facile vivere immerso nei ricordi di una vita (ormai passata) felice! E’ diventato difficile intrecciare obbiettivi e sentimenti con la mia compagna: la strada è a senso unico.
Un caro saluto Luna, ed un caro saluto a tutti : avete tutti la mia comprensione morale.
scusate, vado purtroppo di fretta…
ma: NIGEL
@Sinceramente sto imparando a non ascoltare il mio malessere, cercnado di portare il mio comportamento verso quella parte razionale che ancora è viva e presente in me
non so naturalmente cosa intendi esattamente per “non ascoltare il mio malessere” e “verso la parte razionale”… immagino (forse sbagliando) che tu intenda dire che sei alla ricerca di un equilibrio e di non fare danni, magari, con delle scelte di tipo compulsivo.
Su questo concordo, le scelte fatte in base alla compulsione e all’ansia sono “pericolose”. Tuttavia penso che il nostro malessere non si possa tappare, e che vada ascoltato. Non nel senso di coltivato e usato come parametro compulsivo, ma che l’equilibrio nasca comunque da ascoltare il nostro sentire usando anche la testa, cercando di ascoltare ciò che veramente proviamo. Mi pare che tu abbia detto questo, che stai tentando di fare ciò.
La testa, da sola, non potrà farti star meglio, temo, se non ti ascolti davvero. Ma mi pare comunque che tu sia una persona sensibile e riflessiva.
Il mio benessere o quello dei figli…
Non ho figli, ma credo che i due aspetti siano connessi.
Conosco figli di genitori che dicono: “Sono stato male tutta la vita, però l’ho fatto per fare stare bene i miei figli”. Lo dicono insieme con profonda tristezza e fierezza. Pensano: almeno mi sono sacrificato per una cosa così importante.
I figli non la vedono affatto così, e sentono anzi un carico di responsabilità. Non importa se non hanno sentito dire dai loro genitori che erano infelici ma resistevano per loro, lo hanno comunque percepito.
Certo, la questione è complicatissima e delicatissima, me ne rendo conto.
Capisco cosa intendi per non saper più stringere i denti, c’è chi userebbe ciò che ho scritto sopra per farne un discorso assolutamente egoistico e superficiale, chi lo userebbe per proteggere se stesso, davvero, dalla paura di cambiare la SUA vita, non quella dei suoi figli. Però se c’è chi se ne va al primo mal di denti c’è chi i denti se li spezza, e senza che ciò porti ad alcuna serenità, per nessuno.
Le crisi sono qualcosa di umano, e complesso. Io, ribadisco, credo che conti molto in che modo vengono affrontate, da tutte le parti coinvolte, insieme ma anche singolarmente.
Ti auguro sinceramente, Nigel, di riconquistare presto una reale serenità, per te, per la persona con cui hai condiviso la vita, per i tuoi figli. Cosa sia poi questa serenità, e se vi porti a vivere tutti insieme o in case separate questo non posso saperlo. Ti dico perciò: serenità.
DONNA: @L’autocritica può essere positiva e utile per farci capire che siamo vivi e che la vita è difficile e che da queste perdite si può ricavare tanto.
su questo sono assolutamentissimamente d’accordo, ma l’importante è che sia davvero una critica costruttiva e non autodistruttiva. nella vita abbiamo bisogno anche di autodarci calci nel culo, ma spesso ciò che ci manca
di più sono le nostre carezze.
Se sei (tu generico) stato abituato a giudicarti molto, rischi di farlo persino quando vuoi andare verso di te, finalmente.
Rischi di essere troppo severo persino quando vuoi farti del bene.
A me (a me) quando scrivi: quelli a cui faccio schifo fa male lo stomaco quasi per quanto io (io, ripeto) trovo violenta l’espressione.
Fare schifo…
mi sembra violenta, scusami DONNA, non posso farci niente, è così.
Quelli a cui non piaccio, quelli che sono o si sentono incompatibili con me, quelli che hanno idee diverse dalle mie, quelli con cui non mi sento in armonia, quelli che la vedono diversamente o mi vedono come io non credo di essere, quelli che hanno altri progetti nella vita… ecc ecc
ma QUELLI A CUI FACCIO SCHIFO, cazzarola, mi sembra un’espressione tremenda.
E non capisco se ti viene da qualcosa che qualcuno ha detto.
Perché se qualcuno ha usato questi termini per definire te, o il vostro rapporto, ha usato un’espressione rabbiosa per dire qualcosa che si può dire, assertivamente, in altri 2000 e più costruttivi modi.
Mi auguro, insomma, che tu non porti con te un’espressione che ti appesantisce o una serie di espressioni che ti appesantiscono, indipendentemente da quale sia il contesto in cui sono state pronunciate o in cui le pronunci.
Scusami, DONNA, non voglio essere pedanti e ognuno ha diritto di usare con sè le parole che vuole e seconda la valenza che dà a quelle parole. Però “FACCIO SCHIFO” che sia usato pure per staccarsi a me sembra un’espressione molto carica di rabbia. Che non vorrei appesantisse quando è evidente da tuoi discorsi che la strada che presegui è quella dell’amore di sè e della ricerca della propria serenità.
Ciao!