La bella Italia, abitata da gente quasi sempre pacifica, si distingue da sempre per la battaglia contro gli omosessuali, una caratteristica della politica del nostro paese che oggi diventa un cavallo di battaglia della destra, nascosto tra le.pieghe delle circolari ministeriali per non fare troppo rumore.
Al silenzio della Premier davanti ai giornalisti ed alle domande dei Leader europei fa da contraltare la chiarissima posizione, aggressiva e persino violenta da lei espressa nei meeting che contano:
c’ è un malcelato disprezzo verso i diritti di chi non è allineato ad un concetto nostrano di normalità.
Certi pregiudizi radicati nella nostrtra cultura e in una parte degli italiani impediscono di cambiare.
Il fatto nuovo che mi ha colpito è la legge sulla protezione dei bambini, voluta dal Leader ungherese Orban e approvata di recente.
I bambini devono sempre essere difesi quindi cerco di capire: secondo questa legge, nella repubblica ex- sovietica è vietato parlare di omosessualità in pubblico perché sarebbe come farne (traduco) “promozione” e sarebbe di danno ai bambini che ascoltano.
Io penso che di può affrontare il tema della sessualità come si parla di qualsiasi altro argomento importante che riguardi la vita delle persone, di tutte le persone e sia possibile incontrarsi e discuterne senza essere di parte, rinunciando a battaglie faziose ed ideologiche.
Non fare della sessualità un tabù ed avere il coraggio di parlarne non significa imporre la propria idea ma cercare i modi per garantire a tutti possibilità di costruirsi una vita ed essere soggetti attivi nella società.
I silenzi non servono, non serve nascondersi dietro alle parole di circostanza o fare leva con la violenza sulle paure, sostituire i fatti con le calunnie.
Si deve guardare all’altro, non sempre uguale a noi, con il rispetto che è dovuto a tutte le persone
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