Desidero sapere da tutti voi perchè Italia, Spagna e Portogallo sono i tre stati d’Europa in cui l’età per sposarsi è più avanzata rispetto a tutti gli altri stati della UE, oppure, in caso non ci sia matrimonio, i figli rimangono più a lungo in casa con i genitori, mentre negli stati del nord, è il contrario.
ITALIA , SPAGNA, PORTOGALLO, i 3 stati più cattolici, in Italia 1 matrimonio su 3 finisce in divorzio (almeno al nord-est).
Ora vi chiedo un parere di tutto ciò:
Che sia colpa della chiesa ?
Lettera pubblicata il 3 Marzo 2007. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore raffaele.
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Categorie: - Famiglia
Che sia colpa della disoccupazione caro raffaele?
Cara Arianna, cosa hai studiato ? Ti faccio sapere che nella zona in cui abito (Treviso) ci sono donne che pur di guadagnare qualcosa vengono in casa a fare i lavori domestici, si tratta di una brasiliana, ma non è la sola, mia mamma sta male, io l’aiuto quando ho tempo, ma non sempre, devo lavorare, ho un’ azienda agricola, faccio vino, gli stranieri sanno adattarsi a tutto, lavorano dalla mattina alla sera, si sacrificano, non si sentono umiliati a dovere fare qualsiasi tipo di lavoro, io abito da solo, e molto probabilmente se dovessi aver bisogno di una donna che mi aiuti in casa, ad una persona come te, Arianna, non chiederei mai nulla, bisogna saper adattarsi alle necessità cara mia, dove vivi ?, dalle mie parti la disoccupazione non esiste, anzi !
non so come si vive dalle tue parti…qui in Basilicata la disoccupazione e la precarietà nel lavoro esistono eccome! da una parte hai ragione quando dici che alcuni – e sottolineo alcuni- stranieri sanno cos’è il sacrificio mentre noi italiani ci siamo imborghesiti…dall’altra ritngo che l’Italia, e a quanto dici tu la Spagna e il Portogallo ( anche se nutro alcuni dubbi su quest’ultimo) non abbiano una buona politica a favore della famiglia, del lavoro, dei giovani e direi “nonostante” la presenza della Chiesa e non per colpa di essa. Ma è un tema molto ampio e complicato per cui oltre ai nostri pareri personali dovremmo approfondire studi sociologici sull’argomento…chi ne sa di più risponda!
Caro agricoltore Raffaele, e premetto che non ho niente contro gli agricoltori, anzi amo la natura e la vita in campagna, ma ce l’ho con la gente ignorante e presuntuosa come te che da una frase scritta in un forum credono di aver capito tutto della vita di chi l’ha scritta. Con tanta ironia mi chiedi cosa ho studiato e ti rispondo. Sono laureata in Lingue e Letterature Straniere con Master in traduzione Letteraria ed è ormai più di un anno che cerco lavoro. Non mi sono sposata, anzi la mia relazione è stata proprio rovinata anche e soprattutto per colpa della disoccupazione. Il mio ex, laureato anche lui, non riuscendo nemmeno lui a trovare nient’altro che un paio d’ore al mese in un’ impresa di pompe funebri e qualche extra come cameriere, è caduto in depressione e ha mandato via anche me. E se vuoi sapere fino a qualche settimana fa con tutti i miei diplomi e la mia laurea asciugavo i bicchieri in un bar e portavo da bere a gente ignorante come te. Quindi non venire a parlare di non disoccupazione, di dover accettare qualsiasi tipo di lavoro e di dover adattarsi alle necessità, perché hai sbagliato completamente persona. Non hai idea di chi sono e di come ho vissuto e continuo a vivere la mia vita. Quindi se nella vita hai avuto tanto culo da poter vivere da solo e di avere un lavoro proprio, sta contento e tranquillo e cerca di fare il vino buono perché oltre ad essere laureata in Lingue ho fatto anche il corso da sommelier e un giorno potrei essere io a giudicare il tuo vino. DIMENTICAVO, SONO STRANIERA ANCH’IO.
Ciao
Tranquilla Arianna, dei Sommelier proprio non mi fido, come delle guide, l’unica persona che può giudicare il mio lavoro è colui che acquista il mio vino, cioè colui che paga, lo so che posso sembrare presuntuoso, ma non lo sono, volevo soltanto spiegare che i giovani d’oggi sono tutti laureati e quindi pretendono subito un posto di lavoro importante invece non è così.
Anche nel mio settore (enologico) molti si laureano in enologia diventando dottori, pretendono quindi di entrare subito in un’azienda, lavorare in cantine di tutto rispetto e possibilmente non fare i lavori più faticosi, nei vigneti sai chi si ritrova a lavorare? Il sottoscritto (sono comunque diplomato in enologia) per iniziare, e non ti dico che fatica, mica sono in pianura io, e molti brasiliani ed altri stranieri, i giovani nostrani invece hanno studiato, preferiscono evitare le fatiche, giusto se rimangono disoccupati.
Allora vuol dire che il vino lo fai buono. Magari se capito dalle tue parti tu mi fai assaggiare il tuo vino e io a te l’olio di oliva di mio nonno. Olio greco di ottima qualità (Quante ne ho raccolte di olive io…!)
Ciao e scusami se sono stata brusca con te.
Hai visto Arianna che ci siamo capiti, ottima idea la tua, lo scambio è perfetto, ogni anno vado a Trevi (PG) a prendermi l’olio, da un ragazzo che lavora bene, comunque raccogliere le olive è davvero un lavoro lungo e duro, più della vendemmia immagino, ciao.
Prendiamo in seria considerazione la parola “Italiani Disoccupati”
Da quando gli uffici di collocamento sono spariti a beneficio di nuove “Società” che non si comprende a chi fanno capo, ed con l’inserimento di contratti atipici voluti da chi aveva interesse affinchè ogni cittadino se lo desiderava, DOVEVA stipulare nuovi contratti per acquisirsi una pensione (poichè con i contratti attuali nessuno più raggiungerà la contribuzione necessaria), ritengo che i disoccupati e precari sono molto di più e vengono tenuti nascosti dai media.
Propongo di contarci realmente e richiedere la verifica di tutti i beni di quei Politici (e loro familiari fino alla loro terza generazione), che negli ultimi trenta anni, hanno amministrato in malo modo la nazione, al fine di verificare dove effettivamente è andato a finire quel defici Nazionale equivalente al Pil 108 %.
Credo che nessun politico possa opporsi se si ritiene “Pulito”
E noi poveri disoccupati e precari rimaniamo IMPASSIVI.
Nei Paesi del Secondo Mondo è cosi…e nu c’è ncazzo da fa