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Lettera pubblicata il 16 Settembre 2006. L'autore ha condiviso 34 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Yoel.
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“Caro Leo, ti rispondo chiedendoti una cosa: mai sentito parlare di libertà di parola? Di libero pensiero ? Pensaci e poi dimmi se il Papa doveva scusarsi per una verità STORICA. Se quello che ha detto il Papa non è vero che ce lo dimostrino invece di incendiare chiese e di uccidere povere suore innocenti…”
ti rispondo immantinente! sì, ne ho sentito parlare, ma, se, come tu dici, a) il papa ha ragione, b) ciò che ha detto è verità storica e c) può avvalersi della libertà di parola come un qualunque cittadino, allora:
1. lui sapeva cosa sarebbe potuto accadere esprimendo quelle “opinioni” (“il jihad è agire contro Dio” , “il Dio dei musulmani è un falso Dio” “l’Islam è sanguinario”), quindi lui non è solo complice in omicidio, ne è la causa prima, come un mandante!
2. il papa può continuare a esprimere liberamente la sua relativa “opinione” sull’Islam, anche se dal suo importante pulpito può produrre altri innocenti cadaveri;
3. tu sei d’accordo con lui;
4. tu e lui ve ne fottete delle conseguenze delle vostre azioni soggettive sugli altri.
molto cattolico ma impraticabile sul piano del diritto internazionale.
propongo un atteggiamento cristiano-liberale:
1. tu, lui e gli altri che, avendo impiegato male il tempo a scuola, la pensano così sull’Islam, vi tappate la bocca e riflettete invece sulle storture della vostra poco santa madre chiesa;
2. la questione araba-fondamentalista la lasciamo alle Nazioni e all’ONU, magari organizzando, insieme con qualche musulmano vero, un blitz per cancellare Ayatollah, Hizbollah e imbecilli simili dalla faccia della terra una volta per tutte;
3. il primo che s’azzarda di nuovo a mescolare religione e politica e a suggerire l’idea della religione di stato e di radici strane di Europa o d’Arabia o di Capoverde fa la fine della suora.
4. chiameremo quest’accordo MADAI (Misure Assolutamente Definitive Anti Impapocchiamento).
i musulmani debbono gurdarsi dai loro confratelli, quelli che fomentano e che fanno il gioco del capitalismo arabo, noi dobbiamo guardarci dai nostri politici e religiosi che fanno comunque gli interssi dei venditori di morte ovvero dei mercanti di armi di tutte le nazioni che singolarmente ripudiano la violenza ma di fatto forniscono direttamente o indirettamente armi a popoli che non sanno leggere e scrivere verso i quali i loro rappresentanti politici non nutrono alcun sentimento di fratellanza e di rispetto della loro dignità di esseri umani.
chi da le armi agli hezbolla, ai somali al sudan ai paesi sub sariani, al burundi al ciad ecc.ecc.
Esistono gli embarghi ma ci sono anche gli intermediari, quelli che predicano bene e razzolano male.
Chi produce armi sa a chi vengono vendute però in televisione fanno i finti tonti.
Molti intermediari sono paesi poveri che si prestano ed i venditori non si preoccupano di chiedere loro che cosa ci debbono fare con bombe, missili mitraglie e cannoni.
Gente che non ha acqua da bere viene istruita ed indottrinata ad uccidere il vicino pittosto che insegnargli la cooperazione , la tolleranza, il rispetto della vita umana. spesso vediamo alla televisione de
i poveri ragazzi di 10-12 anni armati che ostentano il segno della vittoria. DI CHI? Gli unici venditori sono i paesi mercani di morte.
Occorre combattere questo mercato infame istituendo un’agenzia dell’onu che tracci tutti i passaggi delle armi.
So che sto dicendo un’utopia ma è utopia anche il blocco della produzione delle armi, allora cosa fare?
.
chiunque abbia seguito Primo Piano ieri sera su RAI3 ha potuto ascoltare le conclusioni di gente qualificata sul tema.
la più importante delle conclusioni è stata che Ratzinger deve decidersi se vuole seguire le orme di Giovanni Paolo II nella politica distensiva e di isolamento del fondamentalismo da lui intrapresa a cominciare dal MEA CULPA per la discutibile condotta della Chiesa cattolica (eufemismo!), oppure cercare lo scontro di religioni con l’antagonista fondamentalismo islamico.
il discorso di Ratisbona, con la sue improvvide citazioni, tra cui quella “monca” di Emanuele II Paleologo, sembra puntare piuttosto nella seconda direzione.
varie interviste hanno consentito di esaminare i vari atteggiamenti presenti nell’Islam, da quello di Hamas, che pare abbia giudicato la
retromarcia di Ratzinger sufficiente, a quello dell’Ayatollah che ha tatticamente ipotizzato il complotto USA-Sion per coinvolgere il Papa
nei loro piani (va beh!!), a quello della massa informe, che, sobillata dall’estremismo, ha bruciato le effigi del papa e le bandiere, a quello
della consulta islamica e dell’Imam di Roma che aspettano l’incontro per ricondurre la vertenza al dialogo interreligioso secondo gli
intenti di Giovanni Paolo II.
da tutto questo si deduce che Ratzinger è un individuo contraddittorio e potenzialmente pericoloso, che deve essere tenuto sotto stretta sorveglianza, e che tra i nostri politici, nella fattispecie Casini e Bondi, ci sono dei leccaculo impotenti.
qualcuno qui ha citato Giuliano Ferrara, ma io non mi sarei abbassato a citare l’anti-giornalismo.
bibliografia consigliata:
Gregorio VII, 1075:
– Solo Dio è il fondatore della Chiesa di Roma;
– Solo il Pontefice di Roma ha diritto di chiamarsi universale;
– Solo lui può esporre le insegne imperiali;
– Solo a lui i Principi bacino i piedi;
– La Chiesa romana non errò mai, né mai errerà;
Bonifacio VIII, 1302:
– al di fuori della Chiesa cattolica non c’è salvezza, né remissione dei peccati;
– la Chiesa ha entrambe le Spade, quella Spirituale e quella Temporale; una brandita per la Chiesa, l’altra dalla Chiesa, una dai sacerdoti, l’altra dalla mano di re e cavalieri, ma secondo il comando e la pazienza dei sacerdoti (=Jihad);
– ogni creatura umana sia sottomessa al Pontefice di Roma (=conversione violenta).
Ratzinger, settembre 2000:
– unicità dell’incarnazione dello Spirito santo in Gesù Cristo;
– solo la Chiesa Cattolica è Chiesa di Cristo;
– solo nella Chiesa cattolica può esserci salvezza;
– una sola religione!!!!!!!
più chiaro di così!!!
Gentile direttore,
le polemiche sulle parole del Papa, a mio avviso, non sono altro che un modo, probabilmente antico, di compiere opera di disinformazione a fini “belllici”, e per guerra si intende non solo quella fatta con le armi. Se guardiamo ai fatti di questi giorni – ma gli esempi storici sono infiniti, tra i più recenti l’attacco alla stazione radio alla frontiera che venne simulato da Hitler per invadere la Polonia, l’incendio al Reichstag, gli stessi documenti falsificati sull’acquisto dell’uranio pesante da parte di Saddam per aprire il conflitto con l’Iraq- la vicenda di Regensburg (ma a ben vedere non era diversa la polemica sul discorso ad Auschwitz, del quale già ho scritto), quella della Telecom, le pseudo liberalizzazioni (taxi, notai e farmacisti) delle professioni, l’indulto e gli effetti sull’ordine pubblico, e – a ben vedere- qualsiasi altra notizia di rilevanza generale. Avvenimenti assai diversi tra loro, e rispetto ai quali, tuttavia, ogni volta scatta il meccanismo distorisivo -del quale la stampa ed i media sono più o meno inconsapevoli od interessati strumenti di amplificazione- della utilizzazione parziale, fuori del contesto, e ad usum delphini, di questo o quell’aspetto di un discorso, di un avvenimento, nel tentativo di risolverlo a proprio vantaggio o a detrimento della parte invisa. Facile infatti ricordare per ognuno degli esempi menzionati, ed a titolo meramente esemplificativo, che se la citazione del testo bizantino era volta a cogliere sin dall’antichità aspetti innegabilmente violenti della dottrina islamica, ciò avveniva in un contesto che era nettamente dialogante, come certo non é stato l’assassinio di quella povera monaca (della quale, tuttavia, molto meno si parla e presto si dimenticherà); se la Telecom fa gli affari suoi e nessuno può metterci bocca, tuttavia non é pensabile che il Governo resti indifferente allo spostamento di migliaia di miliardi nel settore delle comunicazioni, già così gravemente monopolistico e con danni generali sia per la cultura, sia per il portafoglio di tutti; se liberalizzare si deve -e si deve- allora sembra davvero irrisorio cominciare da attività che non incidono affatto sull’economia del paese, dimenticando assicurazioni, petroli, grandi catene di supermercati che invece colpicono tutti; se l’ndulto, che favoriva pochi “eletti” tra molti mascalzoni, é servito per ottenere il placet sulla politica estera, tuttavia le rapine sono di colpo aumentate, e anche gli spari per le strade. Quale la conclusione? Noi non vorremmo essere tirati continuamente per la giacchetta dai media; noi vorremmo che non prendessero così platelmente parte alla disinformaziomne secondo le simpatie di ogni tendenza; noi siamo sazi di “panini”, e vorremmo che ci venissero date le notizie, seguiti da distinti commenti, possibilmente, non dico “autorevoli” ma almeno “competenti”: troppo spesso scrivono o parlano di finanza, di diplomazia, di diritto, di religione, persone che nulla ne sanno: si vede!
Vorrei dire una cosa semplice semplice.
Se chiedere pubblicamente scusa per le frasi suonate offensive potesse anche minimamente evitare altro spargimento di sangue, credo dovrebbe essere suo dovere farlo.
Se non altro per il ruolo che ricopre. Ma anche come dimostrazione di umiltà, come espressione di volontà di fratellanza e di unione spirituale, pilastri fondamentali della religione di cui è guida spirituale.
Indipendentemente dal fatto che si sia voluto offendere qualcuno, che ce ne fosse la volontà o meno, qualcuno sta usando le sue frasi per aggiungere violenza alla violenza, allo scopo di fare allargare il conflitto a macchia d’olio e trasformarlo in uno scontro tra civiltà. Perciò, cosa costa chiedere scusa?
Se sei disposto a dire “le mie frasi sono state male interpretate”, o ancora “non era mia intenzione offendere nessuno”, cosa ti costa chiedere scusa? Orgoglio? Arroganza? Non credo che questi siano insegnamenti cristiani.
Cristo avrebbe chiesto scusa.
Citando come controparte cristiana della jihad (odierna) documenti del 1075 e del 1302 l’evidenza del problema emerge: le civiltà legate al mondo islamico sono rimaste ferme al palo dell’ignoranza senza evolversi in un senso libertario ed umanistico e restando di per se civiltà inferiori rispetto a quella occidentale. punto.
le frasi di Ratzinger del 2000 dimostrano che l’editto di Gregorio VII e la bolla di Bonofacio VIII sono pericolosamente e subliminalmente attuali.
punto esclamativo.
dal commento 14 di M. Genghini:
“se la citazione del testo bizantino era volta a cogliere sin dall’antichità aspetti innegabilmente violenti della dottrina islamica, ciò avveniva in un contesto che era nettamente dialogante”
se definire radicalmente violento l’Islam, sbagliato Allah in quanto trascendente e superiore la fede cattolica e il suo concetto umanoide di Dio significa dialogo, allora esiste davvero un problema d’informazione che neanche la più superqualificata delle competenze super-partes potrebbe risolvere.
che poi esista un piano sotto sotto appare evidente dalle insistenti affermazioni del baciapile Casini e di quel botolino rantolante di Ronchi oggi alle 12:00 +- in merito alle radici cristiano-cattoliche dell’Europa.
si spera che il consorzio degli intellettuali e storici laici europei si rivolti davanti a queste reiterate e tendenziose offese alla libertà di spirito e di religione!
Stato laico, nessuna commistione con qualsiasi credo religioso, si all’amore per la storia, l’arte laica e religiosa perché sempre espressione dell’intelligenza umana.
Quando l’uomo si attacca ad una fede, libero di farlo e massimo rispetto, ma guai a lui se si intromette con violenza, sia essa armata di fucile sia di parole, all’interno della sfera privata di ognuno di noi.
Io sono preoccupato per il danno al patrimonio artistico e storico regionale e mondiale che potrebbero arrecare i facinorosi islamici e tutti quelli che si arrogano il diritto di imporre cosa è bene e cosa è male. Sono pronto a battermi per proteggere questo patrimonio solo nell’ottica di laico, mai sotto uno stendardo religioso e/o politico.
Questo secondo me è il modo con il quale bisogna alimentare il nostro progresso democratico.
Quello che ha detto il Papa sono cose alle quali dovrà rispondere con la sua coscienza cosi come quello che dicono gli islamici sono cose che possono riguardare solo loro stessi, ma che si guardino bene dal pretendere comprensione e /o minacciare ripercussioni su una società laica che dei loro principi e fobie non sa cosa farsene.
Io sono un tipo molto tollerante, ma l’arroganza faziosa religiosa e politica qualche volta riesce a ” turbarmi”.
Non dovremmo dare spazio a queste diatribe che nulla hanno a che fare con le persone civili. Purtroppo le tensioni del mondo si articolano principalmente sul potere economico e religioso, quindi dobbiamo convivere con queste dando tempo al tempo.
Non escludo un conflitto armato tra diverse civiltà. Come ci insegna la storia, le grandi tragedie sono sempre state elemento di presa di coscienza postuma che ha contribuito alla evoluzione sociale positiva.
L’unico rischio che corriamo è quello di un’autodistruzione il cui danno sarebbe solo per l’umanità ma non per la natura, questa andrà avanti per il suo corso preparando i presupposti per un nuovo genere intelligente.
L’uomo non è il centro dell’universo, è solo un invisibile granello di polvere sul dente di una ruota meccanica che fa parte di un marchingengno grande miliardi di anni luce.
Chi ci da il diritto e la certezza di definire una entità suprema, un Dio.
L’uomo rispetto ai tempi siderali è comparso qualche giorno fa e prima di lui tutto funzionava per il meglio e cosi è. Da qualche ora ha deciso di intervenire citando verità e dettando regole.
Che figura misera.
L’evoluzione del mondo occindentale permette in tutti i casi agli individui che popolano tale mondo di interpretare le parole del papa e bollarle come delle sparate bestiali e fuori luogo o meno, l’evoluzione del mondo islamico non permette se non raramente che una sparata di un ayatollah idiota qualsiasi che proclama l’annientamento di Israele e Roma sia bollata come una sparata bestiale o meno questa è la differenza preoccupante.
Ho appena scaricato e letto integralmente il discorso di Ratzinger a Ratisbona. E’ il discorso di un filosofo che torna nella sua Università, dove ha studiato per diventare tale, e quindi recita un discorso per “gli addetti ai lavori”, estremamente profondo e colto, che è diretto anche alle genti, ma in particolare al “suo mondo”, il mondo della teologia e della filosofia.
Naturalmente questo discorso, assolutamente accademico, può essere letto in chiavi diverse, in particolare da chi non perde occasione per mostrare al “suo” popolo quanto è giusto il Corano e quanto sia blasfemo il mondo cristiano. Questo serve naturalmente a fomentare l’odio nei confronti della società occidentale, odio dal quale questi dotti e sapienti delle comunità islamiche traggono motivo di potere. C’è anche da tenere presente che il Papa, nel suo discorso, spiega il significato intrinseco di una sura del Corano…. Ed è proprio questo che fa aumentare l’astio dei dotti islamici, che basano il loro potere sul fatto che ben pochi mussulmani hanno letto personalmente il Corano (come anche molti cattolici la Bibbia). Questo potere si solidifica proprio perché si fa credere alla gente quello che si vuole e, grazie ad una politica che trova la sua forza nella repressione della libera circolazione delle idee e sul pretesto che tale potere, e la sua legge, derivano direttamente da Dio, si tiene il popolo soggiogato (e so quello che dico, visto che ho vissuto nel Maghreb per un anno). Così è più facile giustificare il fatto che mentre il popolo muore di fame e vive nelle baracche, i vari sovrani vivono nel lusso più sfrenato, perché discendenti da Maometto. E’ più facile punire, per esempio, colui o colei che non ha rispettato il Ramadan, perché tenta di uscire dalla morsa della repressione, e si addita come infedele. E’ più facile creare problemi al commerciante che si rifiuta di appendere la foto del sovrano nel suo negozio appena aperto (ed è facile sapere che non lo ha fatto visto che in ogni quartiere agiscono le spie del potere). In questo contesto è facile capire perché il mondo islamico si sia ribellato alle parole del Papa: gli si è fatto leggere quello che si vuole in quelle parole, colpevoli di tentare di dare una spiegazione. E’ questo che il mondo islamico non deve fare: pensare e riflettere. Solo così si tiene il popolo sotto il giogo del potere e si fomenta l’odio contro il mondo occidentale.