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Insegnare con laurea 1° Livello, perché no?

di fisico
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Lettera pubblicata il 2 Luglio 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 93 commenti

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  1. 71
    Sociologo81 -

    Caro Simone,non so per quanto riguarda la tua Università ma io ti posso assicurare (e non sono il solo) che ho acquisito una Laurea di 1° livello in Sociologia (30 esami/3 anni) sostenendo gli stessi esami (anzi, ripeto, noi ne avevano anche 8 in più),con gli stessi contenuti e lo stesso carico di studio di una Laurea in Sociologia del VO (22 esami/4 anni).Ma tralasciamo un attimo questo. Ingiustamente il nostro titolo non viene ritenuto equo ad un laureato del VO ok, ma secondo te è giusto che un laureato del VO abbia un titolo perfettamente equivalente ad un attuale laureato alla Laurea magistrale che ha dovuto redigere 2 tesi, eseguire 2 esperienze di tirocino pre-lauream e sostenere circa una quindicina di insegnamenti in più rispetto alle Lauree del VO? Io non credo,ragion per cui: se una laurea di I°livello è ritenuta inferiore ad una del VO,una del VO non può essere equivalente in termini di lavoro svolto (se non sulla carta) ad una Laurea Magistrale di oggi.
    Nel mio specifico caso,ad esempio,è ritenuta identica una “vecchia” laurea in Sociologia (22 esami in 4 anni, niente tirocinio pre-lauream, 1 discussione di tesi) con una “nuova” laurea magistrale in Sociologia (45 esami in 5 anni – 30 nel triennio + 15 nel biennio-, 2 esperienze di tirocinio pre-lauream, 2 discussioni di tesi). Non penso questo sia giusto.
    Il commento di Mauro,inoltre,trovo sia ampiamente condivisibile.Se ad un laureato di I°livello viene negata la possibilità di accedere all’insegnamento (parlo in merito alla III°fascia e non al ruolo per il quale occorre avere le relative abilitazioni) è solo perché ci sono troppi aspiranti e non perché la preparazione sia stata inferiore.Questa cosa però andrebbe specificata dalle istituzioni che dovrebbero precisare che questo sbarramento all’insegnamento è dovuto ad un grande afflusso di aspiranti e non per mancata preparazione, anche perché,non specificando ciò,le istituzioni generano idee di senso comune per le quali le lauree di I°livello sono inferiori in termini di formazione.In questo modo infatti, gli enti (non parlo di quelli didattici)che dovrebbero inglobare i nuovi laureati nel loro organico fanno propria questa visione e non danno possibilità lavorativa alcuna ai giovani laureati in quanto li ritengono generalmente impreparati e richiedono la Laurea magistrale sempre e comunque anche in quelle attività che NON riguardano l’insegnamento. Non so se sono riuscito a spiegarmi. Non volete farci insegnare ok ma, quantomeno, consentiteci l’accesso a quei ruoli che con la nostra Laurea potremmo, per diritto, occupare. Allo stato attuale, nemmeno questo ci viene concesso. Oltre al danno, anche la beffa. Non è giusto.

  2. 72
    Sociologo81 -

    A Luk voglio dire che lo capisco, che condivido ciò che dice e che gli credo perché io stesso ho vissuto le stesse identiche esperienze. Purtroppo abbiamo avuto la sfortuna di “capitare” in un sistema universitario malamente rinnovato. I pressupposti della riforma erano ben altri. In Italia, questo non si è capito. Lo scopo di questo nuovo sistema, nato sotto l’ottica di favorire l’inserimento immediato dei nuovi laureati nel mercato del lavoro, è, consentitemi, solo quello di spillare altri soldi agli studenti mediante le tasse universitarie e chi come noi non può permettersi altre spese, ha conseguito una LAUREA che ha validità nulla, nonostante abbia fatto sacrifici immani per conseguirla. Io ho studiato i miei ultimi 3 esami nelle sale d’attesa dell’ospedale in quanto ho dovuto assistere una mamma molto malata. Una mamma che è volata via 3 mesi prima della mia Laurea. Ho sudato, tanto. Tutto questo a cosa è servito?????? A nulla. A nulla! Se qualcuno non è di questa idea allora ditemi cosa possiamo fare noi DOTTORI che abbiamo conseguito solo la LAUREA e che non abbiamo la possibilità di iscriverci al biennio integrativo. Se la risposta è: niente. Allora ditemi a cosa è servita questa stratificazione nella formazione universitaria se non a spillarci denaro. Buona serata a tutti!

  3. 73
    Simone -

    LUK ha ragione quando dice che le modalità di passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento sono state recepite in forma diversa da ateneo a ateneo e, all’interno dello stesso ateneo, da un corso di laurea all’altro.
    I corsi di laurea in matematica hanno mantenuto circa la stessa impostazione del vecchio ordinamento, per cui vi è una sostanziale equivalenza fra una laurea V.O. e una laurea magistrale,
    Il mio coinquilino invece si immatricolò in ingegneria nel 1999, il primo anno di vigenza del nuovo ordinamento. In tale facoltà si optò per una scelta discutibile: plasmare in tre anni gli esami che prima si facevano in cinque anni. Stessa preparazione? Ovviamente no, perché l’operazione venne fatta a scapito di drastici tagli. I programmi oggetto dei vari corsi, pur essendo formalmente gli stessi del vecchio ordinamento, venivano svolti in maniera molto meno approfondita e più frettolosa (tanto è vero che il numero di ore previste per ciascun corso era nettamente inferiore).
    Per cui attenzione, e mi rivolgo a Sociologo81, a fare affermazione troppo perentorie in tal senso.
    Fra l’altro analizzando le statistiche appare evidente come i tempi del conseguimento del titolo di laurea magistrale siano più bassi di quelli del passato, relativi alle lauree V.O. Escludendo che gli studenti del passato fossero mediamente più scarsi di quelli attuali, penso che occorra fare qualche riflessione al proposito. La mia idea è che i due percorsi (laurea magistrale e VO) siano sostanzialmente equivalenti per quel che riguarda l’impegno richiesto e i contenuti studiati. Penso inoltre che un bravo studente di oggi, sarebbe stato altrettanto bravo col V.O. e viceversa. Ritengo però che col N.O. sia mediamente più facile passare un esame con un voto basso. I docenti universitari oggi sono più propensi a dare un 18, mentre anni fa avrebbero, senza remora alcuna, invitato lo studente a ripetere l’esame (ma questo, sia chiaro, non è un problema legato alla qualità del percorso, ma è dovuto al fatto che le università ricevono i finanziamenti anche in base al numero dei laureati, e quindi si è costretti ad agire di conseguenza).
    Tornando alla questione iniziale, ritengo che sia indispensabile consentire l’accesso all’insegnamento ai soli possessori di laurea V.O. o magistrale.
    Nel contempo occorrerebbe che i titoli di accesso alle varie classi di concorso vengano rivisti in senso più restrittivo.
    Ad esempio io, con la mia laurea in matematica, posso insegnare informatica (e infatti ho potuto conseguire la relativa abilitazione, sebbene non l’abbia mai utilizzata). Un laureato triennale in Informatica o in Ingegneria Informatica è sicuramente più preparato di me in tale disciplina.
    Allo stesso modo però non è giusto che un laureato in ingegneria insegni matematica (e anche in questo caso è possibile constatare che un laureato triennale in matematica sarebbe sicuramente più preparato e idoneo).
    Sarebbe pertanto auspicabile che ciascuno possa insegnare solo le sue materie.

  4. 74
    Sociologo81 -

    Gentilissimo Simone,non so su quale base affermi che le mie osservazioni siano perentorie e soprattutto non corrispondenti al vero.Parlo su esperienze personali e non per “sentito dire”.Ti ripeto che io mi sono iscritto nel 2002 (era il secondo anno in cui veniva erogato il nuovo ordinamento) e non c’era distinzione alcuna tra noi ed gli iscritti al VO dato che seguivamo gli stessi corsi, con gli stessi professori e ripeto CON GLI STESSI PROGRAMMI.Se le cose da allora sono cambiate non lo so e soprattutto gli studenti di oggi non possono fare comparazioni dato che non ci dovrebbero più essere in giro studenti del VO.Una buona implementazione della riforma sarebbe stata quella di dividere gli insegnamenti a seconda dell’ordinamento al quale si apparteneva ma questo non è stato fatto.Chiaramente a LORO non conveniva ed hanno pensato bene di accorparci tutti insieme.Ripeto,ingiustamente. Posso dirti che io mi sono ritrovato a dare ripetizioni di sociologia e di statistica a studenti del VO fuori corso e non ho avuto difficoltà alcuna visto che il programma è lo stesso DA SEMPRE.Io mi sono laureato con 110 con una tesi di 395 pagine e mi rode che un sociologo laureatosi al VO con una tesi di 100 pagine e con una votazione più bassa della mia sia,sulla carta, più titolato di me.Chiaramente è ovvio che ogni ateneo si sia comportato a modo suo, ma la mia testimonianza è totalmente vera, in ogni sua parte.In ogni caso a me non interessa insegnare,lo ripeto. Ma esigo che almeno mi venga data opportunità di lavorare negli enti, opportunità che mi spetta di diritto in base al Processo di Bologna che ha dato avvio al tutto. Anche questo ci viene negato perché tutti richiedono la laurea magistrale.Ripeto la mia domanda: cosa dovremmo fare noi laureati (I°livello) che non abbiamo avuto l’opportunità di continuare? Fin quando non troverò qualcuno che risponderà a questa mia domanda resto della mia idea.Questo nuovo sistema è stato attuato solo per SPILLARCI SOLDI.Ma poi, secondo te, è giusto “mutare” un titolo dopo anni che un individuo l’ha acquisito.I laureati del VO venivano insigniti del titolo di DOTTORI in una determinata disciplina (come noi) e non di DOTTORI MAGISTRALI. Dottori magistrali lo sono diventati dopo.Chiaramente non si poteva pensare di far iscrivere ex-novo tutti i laureati del VO per equiparare il loro titolo e la soluzione più ovvia era quella di “alzargli il grado”. Resto della mia idea che un laureato del VO NON HA FATTO lo stesso lavoro di un laureato alla magistrale di oggi: per numero di esami, per numero di tirocini e per numero di discussioni della tesi.Già l’aver redatto una tesi in più,già hanno fatto in più e almeno questo,consentimi,non lo si può negare.
    PS: Non mi hanno “regalato” nessun esame. Né con 18 né con nessun altro voto,ma me li sono sudati TUTTI. Sei tu che tenti di dare una visione universale e univoca della situazione. Non io. Niente di personale. E’il sistema sbagliato. Voi di certo non c’entrate nulla!

  5. 75
    Sociologo81 -

    Questa tua affermazione, inoltre: “Ritengo però che col N.O. sia mediamente più facile passare un esame con un voto basso. I docenti universitari oggi sono più propensi a dare un 18, mentre anni fa avrebbero, senza remora alcuna, invitato lo studente a ripetere l’esame (ma questo, sia chiaro, non è un problema legato alla qualità del percorso, ma è dovuto al fatto che le università ricevono i finanziamenti anche in base al numero dei laureati, e quindi si è costretti ad agire di conseguenza)”, ha, per me, riflettendoci, poco senso.
    Questo nuovo sistema, visto che gli studenti dovrebbero fare 50 esami in 5 anni, spinge gli individui ad andare fuori corso più facilmente. Con quel surplus di tasse (più alte) pagate dai fuori corso, andrebbero comunque a compensare (di gran lunga) gli eventuali mancanti finanziamenti ottenuti in base al numero dei laureati. Figurati quanto se ne importano. Le università non potrebbero mai trovarsi in deficit. Tranquilli! Mi trovi pienamente concorde sul fatto che ognuno dovrebbe insegnare solo e soltanto le sue materie. Ad esempio un laureato in Sociologia (VO e II°livello oggi) potrebbe insegnare pedagogia quando né nell’uno né nell’altro percorso di studi vi sono esami di pedagogia. Questo dimostra quanto il MIUR sia poco attento! Ahi ahi!

  6. 76
    Roberto -

    L’offerta di lavoro in questo campo è veramente esigua. Ci sono graduatorie infinite, interminabili, insommontabili… E’ veramente difficile inserirsi con titoli alti (Io ho: laurea magistrale, dottorato di ricerca, abilitazione all’insegnamento SSIS)…e voi vi ponete il problema relativo al fatto che un laureato triennale in matematica/fisica non possa insegnare matematica alla scuola media! A parte il fatto che la materia si chiama Scienze matematiche chimiche fisiche e naturali (ora matematica e scienze per la scuola media)e non matematica; Il fatto che la possano insegnare laureati magistrali biologi, agronomi, naturalisti etc non dovrebbe stupire perchè tali figure hanno conoscenze di scienze mat chi fis e naturali. Il laureato triennale in mat o fis, da quello che mi risulta, non ha mai sostenuto esami di Scienze Naturali, Biologia, Ecologia, Igiene, Anatomia etc… Ma intanto fanno parte del programma di scienze mat della scuola media.

  7. 77
    FDv88 -

    Concordo in pieno con quanto scritto in questa lettera. Sarei per far accedere all’insegnamento anche i laureati di 1° livello, di altre facoltà.

  8. 78
    maestro -

    Secondo la logica di Roberto (26 marzo 2012) un laureato magistrale in fisica o matematica non dovrebbe avere accesso all’insegnamento perché comunque nei programmi di laurea quinquennale di fisica e matematica non ci sono materie come biologia, ecologia, anatomia, igiene, etc. etc., quindi per lui per lui non è un problema di laurea (triennale) o magistrale per l’insegnamento di “matematica e scienze” per la scuola media, ma del tipo di laurea.

  9. 79
    Simone -

    Maestro
    ma nel commento di Roberto non è riportato che “un laureato magistrale in fisica o matematica non dovrebbe avere accesso all’insegnamento perché … etc. etc”. Penso abbia voluto rispondere a chi si stupisce per il fatto che si possa insegnare Scienze matematiche chimiche fisiche e naturali per la scuola media con la laurea specialistica o VO in biologia, agraria etc…La sua risposta sembrerebbe riferita alla lettera iniziale.

  10. 80
    az123bcd -

    in realtà il ragazzo che ha scritto l’articolo ha ragione.
    ma posso dire da biologa che far insegnare matematica ad un biologo è pressocchè pericoloso,perchè all’interno del corso di laurea si sostiene un solo esame,istituzioni di matematica per la precisione,un esame orribile ed assurdo,che per giunta non ha alcuna funzione.
    non si può paragonare la preparazione in matematica tra un fisico e un biologo.
    chi ha studiato matematica insegni matematica,come è giusto che sia.
    anche perchè l’insegnamento non è una scelta obblogatoria,bisogna essere capaci di trasmettere nozioni in modo chiaro e lineare.
    per quanto mi riguarda le lauree triennali sono state fatte per fregare il prossimo,tanto lavoro non se ne trova con un titolo simile figuriamoci con un titolo completo.
    si pretendono ragazzi con esperienza di cinque sei anni?cose turche!!
    se potete andate all’estero e non tornate più.l’Italia non garantisce nulla a nessuno,soprattutto a noi giovani preparati e validi.

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