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Lettera pubblicata il 19 Novembre 2009. L'autore ha condiviso 14 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore toroseduto.
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buongiorno, le rispondo solo qua per condurre due discusisoni parallele. (cosa c’è di probelmatico nel mio nick? 🙂 è facile da digitare e ricordare 🙂 ). ho letto alcune risposte che ha dato in altre discussioni,e molte mi sono piaciute, un po’ per un uguale punto di vista, un po’ per l’energia e la passione con cui ha scritto e un po’ per la fermezza di dire le cose così come stanno in modo diretto (come quando disse a uno che continuare a scrivere qui non sarebbe servito e avrebbe fatto meglio a smettere e darsi da fare anzichè continuare a chiedere consolazioni; una cosa vera ma dato che è dura non piace, e magari viene bollata come maleducata, scontrosa, insensibile e suscita un certo risentimento. E questo poi anche nei confronti della persona che la pronuncia, ovviamente e ingiustamente. A me è successo un’infinità di volte che qualcuno mi chiedesse aiuto, io gli dicevo quello che pensavo e quelli se andavano tutti offesi solo perchè gli avevo detto quello che pensavo veramente…e a volte si incavolavano pure! Cioè loro mi scambiavano per un oracolo e mi venivano a chiedere, io gli rispondevo quello che pensavo, giusto o sbagliato che fosse…e loro si incazavano e mi tenevano il muso o me la menavano per settimane… ma se pensavano che sbagliassi non bastava non ascoltarmi anzichè arrabbiarsi, offendermi ecc? Se ero davvero un mentecatto allora cosa venivano a chiedere a fare?? Se pensavano che loro sapevano meglio di me come vivere e che le loro idee fossero meglio delle mie, allora perchè non le seguivano e basta?? ma soprattutto cosa c’era di sbagliato nei miei pensieri?? Non avevo il diritto di pensare quello che volevo?… Che pal…nonostante sia passato del tempo sono ancora “ferite fresche” diciamo).
Boh… forse avrei bisogno di parlare con qualcuno, ma avrei tante di quelle cose che forse è meglio non cominciare nemmeno. anche perchè non saprei da dove 🙂
da quando ho perso la bussola ha iniziato ad andare tutto a rotoli. È come se avessi dimenticato come vivere, quello che mi piace, cosa mi rende felice, ma soprattutto quello che per me è importante e conta qualcosa…è tutto svanito. Anche (e soprattutto) le regole, quelle che mi ero dato e quelle che mi avevano dato. Distrutto da una grossa implosione. L’involucro esterno rimane più o meno intatto, ma dentro non c’è più nulla, diventi il fantasma di te stesso, una carcassa. Almeno è così che mi vedo. Per fare un parallelo, mi viene da pensare a una città medioevale completamente distrutta ma con le mura di cinta ancora intatte; da fuori non si nota quasi nulla, e di sicuro non si immagina il caos e la distruzione che c’è dentro. E anche le persone attorno a me ne hanno subito gli effetti…cioè, anzi, puntualizziamo: le persone attorno a me (famiglia ad esempio) sono stati una forte concausa a determinare quello che è successo, però forse gliene sto facendo troppo una colpa… e per questo mi sento infantile.
Ha scritto della musica come passatempo per stare meglio; a me
piaceva molto disegnare ma ormai nemmeno questo mi da più soddisfazione, ha perso importanza; mi sembra così inutile. Tutta roba che alla fine finirà nel cassetto a prendere polvere (come hanno sempre sostenuto scherzando i miei) e mi sembra solo più una perdita di tempo…però non so cosa mi fa sentire peggio: il fatto di perdere tempo o il considerare tutto ciò che mi piace come una perdita di tempo. Insomma ho perso tutto, sono un tentativo fallito di crescere una persona.
In effetti è vero che ho scritto come se non mi aspettassi risposte,un po’ perchè non me le aspettavo davvero (visto la distanza di anni) e un po’ perchè mi chiedo che cosa aspettarmi, cosa possano dirmi in fondo…mica posso chiedere di restituirmi quello che ho perso o di farmi tornare quello che ero, perchè sono le uniche cose che potrebbero farmi stare meglio. Poi a dire il vero bisogna anche saper chiedere, bisogna anche saper fare la domanda giusta ma dopo tanti tentativi a vuoto inizio a pensare di non esserne capace. Forse è colpa mia perchè sono troppo fragile, perchè penso troppo, perchè mi sono sciupato da me, ma è certo che sono diventato un vuoto a perdere. Prendersi cura di una persona nella sua crescita è un po’ come piantare un seme nella terra e lavorarci per mesi, no? un investimento per il futuro convinto che ciò di cui ti stai prendendo cura restituirà qualcosa prima o poi. Ecco, sono cresciuto ma non ho nulla da restituire: un vuoto perdere. E con gli aiuti è lo stesso, sarebbero sprecati. Sarà che poi, dato che ero riuscito a trovare da solo la mia strada, sentivo di essere diventato forte, di aver imparato a cavarmela da solo (il sogno di ogni essere vivente!) e di non aver bisogno di nessuno (che mi dicesse cosa fare o come fare)…anzi, ero io quello da cui molti andavano a chiedere consigli o aiuto. e quindi adesso mi viene molto difficile accettare consigli e suggerimenti; e anche con gli psicologi ho avuto questo problema, non riuscivo a rispettarli; o dicevano cose banali o scontate o ovvie, a volte la risposta stava già nella domanda che gli facevo…non so nessuno è mai riuscito a guadagnarsi il mio rispetto. Io sono quello che ce la stava facendo da solo,quello che stava diventando uomo da solo (mi dico) e quindi… che fine ha fatto quella persona? In fondo non sono sempre lo stesso? non posso gettare la spugna, non posso arrendermi all’idea di essere definitavamente sconfitto, forse è meglio soffrire e perdere ogni cosa.
Cmq…la ringrazio per il suo interessamento. Solo non mi piace scrivere troppe cose di me su un forum pubblico, nel caso continuassimo, a lei andrebbero bene dei messaggi privati?
allora grazie e magari alla prossima, buona giornata
Ciao caro zxcv, per il nick, era solo per farti sapere che nello scrivere mi sono accorto della tua…pigrizia!
Leggendo quello che hai scritto in quest’ultima, in cui pensi di essere all’ultimo stadio, mi verrebbe di invitarti a mangiare una pizza, fare una lunga passeggiata sul lungomare e fare l’alba parlando. Fammi una cortesia, dammi il tu, ho i miei anni contento di averli, un po’ come diceva Anna Magnani a fine carriera ai truccatori:NON mi cancellate nemmeno una delle rughe, ho lavorato anni per averle! Non parlarmi di psicologi e pattume vario, io sono fermamente convinto che ognuno di noi, beneficiato dal libero arbitrio, può arrivare ad altezze vertiginose. Ho lavorato tanto su di me, per questo motivo molti scambiano per saccenza il mio modo diretto di interloquire, il fondo l’ho toccato tante di quelle volte..mi guardavo intorno timoroso e frustato. Non ero io, era il mio 20% che la spuntava sull’80%. Penso anche io che se vogliamo continuare, dobbiamo sentirci in privato, mi sembra ovvio, hai scritto tanto…e non conosco ancora latua età… io ho 62 anni, fuori, dentro 31, contano solo gli anni pari, questo 2011, essendo dispari,non lo conteggio. frattinima@gmail.com
http://www.myspace.com/mariusmusica
ti ho dato la mail e il mio spazio su internet, puoi cliccare, mi vedi in foto e puoi sentire alcune mie musiche, ti aiuteranno a conoscermi meglio. Ciao Mario TS
boh, a volte mi sento un pesce fuor d’acqua e preferisco stare zitta
Un pò anche per non sfidare la sorte… Non è che a forza di dire che sto bene poi le cose cominciano a peggiorare?
Ma che colpa ho se mi accontento di poco, se cerco il lato positivo in tutto e non mi abbatto quasi mai.
Eppure il fondo nel mio piccolo l’ho toccato, anch’io i miei drammi li ho vissuti, non potrò aspirare a cose “normali” per altri, ma c’ho lavorato sopra, almeno ho provato ed ogni mattina continuo ad alzarmi contentissima di farlo.
A differenza di molti non mi interrogo sul significato della vita, sull’esistenza di Dio e forse sono limitata e di corte vedute; non ho complesse teorie sul perché delle cose, ci sono volte in cui mi trovo in difficoltà e mi mancano le parole per poter comunicare agli altri vicinanza o comunque un sentimento positivo.
Fatico a rapportarmi agli altri e vengo fraintesa, ce la metto tutta ma non sono perfetta, sbaglio…
Per me la vita, la mia almeno, è come un percorso d’addestramento che non finira mai, lo dico con il sorriso, ogni giorno imparo qualche cosa di nuovo ed ogni occasione è buona per testare i cambiamenti.
Ma so che ne varrà la pena fino a che tutte le sere andrò a letto con la fretta di svegliarmi la mattina seguente
X Almost. Il tuo post e pieno di contraddizioni. E’ lo specchio del mio essere quando avevo 30 anni. Niente litigi, solo un confronto aperto tra anonimi. Un avvenimento drammatico mi fece riflettere molto. Cominciai a pormi problemi mai presi in considerazione. Lo scopo dell’esistenza. Cominciai un cammino che non si è ancora concluso, e forse non si concluderà mai. Saggiamente cominciai a leggere la bibbia, non mi trovavo daccordo su niente, ho recuperato qualcosa allargando gli orizzonti, un libro mi diede una scossa decisiva, STUDIO COMPARATO SULLE RELIGIONI. Non cercavo dio, cercavo me stesso (l’ho capito 20 anni dopo). In solitario, con chi avrei potuto parlare di quello che mi frullava in testa? Dopo qualche blando tentativo, ho rinunciato, come non ci sono due foglie uguali sullo stesso albero, e nemmeno in tutta la foresta, nemmeno in tutto il mondo. Figuriamoci noi esseri così complicati e così insoddisfatti!
Penso che fra un po’ di tempo non ti basterà più di accontentarti di svegliarti col sorriso sulle labbra. All’improvviso sentirai un forte bisogno di riempire concretamente la tua vita. Il mio primo impatto con la consapevolezza di non sapere niente, fu quando nacque la mia prima figlia, mi sentivo in presenza di un…miracolo! Cominciai a cercare gli ingredienti giusti per riempire quel vuoto di conoscenza,
ho letto e riletto tanto, facendomi guidare dall’istinto, preferisco non mettere i libri che mi hanno aiutato di più, non sono un saggio, ho solo una forte sete di conoscere e sapere. Procedendo su questa strada, mi sentivo sempre più povero e solo.
Alcuni preferiscono non porsi domande, non li invidio, rispetto l’altro, ma soprattutto me stesso. Non posso tradire il mio sapere, sapendo di non sapere nulla. Qualche certezza mi accompagna per una certa parte del cammino, arriva un’altra più solida…insomma è come dici tu, io ho scoperto che l’addestramento non finisce mai. I punti fermi scricchiolano…una nuova conoscenza sta nascendo…e io mi rinvigorisco, sono pronto a ricominciare. L’oblio non fa per me.
Fatalista lo sono da sempre, ho vissuto diverse vite, a 7 anni avrei dovuto morire, sono stato beneficiato, quando ho capito il perché,mi sono allontanato dal mondo reale, mi sento meglio e a mio agio con la spiritualità. Non ho una religione, oggi le aborrisco tutte, non ho nessuno con cui parlarne, tranne alcune persone che ho conosciuto su internet, sono anni che dialoghiamo, ci siamo anche incontrati, ma nella vita reale sono un solitario, non è possibile affrontare certi argomenti, la stragrande maggioranza confonde l’amore e il sesso come la strada maestra per essere felici. Mi fanno pena, forse perché io L’Amore ho avuto la fortuna di conoscerlo, Amore per gli altri, Amore per la vita. L’unica cosa per il quale vale la pena di affermare: si! Io c’ho sempre creduto, c’ho sempre provato, quando sei in fondo al pozzo,è questo l’atteggiamento che ti salverà, e avrai radiosi mattini anche a mezzanotte…! TS
TS
Fa ben sperare quello che scrivi…cioè anche le tue ultime parole. Sono uno stimolo a credere e a sperare nella luce dopo anni e anni di oscurità.
Però credimi che amare e perdonare sarebbero la cosa più facile da fare…in teoria. Combattere ed odiare sono dispendiosi di tempo ed energia.
Se si vive in isolamento, se scegli di startene per i fatti tuoi, è più facile il perdono. Ti rendi conto che tu dagli altri non vuoi proprio niente e giustifichi tutte le loro ansie e comportamenti cattivi…tanto, alla fin fine, non ti toccano.
Ma non si può restarsene sempre isolati. E quando poi sbatti di continuo contro la cattiveria delle persone ci rimani male. Anche se la tua natura è quella di non pretendere ma dare.
Toccherebbe un mondo di un altro mondo. Un’altra dimensione.
Non questa dove devi lavorare. Dove devi comunque aver dei soldi altrimenti cosa fai…non questa dove purtroppo devi proteggerti da tutte ste persone che vogliono mettertelo a quel posto come ti giri.
Io mi ritrovo tanto nelle parole di Almost. Cerco di fare le cose bene e di essere positivo e speranzoso. E ne ho di cose brutte che mi danno cattivi pensieri. Purtroppo ho dovuto cambiare anche la mia natura solare e scherzosa…e anche io mi sto dirigendo verso l’isolamento. Ma non per colpa degli altri. Perchè loro fanno semplicemente la propria esistenza. Per problemi miei. Che appartengono a me e non devono pesare agli altri.
E poi mi sono accorto che tutte le persone con cui mi sono confidato mi hanno trattato male…hanno sottovalutato tutto quello che sono e mi hanno identificato in quel problema. Invece io cerco di essere soprattutto altro.
Sto divagando.
Volevo dire che nonostante il mio fardello sia pesante cerco, come almost-(im)perfect, di andare avanti e prendermi quello che mi viene.
E quando non sono triste penso che tu abbia ragione nel ritenere che alla fine, credendo a mando se stessi e gli altri, tutto si aggiusterà.
Ma poi mi innamoro di persone di cui non mi dovrei innamorare, oppure faccio sbagli sul lavoro, oppure noto atteggiamenti fastidiosi negli altri e quindi torno triste e penso che niente si aggiusterà. E che faccio meglio ad andarmene da un’altra parte.
Inno alla vita. La vita è una grande stronzata forse. Oppure è un caso. E quello che ti succede casualmente ti modifica. E un caso che non sei morto a 7 anni? Oppure è un dono? La vita è bella a volte. E’ comunque una cosa da vivere. E’ tutto la vita…eppure tante volte si riconduce a niente.
Credere in un dio o non credere in niente? credere dà sicuramente fiducia quando ti succdono cose brutte. Ma poi…non è che siamo costretti a credere per non crollare sotto i colpi della vita?
Non è che Dio veramente non esiste e siamo noi a chiamarlo in causa?
esempio stupido:
una sera uscii con degli amici. Ad un certo punto eravamo stanchi e ci ritirammo a casa a dormire. Un nostro amico invece non aveva voglia di tornare a casa così salì sul sedile posteriore di un’altra macchina con degli altri ragazzi.
Da notare che sto qui di solito si ritirava sempre prima degli altri. Invece quella sera voleva far tardi. E poi lui guidava sempre la sua macchina..gli piaceva guidare così erano gli altri a salire sulla sua macchina.
Quella sera lui sale su un’altra macchina.
incidente.I due avanti illesi..lui,non si sa come,viene sbalzato fuori dall’auto e striscia per metri e metri sull’asfalto.
E’ morto. Caspita. che ingiustizia.Che cosa assurda.
La madre è costretta a pensare che Dio esista e ha chiamato suo figlio con lui, perchè lui era più buono degli altri. Fa dire tante messe per lui. Lui era un bravo ragazzo..come lo siamo tutti alla fine.
Se non avesse trovato questa ancora della fede come potrebbe andare avanti? E’ stata costretta a credere in Dio.
Ma siamo sicuri che Dio c’entri qualcosa in questa cosa?
O è tutto una maledetta coincidenza? un caso assurdo.
Il destino? Ma quale destino? Non esiste il destino…esistono le cose che ti capitano casualmente e poi tu sei costretto a farti le tue ragioni e a affidarti a qualcosa per giustificare il tutto.
Dobbiamo vedere in Dio la salvezza. Dobbiamo credere che non sia proprio tutto qui altrimenti che c.... si campa a fare…c’è gente cornuta e mazziata che non ha mai avuto nulla. Ci sono persone che la vita continua a massacrarli e sti poveri cristi non possono che affidarsi al buon Dio misericordioso per giustificare tutto. Ce ne sono altre che soffrono per nulla, perchè si vanno a mettere nella condizione di dover soffrire per forza, e poi se ne lamentano…e gli cade la terra sotto ai piedi per cose da niente.
Chi invece se la spassa mica che ci pensa così spesso all’esistenza di dio e all’amore e a tutte ste cose…
ogni cosa va vista dal punto di vista più incoraggiante se vuoi tirare a campare. Dobbiamo per forza metterci passione e volontà ed essere ottimisti. Altrimenti è la fine. Dobbiamo credere nell’uomo e in una mano invisibile che anche se con una mano ti toglie tanto poi magari con l’altra ti da qualcosina.
Che ne so…altro esempio stupido: terremoto, mi crolla la casa e non ho più nulla. Triste. Per star meglio dovrei pensare che avrei potuto morire sotto le macerie della mia casa.
Io ancora ci spero in Dio. Come spero nel cuore delle persone. Anche se tutto va nella direzione inversa. E per continuare ad avere queste speranze,per continuare a credere nell’uomo, devi paradossalmente stare lontano dagli uomini il più possibile.
Ma possiamo sempre starcene isolati e costruirci le nostre teorie sull’amore e l’empatia tra le persone? boh…
Spero di non essere andato tanto fuori tema. E spero che Dio esista per voi ed esista anche per me.Ciao
X due calzini. Ho letto con molta attenzione il tuo post. Cercando di intuire delle cose che mi permettano di scriverti qualcosa senza scadere nella banalità.
Ti dirò, con gli anni incosciamente e anche volutamente, mi sono dotato di una scorza, corazza, il mondo è cattivo! Non ho mai saputo se lo sono anch’io, ma mi sento fuori dal giro, qui nel forum tiriamo fuori cose che nella vita reale evitiamo accuratamente. L’incomprensione fa un male del diavolo; brucia essere frainteso, non capito. Però se restiamo nel vago, viene fuori che neppure con gli sconosciuti sappiamo descriverci, è un’ epoca un po’ bastarda, tutti vogliono qualcosa di bello da ricordare, sta scomparendo la caratteristica che ha segnato la mia gioventù. Eravamo dei poveracci, idealisti, abbiamo creduto di dover rifare il mondo…visti i risultati, gran parte della mia generazione si è rifugiata nell’impiego in banca…o simili…sognavamo molto, da quello che leggo, su questo blog c’è un’inflazione di arresi… comunque fanne l’uso che ritieni più appropiato a te, una delle poche granitiche certezze è conoscere sè stesso. Dopo diventa più facile selezionare le persone con cui relazionarci, niente scalfirà la corazza (un ragazzo mi disse maschera). Ho avuto una vita piena, non lo sapevo, l’ho scoperto un paio di anni fa. Quando mi sono trovato di nuovo in fondo al pozzo. Se è diffile risalire da giovani, ti assicuro che gli anni pesano di più su tutte le “stranezze” che il vivere ci propina. Insieme ai riflessi e alla memoria, se ne va anche la voglia di lottare, di fare qualcosa per te stesso. E’ un vetro appannato e fuori c’è la nebbia. Trovare le risorse diventa uno sforzo maggiore, non è dio ad aiutare, da quello che mi risulta,è un’assente ingiustificato…pensa al Giappone e a quello che è rimasto di intere città. Meglio allenarsi a trovare in sè stessi quelle cose che rendono piacevole la vita. Ad esempio ho ripreso a fare una cosa che ho fatto per 20 anni, mi sono bloccato 5 anni per un’infortunio non ancora assorbito del tutto. Organizzare gratuitamente spettacoli per le scuole elementari e materne. E’ un impegno da pazzi! pensa che sto lavorando come un matto per fare le basi delle canzoni per Natale, scrivere copioni e inventarmi qualcosa di nuovo. E’ la cosa più bella che ho fatto in tutta la mia vita, mi sono divertito da matti con i ragazzi, non ho voluto mai niente, ho sempre messo a disposizione la mia attrezzatura. Ecco, cerco di nasconderle queste cose, se raccontassi che ho passato due notti per fare una base musicale adatta ai bambini, per i più sarei un pazzo. Invece è la cosa più bella che mi è capitato, dovrei dare io dei soldi ai ragazzi, ci siamo divertiti da matti.Ora mi do dello stupido, avevo a portata di mano una pronta risalita, invece sono stato 5 anni nel famoso pozzo profondo.La batosta è stata dura, forse funziona così: non siamo noi a decidere quando è il momento di risalire. Fare qualcosa di gradito agli altri disinteressatamente è…tutto! TS
“Insieme ai riflessi e alla memoria, se ne va anche la voglia di lottare, di fare qualcosa per te stesso.”
Ecco. Questo è quello che temo di più di ogni altra cosa. Ho paura che la disillusione si prenda tutto…che lo stupore e l’entusiasmo, che già vedo abbastanza lontani da me, diventino puntini invisibili. Spero di non diventare un robot in maniera definitiva. Ma non lo sei nemmeno tu, nonostante gli anni. Sei un sognatore e si legge. Ma io e anche tu dobbiamo fare i conti con la realtà…e come diceva una canzone: “la cosa più strana della nostra vita è che scivola tra le nostre dita…mentre ci uccide l’anima”
Io spero che gli anni non ce la faranno a sconfiggermi…spero soprattutto che tutto questo noioso copione di cui faccio parte non mi assorba ma non mi uccida di isolamento nemmeno. Spero di evitare le solite chiacchere del pub. Delle ragazze. Degli amici. Spero però di non diventare nemmeno un alieno che non sa stare in mezzo alla gente. Spero di conservare sempre la giusta misura e l’equilibrio.
E spero anche di fare le cose che mi fanno sentire bene. Come la trua base musicale per i bimbi. Che cosa bella. mi fa sorridere, ma un sorriso ottimista e speranzoso intendiamoci. Non una risata. Queste son le cose che rendono bella la vita. E saperle cogliere ed essere costruttivi non è da tutti.
Io…io quando posso faccio quello che mi fa sentire bene. E lo faccio perchè mi dà sensazioni positive. Però poi sono anche costretto a snaturarmi e a contrattare, a inserirmi nella logica di mercato…perchè son costretto. E dato che non mi piace perdere o passare per fesso mi ci devo anche impegnare anche se tante volte non ci credo fondamentalmente. Compromessi. E tempo che passa. Il disinteresse ci rilassa e ci far stare bene…l’interesse purtroppo dobbiamo comunque perseguirlo, altrimenti ci mettono sotto.
Non sei stato banale, non lo è la tua lettera. E mi rendo conto che è difficile seguirmi, passo da una cosa all’altra troppo velocemente e dimentico la partenza!
Ciao TS. 😉
Scusa se sono indiscreto (due calzini)in quello che hai scritto alle 3,57 e che leggo solo ora,mi ha fatto pensare che sei giovanissimo, bene per me…i miei coetanei,nella grande maggioranza,sono vecchi. Si può essere vecchi anche a vent’anni…quando è assente la trepidazione per avere un sogno da realizzare, quando si passano le serate a giocare a carte litigando, digiuni di politica e asserviti alle circostanze, senza nessuna sana follia, anche al solo piacere di pensarla. Ti confesso un’idea che mi sta girando per la testa; comprare una tenda e andare in campeggio, ma non riesco a trovare compagnia. Potrei anche farlo da solo, ma sarei condizionato. Preciso che ho fatto il primo “campo estivo” alla veneranda età di anni 11! Ero coi boy scout, un’esperienza fantastica! Solo il pensiero di fare questa ennesima follia, mi fa sorridere.
Per quanto riguarda la “carriera” io sono pensionato! Non ho nessun problema economico, mi faccio bastare i 1000 euro che prendo al mese aiutando una delle mie figlie che sta facendo un corso da estetista, ha rinunciato all’università, ha scelto la cosa che più le piace e sono sicuro che diventerà bravissima nel suo lavoro. Questo è il male di molti giovani, fanno delle scelte condizionati dai genitori, io avrei voluto avere un figlio musicista, c’ho provato con le due figlie all’età giusta. E’ una dote che bisogna avere dentro, dopo 2 mesi ho chiuso il pianoforte e con grande sollievo, giocavano con la barbie. Non ho mai avuto una grossa ambizione economica, pensa che il mio modello è Francesco d’assisi. Ho letto tutto di quest’uomo, è interamente nelle mie corde, eroe-boyscout-ambientalista-naturalista-rivoluzionario.
Io ho avuto la gran fortuna di fare come lavoro quello che più mi piaceva,non ho mai aspirato al successo,avrei dovuto svendere il mio talento adattandomi e mercificando la mia interiorità. Sono stato definito stupido, quando rifiutavo delle proposte che volevano farmi incanalare nel flusso canzonettistico commerciale. Non ci riuscivo, meno soldi e dignità integra, così ho imparato ad essere drastico nelle scelte. Se ti prendi la briga,al post 13 ho messo il link per ascoltare alcune delle mie musiche. In realtà il mio scopo era di fare ascoltare IN VOLO CON TE a tutti gli amici sparsi per lo stivale. Ascoltala attentamente, se ti piacerà, ti racconterò la storia di come è nata.
Stanotte ero al “lavoro”,sono andato a letto alle 5, anche tu non scherzi, anche se è ormai una consuetudine fare oltre le ore piccole il sabato sera.
Non preoccuparti di quello che scrivi, non è detto da nessuna parte che bisogna essere “nel contesto”, l’argomento è relativo, e il pensiero è più veloce dello scrivere, insomma, gustiamoci questa libertà di scrivere a ruota libera, non stiamo facendo il compito in classe! L’anticonformismo è una dote, la didattica appiattisce. Già abbiamo l’handicap delle lettere contate, io che scrivo di getto, mi blocca il “superato il limite” mentre sto concludendo un pensiero, e de TS