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Lettera pubblicata il 9 Gennaio 2010. L'autore, innamorato perso, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Acqua, gli ho risposto esattamente questo: mi ami così tanto che la persona che più può soffrire in questa storia sono io. Alla fine è anche quella una scelta, non voler ferire la moglie. Una bellissima cosa, una dimostrazione d’amore senza usare paroloni. Lo posso accettare, ovviamente stando male. Quello che più mi costa accettare è che le parole che ci siamo detti, da parte sua non avevano la profondità che intendo io.
Bisognerebbe studiare davvero il significato delle parole, perché il mio lui mi ha detto che oltre ad amarmi mi voleva anche un bene infinito. E non è una persona che non ha proprietà di linguaggio. Fatto sta che sono andata via e ha “rispettato” la mia scelta. Che gentile! Stronzo! Vabbè sono a pezzi, scusate…
Credo che nel tuo ultimo post Golem, tu sia arrivata all’essenza. L’amore è racchiuso in una parola ma servirebbero anni a descriverlo. Ma come dici tu, nella sua essenza è anche palesemente scontato. Domina su tutto l’istinto umano di procreazione. Chiaro che ognuno di noi è diverso e anche lo stare insieme (e tutto ciò che implica) è un attitudine. Quindi noi, gli “amanti”, potremmo sempre essere additati come gli incontentabili, infelici, sempre e comunque! Insomma privati all’origine dell’attitudine accennata pocanzi! Ma la vera domanda che vi faccio è? Quanto siete disposti a perdere per far funzionare una coppia? E all’opposto: quanto siete disposti a perdere in nome di un amore per sua stessa natura insicuro? Credo che la chiave di volta sia questa. Laddove le direzioni dei due amanti convergono, ci può essere la nascita di un “vero” amore. Quello “Golemiano” (se mi concedi). Io, per rispondere alla domanda di Priscilla, con tutta probabilità mi sarei separato ne…
Priscilla,
“È amore la sua relazione duratura che gli fa dire a un’amante di essere la persona cui si sente più legato al mondo?” – secondo me, è affetto fraterno, unito a stima e rispetto, la tappa a cui arrivano quasi tutti, prima o poi, con la convivenza, la nascita e la crescita di figli.
è il collante degli anni trascorsi e delle difficoltà superate insieme. è stabilità, sicurezza, comodità. se ancora fosse amore, non si cercherebbero altri partner. se questi anche comparissero, non li si noterebbe nemmeno.
difficile lasciare la vecchia strada, ben nota in tutti i suoi aspetti, per chi crede, virilmente, nell’osservanza degli impegni assunti e nella coerenza verso sè stesso e verso gli altri.
riprovevole il tentativo di avere la botte piena e la moglie ubriaca ma rientra nelle debolezze degli esseri umani in generale. non solo di quelli che svirgolano, ma anche di quelli che si mantengono perfettamente ligi al dovere, vivendolo come sacrificio di sé.
Priscilla, Towoit. Se parlo di “coscienza” nei miei post, come discriminante tra quel che sembra e quel che è, è perchè è da quando nell’essere umano è emerso questa questo aspetto che si sono “complicate” le cose nelle nostre vite, e proprio nel momento preciso in cui ci distinguevamo dal resto del regno animale. Fare convivere le “richieste” dell’istinto con la consapevolezza di quel che nel sistema sociale comporta il loro soddisfacimento, ha creato nei millenni quello che chiamiamo “morale”, che come spesso osserviamo ha più una funzione di immagine che non di sostanza, per quanto controllare gli istinti sia uno sforzo titanico, per come siano indipendenti dalla nostra volontà. Sin dall’emergere della cultura occidentale nella Antica Grecia, il “problema” sesso è stato raffigurato nella Mitologia con l’affascinante Afrodite (poi Venere nei latini. Non a caso figure femminili) che però, al netto dell’attrattiva che esercita sugli istinti, è considerata una “rovina” famiglie e quindi del sistema sociale in senso lato.>
>Questo per ricordarci come è iniziata certa misoginia in Occidente e quanto la figura femminile sia stata collegata all’inaffidabilità della loro “natura”, guidata principalmente dall’istinto di riproduzione, con tutte le “sfumature” amorose che lo ha caratterizzato nei secoli.
Questa premessa serve per capire perchè far convivere in modo equilibrato istinti e ragione è uno sforzo pressochè inutile, perchè o c’è l’uno o c’è l’altra. Lo ha scoperto Prisci come pure Towoit, seppure sia LA “amante” a subire il giudizio morale che fu di Afrodite. Resta il fatto che malgrado le lusinghe della dea dell’amore, chi ne è vittima alla fine torna quasi sempre alla certezza del talamo del dovere lasciando quello del piacere. Perchè l’istinto di sopravvivenza è il primo a cui si ubbidisce.
Tutta l’enfasi retorica della fase “ormonale” corrobora il desiderio fintanto gli serve una giustificazione. Finita quella fase si capisce perchè si dice che le parole dell’amore sono come gli anelli di fumo. Meravigliano finchè durano in aria.
P.S. Tow, sono un uomo.
Rossana, grazie per il tuo commento. Forse sto arrivando a capire quello che anche il mio lui cercava di spiegarmi sul legame che ha con la moglie. Purtroppo mi rendo conto di essere veramente limitata nel comprendere la psicologia del “dovere” e dell’“impegno”, soprattutto se si parla di persone che non hanno problemi economici, né ne avrebbero nel caso di una separazione, e che di fatto fanno una vita indipendente. Ho semplicemente guardato le cose da una lente solo mia, e non perché abbagliata dall’innamoramento ma perché anche in relazioni precedenti (lunghe) ho sempre preferito chiudere quando vedevo che non si “cresceva” insieme. Non riesco a pensare il mio uomo solo come un compagno e non un amante e viceversa. Forse come dicevi prima, sono “naturalmente” monogama, e altri sono “naturalmente” poligami. Senza giudizio, giuro! Cavolo ci farò molta attenzione la prossima volta che mi presenterò a qualcuno… “piacere sono assolutamente monogama!”
E sinceramente non mi convince neanche la storia che il VERO amore è quello con cui passi più tempo, perché è normale che se convivi con una persona si crea un legame particolare di conoscenza profonda e, vivendo le stesse problematiche, ci si supporta. Mi è successo anche con le coinquiline dell’università. Eravamo sorelle, pilastri nei momenti difficili, poi è finita l’università… Quindi tornando alle relazioni sentimentali, se io avessi incontrato il mio amante prima della moglie, ci saremmo sposati e avremmo avuto figli (parole sue)… quindi l’amore è solo una questione di chi arriva prima? Che tristezza…
“E sinceramente non mi convince neanche la storia che il VERO amore è quello con cui passi più tempo…” Detto così può suonare vero, ma è pure vero che se credi che un rapporto possa mantenersi eccitante come quello da “amanti” sei destinata a restare delusa, o a dover cambiare “amori” periodicamente. Se il tuo recente amore decidesse di lasciare tutto e sistemarsi con te, nel giro di uno, due anni diventerebbe scontato e prevedibile, e inevitabilmente non sarebbe più eccitante come oggi che ti fa fremere di desiderio. Se per te l’amore è questo, buona fortuna. Per me, che sto con mia moglie da trent’anni, che amo, riamato allo stesso modo, l’amore è quello che abbiamo “costruito” in tutto questo tempo, la fiducia e la complicità che si è creata che lo rende NOSTRO, e le difficoltà superate insieme. E se la “passione” si è adeguata al tempo che passava, non per questo è meno forte, ha solo un’altra “forma”. E così oggi lei non è solo moglie e amante, è anche la mia migliore “amica”.
Se non si sono vissuti quei momenti non si può capire. E si sogna.
Caro Golem, non mi pare di aver detto che quello che mi manca è l’eccitazione esplosiva dei primi momenti di passione. Quello che cerco è esattamente quello che dici di provare tu con tua moglie e mi fa estremamente piacere sentire parole d’amore come le tue. Solo che il mio ex amante non diceva le stesse cose del rapporto con sua moglie, quindi il mio dispiacere è vedermi negata quella possibilità con una persona che non solo amo ma stimo e con la quale c’è anche amicizia, a causa di “doveri” che nel caso del “mio” lui, e non in generale, sembrano più formali che reali.
Priscy, capisco cosa intendi, ma il punto è sempre lì, fermo nel tempo e nello spazio, ed è che l’Amore “si fa” in due, non in tre, e la “stampella”, come qualcuno l’ha chiamata, può fornire solo l’illusione favolistica di quel sentimento. Ed è una illusione, sia per chi si gode il brivido dell’adulterio all’ombra di una relazione in fondo sicura, diciamolo, sia per chi questa la vive come “amante sperante”, che comunque poteva immaginare quello cui andava incontro. Io non dubito che la stima che provi per quell’uomo sia ben riposta, ma forse ne andrebbe fatta la tara alla luce del risultato che quell’amore ha avuto, soprattutto per te. Perchè io non credo che la sua relazione casalinga sia così disastrosa, forse è solo noiosa. Ma questo è un altro discorso, che forse mostra la diversa distanza che voi due avete dal vero nocciolo della questione: il valore di quel vostro amore.
Comunque spero che quello vero tu possa trovarlo. Perchè quando è “veramente vero”, non ci sarà pericolo che possa finire. Sarà l’ultimo, o forse il primo, della vita.
Bye