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Lettera pubblicata il 9 Gennaio 2010. L'autore, innamorato perso, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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“…e mi sono reso conto che nulla era reale.”
Ecco, “nulla era reale”. Questa è una grande acquisizione che ti ha fatto capire la differenza tra l’illusione e la realtà sentimentale. Al di là delle volatili gioie sensuali, è forse l’unica esperienza utile della tua storia. Sai quanti illusi si rovinano pensando che quelle sensazioni sia l’amore? No? La maggior parte degli innamorati.
rr,
mi sembra che, tutto sommato, ti sia andata bene. hai potuto godere di un anno bellissimo e di fare un’esperienza utile per il futuro.
utile, alla tua età, per capire meglio con chi hai a che fare fin dall’inizio di una relazione amorosa e di conseguenza saperti meglio regolare con le aspettative.
scusa se sono un po’ aspra ma i repentini pentimenti mi suonano spesso come retaggio di coinvolgimenti superficiali. per di più se hanno avuto una durata relativamente breve.
Scusate vorrei scrivere la mia testimonianza perché non vedo comprensione nei confronti delle cosiddette “stronze” che poi cercano altri. Io sono stata l’amante di un uomo molto più grande di me per un anno. Non avrei voluto mettermi in quella situazione e fin dall’inizio gli ho detto che non volevo avere una storia clandestina, perché non volevo mancare di rispetto a nessuno. Lui però mi ha detto di essere innamorato di me e di aver provato con me un sentimento fortissimo. Dato che anch’io ero (e sono ancora) profondamente innamorata di lui, ho deciso di aspettare perché capivo che una persona prima di decidere di chiudere una relazione che durava da anni e con una figlia adolescente, ha bisogno di tempo. La nostra relazione è stata meravigliosa. Da un lato mi diceva cose bellissime e insieme stavamo benissimo sotto tutti i punti di vista, abbiamo passato moltissimo tempo insieme perché la moglie lavorava fuori, ma dall’altro non c’era mai un accenno da parte sua a una sua…
futura separazione. L’ho lasciato diverse volte, perché stavo male ogni volta che lui faceva le vacanze con la moglie, il pensiero che dormisse con lei mi faceva andare in crisi. Non capivo come faceva a dire di amarmi tantissimo e continuare la sua vita di sempre. Ora ho deciso di chiudere, sto malissimo. Ma stavo malissimo anche quando lui era con la moglie e io avevo i miei problemi in famiglia e avrei voluto un compagno accanto. Cosa dovevo fare? Spero anch’io di trovare presto un’altra persona perché nessuno merita di essere messo da parte quando è “scomodo”. Sapete come ci si sente a essere sempre una seconda scelta? Sono una stronza?
Io avrei voluto iniziare con lui una vita vera, fatta di comprensione ma anche di gioia e emozione. E lui nonostante mi “amasse da impazzire” quando gli ho detto che non ce la facevo a sopportare quella situazione mi ha detto che mi capiva, ma non ha fatto nulla. Cosa vuol dire amare secondo voi?
“Io avrei voluto iniziare con lui una vita vera, …E lui nonostante mi “amasse da impazzire”, quando gli ho detto che non ce la facevo a sopportare quella situazione mi ha detto che mi capiva, ma non ha fatto nulla. Cosa vuol dire amare secondo voi?”
Intanto non sei una stronza, ma un’illusa.
“Amare da impazzire” è quello che ha fatto il tuo amante per tenerti sdraiata sul talamo del “piacere”, in opposizione a quello del “dovere”. La frase è un classico al quale credono tutte le amanti.
Amarti, invece, significava fare per te quello che ti aspettavi fosse fatto da chi dice di amarti da impazzire. Comunque, consolati: non esiste un solo caso documentabile di marito che abbia lasciato la moglie per l’amante. Se ci pensi, se uno vuole l’amante non ha senso che la trasformi in un’altra moglie, non credi?
Ti ringrazio però per aver offerto l’ennesima prova di quanto la tua sia un’altra storia “amantifera” IDENTICA in tutto e per tutto a milioni di altre, a dispetto di chi ritiene che ogni amorazzo a base di illusioni sia comunque unico e irripetibile.
Mi hai dato il colpo di grazia, e stavo già parecchio male, ma lo accetto perché come dici tu è tutto da copione. Mi chiedo però che senso abbia restare in una storia per “dovere”. Le persone non sono tutte uguali e cioè non mi trasformo da strega cattiva nel momento in cui una storia diventa ufficiale, anzi mi godo di più la relazione senza ansie. Puoi spiegarmi perché è così difficile cambiare quando una storia non ti dà più piacere? E non dico che bisogna lasciarsi al primo momento di noia, ma quando per un anno intero sei stato veramente bene con una persona e hai condiviso emozioni che non eri mai riuscito ad esprimere. Vorrei capire perché non ci riesco. Non posso credere che siano tutte balle quelle che mi sono state dette.
Golem, amo le tue parole tanto quanto sono vere. Però io sono la testimonianza che non si tratta di un affare puramente al maschile. Priscilla ci sono passato. Innamorato come pochi… Io la moglie l’ho lasciata perchè volevo essere coerente. Perchè credevo che l’amore dovesse vincere. Perchè dovevo potermi guardare allo specchio… Quante volte ho provato quel misto di rabbia, dolore, e frustrazione per le sue vacanze con il compagno… Ma, dicevo, volevo essere coerente, e alla fine ho fatto il passo più difficile della mia vita. Poi sono andato da lei e le ho detto: hey ci siamo, io sono libero, amiamoci! Da quel momento, dal momento che l’ho messa alle strette, beh, è stato un disastro. Non solo ha avuto un figlio (pensa l’ho scoperto su FaceBook!), ma il suo compagno è diventato marito. Il figlio pensando a me, ha detto, e il matrimonio per far contenta sua nonna malata… Non ha limite la mente umana nell’inventarsi bugie e realtà talmente finte che… Finisci per crederci!
Prisci, il colpo è “di grazia” realmente, nel senso che in fondo è una “grazia” quella di riuscire a vedere la “realtà” delle cose. Tu dici che siamo tutti “diversi”, ed è vero, ma questo non significa che non ci “piacciano” le stesse cose. Erano tutte diverse 100 milioni e oltre di lettrici delle famose “50 sfumature di…”, eppure tutte “appassionate” alla trama sadomaso di quei libri e poi film, che si vivono sì singolarmente, ma cercandovi emozioni comuni a TUTTE. Questo significa che abbiamo degli standard comportamentali a certi stimoli, assolutamente identici e prevedibili, sia negli esordi di questi che negli esiti finali. La psicologia della pubblicità ne sa qualcosa.
La tua storia è come quella di altre centinaia di donne come te, che hanno scritto su queste pagine negli ultimi sei anni. Storie che hanno un background composto da un “minestrone” di istanze istintuali, caratteriali, culturali e persino religiose, che agiscono al nostro interno portando però TUTTE in una sola direzione,>
Towoit,
grazie per la tua testimonianza.
le storie amorose, gli uomini, le donne, le situazioni e i sentimenti NON sono tutti uguali.
sono le sfumature a fare le differenze. sfumature che derivano da valori, vissuti, momenti e temperamenti. ma anche da capacità di distinguere, almeno di tanto in tanto, il sincero dall’artefatto.
il sentimento non è razionalizzabile né condizionabile dall’esterno; il dovere, sì.
ammirevole la tua coerenza, purtroppo non ricambiata da chi è probabilmente soltanto più instabile e insicura.
mi dispiace per te.