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Lettera pubblicata il 9 Gennaio 2010. L'autore, innamorato perso, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Sarah,
Patrizia ha inizialmente espresso soltanto il suo punto di vista, sul quale tu, hai superficialmente “sputato”, senza conoscere nient’altro di lei.
il resto è venuto a cascata, fra giovani donne che non hanno peli sulla lingua e che sono, forse, “spontanee” più di quanto sarebbe auspicabile.
il rispetto reciproco, pur su posizioni diametralmente opposte, dovrebbe essere una regola per tutti, inclusi i “duri e puri” che vorrebbero avere sempre ragione…
avete sbagliato entrambe nella forma, chi più chi meno. non state spaccare il capello in due: non ne vale la pena, la pensate soltanto in modo diverso, avendo pienamente diritto, ognuna delle due, alla propria opinione.
Passante,
mi ha fatto piacere il tuo post. sono sempre perplessa quando sono pochi gli interventi e si finisce per dibattere una questione in poco più di due o tre persone.
ne sono contenta anche perchè mi dà modo di confermare quanto affermi: a mio avviso, ci sono persone che vivono di raziocinio, e di solito hanno pochi grandi entusiasmi ma anche sofferenze limitate; poi, esistono altre persone che sembra ci prendano gusto a complicarsi la vita: ne traggono spesso grandi gioie e dolori cocenti. i primi vivono di sicurezza e di realtà; gli altri, come accenni tu, tendono all’incertezza e alle illusioni. e nessuno delle due tipologie ha scelto di essere nel primo o nel secondo modo. entrambe hanno diritto di essere rispettate, anche quando il loro comportamento non è facilmente condivisibile. entrambe finiranno con il raccogliere quello che hanno “seminato”.
la cosiddetta via di mezzo (un equilibrato mix delle due componenti) è piuttosto rara, legata alla stabilità e alla maturità non di un solo individuo ma di tutti e due i componenti della coppia.
grazie per avermi fatta riflettere di essere stata razionale (quasi quanto un uomo) in quasi tutti gli aspetti della vita MENO che in quello amoroso… ci sarebbe da chiedersi da cosa deriva questo tipo di squilibrio di base ma mi sa che ci vorrebbe molto tempo e molto impegno per venirne a capo in modo decente, diverso da soggetto a soggetto.
la superficialità e la pura e semplice ricerca di sesso sono riprovevoli, quando e se sono unicamente tali. i sentimenti profondi, invece, si possono arginare, se presi in tempo, ma possono anche avere diritto ad essere, a volte come semplice tendenza alla sovravvivenza della psiche, che dovrebbe perire soltanto con il termine della vita fisica e non prima. più difficile giudicare in questo ambito che in caso di omicidio, dove un cadavere esiste e l’azione che ne ha determinato la morte è palese.
@rossana
hai ragione ma non permetto a nessuno di dirmi che non ho mai amato solo perché considero sbagliata la relazione clandestina,se voleva dire qualcosa a favore di storie del genere poteva evitare di mettere in mezzo tutti presumendo che noi non amiamo,come se solo le amanti amassero,tu sei stata amante e anche se non concordo su tutto ciò che dici ti reputo una persona intelligente ma ripeto a nessuna pincopallina a cui prude il sederino permetto di dirmi che io non ho mai amato perché solo Dio sa che sono andata all’inferno per amore,ho amato con tutta l’anima e certa gente dovrebbe solo stare zitta,per questo ho detto alla signorina che dovrebbe imparare ad esprimersi,su certe cose sono categorica su altre posso essere più flessibile ma se una si pone così allora ciccia dopo non ti lamentare!
ROSSANA:
@che predilige il bene altrui al proprio (che non sia questo il miglior modo d’amare?).
No, secondo me no, mi spiace. Cioè, no, non mi spiace 😛
E nel dirlo non penso, per contro, ad un egoismo assoluto. Penso invece che chi non si ama abbastanza, non sa riconoscere la sua serenità e il suo bene, e i suoi “salvavita” interiori, non può neanche amare “bene”, perché (parliamo sempre per “schemi” per riassumere dei concetti che hanno molte sfumature, ovvio) può avere anche dei concetti distorti di cosa significa amare l’altro più di se stesso, e ricattarsi/rlo persino attraverso una presunta generosità, o pensare che il bisogno che l’altro riempia un proprio vuoto significhi amare di più.
Io credo che il rancore logora chi lo prova e credo che il concetto di “rivincita” rispetto ad un ex sia una forma di dipendenza e non certo di rivalsa.
Secondo me la questione è un’altra: hai rielaborato la questione, sei tornato a concepirti individuo singolo fuori dalla coppia che si è rotta, la tensione è calata anche rispetto ai ricordi (che puoi appunto rileggere come parte della tua biografia), stai bene tu e sei rilassato rispetto al tuo passato, vivi il presente e guardi avanti e ti fai i ca…i tuoi, in senso positivo, ti sei dato una serie di risposte ecc. Hai in sintesi rielaborato il lutto.
Però credo anche che per arrivare a questo punto esista una rielaborazione, che per ognuno, e anche a seconda del torto subito (e come sia stato vissuto) non puoi saltare a pié pari, se non ti viene, se provi rabbia o dolore, anche giustamente, solo in nome di un “buonismo” per cui se auguri all’altro un trenino di auguri e gli porgi l’altra guancia sei migliore. Il che non significa che devi prima passare una fase in cui gli righi l’auto e gli auguri tutte le sfighe del mondo, ma penso che abbiamo anche il diritto di perdere la stima nei confronti di una persona che abbiamo amato se istintivamente e emotivamente e non solo razionalmente riteniamo che sia il caso. Perché è possibile che una persona ci abbia deluso a livello umano o non ci piaccia più come persona non soltanto perché possessivamente volevamo che restasse con noi a tutti i costi e invece ci ha lasciato e lo troviamo inconcepibile o perché le cose tra noi non hanno funzionato (cosa assolutamente possibile, anche con tutta la più buona volontà di entrambi), ma perché si è comportato in maniera veramente incivile nei nostri confronti, perché è stato insensibile nei nostri confronti anche a gratis, perché ha rinnegato lui (o lei) per primo un legame di affetto che era sottinteso al bene ecc.
PASSANTE: mi hai letta o fatta molto razionale? 😉
Io sono una grande fan della “panza”, molto più che del cervello.
Il che non significa che io non sia una fan del cuore.
Ma molto spesso le “colpe” che diamo all’innamoramento e al cuore non dipendono dal fatto di essere innamorati o al fatto che al cuore non si comanda, ma dipendono anche da come viviamo noi stessi, dalla nostra idea di noi stessi e delle relazioni, magari da una nostra tendenza “tappetina” o egoistica che fa parte della nostra personalità in genere, dai vuoti che stiamo cercando di riempire anche nella maniera sbagliata ecc.
Certo che sono discorsi complessi, perché ciascuno è un mondo, e certo che molte cose le comprendi a posteriori, a “mente” più fredda. Ma a volte le capisci anche durante e anche se sei ancora innamorato. Come mai, allora?
L’istinto non è impulsività, è una bussola, che possiamo essere più abituati ad ascoltare o meno, che alle volte ci ha salvato il cu… in maniera così naturale che neanche ce ne siamo accorti, che altre volte ci ha mandato segnali grandi come palazzi, ma abbiamo anche voluto ignorarli.
Ci sono persone che si innamorano sempre delle persone “sbagliate”. Solo sfiga?
Anche quando le persone sbagliate hanno, a ben guardare, delle caratteristiche simili tra loro o vanno proprio a battere lì dove il dente duole?
Ci sono persone che pur essendo passionali non per questo vivono solo storie che sembrano uscite da telenovelas brasileiras… solo culo?
Stiamo attenti anche al pregiudizio per cui se vivi storie incasinate con persone che si rivelano incompatibili ma ci sbatti contro a testate frantumandoti cuore e budella o te ne sbatti le palle delle situazioni sei più passionale, libero e coraggioso e se invece hai storie più normali e scegli, anche a istinto o perché ti vuoi bene, persone a te più compatibili o sai annusare quando qualcosa veramente non va e ti scatta il salvavita è perché sei poco passionale o sei razionale o non hai mai provato cosa sia amare veramente… Io quando parlo di storie d’amore parlo d’amore, e passione, non d’affetto, simpatia, mi fai stare bene perché sei come un cugino. Io di storie d’amore “amorfe” o semplicemente “razionali” a tavolino non ne ho mai avute. Ma non per questo ero a caccia di guai. Sono una che mette passione anche nello studio, nel lavoro, nel cucinare un uovo sodo. Tutti i miei amori (che non sono 240) sono stati “passionali”, anche il primo che era praticamente platonico. Kamikaze però non sono mai stata, d’indole non lo sono. Perché la mia passionalità non è distruttiva nè autodistruttiva. Sono stata 17 anni con un uomo con cui il legame “passionale” era fortissimo, e molto positivo, certo più compatibile che no. Ci siamo scelti a pelle, che non vuol dire solo sessoQuando, ad un certo punto, dopo molti anni, mi sono ritrovata oggetto (sì) di 1 grande casino però non è stato solo per amore e l’irrazionalità che di per sè porta a non riuscire a dipanarlo meglio. E ne sono consapevole.
Luna,
mi sa che hai ragione quando affermi in merito alla seguente mia frase: “che predilige il bene altrui al proprio (che non sia questo il miglior modo d’amare?).”: “No, secondo me no, mi spiace. Cioè, no, non mi spiace.”
la teoria è giusta, spesso la pratica no: dipende forse dall’entità della tua autostima, dai tuoi vissuti, dalla tua personalità (o meglio all’obiettivo di essa che ti poni) ma soprattutto, secondo me, dal modo in cui sei stato cresciuto.
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scrivi: “penso che abbiamo anche il diritto di perdere la stima nei confronti di una persona che abbiamo amato se istintivamente e emotivamente e non solo razionalmente riteniamo che sia il caso.” e come sarebbe possibile non concordare, apprezzando in particolare l'”abbraccio” delle tre principali componenti psichiche che orientano le scelte umane? è possibile, però, anche il rovescio della medaglia: cioè scoprire che non si sta bene insieme, oppure che il/la partner non è pienamente soddisfatto di stare con noi, e conservare ugualmente stima per lui/lei…
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anche sul prestar maggior attenzione all’istinto non posso che allinearmi a quanto hai scritto. a volte è una vocina sottile ma netta, che tende a orientare in positivo. altre, invece, si presenta come un uragano, di cui non ti avvedi e che ti spinge nel baratro. mi sorprende dover notare che non sempre è di aiuto. forse inizialmente vorrebbe esserlo ma non si è poi in grado in seguito di identificare e sviluppare in modo corretto le conseguenze a cui porta…
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nel nostro scambio di post si evidenzia quanto sia difficile schematizzare i caratteri e i comportamenti umani. e questa è la ragione per cui, anche quando si prova a dare un suggerimento a chi lo chiede, è difficilissimo calarsi nei panni dell’interessato. bisognerebbe sempre farlo con molta circospezione, evitando di essere troppo “pesanti” solo per affermare il proprio punto di vista.
in linea generale, con leggere sfumature di diversità qua e là, siamo sulla stessa lunghezza d’onda, potendo arricchirci a vicenda con il dialogo, soprattutto perchè portato avanti in modo rispettoso e cordiale.
Sarah,
ci sono infiniti modi di amare e per quanto ho appreso di te nel corso del tempo trascorso qui sono sicura che hai amato MOLTISSIMO, forse anche troppo…
un abbraccio.
ciao Luna, grazie per avermi risposto…mi fa piacere di aver fatto piacere pure a Rossana 🙂
che dire, avete detto entrambe cose molto giuste e sensate senza dubbio.
mi sembrate donne mature e riflettute come purtroppo non se ne incontrano tante o almeno facilmente nella vita di tutti i giorni…
Luna non volevo dire che tu sei solo razionale, ho usato il pretesto per intrufolarmi in questa discussione… 🙂
neanche ti conosco veramente dunque figurati…era tanto per dire….non volermene male…
che dire guarda pure io non ho avuto 150 storie…e proprio perché non mi capita di innamorarmi ogni 3 mesi quando è successo veramente la cosa mi ha sempre mandato in tilt..pur essendo molto “strutturato” e poco naive diciamo di solito nella vita…
e per quel che mi riguarda non è neanche una questione puramente di sesso, che certo gioca sempre un ruolo anche fondamentale ma da solo non basta certo a innescare certe dinamiche che possono esser sia positive che poi trasformarsi in negative…è questa forse la fregatura dell’ “esser presi” veramente da una persona…
chissà come mai quell’abbondanza di “positivo” che ti travolge in una vera storia d’amore poi debba trasformarsi in abbondanza di “negativo” quando questa entra in crisi o addirittura finisce così un bel giorno senza neanche capire veramente perché si sia finiti poi tanto in basso pur avendosi amato tanto…
io parlo così perché dopo una grande delusione, un grande fallimento ho un giorno riscoperto la “follia” dell’amore con un altra persona, cosa che ormai ritenevo pressoché impossibile e ora mi ritrovo di nuovo a trepidare e mi accorgo di non riuscire sempre a gestire la cosa in maniera “razionale” ed equilibrata.
questo mi fa paura, proprio perché questa nuova intensità pure essendo bellissima da una parte minaccia l’equilibrio mio che mi ero ricostruito durante tutto il periodo di ricupero dall’altro fallimento, questo è anche evidente e forse inevitabile ?
la paura di finire poi dalle stelle alle stalle è pure presente e questo mi fa frenare a volte nei confronti di questa persona finendo però poi a farla star male o a “ferirla” inutilmente solamente perché a volte “tiro un po’ il freno a mano…”…così vedi pur non essendo un sadico, pur non volendo minimamente recar male all’altro mi rendo conto di farlo a volte cmq…insomma casino.
per questo che dicevo amore=casino, equilibri precari…e tutti i bei discorsi vanno a farsi benedire quando ci stai dentro davvero fino al collo…
a volte non si riesce a gestire la cosa pur avendo le intenzioni migliori di sto mondo.
alla prossima.
PASSANTE, ciao. Sorridevo davvero riguardo ‘molto razionale’ 🙂 – sì, capisco quel che dici, sulla ‘rivoluzione cardiaca’, sul fatto che quando la relazione va sui poli negativi fa “MALERRIMO” e anche sull’interazione di paure reciproche, eventuali paturnie, questioni biografiche e autobiografiche o di carattere e contingenti. Dico spesso che le relazioni sono dinamiche, e in ogni caso, credo, si vivono, sentono, affrontano e gestiscono giorno per giorno. Perché comunque, anche dove vi sia grande amore e grande complicità, la vita non è statica, nè gli stati d’animo, le situazioni esterne, gli imprevisti e le reazioni interne e soggettive. Inoltre non possiamo ‘controllare’ l’altro. Quali siano le nostre aspettative. D’altra parte però c’è una differenza (vado per estremi, per semplificare, ovviamente!) tra sentirsi frustrati perché l’altro non ci legge sempre nel pensiero pretendendo che il partner sia un onnipresente indovino che riempie ogni nostro vuoto e non dà l’over massimo umano possibile in un suo da noi presunto dovere di accontentarci su tutto, anche totalmente dimentico di sè, o se invece sentirsi frustrati perché realmente mina il nostro equilibrio, ci maltratta, ci delude in cose importanti, non ci fila di pezza, ci prende per i fondelli dicendo che gli asini volano etc. Certo, esistono anche la semplice e anche contingente incomunicabilità e incompatibilità, i piccoli egoismi e solipsismi.
Relazioni perfette da spot non esistono e anche quelle di lunghissimo corso, con festeggiamento del 70esimo anniversario, si reggono su equilibri oltre che sentimenti. Di varia natura, gli equilibri e i sentimenti. Quali equilibri e come te li stai realmente vivendo però una differenza la fa.