Tutto è iniziato tre Mesi fa, beh si.. pochi, ma vi posso assicurare intensi. L’ho conosciuto, ci siamo piaciuti,mi ha corteggiato e siamo stati insieme.. stiamo ancora insieme, ma piccolo dettaglio: Lui forse, dovrà andare via..
Deve prendere una decisione.. restare qui con me, nella sua terra che dona a Lui pace e tranquillità, o andare sù dalla sua Famiglia, in una città che li assicura solo l’affetto dei suoi cari e un lavoro.
E io? .. io mi sento impotente perchè, ovviamente, lo vorrei qua con me e io non posso partire con lui..
Relazione a distanza?!? .. impossibile, lui và via per sempre.. siamo Lontanissimi.. sento di amarlo come non ho mai amato nessuno.. sento che è quello giusto.. sento un mare di emozioni.. abbiamo passato tre mesi bellissimi, fatti da alti e bassi.. non è iniziato tutto benissimo ma abbiamo superato tutto.
E ora? finisce tutto così.. per una cosa che nessuno dei due vuole.. dovrà prendere una decisione e io non posso far altro che accettare.
Ps. Lui ha 20 anni e io 18 ..
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Categorie: - Amore e relazioni
Io ho conosciuto un ragazzo che mi ha consentito di maturare un punto di vista nuovo sulle parole pronunciate da Benedetto XVI ai giovani e in special modo alle coppie di fidanzati. Il santo padre parlava dell’importanza dell’attesa. Secondo me esiste il colpo di fulmine (io ci credo) ma lo considero un miracolo che nell’immediato ti dà risposte definitive che andrebbero vissute come un punto di partenza. Quando si parte da zero (senza una risposta alle domande fondamentali) ci si trova davanti ad una montagna da scalare. Io non giudico chi tende a dare importanza ai simboli (conoscere la famiglia, andare a casa, ecc.) perché rispetto chi ha una sensibilità diversa dalla mia… a me non ha fatto conoscere il fratello perché, conoscendo il fratello, ha capito che la cosa non avrebbe avuto senso, perché suo fratello è un uomo di poche parole, con una sensibilità diversa dalla sua. Non conosce i sentimenti nel modo in cui l’intende una donna… il rapporto umano tra lui ed una donna che non parla la lingua del lavoro (manuale) è un rapporto di rispetto, ma non è un rapporto cordiale. Non potrebbe esserlo perché lui ha un grande rigore morale… è proprio nobile nel senso arcaico della parola. Per certi aspetti mi riconosco in lui, proprio perché entrambi custodiamo un immagine dell’altro. Pensiamo un po’ che imbarazzo? Anche mia madre quando metto in ordine la camera sente il dovere morale di farmi capire che non basta fare le cose con la testa sovrappensiero per svolgere i mestieri.
Talvolta preferisce lasciarmi libera di dedicarmi ad altro… anzi: lo fa sempre. Non vuole che mi abitui a vivere il dovere in termini puramente materialistici… della serie: -ho tagliato i pomodori!- Ma sai quante volte mi domanda se li ho lavati e quant’altro… ma perché probabilmente preferirebbe che io li lasciassi in ammollo, magari con una foglia di basilico e i cetrioli. Se prendi i pomodori e li metti in ammollo con il pensiero rivolto al frigorifero e li tagli con un gusto femminile (in maniera perpendicolare o alla julienne) gli sembrerà scortese farti un complimento se non sei la figlia o la nipote. Perché lui è fatto così. Il pomodoro lo devi tagliare grossolanamente e con la sicurezza di un aiuto cuoco. In cucina devi essere abile ad impersonare tutti questi ruoli… perché la preparazione è già un lavoro di concetto. Sarai lodata per questo. Come una maestra. Ma non ci sono regole… te lo dico perché ho capito che per te è importante. Nel 2017 i rapporti si possono vivere anche a distanza. Ci sono altri usi e costumi. Si può andare al ristorante. Anche i miei genitori hanno partecipato ad una cena tra cugini e non è stata la fine del mondo. La sensibilità comune agevola i rapporti elementari. Posso nascere altre incomprensioni, ma è possibile muoversi insieme nella tradizione e nel progresso. Quelli di mia madre sono consigli per il futuro (e per la vita), ma in famiglia c’è molta elasticità… questo dipende dal fatto che stabiliamo legami affettivi con i negozi…
comprare la pizza ti dà la stessa gioia di farla. Oggi capita molto raramente. In passato capitava. Per me era un rito. Anche avevo più di 18 anni mi dava calore. Questo è per dire la mia sulle presentazioni in famiglia. Non le vivo in maniera borghese. Non mi ha presentato il fratello perché ci siamo conosciuti in età adulta e vuole vivere insieme a me le emozioni del fidanzamento. Anche perché la fedeltà non cresce sugli alberi. Lui è un uomo che ha vissuto la sua vita. Non può offrirmi le stesse garanzie di un ragazzo che esce una volta a settimana. Non è geloso perché teme che in futuro ci potrebbero essere delle incomprensioni tra di noi… sa che sono una persona che sa difendere la propria libertà e ha paura di perdermi. Si sente compreso, sotto certi punti di vista, ma fino ad oggi non si è mai espresso perché non sono ancora la donna che potrebbe convivere con la gelosia e la passionalità di un uomo come lui. Conserva sempre una certa mitezza, anche se non è mai sceso a compromessi con la sua natura perché preferisce perdermi più che compiacermi. Esprime possenza. Non vorrebbe tradirmi neanche con il pensiero. Ma in cuor suo sa che nel profondo della mia anima c’è un bigottismo che ci potrebbe dividere… deve essere tutto molto spontaneo. Un fidanzamento casto ti consente di fiorire… di diventare ogni giorno sempre più vicina a quell’immagine di te stessa che è stata offuscata da una civiltà fatta di luci ed ombre che ci consentono di essere liberi di scegliere.