Sin da piccola ho sempre avuto un sogno. Un sogno che ho coltivato nemmeno troppo gelosamente dai 3 anni e fino alle superiori… diventare veterinaria. Sognavo una vita protesa ad aiutare i miei amici pelosi, classica scena molto love-love… poi però sono cresciuta. Alle superiori, spinta da questo sogno, ho iniziato ad andare in clinica veterinaria da un amico di una mia professoressa che, per l’appunto, faceva il veterinario… ormai avevo già capito da un pezzo che un lavoro del genere non era fatto solo di baci e abbracci a cuccioli affettuosi, ma è comunque accaduto qualcosa che non avevo previsto: non avevo previsto quanto la mia fobia per gli insetti potesse influenzare questo sogno. Ma non solo. Ho anche appreso di non saper reggere a visioni di operazioni con animali aperti sul tavolo. Insomma, mi sono resa conto che, forse, non ero poi così adatta. E quindi ho preferito cambiare totalmente strada, incitata peraltro dai miei e dallo stesso veterinario, il quale mi ripeteva che era impossibile farsi passare queste fobie e che in quello stato non sarei stata di aiuto a nessuno. Ho così scelto giurisprudenza (della serie “ma le hai mai viste in tv le pubblicità del vincere- facile o sei proprio idiota di tuo?” xD), scelta che mi ha reso sinceramente felice sino al quarto anno quando ho preso la mia cucciola di amstaff. E da lì ogni mia convinzione ha iniziato a vacillare. Ho ricompreso il mio totale amore per la natura e per gli animali, tanto che ora casa mia è una sorta di fattoria… ma soprattutto, non so come, semplicemente vivendo con le mie bestie, in meno di due anni non presento più le vecchie fobie di un tempo. Gli insetti non mi fanno più così paura, e da morti riesco addirittura a prenderli in mano… una volta ho trovato un cane appena investito dall’auto prima di me e l’ho portato dal veterinario assistendo a tutta l’operazione su esplicita richiesta, e non mi ha fatto minimamente senso, anzi, sono stata anche d’aiuto. Ora non sono più schizzinosa come un tempo, e l’idea di mettere le mani chissà dove francamente non mi terrorizza per nulla. Ora, proprio ora, che ormai ho finito la mia università con lode. Ora che tutti mi chiedono molto: i miei giustamente si aspettano che io esca di casa, ed il mio compagno si aspetta che io abbia un reddito. Peccato che ora abbia una sorta di blocco misto a repulsione per la mia professione. Da quando ho capito “come gira” davvero, indipendentemente dal mio amore per gli animali e simili, ho capito di non essere portata per il mio mestiere: non sono portata a mentire e a cercare di distruggere brave persone che vivono onestamente. Non sono portata per fare discorsi di politica, perché il tuo interlocutore immancabilmente ti richiede di schierarti, mentre io non trovo attualmente qualcuno che rappresenti in toto le mie idee. Se mi chiedono in cosa consiste la riforma costituzionale in atto so rispondere come un pappagallo, perché francamente molte zone grigie sull’argomento non ho neppure l’interesse ad approfondirle. Il mio ramo non mi interessa, non ci sono portata come carattere. I miei voti erano unicamente il frutto della mia devozione verso lo studio, che peraltro mi sono auto-imposta di avere. E invece mi sento molto portata per fare il mestiere che sognavo da bambina, sempre quello. E’ da due anni prima di finire l’università che covo questo malessere. Parlandone con i miei già allora, mi è stato imposto di finire la mia università. Parlandone col mio compagno, mi sento dire che invece devo svegliarmi fuori e portare a casa i soldi dopo non aver avuto un reddito per 5 anni.
Ormai ho 25 anni, non mi ritengo per nulla “vecchia”, ma non so che fare. La mattina a tirocinio guardo le pratiche che mi arrivano sottomano e mi viene male. Leggo di Tizio ultramilionario che esige di buttare fuori casa l’inquilino Caio perché quest’ultimo richiede soltanto di pagargli l’affitto 10 giorni più tardi dato che gli hanno spostato il giorno di paga. E non ne posso più. Guardo i miei colleghi che si dilettano a parlare dell’ultima votazione parlamentare e io penso a come dovrebbe essere affascinante fare un viaggio intorno al mondo come Darwin per scoprire le meraviglie della biodiversità. Se non dovessi rendere conto a nessuno, farei a settembre il test di medicina veterinaria e vada come vada (a parte che dubito di passarlo al primo colpo, dovrei riprendere nozioni del liceo che per ora non ricordo xD). Penso spesso che se vincessi al superenalotto per i primi 5 anni non direi nulla a nessuno: semplicemente, fingerei davanti a tutti di avere un lavoro ben pagato, e quelle 8-10 ore al giorno le passerei all’università di veterinaria. E’ il mio sogno, e SO in cuor mio che potrei farcela se non avessi pressioni esterne. So di saper studiare, so di amare la materia, e so anche che l’università viene incontro agli studenti meritevoli mettendo a disposizione borse di studio e alloggi. Peccato che questa vita non vada più bene ora che ho 25 anni, ora che il mio compagno mi dà l’ultimatum di andare a convivere.
E così guardo queste pratiche maledette, tutte catalogate con numerino e targhetta come io stessa ho imposto per riuscire finalmente a tenerle in ordine….e spero soltanto di ottenere un’enorme somma chissà dove per poter raggiungere il mio sogno, in barba a tutta la gente del partito “ma bisogna rimanere coi piedi per terra, ormai sei adulta, quindi butta via tutti i sogni che son rimasti nel cassetto sino ad oggi”…
In ogni caso, se chiunque legga questo post ha i miei stessi dubbi amletici in merito al desiderio di iniziare l’università in “tarda età”, e volesse parlarne… la mia mail è natalie.natsu@gmail.com
Ciao, io ti posso dire che appena finito le superiori, contro il parere di tutti, mi sono iscritta a filosofia, perché quella era la mia vera passione. Sono stati degli anni stupendi, perché sentivo di aver trovato il mio posto nel mondo. Una volta laureata, mi sono iscritta alla facoltà di Scienze della formazione, poiché per i laureati in filosofia non c’erano molte prospettive lavorative. Ora, all’età di 34 anni ho deciso di iscrivermi per conseguire la terza laurea in Servizio sociale. Questo per dirti di seguire sempre le tue inclinazioni, è l’unico modo per sentirti pienamente realizzata. Potrai magari optare per un’iscrizione part-time e intanto trovarti qualche lavoretto per non gravare sui tuoi. In ogni caso, non ti arrendere!
Ciao Suzanne! Che piacere leggere della tua storia! Ho sempre ammirato chi non si fa scoraggiare e va controcorrente per inseguire il suo desiderio di sapere…unica cosa: posso chiederti come hai fatto tu a “mantenerti” in tutto questo tempo? Perché io non sono spaventata dall’idea di dover lavorare, ma il problema è che questa non sarebbe una soluzione. Il mio compagno mi ha già detto di non voler stare con una persona che non vede mai (cosa che dovrei fare se devo sia studiare che lavorare). Ho chiesto un pó su internet a chi frequenta quella universitá e mi han detto tutti che purtroppo veterinaria ha la frequenza obbligatoria e in molte universitá sono molto scrupolosi e fanno firmare davanti alla cattedra con tesserino identificativo. Quindi nn posso nemmeno mandare altri a firmare al mio posto. E inoltre ogni giorno la mattina ci sono le lezioni frontali, e al pomeriggio i laboratori obbligatori…. quindi fino alle 6 di sera sarei sempre in università…e quando potrei lavorare? E se lavoro la sera nn avró più il tempo da dedicare al mio compagno… per tutte queste motivazioni sono molto confusa. La vedo difficile, ma d’altra parte so anche che ogni giorno che passa senza fare quella facoltà per me é un macigno. Un macigno il cui peso ormai conosco sin troppo bene, dato che lo porto da oltre due anni…in ogni caso grazie per la tua testimonianza!
Ciao Natalie, io ho iniziato a lavorare in un ristorante a 17 anni nei fine settimana e sono riuscita a pagarmi l’università con le borse di studio. Poi alla tua età ho cominciato a fare supplenze a scuola, fino a lavorare a tempo pieno durante tutto l’anno. La mia fortuna è che entrambe le facoltà non avevano frequenza obbligatoria, se non per laboratori e tirocini.Sicuramente veterinaria é una facoltà impegnativa, prova a recarti alla segreteria studenti e chiedere se è possibile iscriversi part time. Sicuramente studiare e lavorare contemporaneamente toglie parecchio tempo allo svago e ai rapporti con fidanzati e amici. Pensa però che stai costruendo il tuo futuro… riusciresti a fare per una vita un mestiere che non ti piace? I sacrifici valgono la pena se ti permettono di sentirti realizzata. Se sei così in gamba, magari riesci a pagarti l’università con le borse di studio. Io ti consiglio di provare, se giovane e devi pensare innanzi tutto ai tuoi sogni. Le persone che ti vogliono bene capiranno e appoggeranno le tue scelte se ti vedranno determinata. Un abbraccio!
Mi piacerebbe tanto sapere com’è finita questa storia…
Anche a me piacerebbe tanto sapere cosa é successo poi…
Buonasera,ho letto questa storia e sono rimasta commossa e curiosa di sapere com’è andata poi. Spero che tu sia riuscita a realizzare il tuo sogno.