L’Inetta
di
Giulia G.
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Ora mi rivolgo a Erika. Sì, è vero, ciascuno di noi dandosi da fare può dare una direzione alla propria vita, ma è altrettanto vero che a volte le circostanze, e il loro assommarsi, si mettono proprio di traverso e la sfortuna può fare molto, davvero molto male!
Se sei da sola sì, ma se chiedi aiuto, senza mollare mai, puoi farcela sempre. Ti faccio un esempio banale: stamane alla macchinetta delle merendine mi è rimasto incastrato un panino. Io provavo a smuovere il distributore ma niente. La sfortuna. Però ho detto: io recupererò il mio panino! E per fare questo mi serviva aiuto, perché da sola, io non riuscivo a spostare il distributore di un mm. Ho chiesto disinvoltamente aiuto e lo hanno fatto per me. È fortuna? È coraggio, è credere, è crescere sapendo che da soli anche le cose semplici sono difficili: non è sfortuna, perché l essere soli e quindi vulnerabili come conseguenza, deriva dalla negazione della natura umana che consiste nell essere parte di un gruppo sociale identitariamente integrati in esso. Quindi, ragazza, cerca o costruisciti una rete sociale affettivamente valida e da lì parti o riparti per costruirti. Lo sa anche un bambino pur non sapendolo spiegare, che se non soddisfa ai suoi bisogni primari, non può espandersi e non può aiutare nessuno. Aiuta te stessa per cominciare!
Eh sì,è proprio calzante l’esempio del panino.Forse il silenzio è meglio delle parole certe volte.