Se apri certe porte, non puoi più tornare indietro.
Esperienze nascoste. Realtà soffocate. Che urlano… ed urlano mentre qualcuno le osserva. Ora. Ma nessuno le sente. Smettono solo quando si fa buio. Nel torpore della notte, quando non v’è più energia, ed al contempo, quando ve n’è ancora troppa. Quando qualcosa sfugge. Sfugge agli occhi dell’astuto, del mediocre e dell’incauto. Mentre proprio lì, in mezzo al tutti, vi è uno Sguardo finto, a volte spento, nel quale ormai vi è solo il freddo pungente che porta con se la neve. Così candido. Così cupo.
Si cela, ed ora non vuol’esser trovato. Si barrica tra quattro mura. Mura dorate per chi non ci si debba fermar troppo. Ma ben altro per lui. Ingegno evolutivo, per potersi distaccare dal resto del mondo. Quando sì vuol tornare ad esser realtà e non finzione. Finché non si rivede allo specchio e può finalmente staccare l’appiccicosa maschera che ha sul viso. E, per un solo momento, si vede.
Nel bene. E nel male.
Sussurra cose incomprensibili per tenere sotto controllo i giochi che lo tengono credibile tra gli uomini. Esercizi mentali, utili a ricordare. Ama i colori. Tutti i colori. Ma ne rispetta solo uno.
Morto e risorto, consapevole di essere coevo con ciò che c’è fuori. Ora. Ha fede nel fato. E non c’è altro. Punta all’esperienza ormai. Non vuole scuse, non vuole gli altri. Prende il tempo che serve, per potersi calmare, tornare lucido per quanto ciò gli sia possibile. Nessuno ha colpa. La realtà e la realtà. E dovendo scegliere qualcosa di diverso, sceglie quell’unico ricordo. E fantastica su qualcosa di tenace. Dannoso. Un veleno per ciò che c’è dietro quella maschera. Non per odio o rancore, ma per squarciare un po’ la “realtà” che lo circonda. Nel bene.
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Categorie: - Riflessioni
E qual è quell’ unico ricordo???
E’ il ricordo di aver amato. “Un veleno per ciò che c’è dietro quella maschera” dice. Dopotutto, anche il diavolo aveva un’anima…
Ma non era la sua….e prima o poi ti svegli e ti accorgi che non e’ fascino e’ solo follia…e lasci perdere o ti lascia perdere…
“e prima o poi ti svegli e ti accorgi che non e’ fascino e’ solo follia”
già. ma te ne accorgi sempre troppo tardi.
Mark,
molto bella la tua lettera. mi leggerò anche le altre, che possono essermi sfuggite…
la follia dev’essere necessariamente parte della normalità, altrimenti la normalità non avrebbe alcun senso. in alcuni momenti della propria vita è bellissimo essere folli e vivere fino in fondo le proprie follie!
anch’io amo i colori ma li amo TUTTI, senza escluderne nessuno, nemmeno il nero seppia. per me il meglio, però, è dato dal bianco, nel ricordo di un angolo di foresta coperto di neve scintillante al sole del primo mattino, su cui c’erano soltanto impronte di impavidi animaletti, per niente spaventati dalla grandezza della natura.
essere parte del tutto e non annichilire con il pensiero il desiderio d’amore e di vita, vivere per vivere, intensamente!