Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 19 Marzo 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Suchende.
Pagine: « Prec. 1 … 6 7 8 9 10 … 14 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 6 7 8 9 10 … 14 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
per unamamma
credo che il modo migliore per proteggere i propri bambini quando sono piccoli e si devono affidare ad altri in nostra assenza sia non solo parlare e giocare con loro il più possibile ma INTERROGARLI spesso su cosa accade e su cosa fanno quando si è lontani.
in un bambino, che ancora non mette in sequenza gli eventi che vive, sia la gioia che il dolore mutano rapidamente e si cancellano l’un l’altro. passate poche ore da un fatto che è loro accaduto, spesso non sono in grado di richiamarlo alla mente volontariamente, nè pensano di doverlo riferire, dando inconsciamente per scontato che “sono cose che capitano”. quindi non resta che chiedere, chiedere, continuare a chiedere, senza stancarsi mai.
sono d’accordo sulla denuncia (spesso impraticabile senza esporre la vittima ad un ulteriore, grave disagio personale e sociale – questo aspetto culturale è uno degli scogli più difficili da superare nel contesto) ma vorrei almeno che questo tipo di aggressioni non venisse mai prescritto, di modo che sia sempre possibile affrontare la questione legalmente. si darebbe modo così di farlo quando chi ha subito danni si è sufficientemente rafforzato, cosa che nella maggior parte dei casi richiede tempi lunghissimi…
tanti auguri belli per te e per la tua piccola!
ciao Suchende,
la mia “inquisizione” nei tuoi confronti per oggi è leggera leggera (o almeno mi ripropongo di fare del mio meglio per mantenerla tale): preferisci i giorni feriali, in cui vai a scuola, o quelli festivi, in cui sei più libera?
io, gira gira, ieri sono uscita con la mia sola, vera amica, che frequento pochissimo e che magari presto perderò di vista… forse l’ho fatto essenzialmente per poterlo raccontare a te: si trattava di un mini-programma in sospeso da almeno 3 anni!!!
D. ha qualche anno più di me ed è stata la SOLA persona che mi sia stata davvero vicina quando mi sono trovata in un mare di difficoltà nell’assistere mia madre nei suoi ultimi anni. ama dare incondizionatamente, tutto quello che può, probabilmente senza attendersi grandi riscontri.
non è bella ma ha capelli stupendi e una sua grazia schiva, che ai miei occhi la rende preziosa, nonostante il suo abbigliamento sia a volte decisamente fuori moda. è dolcissima e sa ascoltare.
ha avuto una vita molto dura ma ne è uscita vincente, soprattutto nell’amore che la figlia nutre per lei e nella tranquillità che le deriva ora da un passato di lavoro.
il padre, addolorato per la perdita dell’unico erede maschio quando questi era adolescente, non ha mai avuto attenzioni, nè interesse, per le figlie.
la sorella, forse non proprio del tutto normale fin dalla nascita (ma un tempo a questi aspetti non si faceva troppo caso) è stata violentata da ragazzina, ha partorito un figlio che è stato dato in adozione. si è poi ammalata di un malessere che l’invecchiò nel fisico in modo violento e precoce, portandola alla morte poco prima dei trent’anni. D. le fu sempre vicina ed è in ottimi rapporti con il nipote.
ebbe cura per molti anni, con grande sacrificio personale, del padre nella sua lunga e tormentata vecchiaia, pur non avendo avuto molto dalla sua famiglia, che era poverissima.
per amore della figlia, sopportò per gran parte della vita il marito, che le dette molte pene e ben poche gratificazioni. e adesso che è morto da qualche anno e che lei potrebbe godersi un po’ di libertà e prendersi qualche piccolo piacere il suo fisico sta cedendo…
mi diceva ieri, senza lamentarsene, che trova strano questo suo crollo generale, pur essendo infermiera di professione ed avendo quindi seguito molte persone nei loro percorsi di malattia. deve far operare a breve entrambi gli occhi, senza essere confortata da prospettive allettanti (alla peggio, la sua vista resta com’è, appannata da ombre).
segue da 73
non so esattamente cosa ci leghi (siamo molto diverse) ma ogni volta che mi trovo con lei sento il bisogno di farla ridere, e ci riesco, con mia grande soddisfazione. è un impulso che solo con lei sento così forte, quasi imprescindibile dal nostro stare insieme. forse per compensarla del benessere che mi dà la sua compagnia.
fra noi tutto è sempre semplice e perfettamente condivisibile. possiamo parlare di qualsiasi argomento che riguardi sia me che lei, anche in modo molto confidenziale, senza mai cadere nel dramma!
ieri abbiamo visitato un santuario che si trova a pochi chilometri dal nostro paesino, e che lei desiderava rivedere, non essendoci più stata da quand’era bambina e vi si recava in pellegrinaggio a piedi con la nonna…
abbiamo guardato e commentato insieme centinaia di quadretti ex-voto, soffermandoci sulle culle, così diverse nelle varie rappresentazioni naif dei diversi periodi dell’ultimo secolo. abbiamo poi fatto un’incursione in un mercatino dell’usato, dove io ho comperato un paio di libri e lei una spilla. un caffè all’inizio, una coppetta di gelato artigianale sul finale, e qualche rapido acquisto per la dispensa prima di rientrare…
l’ho lasciata davanti a casa con un abbraccio e lei ha tirato fuori dalla borsetta un pacchettino arancione, che ho aperto soltanto dopo essere tornata a casa (maleducatamente non apro mai i suoi doni in sua presenza, forse perchè io non le regalo quasi mai niente). è un tulipano di carta rosso, che racchiude sei ovetti di cioccolato!
—
difficile continuare a dialogare con te, che pure sei importante nella mia mente e nel mio cuore.
sto cercando aiuto qui sul forum e spero tanto di poterlo presto ricevere.
un abbraccio
Grazie Rossana per i tuoi consigli. Il problema è che la mia bimba è ancora troppo piccola e spesso racconta cose che non sono accadute nella realtà ma che sono di pura fantasia. Non posso “imbeccare” risposte che magari mi metterebbero solo in agitazione. E’ difficile. Certo che se lei mi raccontasse di strani giochi mi si rizzerebbero le orecchie..ma mi rendo conto che non è semplice e che magari a volte le persone fingono di non capire perchè non sanno affrontare il problema. Comunque ringrazio te e anche magari Suc se un giorno vorrà rispondermi.
A presto.
ciao Suchende,
sono anch’io nei guai questa settimana! non certo come te ma già abbastanza per i miei gusti e le mie risorse psichiche, fisiche ed… economiche!
il computer scapriccia da una decina di giorni: a tratti funziona alla perfezione e all’improvviso si scatena come un cavallo pazzo… non so quasi niente del suo linguaggio ma finisco con il provare lo stesso a misurarmi con lui, uscendone a pezzi, mentalmente e moralmente… senza contare che i soldi se ne vanno alla grande con risultati… a dir poco… instabili!!!
senza pc o senza televisione mi sento in una prigione d’altri tempi, nel senso che sono questi i mezzi che mi permettono di sentirmi meno sola e di tenermi in contatto con il mondo.
come se non bastasse, devo far preparare una mezza dozzina di documenti relativamente semplici, che necessitano però di legalizzazioni per l’estero. procurarseli è come impegnarsi in una spiacevolissima caccia al tesoro, e ne ho pure bisogno con urgenza… anche in questo contesto, oltre alle difficoltà per individuare i giusti percorsi, le tasse corrono a 15/20 euro per firma, giusta o sbagliata che sia…
ho riflettuto sulla mia amicizia con D.. credo funzioni così bene perchè non abbiamo bisogno l’una dell’altra. è come per l’amore: si deve poter intrattenere un rapporto totalmente libero, di reciproco arricchimento ma non di reciproco sostegno.
pur avendo temperamenti e vissuti molto diversi, amiamo entrambe la semplicità e ci possiamo comprendere a vicenda senza il minimo sforzo perchè entrambe abbiamo sofferto parecchio.
buona notte!
ciao Suchende,
sono sempre nel pallone con i guai del computer: due soccorritori hanno già fallito il “riscatto”, pur migliorando un pochino le condizioni del moribondo scatenato, che sono stata costretta a tenere acceso per tutta la notte, a rischio di non potermi collegare più per salvare il salvabile.
comprendo la tua ritrosia a metterti in gioco: voler cambiare e affrontare certi tipi di cambiamento sono imprese che a volte possono anche terrorizzare. spesso ci si incammina su questa strada quando si è giunti davvero al fondo del pozzo.
l’unico mio dubbio è se insistere nel voler continuare a dialogare con te o attendere che sia tu a farti viva. mi lascerò trasportare dall’instinto, sperando d’imboccare la soluzione che meglio si adatta a te in questo momento…
già un’altra volta qui mi è successo di perdere un amico, che aveva deciso di farla finita e forse l’ha fatto. mi aveva però avvertita prima di sospendere la comunicazione tra noi, e tu hai almeno vent’anni meno di lui e molta più forza di volontà e di voglia di vivere di lui.
a presto, spero.
ciao Suchende,
grazie ai pochi parenti capaci di aiutarmi, pare proprio che il mio computer abbia ripreso a ragionare… soprattutto la mia bimba, dai grandi occhi a farfalla (la compagna di mio figlio), è stata on line con me per quasi due ore da oltre oceano e mi ha insegnato molte cose nuove (che purtroppo dimenticherò presto) ma che sembra abbiano dato la botta finale al problema informatico.
ti rendi conto anche tu di quante piccole cose belle ci succedano ogni giorno? un buon esercizio sarebbe di scriverne almeno tre su un quadernetto ogni sera, prima di dormire.
si incontrano tante persone cattive, o magari anche solo stupide, ma di tanto in tanto si ha la buona sorte di incontrarne qualcuna speciale, come il traduttore giurato che mi ha dato delle utili dritte, collaudate dall’esperienza, per i documenti che devo preparare. spero non sia la premessa per spillarmi più soldi sulle traduzioni, anche se accetterei comunque volentieri tariffe più salate del consueto in considerazione dell’ottimo supporto che mi ha fornito su tutta la questione…
sono stanchissima. buona notte!
Cara Suchende,
mi pare d’intuire che non sei ancora pronta per “invertire la rotta”. Ti prego, però, di non affermare più in futuro che tutti quelli a cui ti sei avvicinata ti hanno voltato le spalle… Prima di eclissarmi dal tuo post, ti voglio raccontare un aneddoto di vita vissuta.
Avevo poco più di 30 anni e mi trovavo a Lione, per seguire il secondo intervento al cuore di mio marito. Le sue condizioni di salute erano gravi ed è stato per me faticosissimo sostenerlo prima dell’operazione. Tiravo avanti a denti stretti per amore di mio figlio e non avevo la minima speranza nel nostro futuro a due. In questo stato d’animo mi dovevo sforzare a fargli coraggio e ad infondergli la voglia di lottare per poter continuare a vivere… In quel periodo, per varie ragioni, avevamo anche pochissimi soldi. Ricoverato lui in ospedale, presi alloggio poco lontano, in una pensioncina a prezzi stracciati, alla periferia della città.
Dopo il lungo intervento, si trovava in rianimazione, con la cassa toracica segata, l’acqua nei polmoni e il terrore di dover morire. Mi chiedeva di aiutarlo ma non c’era nulla che potessi fare, se non stargli vicino come potevo per il poco tempo che mi era consentito. Rientravo alla pensione verso le 8 di sera, con il pacchettino di cibo per la cena. Non una lira per telefonare a parenti o amici per ottenere sostegno. Pioggia, freddo e buio all’esterno, nella seconda metà di novembre, tanta angoscia e tanta solitudine nel cuore.
Una sera, attraversando la saletta del bar per andare in camera, un avventore mi si para davanti, chiedendomi in modo brusco: “Quanto?”. Subito subito non ho capito, poi ho cominciato a farfugliare qualcosa sull’ospedale. Il tizio affermò ad alta voce: “Queste piccole italiane vengono qui a fare le furbe. Credono sia carino farla annusare e poi farla anche sospirare”. Un secondo uomo, ben più alto e robusto del primo, si avvicinò e disse: “Sono il secondo: mi piacciono le novità d’oltralpe!” Il mio tentativo di proseguire fu immediatamente fermato con un braccio appoggiato a un tavolo dal primo interlocutore. Cercai con lo sguardo l’aiuto del barman, che era anche il padrone della baracca, e vidi con disappunto che sogghignava…
segue da 79
Da un tavolo in fondo un terzo uomo mi si accostò alle spalle. Mi mise una mano in vita e mi disse: “Ti aspettavo…” Il mio disorientamento stava diventando paura, che mi serrava la gola, impedendomi anche di parlare. Il primo uomo si rivolse al terzo e gli disse: “Non t’immischiare!” Il terzo rispose: “Sei tu che ti stai immischiando, e sai bene che con me potrebbe essere dura.” Il secondo affermò qualcosa in argot sulla guerra d’Algeria mentre il terzo uomo, facendosi strada fra i due, mi accompagnava con mano ferma verso il bancone, chiedendo al barman le chiavi per una doppia… Qualcosa nel suo modo di spingermi in avanti mi rassicurava, forse anche perché non vedevo altre alternative.
Salimmo le scale in silenzio. Appena entrati in camera mi disse: “Non abbia paura, non le farò né le chiederò niente. Ho dovuto agire così. Purtroppo, però, potrò pagare solo una parte della camera…” Mi raccontò di essere un reduce, che viveva poco lontano dalla città allevando api per far quadrare il suo magro bilancio. Mi si presentò anche con un nome scherzoso, per cercare di farmi rilassare: Monsieur L’Abeille (signor Ape)… Dormimmo vicini, o meglio cercammo di dormire, timorosi com’eravamo entrambi di spostarci troppo verso la metà del lettone, arrecando disturbo o inquietudine all’altro.
Il mattino seguente raccolsi le mie cose e saldai il conto. Facemmo colazione insieme e poi mi accompagnò all’autobus. Mi abbracciò prima che salissi e mi salutò con la mano mentre il mezzo si allontanava verso l’ospedale: un uomo né bello né brutto, dal viso indurito dalla vita all’aperto e da chissà cos’altro, vestito semplicemente ma molto pulito e in ordine, come immerso in una sua particolare solitudine. Rientrata in Italia, ricevetti dopo qualche tempo una cartolina, tutta scritta, che ancora conservo, ma a cui non risposi… essendo sposata e non avendo informato mio marito sull’episodio. Ero quasi certa che non avrebbe mai potuto credermi, soprattutto sul modo in cui era trascorsa la notte.
Tutto questo per dirti che al mondo ci sono persone che fanno del male in modo stupido e magari in parte anche inconsapevole, come la tua baby sitter o i giovani che ancora non sanno nulla per esperienza diretta, ma ci sono anche “angeli” che, pur essendo stati costretti a uccidere davvero e a passare attraverso chissà quali orrori, riescono a conservare un animo puro e il piacere di dare.
Buona Pasqua e buon cammino!
Rossana, quasi tutti i giorni venivo a controllare se avessi aggiunto un nuovo messaggio. Mi ha fatto davvero piacere sentirti vicina, anche se negli ultimi 3-4 giorni internet si è rifiutato categoricamente di funzionare. Ora, finalmente, la sorpresa di provare, con una certa rassegnazione nel cuore, e riuscire inspiegabilmente a mettersi in contatto con il mondo esterno! E’ buffo considerare quanto basti poco a farci sentire spaesati, tagliati fuori dalla civiltà. Eppure abbiamo affrontato tanti anni di storia senza computer e internet! Non sono stati giorni facili, hai ragione, ma suppongo non lo siano mai per nessuno. Il giorno dopo aver lasciato qui il mio messaggio ho avunto un attacco di panico, molto simile ad una vera crisi isterica. Detesto queste dimostrazioni emotive, ma purtroppo non riesco a controllarle per bene e probabilmente il sentirmi debilitata anche fisicamente ha fatto sì che i miei nervi crollassero più facilmente. All’inizio sembra sempre che non debba succedere niente: ho solo voglia du accucciarmi, di diventare piccola, piccola, sempre più piccola, fino a implodere, fino a sparire del tutto, poi pian piano pensieri soppressi, parole celate troppo prepotentemente e per troppo tempo iniziano a prendere il sopravvento e a fuoriuscire a fiotti (che sono più che altro mormorii convulsi) mentre gli occhi sono chiusi e tagliano fuori la realtà. Ho scritto una poesia, una volta, sull’estraniazione. Scritta molto di getto, però mi ci rivedo abbastanza. Sono diversi tipi di estraniazione che culminano tutti nella dimostrazione massima, che per me è rappresentata da alcune fasi dell’attacco di panico. In particolare, la prima volta che mi successe, rimasi colpita dalla sensazione di pace e estraneità al mondo esterno. Quando non urlavo, non piangevo e non cercavo di ferirmi, sprofondavo in una sorta di limbo, in una dimensione parallela per cui tutto ciò che mi accadeva intorno non mi interessava, non mi apparteneva. Penso che sia, fra tutte le sensazioni che abbia provato, quella che si avvicina di più alla pace. Solo che a scuola non posso abbandonarmi: chiamerebbero i miei genitori, mi manderebbero in ospedale. E’ stato già difficile cercare di non farlo questa volta, il professore di storia e filosofia e il bidello sono stati adorabili. Oh sì, immagino di dover ringraziare anche le…4/5 ragazze che mi trattenevano. Una ragazza in particolare. Io non capisco cosa l’attragga di me. In effetti prima eravamo più vicine, ma è un anno ormai che parliamo poco e in genere sono io che l’assillo con i miei problemi e le mie vuote speculazioni. A volte mi sento gelosa anche di lei, per le sue gambe perfette, il suo essere così solare, così impulsiva senza sembrare stupida. E io mi sento malissimo a costringerla a prendermi a schiaffi o ad aprirmi la bocca a forza perchè mi rifiuto di respirare o a sorbirsi le mie urla inconsulte. Mi sento in colpa perchè non ho il diritto di comportarmi così, perchè sono solo una ragazzina viziata.