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Lettera pubblicata il 19 Marzo 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Suchende.
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(inserito 28 marzo 2011/20:34)
visibilmente in difficoltà, mugugnando qualcosa come “no, non lo fare…”, un’altra ragazza sedeva al banco vicino al mio, ma nella fila accanto e guardava senza dir niente se non anche lei qualche parolina e poi, all’improvviso, come una freccia è arrivato lui, mi ha fatto sbattere prima contro il banco, mentre allungava la mano per prendere il rasoio gridando di posarlo. Io mi sono rigirata sulla sedia, tenendo il petto sul sedile e il braccio proteso sotto di questo, con il rasoio ancora stretto in pugno e lui mi è salito sopra cercando di strapparmi il rasoio di mano. Ho un vago ricordo del panico generale mentre avvisavano che stava per entrare l’insegnante dell’ora successiva e di un suo ultimo appello “Ma sei una ragazza intelligente!” e del mio urlo, altissimo e colmo di rabbia “Non è vero!” e la sua espressione un po’ smarrita, forse spaventata?, mentre tornava lentamente a posto. Poi, a volte, in V ginnasio, quando non stavo bene, mi chiedeva se avevo qualche “pensiero deprimente” o qualcosa del genere. Ma è acqua passata. Ripeto, non so neanche perchè l’abbia fatto a dire il vero, visto che è risaputa l’opinione che ha di me (orribile, grassa, sgraziata, insopportabile). Chissà, fosse se non fosse stato colto da un impeto di “humanitas” e mi avesse lasciato stare, sarei tornata a casa con la consapevolezza che non serviva a niente tentare e la mia storia si sarebbe conclusa molto prima.
Però è andata avanti. E’ andata avanti e continuerà ad andare avanti se non la fermo prima del tempo. Spesso penso davvero che sia l’unica cosa da fare. Sono così stanca di tutto e se mi sveglio è solo perchè la sveglia suona e mia madre mi rompe le scatole. Che tristezza. Non vedo futuro, non vedo niente. Solo l’ombra della sofferenza e dell’insoddisfazione. E ho paura. Tanta. Tanta che a volte tremo tutta, mi viene la nausea e non riesco più a respirare. E si ricomincia: graffi, urla, pugni, sangue, singhiozzi, rabbia, disperazione, paura paura paura. Una volta parlavo con un ragazzo (uno dei “palpeggiatori”, per così dire, della mia voglia di drogarmi. Mi ha risposto con questa poesia di Bukowski: http://killerquiny.ilcannocchiale.it/post/2300024.html
Peccato che io sia buona solo ad una cosa…
Se voglio uscirne?Penso di sì, tutto sommato. In fondo a morire adesso non ci guadagnerei. Per gli altri sarebbe quasi scontato. Sono la ragazzetta sensibile e sola, spesso depressa, che “si fa un sacco di pippe mentali” che non hanno ragion d’essere. (continua)
Cara Suchende,
io tuo nick quadra perfettamente con i tuoi film e i tuoi libri preferiti, che ruotano tutti intorno a un profondo disagio, a un’enorme difficoltà di essere te stessa, senza ancora sapere bene chi sei o sentendoti impedita nella tua naturale evoluzione. denotano il tuo immenso bisogno di capire e di venirne fuori.
non so se alla tua età alcuni aspetti della personalità sono già ben definiti o ancora in corso di costruzione. in te mi sembrano come schiacciati da vari tipi di pesi che si sono accumulati nel tempo, difficili da sollevare, che andranno affrontati da te, con pazienza, uno ad uno.
comincio ad esprimerti tutta la mia ammirazione (che significa amare con la mente) per la tua cultura in letteratura e filosofia. se abitassi vicino a me, vorrei poterti incontrare ogni giorno solo per il piacere di parlare di questi argomenti, nei quali sono molto meno preparata di te. (sapessi quanto ci si può sentire soli per un’intera vita!) meno male che NON sei intelligente, e che non sei BRAVA!
non mi sembri nemmeno per niente antipatica ma questo sarebbe da verificare di persona, in base al tuo atteggiamento gestuale e alla maschera che porti abitualmente, come quasi tutti gli esseri umani.
quanto alle “amiche” che non sono gentili con te, forse non sanno che “donna formosa” sono due fra le parole più ricercate in rete. credo che alla maggioranza degli uomini piacciano le donne in carne ma, a parte questo presupposto di interesse secondario, se fosse successo a me di essere criticata per una scollatura troppo accentuata, per via del mio carattere ribelle, sarei subito andata a comprarmi qualcosa di ancora più scollato da indossare la volta successiva…
ma non tutti siamo fatti allo stesso modo! queste amiche, poi, sapendo poco o niente di quanto ti tormenta, come potrebbero essere più condiscendenti nei tuoi confronti? dovresti cominciare con il selezionarne una a cui accennare che porti in te un grande dolore, impossibile da esplicitare, di modo da poter costruire con lei un legame più solido, senza tuttavia sbilanciarti troppo. i veri amici sono pochi: per cominciare ne basterebbe una, un tantino più sensibile delle altre e magari pure non proprio contentissima della sua condizione. le similitudini aiutano…
una mia grande amica adolescenziale, morta purtroppo prima dei 20 anni, aveva in comune con me il disagio di frequentare una scuola per ragazze ricche e viziate, essendo noi due molto semplici, e io pure molto povera
continua…
dal mio punto di vista (un po’ cinico, lo ammetto) in linea generale non c’è quasi niente di altruistico nel tentare di aiutare gli altri. innanzitutto perchè quasi sempre, direttamente o indirettamente, lo si fa per una propria gratificazione personale e molto spesso anche perchè aiutando gli altri, soprattutto nei ragionamenti, si possono fare passi in avanti in merito ad analoghe, più o meno evidenti, problematiche personali. siamo sempre poco interessati a quello che non ci è affine…
ma si tende ad aiutare soprattutto quando si ha o si è avuto bisogno di aiuto. ci si ricorda bene come ci si sentiva e quanto sia stata preziosa la mano che ci è stata tesa. il desiderio di ricambiare e di alimentare la ruota della positività e dell’accoglienza allora sorge e prende a girare in automatico…
tuttavia non si può essere di aiuto a nessuno se non si è in pace con se stessi e non si vive un momento abbastanza tranquillo, anche dal punto di vista fisico e materiale. quindi, non ti rammaricare per ora se non puoi dare che te stessa: verrà il tempo anche per te di restituire. adesso devi innanzitutto pensare a comprenderti, ad accettarti per come sei e ad amarti. solo dopo potrai estendere comprensione e amore a chi ti sembrerà degno di meritarlo.
se puoi, evita di fuggire le difficoltà in tal senso rifugiandoti in droghe varie, più o meno leggere. dovresti sapere anche tu che è un modo ben poco coraggioso di affrontarle. se si vuole uscirne, BISOGNA avere la forza di “sbattere il mostro in prima pagina” e di combatterlo, come gli antichi cavalieri del mito facevano con i draghi. se fuggi, non mancherà di inseguirti, e non ti troverai nella posizione più giusta per fronteggiarlo.
quanto al nostro personale rapporto, non hai idea di quanto vorrei poter aiutare una persona a me carissima, che rifiuta di farsi aiutare e si sta distruggendo in solitudine, giorno per giorno, incapace di guardare il suo mostro in faccia, quindi, in condizioni ben peggiori delle tue, se ci può essere una scala di valori neutra, che non tiene conto della famosa “portata del ponte” cara a Cesare Pavese…
gli estranei sono più adatti a questo tipo di supporto e voglio sperare che qualcuno possa prima o poi essere di aiuto a chi amo, lieta comunque di starti vicino e di darti tutto quello che so e posso… non badare alle ripetizioni, però…
(inserito 28 marzo 2011/20:37 – continua dal commento 42)
No, non mi va di andarmene con questo epitaffio stampato nella memoria di tutti.
Fai bene, Rossa, a ripetere certi concetti. Devono entrarmi in testa per bene, perchè malgrado abbia ancora una buona memoria, ci sono cose che dimentico troppo spesso, come tutti, forse.
Penso sia giusto quanto tu dici riguardo all’affetto che abbiamo ricevuto nella nostra infanzia. Quando “stavo” con il tossico-dipendente, lessi diversi libri sulla psicologia infantile, in quanto il giovine aveva passato un’infanzia quanto mai terribile (basti dire che il padre se ne andò di casa quando lui era molto piccolo- cosa che non gli ha mai perdonato- e la madre si portava a casa ogni sera un “papà” diverso)e la somministrazione dell’affetto è un’operazione molto delicata, nella quale è facile sbagliare, credo. Ciò non toglie che siamo frutto anche di quegli errori. Io non perdonerò mai a mia madre la noncuranza con cui fumava in gravidanza, nonostante lei, da ginecologa qual è, sapesse perfettamente quale rischio corressi (anche se io attualmente fumo) e, soprattutto, la sua ossessione per il cibo. Vi dirò che non voglio dei bambini perchè solo l’idea che possa arrecare loro dei traumi mi sconvolge.
Io non credo che pensare che rompersi un polso sia giusto è che rappresenti il giusto riscatto per una serie di peccati da noi commessi. Così come se trovassi una ragazza autolesionista le direi che non è giusto, perchè alla fine farsi del male non risolve niente. Perchè alla fine questa è l’unica vita che abbiamo e sì è difficile andare avanti, ma finchè non è finita non sai mai quello che ti potrà accadere. Che ognuno di noi è fatto a suo modo, ha delle sue pecularietà e delle sue debolezze, ma siamo tutti, e proprio TUTTI degli esseri eccezionali, unici, meravigliosi perchè irripetibili. E che anche solo per questo dovresti spaccare il mondo con le lamette, non le tue braccia. Perchè quelle saranno occupate a difendersi. E direi che alla fine cià che abbiamo è solo noi stessi e la fratellanza che ci unisce gli uni con gli altri e che per questo non ha senso chiudersi, farsi del male e rifiutare il prossimo. Queste e altre cose ti direi e forse penso anche siano giuste.
A ben pensarci forse schizofrenica lo sono davvero, visto quali sono i miei intenti…
Quella di mio fratello, rossa, è una faccenda ancora più complicata. Non ci sono particolarmente legata, ma ho un debito abbastanza forte nei suoi confronti.(continua)
(inserito 28 marzo 2011/20:41)
Diciamo solo che non so se la baby-sitter “giocasse” anche con lui. Quello che so è che lo lasciava sempre davanti alla televisione. Io e mio fratello siamo profondamente diversi e lui è cresciuto assolutamente senza disciplina, senza regole, solo, davanti a una televisione. Ha problemi ancora più gravi dei miei a relazionarsi ed è molto violento, anche per causa mia, essendo io la sua unica “educatrice”. Ma ce la vedete una bambina di 7 anni a fare da mamma a un bambino di 3? L’unico linguaggio autoritario che conoscevo era quello di mio padre, fondato su un tono molto alto e modi bruschi, quasi brutali. Nessuna pietà. Mio padre non è un despota, anzi, è un uomo molto fragile e dolce, ma questo lo capisco io che lo conosco. La verità è che non ha la minima idea di come si educhino dei bambini, non più di mia madre.
E ora basta parlare di me. Sono rimasta davvero colpita dalle vostre storie. Adele, ti capisco perfettamente quando parli della vergogna del provare piacere per qualcosa che è sbagliato. Sono davvero felice di sapere che sei riuscita a trovare il coraggio di affrontare questi mostri della mente e dell’anima e davvero mi complimento con te, per la costanza, la fede, il coraggio, la forza, la determinazione e la voglia di vivere e di andare avanti che devi aver dimostrato per superare bene questo trauma. Ricambio con tutta la forza che riesco a trovare il tuo abbraccio. Non so davvero cosa dire, perchè tutte le considerazioni a proposito che non ho fatto sopra le avete già fatte voi; mi limito a sottoscrivere il tutto, ringraziandoti ancora tantissimo. Sto riflettendo a lungo sulle tue parole. Mi auguro solo di trovare presto la persona (o le persone) giusta con la quale aprirmi.
Grazie ancora anche a te Rossa, non mi stancherò mai di ringraziarti per tutta la pazienza e il tempo che mi stai dedicando così gratuitamente. So che è doloroso, ma penso sia un bene che tu sia riuscita ad aprirti, anche se solo in parte con noi. A proposito, di esorterei, nei limiti di ciò che ti senti di fare, di narrarla la tua storia. Siamo, o almeno sono, qui per ascoltarla. E’ il minimo dopo tutto quello che hai fatto e che fai per me. Anche tu devi avere avuto un coraggio da leone per affrontare quel porco del tuo datore di lavoro, per di più senza nessuno che ti stesse accanto! Qualora dovessi avere voglia di parlare, so quanto è difficile, sentiti pure libera di farlo.(continua)
Suchende leggerti è un piacere, Rossana ha ragione. E non so come farti capire che non c’è niente, ma proprio niente di sbagliato in te.
Sei una adolescente. Alla tua età mi sentivamo un brutto anatroccolo goffa ed inadeguata, mentre c’erano le mie compagne già donne e con il ragazzetto. Che tristezza. Non mi piacevo in niente ed il mondo maschile che mi attraeva da morire, restava un mistero se non un incubo a causa della mia esperienza.
Hai una taglia di seno abbondante. BEATA, non sai che invidia, questa è una cosa che hai maschi piace molto e alle donne genera gelosia. So che la parola ragazzo causa tanti sentimenti contrastanti, ma se leggo in te parte di me..vedo questo. Anche a me piaceva quello che mi veniva fatto, adesso che con la sessualità ho fatto pace, mi accorgo di essere al di sopra della media nel fatto di provare piacere :-). Non tutte le donne sono uguali (è verissimo) e magari proprio persone come noi, difronte ad un abuso hanno agito in maniera ancora più disastrosa.. Ma attenta cerca di separare tra le due cose, la fisicità pura e l’abuso in se. L’abuso ti ha creato il trauma, altrimenti saresti serena e felice. Molti bambini piccoli si toccano e non per questo sono dei pervertiti. Ricordati che il nostro è un paese bigotto e moralista, che tanto ci condiziona.
Suchende anche io sono stata una mangiatrice compulsiva….mangiare, essere sformata, brutta, poco curata, giustificava il fatto che non avessi un ragazzo e mi dicevo anche che non mi interessava. Ero brutta e quindi nessuno mi voleva, andava bene così.Ma era una scusa. Io avevo un trauma, nel non affrontarlo, mi creavo altri mostri, come l’aspetto fisico….ero e sono ancora ossessionata dall’aspetto fisico. Ed ora che sono magra, ho pure avuto un ragazzo che mi ha detto ma ingrassa un po’! L’unico problema allora, era solo l’aspetto e non che io non riuscivo ad avere un ragazzo perché io non lo volevo, perché se solo un uomo mi toccava fuggivo a razzo. Mi contiuavo a dire che ero brutta e più me lo dicevo, più mangiavo per giustificarmi e più mangiavo e più stavo male. Se ripenso a quel periodo mi vengo i brividi…perché tutto era nella mia testa. Anche grossa come ero al tempo, sarei potuta piacere e molto, se io mi fossi sentita bella e a posto con il mondo.
Suchende tu sei brutta perché TU TI VEDI COSì e preferisci convincertene piuttosto che accettare che hai dei problemi a relazionarti specie con la’ltro sesso, ma che si affrontano con la terapia e con l’aprirsi.
E sulle DROGHE sei troppo inteligente….per non vedere che hanno effetto temporaneo. Alla fine stai peggio e starai sempre peggio.
LO dici vuoi stare bene, l’unico modo, non ci sono strade più facili, è affrotnare le tue paure, cosa ti tormenta. Per l’aspetto non ti preoccupare, puoi ridurre il chili, sei una piccoletta non ci metti niente a dimagrire, vai dai un dietologo, ma lo farai solo quando il problema vero verrà a galla. Altrimenti il cibo resta un’altra droga….
Sei diversa, va bene, anche io sono una tipa assurda, originalissima. Ora l’essere così mosca bianca mi piace, in una massa di persone normali, spicco molto ed oggi ho tanti bellissimi amici.
Insomma cara testimonianza che se ne può uscire…ma con tanta vogli adi stare bene. La famiglia, io ho una famiglia molto solida alle spalle, questo mi ha aiutato molto…..Trova la tua famiglia, magari una zia, una nonna, non pensare mai di essere totalmente sola…
Ti abbraccio forte virtualmente ed anche io ti dico….che mi piaci molto, non ti conosco e non ho niente da guadagnarci…ma non sei assolutamente antipatica, o noiosa o tutte le altre cavolate di cui ti sei rimepita la testa…forse le tue cotenaee non ti capiscono perché sembri molto molto molto più grande…..ma forse presto troverai una amica simile a te. La mia aveva sofferto tanto e perciò era sulla mia lunghezza d’onda, diventammo inseparabili……
Il futuro è imprevedibile….cerca di non buttarlo via!
(inserito 28 marzo 2011/20:41 – continua dal commento 46)
Magari da dietro un computer possiamo entrambe dimenticare il salto generazionale che ci divide ed essere semplicemente amiche. Ne gioirei.
E infine Athos: il tuo commento mi ha fatto sorridere, perchè, sai, è proprio quello il motivo per cui ho paura di arrivare a 30 anni. hahaha Ti ringrazio molto per i complimenti e per il tempo che hai deciso di dedicarmi. Non sono sicura di meritarlo, ma comunque mi fa piacere che tu lo pensi.
P.s. Dio, mi sono appena resa conto di aver scritto 9 commenti. Se non li leggerete mai sarò la prima a darvi ragione. Scusatemi, ancora, sì. Mi comporto ancora come se stessi scrivendo solo a me stessa, dimenticandomi che non dovrebbe essere un soliloquio, questo. E’ solo che mi piace puntualizzare e rispondere a tutto ciò che mi fanno notare. In futuro vedrò di contenermi, per quei pochi che avranno abbastanza temo da perdere leggendo questo romanzo.
Dolce Suchende,
La prima volta che ho letto la tua lettera in realtà l’ho fatto da stupido e da spocchioso, e infatti non l’ho letta sul serio: le ho dato una veloce scorsa senza capire niente, soffermandomi sul fatto che, coi suoi 16 anni, l’autrice non avrebbe potuto certo dire alcunchè.
Poi, per caso, l’ho riletta, anzi l’ho letta come meritava e ti ho risposto piuttosto sbrigativamente, come ha fatto notare Rossana; ma al contempo ho promesso che ti avrei scritto. Ed eccomi qui.
La verità è che non so cosa scriverti.
Non ho risposte, ho solo compassione. Non “pena” attenzione! COMPASSIONE. Io, leggendoti, sento di soffrire insieme a te.
La sofferenza è il senso stesso della vita, so solo questo. Ogni giorno ci tocca, e mi tocca, assistere ad episodi vicini o lontani di piccole angherie e ingiustizie. E questo è niente. Poi ci sono la solitudine che devasta, l’amore che non c’è, la morte del cuore, un Dio che si nasconde o che non esiste. L’amore buttato, la tenerezza umiliata, il Male che vince. Torture su bambini e animali; violenze psicologiche e fisiche. Ignoranza e stupidità che vincono sempre e noi stessi che commettiamo errori su errori e ogni giorno siamo stremati.
E questo è solo un pallido riflesso del dolore che c’è intorno, e perciò dentro, di noi.
Sai, quando ho letto la tua lettera mi son venuti dubbi, molti dubbi. Possibile, mi chiedo ancora, che una ragazzina di 16 anni abbia una tale proprietà di linguaggio, una sintassi tanto curata e una chiarezza manifesta nell’esprimersi? Se davvero hai solo 16 anni non è un complimento dirti che sei intellettualmente di una spanna superiore non tanto ai tuoi coetanei (su di loro non c’è neanche confronto), ma ai ragazzi e alle persone ben più grandi.
Questo, bada bene, non è un vantaggio. Se sei intelligente gli altri non te lo perdoneranno mai. Ma è un valore, un bagaglio che puoi sfruttare per vivere.
Naturalmente sei debole e sei caduta in mani sbagliate e ora la droga, a quanto pare, ha fatto il suo arrivo.
Nessun giudizio. Anche io mi scervello da tempo su quale sia il modo migliore per tirare avanti. Non ho mai rpeso in considerazione la droga perchè il mio carattere e la mia disciplina non mi predispongono ad essa, e ho così evitato di peggiorare, e di molto, la mia situazione. Non c’è dubbio che essa sia la principale nemica della tua intelligenza.
Butta quella merda, ti prego.
Sul suicidio neanche ho risposte. Perchè non ho risposte sulla Morte e, di conseguenza, sulla vita. Io non ci ho mai provato, ma sempre pensato.
Ho scritto tanto sul suicidio e ancora non so che dire.
So solo che tu vali, o almeno lo sento. Ne hai subite tante, ma hai 16 anni!!!! E hai intelletto.
Fregatene degli idioti che ti circondano. Mangia la vita giorno per giorno, fai un altro passo e poi ancora un altro. I ricordi li avrai sempre, e anche gli incubi. Ma forse troverai, a furia di vivere, anche chi ti prenderà la testa tra le mani e ti dirà:” Ci sono”. Ci vorranno anni forse, ma alleati con il tempo, non andargli contro.
Se avrai voglia di avere un amico con cui parlare e sfogarti, non peritarti di scrivermi, ti lascio la mia email. Se preferirai scrivermi qui, ti risponderò con piacere. E ti ascolterò con serietà.
Ti sento vicina,
Athos athosgatto@libero.it