Chi non sa stare da solo non sta bene con se stesso, questo è ciò che credo.
Pensateci: ci si affanna ogni giorno per tentare di mantenere in piedi rapporti traballanti che si fondano sull’egoismo….ma perché? Per nulla in fin dei conti.
Quindi nell’ultimo periodo ho smesso di cercare a tutti costi di avere per forza delle amicizie: badate che non sto affermando che si deve rimanere soli a vita, bisogna solo cercare di stare un poco da soli per capirsi ed apprezzarsi.
Phil
Lettera pubblicata il 7 Novembre 2012. L'autore ha condiviso 20 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Phil95.
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni
Io credo che dipende molto la situazione per cui si è da soli che fa soffrire o meno. Sono sempre stata una persona abbastanza schiva, certo parlavo con tutti ma di amici (più che altro amiche) ne avevo pochi. Poi per vari motivi non ci siamo più visti, sono rimasta “sola”, ovviamente un po’ dispiace, ma niente di che. Poi una persona mi ha distrutta e lì pregavo che qualcuno si fermasse ad ascoltarmi, non avevo nessuno, ho veramente sofferto tanto. Quindi per me hai ragione quando dici che non ha senso cercarsi forzatamente amici o partner per non rimanere soli e che la solitudine aiuta ad analizzarsi, ma non riuscire a rimanere soli per me non vuol dire non stare bene con se stessi, perchè ci sono persone che si isolano dagli altri poichè non stanno bene con se stessi.
La solitudine, un tema importante…. inquietante ma nello stesso tempo affascinante. Spiego subito il concetto, per motivi di lavoro sono tutto il giorno a contatto con persone, aziende, corsisti, stagisti, personale amministrativo e via così. Non male dato che lo scambiarsi delle opinioni è momento di crescita e arricchimento individuale (Sempre se ne vale la pena), ma non vi nego che a fine giornata vorrei rinchiudermi in un eremo per trovare la pace magari con l’unica persona con cui mi interessa veramente condividere i miei pensieri!!
E seppur non ami troppo la folla e la calca non amo troppo nemmeno la solitudine seppur ne sono attratto in qualche modo.
Per dieci anni ho creato associazioni, partiti, ho partecipato a riunioni, comitati.. gente su gente su gente su gente. Che mi è rimasto di tutto questo? Qualche momento interessante, da ricordare ma niente di più. Ho imparato però che di gente di cui ti puoi fidare ce n’è veramente, ma veramente, poca.
Da qualche tempo ho detto basta, perchè partecipare ad incontri, situazioni da cui non potrò mai trarne accrescimento individuale, culturale e morale? E allora ho messo uno stop, mi sono allontanato da questo mondo e ci passo di tanto in tanto… quando sono lì magari chiamo mara per dirle di richiamarmi e permettermi di uscire.
Non riconosco più quel mondo, sarà che magari sono cresciuto e ho altri pensieri ed impegni … ma questo mi espone inevitabilmente ad un grado di solitudine maggiore.. è logico!
Non sono mai stato l’amico di tutti, ho avuto ed ho molti conscenti, persone provenienti oramai da altre vite che ancora continuano a parlarmi ma son cose che nascono e dopo 2 minuti di discorsi sono già morte.
A 30 anni insomma ho imparato a selezionare le persone con cui trascorrere il tempo, fortunatamente ho i miei amici un po qua e un po lì da 20 anni che so per certo essere sinceri e che conosco a fondo, e mi consocono a fondo. Per il momento sto bene così.
Questo per dire che ci possono essere periodi in cui uno si allontana un po da diverse situazioni per mille ragioni, ma è bene non tagliare mai i ponti con il mondo esterno, perchè recisi i cordoni poi è abbastanza difficile tentare di riannodarli.
Stare da soli può aiutare, basta che non diventi un’abitudine. DI per se l’essere umano ha la necessità di scambiare esperienze e pensieri con i suoi simili e con le persone di cui posso fidarmi, a me, parlare e condividere è un’attività che amo fare 🙂
Poi è anche vero che se uno non sta bene con se stesso non può stare bene con gli altri.. nè in amcizia nè in amore. Sacrosanta verità
ottima direzione
io sono tutta mia
@Phil95, io faccio tesoro su un vecchio detto banale ma veritiero, meglio soli che male accompagnati.
Com’è già che si dice?
“la solitudine è un bellissimo posto da visitare ma un brutto posto in cui vivere”.
Siccome ho sempre avuto pochissime amicizie temporanee (che finivano rapidamente e quindi mi trovavo di nuovo sola) ho dovuto imparare a starmene da sola. Per forza.
Quello che tuttora mi fa paura sono le seguenti date (trascorrerle da sola è bruttissimo, ….e parlo per esperienza pedonale, io mi sento sempre a terra, più del solito):
I novembre
Natale
Capodanno
Pasqua & Pasquetta
Venerdì’ sera/ sabato sera in generale
Ecco, una “stupidissima” top-five dei miei incubi di solitudine.
Per il resto, ci si abitua.
Un abbraccio,
Katy
@Katy
quoto quello che hai scritto, tranne forse per il fatto che ci si abitua. Forse e’ piu’ preciso dire che ci si rassegna 🙂
Io aggiungerei le vacanze alla top-five (che diventa quindi top-six), a meno che non si abbiamo abbastanza soldi per i costosi viaggi organizzati.
Oops, intendevo “esperienza PERSONALE” non pedonale!!!
CHe erroraccio! Che figura!
🙁
Per me la solitudine può essere una cara compagna. A volte sento proprio il bisogno di rinchiudermi in casa e passare tipo un intero fine settimana bighellonando tra tv, pc, un buon libro e una passeggiata con il cane. Al massimo una o due telefonate alle persone più vicine, niente di più.
Ne ho bisogno, mi serve per ricaricare le pile e staccare dalla quotidianità.
Mi rendo conto però che una scelta personale sia molto diversa da una situazione imposta, della quale si farebbe volentieri a meno, quindi non voglio stare qui a dire viva la solitudine a oltranza…
In effetti capisco anche chi come katy dice di temere alcune date particolari, in cui l’essere solo ti fa sentire proprio da cani. E’ vero è così, anch’io ho avuto periodi in cui le amicizie scarseggiavano e per forza di cose non sapevo dove andare a sbattere la testa. Capisco anche quel “Per il resto, ci si abitua” che di solito viene detto sì, ma con un filo di amarezza e che in realtà fa proprio soffrire.
In rete ho trovato questa, la copio così come l’ho letta e non conoscendola mi auguro che sia la versione corretta:
“Ci prendono per navi e siamo isole” di Juan Vicente Piqueras
ci prendono per navi e siamo isole.
intricate, deserte, che tesori
possiamo offrire a quelli che non giungono?
la nostra costa è dura. il nostro faro
di voce anzichè luce
non attira, spaventa
e nessun marinaio perduto nella notte
toccherà le spiagge nostre dove ancora
fanno male le orme di quel naufrago
che sapeva del nostro deserto.
la notte, ogni notte, ci promette e ci nega
la strada del ritorno, il tornaviaggio,
l’amore che ci salvi da noi stessi
e la parola che sia detta per sempre.
ci sono in noi alberi senza nome
stanchi di far ombra e crescere da soli.
coloro che non partono ma soffrono
di sete di scogliera, amano i porti,
salpano nel sonno, cercano un’altra sete
per appagare la prima, ci osservano,
ci vedono come navi, felici, siamo isole.