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Immobile in una vita che non mi appartiene

di falice

Ho 18anni, e la vita di una diciottenne dovrebbe essere satura di sogni, idee, desideri, attese.. Invece io guardo al futuro e penso alla mia vita e mi scopro apatica, come se infondo nulla mi importasse. L’altro giorno a scuola ho letto il “passero solitario” e mentre i miei occhi scorrevano veloci, sentivo il mio cuore battere per le immagini che tanto mi descrivevano. Vivo in un piccolo paese, ho sempre vissuto qui, e non riesco ad amarlo, in me bolle la voglia di andarmene, come se questo non fosse il mio posto. Eppure ho tutti, nonostante i problemi familiari che hanno sempre accompagnato me e la mia famiglia, non mi è mai mancato l’affetto dei miei genitori, il loro amore.
Ricordo che, quando ero una bimba, chiedevo ripetutamente cosa fosse l’amore, cosa significasse, non sapendo che l’avrei provato in una così giovane età. Insieme alle mie amiche mi dilettavo a descrivere questo sentimento per me ancora vago e indefinito e gli conferivo mille immagini e suoni tra loro diversi.
Un giorno però sono cresciuta, ho scoperto il brivido della prima cotta, del primo bacio, delle prime imbarazzanti uscite, con quei ragazzi che a distanza di qualche mese non mi sarebbero piaciuti più, come del resto accade a tutti i 13enni. 15enne, una splendida giornata di luglio fui invitata a un compleanno, una giornata in piscina, e ad accompagnarmi fu un ragazzo conosciuto solo qualche giorno prima, non dimenticherò mai la sua moto sverniciata parcheggiata sotto casa e lui ad aspettarmi. Non avevo mai visto degli occhi tanto intensi, degli sguardi così pieni, dei capelli così biondi, o per lo meno nessuno fino ad allora mi aveva fatto un effetto tale.
Ricordo le mie mani stringersi intorno a lui, gli schizzi d’acqua, le risa, gli schiaffi, e poi, un bacio, così, su una sdraio, davanti a tutti.. Il mio cuore non aveva mai battuto tanto.. Quel giorno di tre anni fa, fu solo l’inizio di una storia che mi avrebbe portata alla fine. Siamo stati insieme due anni, due anni intensi, e ogni giorno, la nostra storia diveniva sempre più seria, e non ci spaventava il futuro, la scuola, l’università, perché avremmo vissuto insieme, mano nella mano, tutto sembrava avere soluzione accanto a lui. In due anni, ogni volta che mi preparavo per vederlo, il mio cuore palpitava e in me sembrava che tutto volesse urlare quanto lo amasse, non come un bimbo ama il suo gioco, io sapevo a cosa andavo incontro.. Eppure ne ero felice.
Nessuno mai nella mia vita mi aveva fatto il suo effetto, quando mi baciava, mi stringeva, sentivo bloccarsi tutto in me, sentivo un dolore, ma uno piacevole, come se rimanessi, ecco, paralizzata. Ed era bello, caspita quant’era bello, quando si guardava allo specchio e vaneggiava perché lui sapeva di avere un certo fascino, eppure ogni tanto lo vedevo lì, in palestra, tutto cupo, a osservare una pancia che non aveva. Lui era perfetto. I nostri due anni insieme non sono mai stati tranquilli, a causa della nostra diversità, dell’orgoglio, litigavamo spesso, per non dire sempre, eppure per noi questa era una spinta verso l’alto, sapevamo di non poter fare a meno l’uno dell’altra. I miei amici, anche mia madre, solevano ripetermi quanto avrei sofferto se l’avessi perduto, eppure lui mi amava e io amavo lui, e ci bastava.
Tante volte ci promettevamo di farla finita, eppure tornavamo sempre, con le lacrime che si estendevano sul volto, e un”ti amo” curava la malattia, quella malattia che volevamo non passasse mai. Eppure l’amore, come tutte le malattie, prima o poi ti uccide.. ero sempre stata convinta, per una serie di motivi, che se fosse finita, l’avrei fatto io, non lui, che sembrava così attaccato a me… eppure un giorno S. è cresciuto, e mi ha detto “basta, è finita”.. e di lì il niente… ci siamo visti per qualche altro mese, ma la verità era una solamente, aveva diciassette anni, la voglia di crescere, di conoscere nuove cose, di fare altre esperienze e l’idea di amare me solamente per tutta la vita lo spaventava. A me no, io l’avrei sposato.
Non so chi ha detto che l’amore a 18anni non esiste, credetemi, mentiva. Non esistono abbastanza vocaboli per descrivere il mio sentimento per lui e per raccontare quanto sette mesi dopo per me, sia ancora come l’inizio… Ogni volta che lo incontro, il mio cuore palpita, sente di aver trovato casa, urla amore, e i miei occhi di nascosto piangono. La notte mi capita di sognarlo, mi sveglio e purtroppo…. Non è mai la realtà. La nostra era una storia seria, troppo seria per due carni così tenere, che ancora non conoscono la vita, lui si è spaventato ed è scappato.

Ogni tanto, dal momento che tra l’altro frequentiamo la stessa palestra e gli stessi amici, lo scorgo a guardarmi, e vedo per un attimo un segno di pentimento, poi scompare. Una volta mi ha detto ” ti amo ancora come non ho mai smesso di fare, ma sono giovane e ora come ora non me la sento, avrei voluto incontrarti a 20anni, ti avrei sposata, mi piacerebbe incontrarti ancora… e in fondo ci spero in una continuazione”.. l’altro giorno gli ho detto che l’amavo, lui mi ha stretto forte per 5 minuti e ha taciuto. È fidanzato con un’altra ora, una storiella così, si vede, lo dice, lo dicono, e ogni tanto vorrei che lui amasse quest’altra ragazza, forse allora lo dimenticherei, ed invece niente.
Sono uscita con un ragazzo dopo di lui, non era cosa, non era amore. Spero non si ami una volta sola nella vita, perché io sono terrorizzata dall’idea di non amare più.. ho fatto di tutto per tenerlo stretto a me, ma è volato via… e non so perché scrivo qui, forse solo per distrarmi un pò; sono preoccupata per me, ultimamente non sono più quella di prima, sono fredda, distaccata, atarassica, mi struggo solamente per il desiderio del suo ritorno, niente più. Ho ripreso la mia vita regolarmente, a prima vista sembro una comune bella ragazza della mia età, intelligente, brava a scuola, socievole… ma infondo non esisto, dentro di me non c’è niente, c’è l’eco, e ogni tanto urlo “dove sei? dove sei? ” e sento una voce, tuttavia alla fine scopro a malincuore che essa non è che la mia che risponde… E penso a te, amore mio, che sei volato via, e ricordo quando baciandomi mi dicesti: “tutte le aquile solitarie prima o poi tornano a casa e la mia sei tu”…. Torna… Vorrei aspettarti ma non ho certezze, vorrei andare avanti ma non ho la forza… e così eccomi qui.. immobile in una vita che non mi appartiene… Se manchi tu!

Lettera pubblicata il 3 Marzo 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    The Dreamer -

    Ciao cara, dolce F.,
    che tenerezza fai!
    Tu sei il nido, ma vuoto..stai aspettando la tua aquila. Ma quell’aquila chissà quando e se tornerà!
    Capisci che non è giusto verso te stessa? Dovresti essere anche tu un’aquila, compagna fantastica di voli maestosi.
    Con questo voglio dire, lo ami pazzamente, solo lui è il senso della tua esistenza (il nido c’è per accogliere l’aquila, altrimenti perderebbe la sua funzione)… ma tu non sei un optional che si lascia lì..e poi se si vuole si torna. La tua aquila pecca di scontato, pensa di avere il diritto di fare questo e che a priori tu, nido inerme e irrigidito dagli inverni, rimarrai uguale a come lui l’ha lasciato, caldo, accogliente, protettivo dalle angustie dei cieli.
    Sarebbe molto nobile da parte tua, ragazza fedelissima!
    Ma..no, non te lo meriti.
    Devi cercare di non incontrarlo più. Iscriviti in un’altra palestra, frequenta un nuovo giro, volta pagina. E’ vero, non serve a niente che te lo dica, non mi ascolterai, è inutile..ma voglio provarci comunque!
    E magari, cerca di affezionarti ad un passerotto o un pettirosso, che vaga alla ricerca di bricioline di pane ma poi la sera torna.
    Un abbraccio fortissimo, bimba.

  2. 2
    rossana -

    falice,
    se si ha buona sorte, si può amare più volte in una vita. in modo diverso, ovviamente, ma sempre di amore si tratta…

    ritieniti felice di aver provato un sentimento tanto intenso. molti non ne hanno l’occasione, mai.

  3. 3
    falice -

    grazie per le tue parole..sono state davvero di conforto e tra l’altro molto dolci. Sai, mi piace molto la tua scrittura e le tue metafore, è stato come se avessero preso la strada più semplice per giungere al mio cuore…e li rimangono, il nido, l’aquila… ora come ora sento le mie ali spezzate ma spero di poter spiccare il volo un giorno, prima o poi tutti impaano a volare!:):) grazie mille…davvero…

  4. 4
    Ghost -

    C’è una canzone che recita: “mi hai insegnato a volerti bene e hai voluto la mia vita?! Ecco, ti appartiene. Ora insegnami, se lo vuoi tu, a lasciarti e a non amarti più”. A 18 anni si ama e si vive. Non credere che sia scappato perché spaventato perché se ti avesse amato non avrebbe permesso che tu fossi sola. A 18 anni si costruisce! Te lo dice uno che è fidanzato con la sua lei da quando aveva 16 anni e che, tra paure e sacrifici, a ruotato il mondo per stargli vicino. Digli di non essere vigliacchio o egoista.

  5. 5
    Mony -

    k storia commuovente!! :'(
    mi disp tanto x te
    spero k l’aquila ritornerà al suo nido il più presto possibile

  6. 6
    rossana -

    falice,
    io invece ti suggerisco di riprenderti la tua vita e di non stare ad aspettare. chi ci ama non ci lascia, se non per serissimi motivi, e non mi pare che sia questo il caso.

    scusa se sono molto diretta, e fai, ovviamente, come meglio ti pare o come meglio ti riesce.

    un abbraccio

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