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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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PS. Quando vedi Cristina77 o Vittoria siamo la stessa persona. Bacio
Ciao a tutti.mi presento.sono simone 32 anni depresso da una vita.capisco bene tutti voi,ogni singola parola.é inutile parlare d sofferenza..nn c é niente da aggiungere,solo tanto rispetto per ognuno d noi.il suicidio per quelli come noi?sono d accordissimo!ma nn prima d aver provato tutto e d tutto cavolo!ognuno d noi sa cosa fare,o sbaglio?se siamo ancora qui un piccolo lumicino c é no?e allora aiutiamoci noi ke ci capiamo al volo!cerco qui amici e amiche con i quali provare a risalire,insieme!lascio e mail jenspeter@live.it e numero cellulare per sms 3207689219 a presto
Tante volte non si parla per non vedere il dolore negli occhi di chi ci sta vicino quando ci sente parlare di una cosa così devastante…..altre volte, molte persone che si credevano amiche se la danno a gambe levate reputando la cosa troppo difficile da gestire. Oppure, si è talmente tristi che manca la forza materiale per spiccicare anche una sillaba e ci si tiene tutto dentro, logorandosi giorno dopo giorno. Mi spiace molto per la persona che hai perso Manu e spero con tutto il cuore che si riesca a venirne fuori al più presto, peccato rimanere al buio quando c’è tanto sole al quale scaldarsi eppure pensiamo che sia meglio farci piccoli piccoli per non disturbare nessuno.
beh, certo che 811 commenti a “Il suicidio” è un risultato molto sconcertante se solo si considera che ogni cellula dell’essere umano si oppone naturalmente a un evento del genere.
se si può arrivare a spendere 811 interventi su una cosa come questa, vuol dire che la società è definitivamente sull’orlo di un abisso.
ancor di più se si considera che gran parte di questi commenti sono di gente molto giovane.
ma non si dice sempre che negli ultimi 200 anni l’Occidente ha fatto passi da gigante lungo la via del progresso?!
ma forse non s’intendeva nel senso dell’evoluzione, bensì in quello contrario, dell’involuzione.
è come se uno percorresse i numeri nel senso negativo essendo convinto di percorrerli in senso positivo, come farebbe uno che è stato costretto a girarsi dall’altra parte ma è ancora convinto che sta camminando nel senso dritto.
non c’è stato uno famoso che ha sperimentato uno stato confusionale analogo?!
Dante Alighieri, quando era sulla trentina più o meno.
niente di nuovo infine, salvo che all’epoca di Dante non avrebbero speso 811 commenti e neanche 8 commenti su una questione così ben definita e che Dante stesso non pensò mai di violare il principale comandamento naturale, bensì si sfogò producendo un capolavoro immortale come la Commedia, dal quale si possono trarre molti proficui insegnamenti.
Il suicidio e’ un atto di buon gusto.
E’ l’ultimo regalo che noi soggetti biologicamente inadatti alla riproduzione ed al perpetuarsi dei nostri geni devianti possiamo offrire al mondo.
Non stiamo li’ a menarcela. Non siamo “inferiori” agli altri. Siamo semplicemente “non adatti” alla vita, o meglio a questo tipo di vita.. E’ uno status pragmatico.
E mica e’ “colpa” nostra. Pero’ c’e’ poco da fare. Siam nati cosi’.
Ma sentirsi obbligati a restare in questo mondo per il quale siamo inadatti, mi dispiace signori, questo non possiamo concedervelo.
Non chiedeteci di giocare a briscola quando noi abbiamo in mano carte da scala.
Vivere non e’ ne’un diritto ne’ un dovere. E’ una scelta, l’unica che abbiamo.
Non abbiamo scelto di nascere cosi’, e non abbiamo scelto di nascere in questo mondo. Se le nostre possibilita’ sono oggettivamente 0 possiamo sempre scegliere di andarcene. Questa scelta e’ la nostra piu’ grande affermazione.
Anche io ho tentanto il suicidio più volte e volete che vi dica che io ho paura di uscire di casa perchè le poche volte che sono uscito mi sono senpre successi incidenti dei quali i porto le cicatrici,io mi chiedo senpre perchè a me deve succedere che feccia un incidente che io non mi cerco ma e colpa degli altri,ho tentato 3 volte il suicidio ma non ci sono riuscito,ma il mio pensiero rimane fisso nel suicidio ma adesso sto studiando un modo infalibile per farla finita.
Sincope, sono daccordo con te al 100%, il mio unico dubbio riguarda la questione se la vita possa essere considerata una punizione o meno. Perchè a me spesso lo sembra. Non riesco a credere che da milioni di anni miliardi di anime soffrano l’indicibile per puro caso. Temo ci sia un “senso”, una ragione, ed essa non può che essere terribile. Da ciò ne deriva che se io tentassi di sfuggire a questa punizione, potrei forse incappare in una più grande. Come un carcerato che evade e, una volta ricatturato, deve scontare il doppio del periodo che gli rimaneva da scontare in precedenza.
Sono pertanto combattuta fra una visione “eroica” di colui che lascia questo mondo e la paura che ciò non risolva bensì aggravi ancor di più la situazione di partenza…
mi piace l’analisi di Sincope; mi ricorda un poco l’Harakiri giapponese, che era un fatto d’onore.
il ragionamento però fa acqua laddove non spiega chi e come giunge alla conclusione che per un tale non c’è più alcuna alternativa.
Sincope dirà che è tutto che lo afferma, la situazione complessiva, e che il suicidando semplicemente lo percepisce, ma anche questo fa acqua: la situazione complessiva è data dalla somma del contorno più il suicidando; ora, che lo dica il contorno non è una causa sufficiente; il contorno ha torto per definizione e gli si può sempre dire “ma vaffanculo”; che lo affermi il suicidando non è causa sufficiente poiché conclusione tratta da momentanea incapacità di giudizio.
forse è vero che la vita nessuno di noi l’ha chiesta (dico forse perché “ci sono più cose in Cielo e in Terra di quante ne veda la tua filosofia Orazio”; Shakespeare, Amleto), ma ciò non toglie che essa sia comunque un’opportunità.
ne segue che una decisione suicida non è più come l’Harakiri un fatto di dignità e di diritto, ma solo di viltà!
un barbone che muore di freddo per la strada ha più dignità e alternative di uno che si toglie la vita, già solo perché è un pubblico atto d’accusa che testimonia la bassezza alla quale è arrivata una società che si autodefinisce civile ma che in realtà è il Regno della Bestia.
è grazie a gente indifferente come sincope che noi comuni mortali ci troviamo davanti a decisioni drastiche come quella di farla finita!purtroppo quando ti rendi conto che non hai la forza di reagire ad uno stato d’animo che ti impedisce di esprimere realmente chi sei è quello che vali,è difficile ritrovare te stesso!ho solo 29 anni,non esco più di casa,e vivo solo,ho due sorelle che mi adorano ma non riesco a ricambiare il loro affetto,mi ritrovo sempre con una bottiglia in mano e pacchetti di sigarette che vanno in fumo con quei pochi soldi che mi sono rimasti!!! x cri 77,solo gente che soffre veramente riesce a capire pensieri e comportamenti di chi non riesce a trovare altra soluzione.
grazie CRIS !!!