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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14.932 commenti

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  1. 61
    alexia -

    per tentare di darti qlc consiglio dovrei almeno sapere cosa t fa tanto soffrire e di conseguenza assumere qst atteggiamneto di reazione csi “apatico e indifferente”!
    non riesci propr ad interessarti a nulla?
    nulla attorno a te stimola il tuo interesse o stuzzica la tua curiosita?
    fede,qnti anni hai?csa m puoi dire a grandi linee della tua vita?
    per risolvere un probl bisogna sempre risalire alle cause,alla sorgente…mai fermarsi ai sintomi k s manifestano,ke sono solo una conseguenza…
    prova a ricordare l’ultimo periodo in cui eri felice,in cui stavi bene..prova a ricordare cm eri,cosa facevi,cosa provavi e cm t comportavi con te e con gli altri…prova a capire cosa t ha cambiato e recupera,anke materialmente e concretamente,gli elementi ke t possano riportare a qlo stato di benessere…ritrova te stessa..

  2. 62
    Federica -

    Ma come faccio a ritrovare me stessa? Me lo spieghi tu come si fa? Io mi alzo tutte le mattine e torno nel mio incubo quotidiano fatto di nulla. Non mi interessa neanche uscire con le poche amiche che ho perchè non saprei cosa dire. Ho perso la parola, mi sento il cervello paralizzato. Il mio medico dice ch ho impiegato 20 anni della mia esistenza per rompere questo elastico. E che quando mi sembrava di stare bene in clinica era solo un bene apparente procurato anche dalle medicine. Io sono stufa. Non riesco nè a leggere un libro, nè a guardarmi un film in pace. Ho sempre la testa altrove. Cioè che è tutto finito…ho solo 22 anni e mezzo e non so come porre rimedio. Nom ho più emozioni. non sento più niente!

  3. 63
    alexia -

    se soffri significa ke nn sei un vegetale!!le emozioni le hai eccome…nn mi hai detto qnd è iniz qst incubo..nè come…il nulla nn esiste secondo me è sempre colmato da qlcs…cm il silenzio…
    niente t piace?nè t è mai piaciuto?
    le cause fede..devi indagare le cause del tuo male…devi uscire dal probl,cercare di analizzarlo da fuori…una cosa nn la vedi se ci sei dentro,nn ne puoi avere una consapevolezza oggettiva e corretta,perke contaminata dalla tua parte irrazionale…
    nn voglio materializzare tutto,xke cmq s parla di sentimenti di emozioni di stati d’animo…ma il metodo per risolvere la qstinone deve esserlo..
    io t cerco d dare spunti geberali,t sembrerannpo astratti,t capisco…regole inconcrete ke lasciano il tempo ke trovano…belle parole d teorie campate in aria…ma sei tu ke devi dar loro la concretezza,i caratteri delle tua personale situazione….

  4. 64
    ferruccio -

    Cara Fede,

    per quel poco di esperienza che ho acquisito in questo campo vorrei dirti che le cure mediche sono importanti,soprattutto l’approccio psicoterapeutico,però possono arrivare fino ad un certo punto,l’unica risorsa che si possiede è la volontà,anche se si sta male,di cercare di uscirne.
    Purtroppo quando per qualsiasi causa si creano degli squilibri,il bersaglio più esposto è il ns. cervello che è anche il ns. regolatore corporeo e può causare cambiamenti biologici importanti,anche nn reversibili.
    Dovresti descrivere brevemente il tuo iter personale e quello terapeutico,non è detto che le cure farmacologiche siano anch’esse causa di squilibri ulteriori.
    Ci sono anche le cure alternative che sono meno invasive e vi sono centri molto preparati.
    Vorrei che anche beppe descrivesse la sua esperienza,potrebbe essere di aiuto.
    Un saluto.

  5. 65
    beppino -

    ciao a tutti!!
    è la mia esperienza che volete??perché Beppe non sono io , io sono BEPPINO!
    però , il mio medico mi ha prescritto delle medicine “antistress” nonché del magnesio in compresse.Prendo anche dei farmaci per essere meno teso…
    devo ammettere che da qualche mese sono quasi costantemente stanco,è il mio sistema nervoso ad esserlo , piuttosto. Io non mi riposo mai , ho sempre voglia di muovermi come se fossi un “iperattivo”.Di sera , non trovo il sonno. Inoltre , a causa delle esperienze passate sento un forte senso di colpa e dentro me si è formato un sistema che è difficile da “rompere”: mi faccio del male fisicamente , e lo faccio perché me lo merito. Se non lo facessi , mancherebbe qualcosa. Poco fa , mi sono sgraffiato il polso perché volevo soffrire.Adesso il polso non lo devo mostrare a nessuno…
    lo so , non è comprensibile tutto questo fare , ma corrisponde semplicemente a un dolore interno , forse psicologico.Non sono mica matto! no.Sono conscio di quello che faccio. Ho una storia …proprio pazza.Meglio non pensarci.
    Per altro , la mia vita è stata per molto tempo in relazione con Dio.I momenti in cui mi facevo del male , erano i momenti in cui…di Dio non mi occupavo.Adesso , la cosa che mi preme di più è riavvicinarmi a Dio pienamente.Ho bisogno di Lui e mi ha promesso una guarigione , quindi una speranza che non trovo altrove.

    ciaoo!!

  6. 66
    rossana -

    ciao a tutti!
    ho letto questo thread con apprensione e sofferenza. conosco per esperienza diretta molto di quanto avete scritto.
    concordo con alexia: avete parlato chi più chi meno di sintomi, quasi mai, salvo rare eccezioni, di cause. eppure tutto ha una radice, ed è da qui che si deve partire per tentare di trovare soluzioni. comunicatela o scrivete per voi, entrambe le azioni possono essere d’aiuto per cominciare a capire.
    1) alla base di tutto conta molto, a mio avviso, l’energia fisica che si possiede, quasi sempre aiuta ad avere voglia di vivere, quella che ti fa superare tutto, anche i campi di concentramento…
    2) è importante il temperamento: quelli inclini al pessimismo e alla malinconia fanno più fatica di altri ad affrontare le difficoltà della vita.
    3) sono di un certo rilievo le condizioni generali al contorno, come presenza o meno di genitori o di amici, di persone con cui è possibile trovare una sintonia: alla lunga non si può, salvo rarissime eccezioni, far a meno di una persona che sia per noi specchio e accoglienza. siamo creature sociali, non isole.
    4) si dovrebbe, anche, analizzare le proprie aspettative in rapporto alle proprie concrete possibilità: guai a porsi obiettivi troppo elevati o a seguire quelli attualmente imposti dai media. si va incontro a cocenti delusioni e a successive pesanti depressioni.
    5) è utile conoscere quanto più si può di se stessi, dare un orientamento anche minimo alla propria vita, vedere quanto si ha e non quello che manca. un tempo, ad esempio, non c’era modo di curarsi neppure un mal di denti o si veniva venduti come schiavi, solo per aver perso una guerra. oggi non si soffre quasi più nella carne (salvo gravi malattie) ma si soffre molto di più nello spirito, prezzo da pagare per il relativo benessere di cui si gode, rispetto ad altri popoli meno fortunati o al passato. se si dovesse faticare a mettere insieme il pranzo con la cena o a trovare un bicchier d’acqua, si avrebbe meno tempo di stare a pensare a quanto è triste e vuota la nostra vita.
    6) in ultimo, e il pippone è finito, si dovrebbe interessarsi a piccole cose, come un puzzle, cui aggiungere ogni giorno qualche tassello, alla scrittura di un diario, come già suggerito prima, a una collezione qualsiasi, anche solo di bustine di zucchero, per costruire una piattaforma esistenziale facile e rassicurante, che permetta di affrontare tutto il resto.
    se volete commentare punto per punto quanto ho scritto, non potrà che farmi piacere. potrebbe essere l’inizio di un vero dialogo, utile a farci conoscere meglio e a riconoscere nel prossimo qualcosa di noi. dono e scambio, un sorriso telematico, un minimo di ascolto e di sforzo per capire e farci capire.
    la fede può essere una grande risorsa ma da sola non credo possa bastare. dobbiamo essere noi per primi a posare qualche mattoncino su cui costruire…

  7. 67
    rossana -

    dimenticavo una domanda, la più importante: chi di voi è stato molto amato da bambino?
    spesso è proprio dal troppo amore o dalla mancanza d’amore che nascono i peggiori disagi. e vorrei tanto aver detto una cavolata, vorrei davvero che l’amore non c’entrasse per niente…

  8. 68
    ania -

    L’amore,quello troppo forte avvolte ti lacera l’anima,
    non ti lascia vivere,io lo sò perchè mia madre è così…
    Ogni sera è una lotta con lei,perchè per colpa delle sue abitudini (beve)io mi ritrovo con il passare una giornata all’insegna del divertimento me subito cancellata con i suo atteggiamenti;adesso non tento più il suicidio ma sono diventata autolesionista,mi taglio per non sentire il dolore psicologico

  9. 69
    beppino -

    Ciao!
    io di diario ne ho cominciato uno…però non basta.Ho l’impressione che la società ci pone effettivamente degli obiettivi troppo alti.Inoltre nella società , il ritmo di vita è accelerato . Più le cose si fanno in fretta , meglio è…quindi lo stress diventa più importante…
    Da bambino ,sono stato molto amato , ma non è una protezione contro la depressione.Per niente. A volte , gli adulti non ci capiscono.
    Come Ania , anch’io sono stato autolesionista dopo aver tentato il suicidio.
    Ciao!!

  10. 70
    rossana -

    beh, ania, io non sono arrivata mai a farmi del male ma ne ho provato il forte desiderio. non l’ho fatto, forse, perché non ero giunta ancora a tanto dolore psichico ma mi illudo, anche, di non averlo fatto perchè avevo un bimbo piccolo da crescere.

    non so quanti anni hai e questo mi impedisce di avere un’idea della situazione che vivi, che è comunque di certo lacerante. non è però che, facendoti del male, tu possa in qualche modo cambiarla o mitigarla.

    a che servirebbe dirti che ti devi fare più forte per accettare e sopportare la situazione o che devi avere la forza di indurre tua madre a seguire un percorso di disintossicazione? il bere non è il male, ne è soltanto la conseguenza…

    hai provato a cercare un sostegno indiretto in un gruppo di alcolisti anonimi? non è la soluzione, lo so, ma potrebbero darti qualche utile consiglio. tutto può essere utile in questi casi, se hai la fortuna di incappare nel filone giusto…

    non posso e non so fare di più per te ma ti sono vicina, con affetto e tenerezza.

    rossana

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