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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ciao Burney,
al contrario di quanto pensi, ci sono stato più vicino di quanto credi. Certi avvenimenti, nonostante la mia giovane età, mi hanno segnato nel profondo. Mi dispiace che il mio possa essere stato interpretato come il messaggio di una persona che con questa problematica non c’entra niente e che ha scritto un commento solo per vedere la reazione che avrebbe scaturito lo stesso. Mi dispiace un casino e me ne addoloro. Il mio intervento voleva essere una boccata d’aria in quanto credo che il continuare assiduamente a piangersi addosso non serva affatto a risolvere i problemi. Credo che avere degli amici che ti aiutino a superare questo NERO periodo, sia una toccata d’aria sana. Purtroppo io a mio tempo non avevo amici, come non ne ho tutt’ora. Il messaggio che mi piacerebbe lanciare è uno solo: la vita è bella nonostante le sue mille difficoltà e vale la pena di essere vissuta fino in fondo.
Scusate l’intervento. Se da fastidio, mi esonerò nel farne ancora.
Un abbraccio
Luca
Paolo: in effetti avevo frainteso. Ti chiedo scusa
In teoria non sarei contrario all’apertura di “microcomunità”, anzi: ma in pratica, come si fa? Per essere in grado di creare una società migliore (ma anche più modestamente per partecipare a quella attuale), bisognerebbe prima capire davvero dove sbaglia quella vecchia, e poi concretamente come cambiarla. Non c’è niente di peggio che essere consapevoli di vivere in questo “limbo”, e di non possedere nessuno “strumento” valido per uscirne. Anch’io intuisco che qualcosa non funziona, ma francamente non me la sento di attribuire tutta la colpa alla società, o meglio non riesco a distinguere le mie colpe private da quelle pubbliche; in ogni caso non penso che lavorare sul nostro “egoismo” sia la vera soluzione: il desiderio di soddisfarlo fa parte dei nostri istinti più ancestrali e radicati, e farlo materialmente è il modo più naturale e fruibile, sempre pronto a riemergere in barba agli intenti più altruistici. Non è affatto semplice condividere, come dimostrano d’altronde le vicende storiche del secolo scorso (ma non solo)
Burney: penso che arrabbiarti così ti farà solo scoppiare il fegato. Forse qualcuno esprimerà i suoi commenti in modo arrogante o superficiale, ma bollarli subito come tali di contro può portare a considerarli solo dalla propria prospettiva e ad ignorare potenziali alternative. Anche se in effetti ammetto che certe sentenze come “siete dei vigliacchi” oppure “la vita è bella”, prive di adeguate argomentazioni, alla lunga risultano piuttosto stancanti
ma perchè facciamo così? perchè anche in un blog di questo tipo succede quello che succede fuori? non sono queste, tra le altre, le cose che ci fanno stare male? e perchè bisogna sempre dare dei giudizi? almeno qui dovremmo essere liberi…….
ma perchè trovate il marcio dove non c’è ? caro paolo , ma tu hai per caso letto qualcosa di me in queste lettere in cui affermo di avere questo “superpotere” di riuscire bene ad immedesimarmi negli altri , e che ce l’ho soltanto io e nessuno altro questo “superpotere” ? non mi pare , forse perchè penso che non ce l’abbia nessuno questo “superpotere”…ma sicuramente ci sono delle persone che pensano e riflettono un po’ di più (e non ho detto che io sia una di queste…meglio specificare…altrimenti qualcuno potrebbe dire:”caro burney , chi ti ha detto che tu sei uno di quelli che pensano e riflettono un po’ di più ? ) . certo che chi afferma verità assolute (e non mi riferisco a nessuno in particolare) , in altre parole dice frasi tipo : “la vita è bella sempre e comunque” , “suicidarsi è da vigliacchi”… afferma delle cose che sono dei suoi pensieri , ma che pensa sarebbero valide per tutti . vedi , paolo ? ti pare che in queste mie frasi io abbia dimostrato di essere capace di immedesimarmi completamente in chiunque ? no , ma non penso che questo discorso faccia una grinza (anche se questa frase potrebbe far pensare ch’io mi senta superiore , ma non è così…) . te lo spiego meglio . Se qualcuno dice “la vita è bella sempre e comunque” come fa a sapere che la vita di tutti è bella sempre e comunque ? …forse voleva dire che la sua vita , nonostante tutto , sia stata bella comunque . se qualcuno dice “suicidarsi è da vigliacchi” magari non ha provato la sensazione di provare a suicidarsi e non riuscirci , e dopo un po’ di tempo non sentirsi vigliacco di aver provato quel gesto , anzi dispiaciuto di non esserci riuscito veramente .
se c’è qualcosa in questo discorso di errato , fatemelo sapere…però non ditemi solo “non puoi dire così !” , “è sbagliato ciò che dici” ecc. , dimostratemi in maniera esaustiva la sua erroneità ( non ne faccio una questione di arroganza , credetemi ) . ciao
Nessuna scusa, golaprofonda, ci mancherebbe!
Yoshi, burney, golaprofonda…. come farvi capire, ad esempio, che i vostri tre ultimi interventi sono pieni di umanità, speranza e sensibilità??
Perchè dobbiamo pagare sempre “noi”, per eccesso di sensibilità, intelligenza, tatto, “biogno”.
La necessità di comunicare, di condividere, è diventata davvero un fastidio, un peso èer la “comunità” che nella maggior parte possiede meno sensibilità e tatto?
Fossimo anche in cento ad aver bisogno di.. tatto, condivisione, comprensione e necessità… maggiori, sarebbe un delitto?
A scanso di equivoci, è facendo tesoro dell’ultima osservazioni di yoshi, perchè ci si deve appiattire “qal ribasso” per colpa di una maggioranza silenziosa???
Mi viene in mente la battuta che si fa per capire quando un nuovo assunto arriva, che ne so, in un ufficio dove esiste già uno “status quo”, cioè dove, all’insaputa dei “capi” tutti si sono tacitamente accordati per fare il minmo per mandare avanti la baracca, senza eccessi di zelo o protaagonismi, in modo che tutti possano tirare lo stipendio ma con il minimo impegno di energie! Quando arriva il nuo aasunto, tutto carico, volonteroso, desideroso di apprendere, applicare, risolvere e, perchè no, far vedere le proprie attitudini e capacità, subito viene avvicinato dal “portavoce” che in modi chiari e semplici gli trasmette i messaggio: “bello, tranquillo, rilassati, qui dentro non c’è bisogno di protagonisti o di “prime donne”, devi fare solo il minimo indispensabile, senza far demeritare gli altri per le tue qualità”!
Ecco, questo è un po’ il messaggio che volevo far passare (ma lo conoscete benissimo) per cercare di rompere quello che sembra essere il muro di “omertà” e di invalicabilità che separa a volte chi “chiede aiuto” da quelli, “ex bisognosi” e gli “altri” che invece di fanno forti della loro capacità di tirare la carretta senza tante pretese di essere “capiti” o di voler cambaire nulla!
E burney, tu forse non l’hai letto, ma tempo addietro qui dentro mi scagliavo duramente con chi entra, fa la sua bella romanzina catto-moralista, e se ne va scocciato o tutto “impettito”!
Proprio perchè, come dici tu, non servono a nessuno persone come queste!
Solo a loro stesse!
Fin che si continua a leggere di “eroi” che erano nella merda e ce l’hanno fatta… “da soli” a riemergere non si potrà mai affrontare davvero con affetto e parrtecipazione e solidarietà un argomento come questo!
E non dico che gli esempi non servano!
Mia madre quand’ero bambino mi diceva sempre “pensa a chi sta peggio di te”!
La cosa mi faceva talmente incazzare che diventavo ancora più una jena, ribelle e arrabbiato!
Poi, crescendo e osservando anche gli altri, oltre che me stesso, ho capito che in effetti, il messaggio di mia madre non era così “sciocco” come io lo sentivo in quei momenti!
Certo, la sofferneza altrui non ci può certo servire per farci passare tutti i nostri “mali”, fisici od esistenziali che siano, ma, forse, può….
frose, dicevo, può servirci per provare a capire, assieme, se questi mali e malesseri sono davvero “immutabili” e un capesto per le nostre vite o se, come diceva golaprofonda, si tratta solo di ritornare al VIA! e ripartire provando a prendere la VITA da un’altra angolazione!
Carissimo golaprofonda, le microcomunità non solo esistono (di vario tipo, di varia natura, con vari intenti, scopi, morali, obbiettivi e regole) ma sembra che chi sia riuscito ad “arrivarci” si sia trovato e si trovi davvero in una dimensione “nuova”, più accettabile, più “umana” e meno omologata di quella che molti di noi si sentono oggi di “subire”!
Certo, in questo senso chi esorta a non mollare dice anche una parte di verità, bisogna metterci del proprio!
Io ho una sorella malata di mente dalla nascita (vi prego, non pensiate che voglia fare sfoggio di “commiserazione” o di “bravura”, e nemmeno il contrario) e nel suo difficile percorso di “crescita” ci siamo trovati anche ad affrontare le sue richieste di “vivere da sola”!
Credetemi, in un certo senso la sua capacità o almeno la sua speranza di “autonomia”, impossibile ed impraticabile totalmente nella pratica (secondo una certa visione, almeno) mi fa spesso pensare a quanto ognuno di noi non sia del tutto “cosciente” delle straordinarie capacità di “autonomia e di libertà” contenute in se stesso!
Poco tempo fa, al culmine dello stress e della…. tristezza, ho avuto qualche sentore anche se me stesso di qesta incapacità di sopportare oltre “tutto questo”, questa quotidianità senza mèta, questa fatica senza vie di sbocco e senza aspettative di miglioramento!
Poi, chiedendo, anzi… gridando AIUTO!!! qualcosa si è mosso, attorno a me e dentro me stesso!
Nulla è cambiato radicalmente, nulla è migliorato “d’incanto”, ma si sono aperte nuove prospettive che prima, non chiedendo e non vedendo da solo, non sembravano nemmeno ipotizzabili!
Quanti di voi, Yoshi, Burney, Golaprofonda sentono dentro di loro che tutta questa “rabbia” e questa sofferenza magari potrebbe modificarsi e din parte “lenirsi” se solo qualcuno uscisse dagli schemi quotidiani, venendovi incontro davvero?
Quanti di noi si aspettano da anni un sorriso o una parola “diversa” da chi invece mette in scena ogni giorno la rappresentrazione del conformismo e del “tirare a campare”?
Quanti di noi però sarebbero in grado di riunire le forze, senza appunto giudizi preconfezionati, per provare a modificare qualcosa, magari scoprendo che “un altro modo” era possibile, e molto più vicino di quanto credessimo?
Vi prego, se volete, cogliete qualche spunto dalle mie personali e discutibili parole ma “aiutiamoci” a capirne qualcosa di più, che dite?
Alla prossima e…. senza falsa retorica…. fate un profondissimo sospiro e sorridere, anche solo per 30 secondi!
A presto, salvo varie ed eventuali… 🙂
Paolo: ? Non capisco a cosa ti riferisci, allora. Potresti farmi qualche esempio di microcomunità? Tu in che modo hai ottenuto aiuto, per curiosità?
Golaprofonda,
il concetto di “microcomunità” o di “comunità abitative” è presente nella nostra cultura da… sempre e, per non andare troppo indietro nel tempo, le ultime idee di comunità “autogestite, o meglio di “comuni”, sono quelle che risalgono agli anni attorno al 1960, dove però tutto era terribilmente contaminato da estremismi ideologici e politico-culturali!
Da un po’ di anni, (vedi il caso della Germania e di Berlino, in particolare) sempre più numerosi sono i gruppi di persone che ritrovano “un senso” riunendosi in una sorta di comunità che altro non sono che grandi unità abitative (un condomino, una serie di villette a schiera, un piccolo complesso resisdenziale, tanto per intenderci) dove però lo scopo dichiarato e “voluto” è esattamente contrario a quello che succede, di nroma, in un condominio o in una quadrifamiliare, dove prima o poi esplodono conflitti di “vicinato” dovuti all’incapacità, o peggio, alla volontà di alcune persone di essere provocatorie, non rispettose di banali regole comuni e altre amenità varie che conosciamo tutti!
Qual’è il discorso alla fine? Molti di noi non ne possono più di dover “subire” i costi della vita attuale, soprattutto se si connsiderano i costi economici e di stress che derivano dal dover arrangiarsi da sè per tutto, moltiplicando a livello esponenziale costi che fanno solo gli interessi di chi “riceve” mentre sono la rovina dei singoli “clienti”.
Se uniamo a tutto ciò il fatto che siamo sempre più bisognosi di ritornare ad essere “gruppo”, senza però imposizioni politiche o religiose di sorta, ma soltanto nel rispetto di poche regole “civiche”, si capisce come un’idea del genere possa essere considerata addirittura “nuova”, se vista in u’ottica davvero rinnovata!
Il discorso è complesso ma anche.. banale e sarebbe bello parlarne più approfonditamente, anche con intenti di… realizzazione, perchè no?
Per il resto, l’aiuto che io ho ricevuto non è stato chissa che “aiuto”, anzi per il momento solo una serie di parole ma chiedendo davvero “aiuto” mi sono accorto che amici attorno a me che credevo “distanti” erano molto più vicini; mi sono accorto che i rapporti parentali (fratelli) possono anche migliorare fino ad essere davvero un supporto, almeno temporaneo, per superare momenti di crisi, sia psico-fisiche che socio-economiche!
E, non da ultimo, mi sono accorto “meglio” (di quanto già non sapessi) che “ascoltarsi” non è solo un esercizio labiale ma è soprattutto un fondamentale strumento, se fatto con serietà e apertura, per rendersi conto che si è un po’ meno soli di quanto si creda, che si è un po’ meno “odiati” di quanto si creda e che si è un po’ meno “allo sbando” di quanto noi stessi pensiamo “di noi”!
Concetti che sembrano, detti così, ancora un esercizio di belle parole e di filosofia spicciola ma invece, ti assicuro, sono serviti a “qualcuno” per riemergere da pensieri “autodistruttivi” che sembravano l’unica soluzione a portata di mano!
Ma so bene che c’è chi soffre “di più”!
Sono stanca. Stanca di non trovare ragioni per essere felice, stanca di questa vana esistenza che non trova le sufficienti risposte ai perché.
Sono stanca
Anche di scrivere
Ciao Joywarrios,
Purtroppo non dici… nulla di nuovo, soprattutto all’interno di questo sito!
Però, dato che, secondo me, non esistono due stanchezze o due sofferenze uguali, potresti provare a parlarne più nel dettaglio, che dici?
E se lo credi opportuno, anche in forma più riservata, scrivendomi:
idrante2001@libero.it
L’incomunicabilità è la maggior causa di soffernze e di disagi, in questi tempi. Ne sono convinto!
E “lobbligatorietà” ad essere sempre… sul filo, sulla cresta dell’onda, pena l’emarginazione sociale e materiale (e di conseguenza spesso anche quella economica) ci costringe ad essere quelli che non siamo e che non vorremmo essere!
Molti, la maggioranza, riesce a “raccontarsela” in modo soddisfacente e così prosegue nel cammino quotidiano tra ipocrisie e compromessi!
Altri soffrono molto, troppo, le contraddizioni e i danni che la nostra società riesce a produrre sul singolo, e soprattutto su menti più sincere, oneste e desiderose di verità e condivisione!
Quello che fa incazzare e che proprio quest’ultime sono invece le persone “migliori”, quelle su cui fare affidamento, quelle che potrebbero dare ancora moltissimo in termini di solidarietà, altruismo, affettività ed umanità!
Ma… “ci” hanno relegato in un angolo, sono riusciti (o siamo???) a far sì che solo chi consuma, spende, dimostra, appare, grida e “vince” è il giusto esempio da seguire!
Ma non tutti sono disposti ad accettare e ad arrendersi.
Quelli… siamo noi!
Perchè non facciamo davvero qualcosa, prima di pensare davvero che arrenderci sia l’unica cosa che ci rimane da fare?
Ne parliamo?
C’è qualcuno??? C’è nessuno???