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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14.902 commenti

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  1. 611
    Paolo cogitoergosum -

    Perlanera,
    ti auguro di non capire mai cosa hai scritto con le tue abbaerranti “minaccie”.
    Possibile che non si abbia rispetto nemmeno del grido “dispersto” di chi si fa attraversare anche solo di striscio dall’idea del suicidio?
    Ok, tutti polemizziamo, ci incazziamo per modi di pensare e di vivere che ci sembrano eccessivamente sbagliati ma, per favore, parliamo di questo argomento in toni il più possibile “rispettosi”.
    Capisco che vi siano persone più “forti”, persone che trovatesi in siutazioni disastrose ce l’abbiano fatta a tirarsi fuori.
    Ma non è così per tutti. E la debolezza non è un crimine, e nemmeno un’onta di cui vergognarsi!
    A golaprofonda, di cui ho letto i suoi “profondi” ragionamenti vorrei però dire: chi etichetta qualcuno come “invaslido mentale” irrecuperabile?
    Chi permette di ghettizzare, ogni giorno persone oggettivamente meno fortunate, meno dotate e meno capaci di “camminare da sole”?
    Io sono il primo che polemizza duramente con molte persone, quando però riconosco in loro una “suffiecente” capacità di farsi carico anche dei miei insulti:
    Forse il ragionamento è contorto ma, in un certo senso, è una forma di riconoscimento di “capacità” e di intelligenza!
    Ma non tutti debbono essere misurati per la loro capacita di saper reagire.
    Quando, tutti noi, diventeremo davvero capaci di “riconoscere” chi ci sta di fronte come un essere umano, anche e soprattutto se è zeppo di difetti e di menomazioni, fisiche e psichiche?
    Avete mai vissuto soltanto una giornata all’interno di una comunità per disabili mentali?
    E tutti noi, proprio che ci fidiamo di confidare qui dentro i nostri limiti e i nostri “insani” istinti, non avremmo soltanto il bisogno di essere “riconosciuti”?
    Lo so, è come scoprire l’acqua calda, se la solitudine non fosse il MALE del nostro tempo, forse non ci troveremmo qui a discutere di “morte”!
    Nei paesi nordici, in cui il tasso di servizi e di assistenza alla persona è molto più alto che da noi, i suicidi sono in percentuale be più alta che qui vicino.
    Eppure, materialmente hanno ben di più di noi!
    Ma la “solituidine”, quella vera, quella che ci impedisce di sentirci “accolti”, riconosciuti, amati e “voluti” anche con io nostri limiti, quella la sanno fornire su al Nord??
    Quando riusciremo a ritrovare la consapevolezza, e quindi la forza, per riunirci, in due, in sette, in quindici, per condividere il giusto, il minimo, il possibile, senza più sentirci delle “merde” se non abbiamo questo, quello e quell’altro ancora?
    E perchè sembriamo perennemente condannati a non sapre riconoscere in tempo… quello che avevamo, e che abbiamo perduto??
    E perchè non dovremmo ricercare serenità e pace qui, adesso, accontentandoci invece di una pace eterna del tutto… insicura, dubbia e, mi pare a me, un po’ idiota nella sua “positività assoluta”?
    Perchè, cancellati gli estremismi di tipo “politico”, non si potrebbe davvero provare a fondare una, cento, mille “comuni”, dove si possa solo “condividere”??

  2. 612
    yoshi -

    grazie paolo

  3. 613
    golaprofonda -

    Caro Paolo, a parte il fatto che l’invalidità di cui parlavo, come giustamente mi ha fatto osservare Emilia, non è “mentale” ma “esistenziale”, questa “etichetta” non me la sono inventata io, ma l’ho semplicemente ripresa dalle parole di Monica, per capire quale sia il motivo che la spinge appunto a ritenere un’invalidità “irrecuperabile”. Per il resto è piuttosto logico il fatto che, se una persona non soddisfa determinate condizioni per inseririsi all’interno di una comunità, ne verrà naturalmente isolata; parlando in termini più generali, ognuno è portato alla ricerca di una propria “realizzazione” che potremmo sintetizzare in quattro categorie:
    _ Affettiva (rapporti inter-personali)
    _ Sociale (attività socio-politiche)
    _ Produttiva (attività lavorativa, scientifica ed artistica)
    _ Ludica (soddisfacimento di propri piaceri ed interessi)
    La categoria Sociale e quella Produttiva sono di tipo “oggettivo”, cioè sono misurabili ed assai competitive, per cui non consentono a tutti di esser “riconosciuti” nelle società Occidentali brutte e cattive (né tantomeno di eccellere), mentre quella Affettiva e Ludica sono di tipo “soggettivo” consentendo a tutti, almeno in teoria, di trovare un proprio “livello di soddisfacimento”. Almeno in teoria, appunto

  4. 614
    Paolo cogitoergosum -

    Golaprofonda,
    nella mia precedente lettera sembrava ti imputassi le parole che ho scritto, ma non era questo il mio intento.
    Mi sono espresso in modo un po’ contorto.
    Per quan to dici qui sopra, le regole delle varie “comunità” mondiali sono tante, diverse, e varie (e avariate, spesso!).
    Sta a noi, se nati e cresciuti “incolpevolmente” in una di queste comunità, il cercare di crearci un’altra “microcomunità” al suo interno o, come molti hanno provto a fare, provare a spostarsi per vedere come vivono… gli altri!
    In quanto alla “realizzazione” tu sai meglio di me che il discorso sarebbe complessissimo e articolato (apriamo un topic? che ne dici?) e credo non sia difficile riconoscere che ormai molte delle cosiddette “realizzazioni” altro non sono che il frutto di anni, decenni e secoli di “indotttrinamento”, per i soliti scopi o per scopi tutti nuovi e sempre rinnovabili!
    Certo, sappiamo bene che ognuno di noi è, almeno in parte, il frutto “culturale” di una determinata famiglia, società, gruppo, modo di pensare, religione, ecc, ecc, e, bisogna ammetterlo, soltanto pochi riescono a crescere sufficientemente liberi, di pensiero e di azione, per pote poi, almeno parzailmente, costruirsi la propria esistenza con soddisfazione ed essendo riuscito a rispondere alla propria “essenza”, alle proprie inclinazioni!
    Il discorso sarebbe lunghissimo, enorme, e devastante, credimi, perchè bisognerebbe innanzitutto creare, come si dice, un “panel” di persone che accettino di discuterne in mod piò liberale, aperto e scevro da ipocrisie e condizionamenti, cosa molto difficile ma tutt’altro che impossibile!
    Il fatto è che l’hanno pensata bene.
    Oggi tutto gira davvero sull’avere, per dirla amleticamente, e non è certo un luogo comune dire che apparire è più importante che essere.
    Chi, come te, come me, come molti di noi non è stato completamente “progrqammato” dalla cultura imperante si ritrova infatti in una specie di “limbo”, dove assoggettarsi alle cosiddette regole diventa impossible ma non si posseggono tutti gli strumenti per rendersi… liberi ed autonomi da esse!
    Eppure, dio mio, come sarebbe facile tutto ciò!
    Io sono il primo ad avere, “latente”, questp chiodo fisso, che mi martella, mi perseguita, mi rode e mi continua a… parlare.
    Rompere la catena, spezzare il circolo vizioso che i “soliti noti” e per altrettanto soliti motivi ci hanno cercato di imporre sin da un minuto dopo la nascita!
    E quanta responsabilità (e colpe) hanno spesso i genitori, nel generare ed educare figli che devono servire solo al soddisfacimento dei propri egoismi ed ai quali, appena possibile, bisogna riempire la mente e le azioni di cose che non gli apparterrebbero!
    Allora… si dia inizo alle danze!
    Oggi fa figo… che il figlio suoni il pianoforte, che vada a danza, che faccia “uno sport”, che vada boy scout se possibile, o che studi il più possibile, per poi essere sfoggiato a parenti e amici!
    Eh, quante ce ne sarebbero da dire…!
    Ho visto cose… 🙂

  5. 615
    burney -

    cari “tutti” , avevo cominciato a scrivere a questo sito sperando di trovare qualcuno che avesse l’intelligenza “appropriata” per capire chi si trova in queste situazioni ; e invece ora , che posso tranquillamente definirmi (ahimè) un “veterano” del sito , e dopo essermi defilato per qualche giorno , un po’ perchè non ne avevo voglia e un po’ perchè ho voluto dare uno sguardo anche da spettatore esterno , ho capito che in realtà ciò che cercavo qui non l’ho trovato ( anche se in realtà qualche anima che si salva c’è ) . chi ha letto un po’ di messaggi , soprattutto cercando di interpretare il loro concatenarsi e distinguendo chi lascia messaggi perchè vive con tutto se stesso il pensiero “suicidio” da chi lascia il messaggio perchè qui ci è passato per caso , lascia la sua opinione ma che l’idea del suicidio non sta per niente dentro il suo cervello o quasi , avrà capito che qui , come forse ho già detto , non c’è altro che tutto quello che sta li fuori : ci sta tanta ipocrisia , ci stanno tanti sempliciotti ( da non confondere con persone semplici ) , c’è molta violenza e poi in fondo colui che viene considerato saggio , colui a cui viene detto :”pincopallino hai proprio ragione” (e non si pensasse che siano queste le parole che vorrei sentirmi dire qui e chi mi ha conosciuto un po’ meglio messaggiando un po’ fuori di qui su msn lo sa) è sempre colui che non ha capito un c***o , che conosce poco questo tipo di situazione veramente e che in fondo si comporta qui con la stessa superficialità con cui si comporta fuori di qui .
    purtroppo ho il vizio di dilungarmi un po’ troppo nei miei pensieri per cercare di renderli più chiari possibile a tutti e forse qualcuno è costretto a tornare indietro per rileggere da capo perchè si è perso un po’ … vi chiedo scusa , non ditemi troppe parolacce !!! 🙂
    comunque volevo dire che un altro motivo per cui ho cominciato a scrivere è stato perchè speravo di trovare persone come me che lottassero per morire … lo so che ora nella mente di qualcuno ci saranno pensieri del tipo :”come è possibile? non si può lottare per morire ! non è un pensiero da essere umano ! sei un mitomane ! . ma vedo che voi qui tutti ( o forse quasi tutti ) lottano per vivere ; anche se non lo ammetteranno ma nel fondo del loro animo lo sanno che è così . anche io fino a poco fa lottavo per vivere , anche se non lo ammettevo davanti agli altri e lo dicevo anche a me stesso che volevo morire , infatti io lottavo per vivere non lo sapevo e sapete perchè ? … perchè non sapevo cosa significasse lottare per morire . ora invece ho capito che significa lottare per morire , e questo mi ha fatto capire anche che significa lottare per vivere .
    spero di suicidarmi il più presto possibile , pur non sapendo ne quando avverrà ne se avverrà , poichè finchè non sei veramente morto non puoi dire di aver raggiunto il tuo “ultimo” obiettivo . sicuramente qualcuno penserà che se uno lo vuole veramente fare ,lo prende e lo fa …purtroppo non è così…

  6. 616
    burney -

    ora vado . chi mi volesse contattare sa il mio contatto o lo trova qualche pagina fa . ciao

  7. 617
    Luca -

    Vivere significa affrontare gli ostacoli della vita! è da vigliacchi arginare gli ostacoli pensando al suicidio. Io avrei mille e più ragioni per farlo, ma ogni volta penso che la vita è bella anche per qyesto e che devo godermela fino in fondo!
    Luca

  8. 618
    dpppnz -

    scusate l’intromissione..ammetto che nn sono un’assiduo frequentatore di questo tipo di siti.Mi sembra che qui vi siano persone più vicine alla mia età e anche sensazioni molto simili.Ho avuto il piacere di leggere le sensazioni di emilia..credimi nn sei la sola.Secondo i parametri di questa società dovrei essere tra gli strafortunati.Sorvolo sul perchè,ma da fuori mai si direbbe che abbia pensieri come i tuoi.Invece nn è così.Nn sono chiuso come te , ma poco cambia.Sembra come avessi un vortice nero dentro che ogni tanto ti risucchia al suo interno e ti svuota l’anima.Potresti anche essere il massimo in ogni campo che tanto le cose nn cambierebbero.E stai male..nn sai dire nemmeno tu il perchè.Sai perchè nn ho mai tentato nulla? Perchè mi frega la razionalità..il nn avere la certezza che sarà sempre così,anche se dentro di te una vocina ti dice che sarà sempre così.Non voglio dirti che domani splenderà il sole…magari accadrà ma poi è sempre capitato che sia venuta la notte più buia di prima.Ho letto che ciò che ti blocca è il dolore che potresti dare a chi resta..ti sei mai chiesta quanto ne dai a te stessa? Non voglio dire che uno debba scegliere una via o l’altra,solo che uno dovrebbe rifletterci bene pensando più a se stesso perchè infondo sarai principalmente tu ad avere le conseguenze delle tue scelte . Vedere la soluzione di ogni problema nella morte è un comodo alibi per chi si sente inappropriato in questa società piena di negatività.Lo dico principalmente a me stesso.Non sappiamo cosa ci sarà dopo e se ci sarà un dopo.Eppure il dolore che provi qui ti spinge a vederla così.Non sò darti consigli sul come star meglio..altrimenti nn sarei qui.Ti posso solo dire che così come nn riesco a vedere un motivo razionalmente valido per proseguire,per togliermi quell’apatia che mi circonda , così nn ne trovo uno valido per morire perchè nn riesco a vedere nè nel futuro nè nell’altro ipotetico mondo.Sono mie riflessioni..nn sò se potranno esserti d’aiuto.Personalmente credo che le cose resteranno in stand by finchè un evento nn le cambierà in un senso o nell’altro.La cosa strana è che una parte di me , quella più stanca di tutto , si augura che sia negativa.E invece per ora nn è così.Forse è il caso di riflettere anche su questi segni.
    Spero di ricapitare in questo sito
    ciao

  9. 619
    burney -

    ecco , come avevo detto ! il messaggio di luca è il tipico messaggio di chi non pensa minimamente al suicidio , quindi , senza immedesimarsi negli altri , si è trovato qui per caso (poichè non credo che uno che non pensa al suicidio scriva su google “suicidio , ammazzarsi”) , viene attirato dalla particolarità del tema , lancia la sua bomba e se ne va . o al massimo tornerà per sapere che effetti ha avuto il suo messaggio…
    non sto condannando luca per aver scritto il messaggio , primo perchè ognuno può scrivere qui ciò che vuole e secondo perchè non vado contro luca perchè la pensa diversamente da me , ma perchè quasi tutti esprimono dei giudizi assoluti , sia qui che fuori di qui , sia sul tema suicidio che su qualsiasi altro tema , non pensando alla vita e alla mente degli altri , ma semplicemente pensando che il proprio modo di vivere , di pensare , di affrontare le cose sia adattabile a qualsiasi persona presente sulla faccia della terra , senza sapere nulla di loro .
    con questo messaggio volevo solo dimostrare la veridicità ( probabile , poichè comunque io sono il primo che si mette in discussione ) di ciò che avevo detto nell’ultimo messaggio inviato , che poi , ripeto , è ahimè presente nella vita “reale” da sempre e ovunque .
    inoltre mi sono reso conto che le discussioni fatte fin qui non portano da nessuna parte e si potrebbe quasi dire che siano inutili ; anche se non nego che potrei ritornarci subito . ciao a tutti

  10. 620
    Paolo cogitoergosum -

    Burney, rispetto come te i modi diversi di pensare. Compreso il tuo.
    Ma… mi fai capire come tu invece riesci bene ad immedesimarti negli altri, pensando appunto “alla vita e alla mente degli altri”?
    E perchè pensi che qualcuno (o molti) non riescano a farlo?
    Buona giornata!

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