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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14.902 commenti

Pagine: 1 546 547 548 549 550 1.491

  1. 5471
    Alessandra -

    NOBODY ma TUTTI. Sono ancora qui, NOBODY, penso e rileggo le tue parole, sulla gioia e sul dolore, a tutto il passo che va da: “Cos’è che mi attrae di questa sofferenza? fino a “Al momento, in verità, non cerco porprio niente” e vorrei invitarti a leggerlo e rileggerlo, perché forse – forse, dico – là dentro è contenuto molto che potrebbe indicarti la via d’uscita. E intanto, non posso tacere, ho bisogno di dirti quello che mi suscitano le tue parole: anche riflessioni diverse, sugli stessi argomenti, voglio dire.
    Esiste un dolore vero. Se io mi taglio ora sento male. Ma esiste anche il ricordo del dolore: che diventa a sua volta dolore. Analizzare sé stessi deve portarti a stare meglio: è un processo certamente doloroso (perché ti fa rivivere LO STESSO dolore di quella volta lontana…), ma deve, deve avere una fine: altri problemi verranno, altre cose dovrai affrontare, più forte, con la forza dell’esperienza precedente che è dalla tua. Se io entro in un groviglio: mi taglio ora, poi ho ricordo, poi ho il ricordo del ricordo del ricordo… Non ne esco più, mai. E’ semplicissimo, probabilissimo (mi avverto) che io resti lì dentro. Di questo, vorrei capire, sei consapevole? Se sì, NOBODY, devi mettere tutto il tuo impegno PER USCIRNE, ma no per un giorno, e dopo che hai fatto dieci passi avanti, torni indietro di quindici. Tu dici infatti: se la psicoterapeuta sapesse, dopo quattro anni, getterebbe forse la spugna. Può darsi. Ma sei tu, che la stai gettando: questa è la tua vita, e devi sapere che sei tu, in caso, che la stai gettando.
    Allora, cerca di ricordarti sempre che la memoria CONTINUA, del dolore, dopo un’analisi: non ti serve a NIENTE! Solo a stare DENTRO, ancora, in quel dolore. Non è più il dolore che sta dentro di te, forse: sei tu che stai dentro al dolore. Forse hai paura della gioia: dopo potresti perderla. Certo. E allora? Ne verranno altre, di gioie. La gioia non cade dall’alto, servita su un piatto d’argento.

  2. 5472
    Alessandra -

    La gioia devi farla passare e farla accomodare in casa tua, quando arriva, perché altrimenti sì che “la vita è solo dolore” (non è una frase tua, ma rappresenta l’idea, diciamo, di un depresso): grazie che è così, è così sicuro!
    Allora è così sicuro, lo abbiamo stabilito. E ti domando: vuoi questo? Davvero vuoi questo? Sai a che cosa ti porta questo? A stare male, sempre. E quando un po’ più e quando un po’ meno: ti porta a STARE MALE SEMPRE. Quella è la tua condizione stabile. Che cosa fa l’aspirante suicida? Mi sono fatta un’idea (è solo un’idea, ma te la espongo). Posto che ci saranno pure quei casi che definiscono come RAPTUS improvvisi. Ok, io non ci credo. Forse AL MOMENTO del gesto sì, quello sì. Ma credo più – tendenzialmente – che ci sia una nascita e una crescita di uno stato negativo, con tanti segnali e cose che si potrebbero fare (prima che finisca!). L’aspirante suicida inizia a pensarci, al suicidio. Poi inizia a dirlo. Avverte. Ne ha paura. Poi ci prova. Poi ci riprova. Finché non ci riesce.
    Converrai con me, che finché non si toglie quell’idea dalla testa, ci penserà sempre: il rischio c’è sempre. Fisso. Stabile. Quindi bisogna cercare di spostare l’attenzione su altro. Tutto naturalmente ha origine nel dolore, di qualsiasi causa e tipo sia, non m’interessa. Ti domando: ma come fa, uno, a spostare l’attenzione dal dolore ad altro? Se non ha altra esperienza che quella del dolore, come può sentire la gioia? Allora: cerca sempre, ma sempre sempre, di tenere lontano il dolore da te. Non lo coltivare! Coltiva la gioia! Dura poco? Cinque minuti? Dieci? Be’, non importa. Tu ringrazia che l’hai provata. Attaccatici alla gioia, come un bimbo alla mammella. E rigetta il dolore. Scaccialo, prendilo a calci. Non prendere a calci te stessa. Scaccia i cattivi pensieri e coltiva quelli belli: se non contribuisci ATTIVA/MENTE (attiva CON la mente – e il cuore) a questo, nessun medico, nessuno psicoterapeuta, nessun farmaco potrà salvarti una volta per sempre. Sai?

  3. 5473
    mili73 -

    penso che questa discussione sia abbastanza complessa…
    forse può essere una soluzione per chi va via… ma non per chi rimane…
    anch’io potrei avere mille motivi per farlo , l’ho pensato parecchie volte , ma non sarebbe comunque una soluzione.
    è molto più facile pensare al suicidio piuttosto che cercare di affrontare ciò che ci fa star male.
    Senza considerare che alle persone a noi care lasceremmo un segno indelebile e tanti sensi di colpa .
    il suicidio è un atto egoistico fine a se stesso…. ma non è la soluzione.

  4. 5474
    marina -

    Buon giorno a tutti Alessandra quando questo male ti strappa l’anima il cuore ti toglie tutto quello che hai avevi costruito di bello in intorno con amore anche se sofferto,quando divento una roccia per andare avanti sopportare tutto quello che intorno ti distruggeva prima il xmarito ,più ero martorizzata e più prendevo forza .Avevo soldi tanti non mi mancava niente ,ma ero una roccia indistruttibile ho botte e quant’altro ho superato la sepazione con grinta senza guardare indietro mai neanche una volta ,ho tirato su 3 figli maschi da sola che non è cosa facile ,ma sempre una roccia ero andavo avanti come un carrarmato riuscivo a domare anche loro,uscivo di notte per andare a vedere dove erano .La mattia di mio figlio poi ancora più forte mi ha fatto diventare ancora di più indistruttibile,questo tutto o quasi da sola mi sentivo una forza ma una forsa che mi paragonavo ad una montagna ,può crollare una montagna di roccia no!!!Invece è li che mi sbagliavo non può crollare ma può piano piano sgretolarsi ,tutto ad un tratto mi sono sgretolata e di quella Marina così forte non è rimasto più niente se non qualche pezzetto di roccia qua e là che spero tanto di rimettere su ci provo e come se provo carissimi voi tutti e credo di aver fatto già abbstanza.ritornando al discorso di prima è CHE IO NON MI CI RITROVO IN QUESTA MARINA COSI DEBOLE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Roy hai raggione mi sono riletta tutto di Luca e non lo dimenticherò mai non per questo me lo sono anche sognato in un giardino fiorito che parlavamo……………e l’ho aggiunto anche nelle mie preghiere lui mi è rimasto dentro al cuore e nessuno potrà portarmelo via anche se non lo conoscevo ,ma fino all’ultima è stato un GRANDE RAGAZZO che dava tanto coraggio agli altri e chi ne aveva più più bisogno èra LUI, un bacio Roy .Allegra sono contenta che ti sia arrivato il mio abbraccio……Scusate se mi sono sfogata un pò ma non ho ho nessuno con cui farlo vi avrò annoiato ma io ho bisogno di voi continu

  5. 5475
    Marina -

    tutti indistintivamente a parte i psicologi e psichiatri non ho nessuno ,avevo un amico che ci ciattavo ma sembra che si sia stufato di sentirmi ,perchè non lo sento più. Un saluto a voi tutti

  6. 5476
    allegra -

    Hai ragione NOBODY,
    proprio così , ci si appoggia su una persona perchè ti senti importante..perchè..e qui tanti perchè..
    KEVIN, ti ringrazio infinitamente,ma che altro potresti fare per me?

    Per MILI73 facile a parole cio’ che dici, ma non sappiamo nella mente della persona che si toglie la vita cosa c’è…

    a voi lascio questo commento:

    Per esprimere un giudizio corretto è necessario conoscere profondamente la persona sulla quale ci si pronuncia, le sue intenzioni, la causa e le circostanze per cui ha compiuto una determinata azione. Se questi elementi si ignorano è saggio tacere.

    Correggetemi , se sbaglio.

    Un abbraccio.

  7. 5477
    kevin -

    ciao a tutti
    cara allegra e nobody, come stai?

    beh sicuramente potrei farti da spalla, aiutarti nei momenti più sconfortanti, ascoltandoti cercando di sgretolare problemi che si presentano come macigni.
    in determinati momenti purtroppo, chiunque, ha la necessità si sentire vicino una spalla, come un salvagente per una persona che non sa nuotare.
    il punto della situazione, a quanto ho capito è che questo “uomo”, ti ha dato una sorta di colpo di grazia e mi chiedo come si possa commettere un’azione così meschina.
    certo io non sarò il salvatore, ma mi piace dare del mio meglio ha chi stà peggio. questo rende vivi.
    comuque cara allegra, vedrai che una volta uscita da questo periodo, avrai sufficiente forza per essere indifferente a quelle persone e questo sarò un duro colpo per loro.

    cara nbody, penso continuamente a ciò che ti è frullato in testa e rivivo anche io i momenti in cui era tutto buio.
    come gia ti dissi hai i riflettori puntata su te stessa, forse perchè non ti comprendi e di conseguenza non compredi gli altri.
    è unu lavoro molto complesso quello che ti attende, poichè tu sei una persona molto complessa.
    non fare l’errore di non parlare con gli analisti, al contrario di loro qualsiasi cosa ti passi in testa, sarà loro molto di aiuto.
    il tuo viaggio verso te stessa è iniziato e come è iniziato finisce.

    marina, ti avverto molto positiva e aperta rispetto alle prime volte.
    meglio così. come vedi, nessuno ti giudica.

    ciao

  8. 5478
    mili73 -

    ti posso assicurare che quello che dico è motivato. mio marito si è suicidato … e quando l’ho trovato mio figlio di dieci anni era con me… non ho espresso nessun giudizio … ma questo è quello che mi è successo e quello che provo , ed è la dura realtà.leggi la mia lettera è stata publicata oggi…

  9. 5479
    Alessandra -

    MARINA, vedi, io sono molto contenta delle cose che hai scritto e ho fiducia in te. Sai perché? Perché sei tu, tu stessa, che me la dai, questa fiducia, in te. Tu hai parlato, ricordando il tuo passato, di cose POSITIVE. Sai quali sono secondo me? Che avevi sì, grossi problemi, ma li affrontavi, li combattevi! Infatti, essere positivi, come tutti sappiamo, non significa avere una vita PRIVA DI PROBLEMI, più o meno gravi, ma significa CERCARE GLI STRUMENTI per risolverli, e USARLI, quegli strumenti.
    Che cosa è successo, a un certo punto, MARINA? Che forse avevi bisogno tu; che forse ne avevi avute veramente troppe da superare da sola; che forse avevi raggiunto un limite (a tutto c’è un limite, e tutti gli esseri umani hanno un proprio limite!) ecc. e a un certo punto sei crollata: ritrovandoti un problema tu, che è ancora più grande: perché quando non si ha più forza per affrontare un problema – per ragioni di salute, fisica o psichica, non discuto -, quando NOI STESSI diventiamo IL problema, QUELLO E’ IL PROBLEMA PIU’ GRANDE.
    Allora si deve recuperare. Ci si deve riprendere. Ci si deve prendere cura di noi stessi. E a essere fortunati, si avrà un aiuto ANCHE e proprio da quelli, che quando erano deboli loro, quando avevano bisogno loro, abbiamo aiutato. Già tempo fa, MARINA, ti chiesi: i tuoi figli ti sono vicini? LI SENTI vicini? Mi dici di quanto hai fatto per loro, e MAI se LORO facciano per te.

    Io personalmente ricordo molto bene… (perdonare sempre, dimenticare mai): mi ricordo bene chi voleva e prendeva da me; ricordo bene chi c’era e chi non c’era quando avevo bisogno; mi ricordo chi non c’è stato e se c’è stato fino a che punto. Non mi aspetto da chi NON MI HA DATO una volta, che NON MI DIA UNA SECONDA VOLTA. Se vuole dare, che dia. Se non vuole dare, che non dia. E francamente, mi hanno dato, molto spesso, molto di più persone che NON AVREBBERO NEMMENO DOVUTO, che quelle che AVREBBERO DOVUTO. Cosa dovrei fare, suicidarmi? Non ci penso nemmeno.

  10. 5480
    Alessandra -

    MARINA e TUTTI. MARINA, è QUEL ricordo positivo a cui ti devi attaccare: te stessa. Non sei forte oggi? Ma lo eri. E tornerai a esserlo. Essere forti non significa essere d’acciaio, come hai ben spiegato con l’esempio della roccia. Significa cadere, e rialzarsi; cadere, e rialzarsi. Cado? e io mi rialzo; cado? e io mi rialzo. C’è qualcuno che mi aiuta? Meglio, lo ringrazio. Non c’è? Faccio con quello che c’è, per ora, altri verranno. Quindi MARINA, secondo me fai benissimo a ricordarti TU che cosa eri quando eri forte: non per pensare oggi, guarda come sono ridotta e basta. Ma per pensare: quella ero io, accidenti. Com’è possibile che io non possa recuperare quella MARINA che mi piaceva tanto? Potrai approfittare, in questa nuova condizione, per vedere se in fondo, c’era qualcosa che non andava in te, o che non ti piaceva, e in che punto si trovava la CREPA, in quella forte ROCCIA. E dopo, potrai tornare la MARINA che eri, con una maggiore forza (hai un’esperienza in più sulle spalle; un’altra prova difficilissima che hai superato), una forza forse anche più consapevole del TUO LIMITE, della tua fragilità. Ti faccio un esempio: io oggi NON MI POSSO PERMETTERE di stare con una persona che vedo che vede solo, o soprattutto, o principalmente, sé stessa: perché questo so già, dopo esperienze su esperienze (di amicizie, di amori ecc.) che mi FAREBBE O MALE O MALISSIMO, oppure mi lascerebbe INDIFFERENTE. E perché dovrei stare male PER AMORE o AMICIZIA? E perché dovrei chiamare qualcosa che mi fa male, o che mi lascia indifferente, AMORE o AMICIZIA? E’ un mio limite? Posso dirlo anche un mio limite, mi va benissimo lo stesso: e non lo oltrepasso, quel limite. E questo deve essere chiaro a me, prima ancora che agli altri: sennò come faranno ad averlo chiaro gli altri?

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