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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14.902 commenti

Pagine: 1 545 546 547 548 549 1.491

  1. 5461
    Nobody -

    Voglio essere sincera, come lo sono sempre stata. Non è un gran bel periodo per me, ma non ho molta voglia di parlarne. Sto mettendo in atto modalità che pensavo di aver superato. Sto ripercorrendo strade già battute e, pensavo, abbandonate. Sono entrata in un circolo di autodistruzione da cui mi sembra di non voler uscire. E’ questa la cosa che, da una parte, mi spaventa di più: la mia indolenza nel cercare un cambiamento in positivo. Invece sto qui che sto male e che cerco solo di stare più male. In modi diversi, non tutti tragici per fortuna. Non voglio entrare nei dettagli dei miei comportamenti sbagliati e non voglio lamentarmi di qualcosa che, a quanto pare, in fondo mi procura benessere. Sì, dico che sto male, ma perchè non ho la forza di cambiare? Cos’è che mi attrae di questa sofferenza? Cerco dentro di me delle risposte ma non le trovo. Forse la componente del dolore, paradossalmente, ha una forza vitale maggiore di quella della gioia. E’ più ostinatamente presente, si avvinghia a te e non ti lascia andare. Ti accompgna nelle tue giornate ed è un modo per sentirti ancora vivo. La gioia mi appare fugace, effimera a volte. E’ una felicità spesso illusoria, data da false conquiste. E’ una ricerca ostinata e pericolosa, quando fatta con avidità. Non cerco mete perfette, nè un’esistenza al riparo dal dolore. Al momento, in verità, non cerco porprio niente. Neanche di ripararmi dalle conseguenze dannose del mio momento distruttivo. Solo un ascolto.
    KEVIN, sei una presenza importante in questo forum. Riesci sempre a stare dietro a tutti, riesci sempre a tener vivo il dialogo. Ti stimo, hai grandi risorse dentro di te. Mi hai chiesto se il mio ragazzo mi aiuta. Certo, mi aiuta come può. Anzi, dovrei dire come gli permetto. Nel senso che non sempre è a conoscenza di tutto quello che mi accade. Non sempre riesco a parlare con lui con onestà, scandagliando i miei sentimenti ed esternandoglieli. Un po’ perchè non riesco io stessa a far chiarezza su quello che succede

  2. 5462
    Nobody -

    dentro di me. Quando le emozioni sono così dirompenti mi confondono ed è difficile per me riuscire a capire cose succede, figurati a spiegarlo a qualcun altro. Un po’ perchè ho paura delle sue reazioni. Ho paura che si possa spaventare. Che possa pensare che sono completamente fuori di testa. In realtà so che sono paure infondate, ne abbiamo anche parlato, ma ogni tanto si riattivano dentro di me. Ma piano piano sto imparando ad apririmi sempre di più a lui, a mostrarmi senza alcuna maschera, anche se questo a volte mi fa sentire molto fragile. Sono contenta dei tuoi miglioramenti e sono contenta che riesci ad analizzare con il tuo analista tutti i tuoi pensieri, anche quelli più nascosti. Io non riesco a farlo molto bene con la mia terapeuta, spesso mi blocco e non riesco a parlare. A volte penso che se le dicessi tutto, ma proprio tutto, dopo quattro anni di terapia getterebbe la spugna. Allora faccio una via di mezzo. Poi dipende dalle giornate. Quando sto meglio sono anche maggiormente in grado di raccontare. Quando sto male sono chiusa a riccio.
    ALESSANDRA, mi fa piacere che continui a scrivere. E’ incredibile come le tue parole siano esattamente le stesse della mia amica. So che non siete la stessa persona, ma quando ti leggo mi viene sempre in mente lei. Da una parte hai ragione: io spesso confondo me con l’altro. Proietto dinamiche mie e poi mi immedesimo nei dolori dell’altro come se mi appartenessero. Non ho la capacità di creare un confine e mi perdo nella mente dell’altro. Però voglio dirti anche che non avevo la minima idea di quali potessero essere i tuoi problemi. Anche se non sono d’accordo che un problema materiale non possa causare un diasgio psichico, anche importante. Io sono quella che sono. Sopravvivo come posso, faccio una terapia e assumo farmaci. Ma non mi sento nè meglio nè peggio di molti che scrivono qui. Credo che ognuno di coloro che lasciano qui il proprio pensiero abbia un qualche diagio, più o meno grave, d’accordo, (continua)

  3. 5463
    Nobody -

    ma pur sempre un disagio. Quindi se mi rivolgo a te non è perchè mi sento in dovere di farlo, ma semplicemente perchè mi viene spontaneo. Non lo faccio con tutti, forse l’avrai notato. Perchè non ne ho la forza, nè con tutti sento di riuscire a instaurare un particolare dialogo. Lo faccio con chi sento veramente. Con chi mi comunica emozioni, al di là delle parole. Con chi imparo a conoscere, piano piano. Con qualcuno interagisco di più, con qualcun altro di meno. A volte sono più ricca di parole per gli altri, altre volte comunico solo il mio malessere. Le mie risorse sono molto limitate, ma quando scrivo è perchè me lo sento e ne ho voglia. Sì, è possibile che il fatto che tu dica di star male possa crearmi qualche preoccupazione. Ma tranquilla, riesco a gestirla abbastanza bene. Sono altre le situazioni in cui “scapoccio”. Comunque ho recepito il messaggio, cercherò di essere meno coinvolta, perchè se no creiamo il circolo vizioso dell'”io sono preoccupata per te che sei preoccupata per me”. Questo, chiaramente, non vuol dire che non mi interessi più di te. Solo, adotterò una modalità comunicativa diversa. Un abbraccio.
    ALLEGRA, vedi, veramente ci sono giorni in cui vorrei scrivere e invece non me la sento. Un po’ quello che è successo sul forum, un po’ il mio momento pessimo e mi ritrovo a dedicarti due righe solo ora. E neanche sono in grado di dirti niente che possa risollevarti, mi dispiace. Solo, volevo farti sapere che conosco bene cosa sia la pura della paura e l’ansia che non ti abbandona mai. So che è difficilissimo riuscire a mandarle via. E so anche cosa vuol dire cercare di sopravvivere al dolore, pur se ho esperienze di vita diversissime dalle tue. E’ facile credere nell’amore come unica via di salvezza, quando si ha perso tutto. E putroppo è facile anche sbagliare persona, perchè si dà credito al primo che ci comunica interesse per noi. Quando magari quell’interesse non è sostenuto da un cuore sincero. Non so la tua storia e non voglio fare nessuna

  4. 5464
    Nobody -

    illazione, ma ha ragione Kevin, lascia stare chi ti fa solo stare male. Un caro saluto.
    GIUSEPPE, anch’io sono felice che stai trascorrendo un momento sereno. A presto.
    Mi rendo conto di scrivere sempre troppo.
    Ciao a tutti.

  5. 5465
    Alessandra -

    Cara NOBODY, forse mi sono spiegata male. Riprovo. Ci troviamo in un forum che tratta di SUICIDIO e di tutto ciò che gli ruota intorno e/o che lo causa o lo può causare. Questo a grandi linee. Di conseguenza chi sono quelli che scrivono in questo forum? Una serie di persone, con differenti storie, differenti disagi. La maggioranza, però – ne converrai – sta malissimo: o ha subito gravissimi traumi nell’infanzia (ha subito violenze fisiche e mentali), o soffre di una importante forma di depressione (che t’impedisce di avere una vita normale: come lavorare ed essere indipendente, stabilire normali relazioni con gli altri – es. se hai attacchi di panico, ne sarai condizionato, non potrai tanto decidere tu, quindi, se è quando uscire, stare con gli altri, quanto essere “in balia” di quegli attacchi, ecc.), forme di disturbi della personalità, pulsioni suicide, ecc.
    Be’, io non ho niente di tutto questo ma questo non m’impedisce di scrivere qui, perché il SUICIDIO mi ha segnato, cioè il suicidio di una persona cara (che era cara a me, lei nemmeno lo sapeva, visto che non ero nemmeno una sua amica). Se e quando sono particolarmente giù, lo sono perché conosco, le mie possibilità. Esattamente come tanti altri, teoricamente, potrei avere una vita soddisfacente: un lavoro, una casa, una famiglia, degli interessi e anche, perché no, di poter fare qualcosa per gli altri se e quando possibile. Tutto questo, invece, non è, semplicemente, al momento, possibile. Ecco che cosa volevo dirti col dirti di non confondere i miei problemi con i tuoi. Tu hai, secondo me, delle capacità (emergono dal tuo scrivere, a mio parere) fuori dal comune e insieme, purtroppo, sei vittima di un disagio (che non so esattamente quale sia) che impedisce a te stessa, a momenti, di sapere che cosa hai. Io no. Io lo so che cosa ho e che cosa non ho. Quindi non voglio che tu ti preoccupi per me: a me manca la chiave MATERIALE per uscirne, non di non sapere quale sia, la chiave per uscire.

  6. 5466
    Alessandra -

    E con il mio distinguere, NOBODY, non intendevo dire che io fossi migliore o peggiore di altri qui, né che tu lo fossi, migliore o peggiore di altri. Intendevo, semplicemente sottolineare che abbiamo problemi e sofferenze d’intensità diversa e di non sentirti a disagio (adesso pure questo disagio dovresti sentire?) se non puoi, e non devi, fare nulla per me, solo – se te lo senti – farmi sentire che mi sei vicina: come già perfettamente fai.
    Io, a dire il vero, sto scrivendo solo per rispondere, spiegarmi ecc., ma non è che ne avessi molta voglia, di scrivere.
    Immagino che si senta che in questi giorni sono abbastanza arrabbiata, ma per conto mio.
    Tu mi dirai, ma allora sfogati (in fondo, forse, volevi che anche io parlassi dei miei problemi): ma io lo voglio fare, in caso, con chi di dovuto, di parlare. A me lo sfogo non serve. Il problema è che chi deve sentire non sente. E se non vuole sentire, io oggi non gli parlo. “Non vuoi sapere? Non sapere”, penso. Ma quelle stesse persone, cara NOBODY, sono quelle che hanno preso e vorrebbero ancora prendere. E invece niente: non prenderanno più niente, non almeno fin tanto che non saranno in grado di dimostrare, anche loro, di essere disposte a dare (es. il mio ex).
    Ho analizzato tante cose nella e della mia vita (guai se non lo avessi fatto…). E oggi, molto spesso penso: “Non vuoi sapere? Non sapere”. Io mio ex non vuole sapere il motivo per cui non possiamo stare insieme: a lui va tutto bene, a lui. Di me. Ma a me no. Di lui. E non lo vuole sapere, che cosa è. E sai che cosa è? Semplicemente che lui vede solo sé stesso. Non è mica cattivo, ma proprio non ce la fa a vedere me. Io dovrei essere qualcosa che completa il SUO quadro, la SUA vita. Be’, è alquanto limitato (e limitante me).
    Parli della gioia, NOBODY. E ne parli male: non la vedi bene, non la senti, e forse non la vuoi sentire… Riesci, nel tuo stato cupo, a ridurla un niente. Non sono d’accordo. La gioia è la cosa più bella del mondo. Pensaci, mia cara.

  7. 5467
    roy -

    ciao carissimi.ho letto che molti si sentono soli,ma che fate per non esserlo?perche ci si sente incompresi?mi sembra che vi si parli.a volte si chiede di essere capiti,ora io lo chiedo a voi.MARINA…perche non rileggi le parole tue che dicesti al tempo di Luca?hai un altra prova da affrontare in stà vita?imboccati le maniche per l’ennesima volta e combatti,ricordi?NON PIANGERSI ADDOSSO.Dago carissimo….sei un ottimo pilastro per tanti di loro,e non è facile gestire ciò,ma tu si.qualquno qui ha bisogno di te ricordalo.Nobody carissima…scrivi tanto,e qualunque cosa tu scrivi e bene.Allessandra,Allegra,e voi tutti,aiutatevi,confrontatevi,discutete,anche questo e una salvezza per chi ne ha bisogno.ciao bellissimi.io amo la vita,ma non mi dimentico di nessuno….OK MARINA?baci

  8. 5468
    kevin -

    ciao a tutti.
    cara allegra, pensa solo a te stessa, pensa per te in positivo,e si indifferente alle negatività.
    per una volta tanto si egoista, se ti aiuta a passare il periodo nero ben venga.
    mi piacerebbe esserti d’aiuto molto di più che scrivere in un forum…

    cara nobody, penso che tu, come chiunque altro, abbia sovrastimato la mia persona.
    sono solo una persona in mezzo alle altre che funge da spalla la dove serve.

    ho letto le tue riflessioni, le tue emozioni.
    sei una persona interiormente molto complessa, e tu stessa non riesci a gestirti e forse per tale motivo, hai puntato i riflettori su te stessa.
    non preoccuparti, sei una persona, diversa dal gregge, il che oggi giorno penso che sia raro.
    quando sei con la tua terapeuta, non trattenerti, anche perchè non ti aiuta a stare bene, sfogati…

    ciao e statemi bene

  9. 5469
    Nobody -

    Oggi effettivamente mi sembra di scrivere un po’ troppo, ma non volevo lasciare questioni aperte troppo a lungo.
    Cara ALESSANDRA, a volte è difficile capirsi attraverso una paginetta scritta. Passano emozioni e sentimenti che, forse, non corrispondono allo stato d’animo di chi ha scritto. Sai, per me è sempre stato difficile dialogare di alcuni temi senza guardare negli occhi la persona a cui mi rivolgo. In verità è sempre stato difficile e basta, anche avendo il mio interlocutore di fronte. Ma do enorme importanza alla mimica, alla gestualità, al contatto fisico. Tutte cose che qui, inevitabilmente, si perdono. Quindi è facile che alcune parole possano essere male interpretate. Ora, forse, ho capito meglio ciò che intendevi dire. Forse sei stata più chiara tu, forse sono meno confusa io. Non importa, l’importante è stato aver comunicato. Sono d’accordo che chi arriva a scrivere qui ha spesso dei problemi oggettivamente molto gravi. Ma penso anche che esistano dei dolori non oggettivabili, altrettanto forti e intensi. Sono contenta che tu abbia ben presente cos’è che ti fa star male. Ma ciò non toglie che, nonostante tu lo sappia, poi in alcuni momenti stai male lo stesso. Sicuramente la comprensione dei propri problemi è un passo verso la risoluzione, ma di mezzo ci stanno troppi elementi ad influenzare il risultato. Anche non controllabili. Io non ho voglia di parlare di me nè dei miei disagi. Almeno non più di quanto io non faccia scrivendo quello che scrivo. Di me sai quello che penso oggi, come mi sento, le mie emozioni, i miei piccoli grandi problemi quotidiani. La mia incapacità di affrontare la vita, il mio profondo malessere. Non sai da dove deriva, non sai quale siano esattamente i miei problemi a livello psicologico. Non sai nulla della mia infanzia, del mio passato, anche solo di chi ero prima di arrivare qui. Sai quello che io voglio che tu sappia. Ti dico questo perchè vorrei spiegarti che non è mai stata mia intenzione spingerti a parlare di te.

  10. 5470
    Nobody -

    Parla quando ne hai voglia, di’ quello che ti va di dire. Questa è la base della comunicazione in un posto come questo. Nessuno deve sentirsi obbligato a dire una parola di più di quello che si sente di dire. Neanche io ho bisogno di sfogarmi. Vado da una psicoterapeuta due volte alla settimana, da una psichiatra una volta al mese. Penso sia più che sufficiente per sciorinare tutto quello che mi passa per la testa. Scrivo qui perchè mi sembra ci sia una comunicazione sincera, molto partecipata. Perchè sento di non essere sola con i miei pensieri che spesso mi spaventano. Perchè ho trovato persone profonde, sensibili, accoglienti. Persone come te, cara Alessandra. Scrivo per portare un po’ di me a tutti voi e per ricevere qualche cosa da voi. Il discorso sulla gioia sarebbe troppo lungo. So cos’è, l’ho provata. E so anche che poi si riduce ad un ricordo, ad una sensazione che si cerca invano di ricreare. Esistono attimi di gioia, talmente intensi che se ne viene travolti. E talmente brevi che la loro scomparsa strugge il cuore più di ogni altra cosa. Sì, forse adesso non riesco a sentire gioia se non attraverso il dolore. Ma non è stato sempre così e spero che non sarà sempre così. Un caro saluto e apprezzo molto il fatto che tu abbia scritto per chiarire, anche se non ti andava.
    Buon fine settimana a tutti.

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