Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 … 45 46 47 48 49 … 1.494 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 45 46 47 48 49 … 1.494 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Alex, di fronte alla sofferenza degli altri non si trovano mai le parole adatte.
Io non sono il genere di persona che da consigli gratuiti o altro…non dalla mia posizione. Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Ti voglio solo dire che sono con te nella tuo coraggio di voler affrontare le cose, di saltare oltre l’ostacolo.
In bocca al lupo, un abbraccio forte, Lisa
Buongiorno a tutti coloro che ricevono questo mio commento.
Sto vivendo proprio un periodo pieno di angosce e di agitazioni. Oggi a scuola la mia professoressa di Biologia si è ingiustamente presa gioco di me offendendomi. E inoltre a casa, come al solito, mia madre, che è una persona davvero egoista che pensa solo al proprio tornaconto raggirando tutti i familiari, specialmente me che sono il più serio, cerca di convincermi ad andare alla villa da mio padre, anche lui una persona apatica e monotematica, in modo da fare “le proprie faccende di cui si infastidisce a farle vedere agl’altri”.
io morirò molto presto.forse stasera.
il fatto è ke nessuno può aiutarmi.
per quanto ne abbia parlato nessuno capirà mai come sto,cosa sto facendo e perchè lo faccio.
nessuno mai.
per questo è inutile parlarne secondo me. potrei spiegarvi qualsiasi cosa ma la vita ogniuno di noi la vive in maniera diversa e sarolo noi stessi sappiamo ciò che è giusto fare o no. non hanno ragione nè quelli ke muoiono nè quelli ke vivono, non ci sono ragioni. le uniche persone degne di essere rispettate sono e sempre saranno quelle che avranno il coraggio di fare quello ke sentono giusto per se stessi.
Beh dai Patrizia, se non lo fai, magari è meglio eh? Io non lo so, tutti con ste manie, mio dio la vita si fa schifo a volte ma è sempre vita, se siamo qui è perchè abbiamo diritto di vivere fino all’ultimo e arriverà per tutti la giornata di sole, eddai!
Ciao ALEX,ciao PATRIZIA,con tutta la delicatezza edolceza del caso proverò a rispondervi,non a consigliarvi,questo mai,proverò a parlarvi,a donarvi un pò del mio tempo,quando iesco a connettermi,perchè ho grossi problemi di connessione per ora,visto che il paese in cui vivo non è servito da adsl,saluto anche l’altro ALEX,mio grande amico e tutti coloro che hanno avutto e avranno la bontà di leggermi.
ALEX,rileggendo la tua lettera,in qualche modo mi hai riportato indietro di circa 30 anni,anche io sono stato oggetto a scuola di prese in giro dei miei compagni di scuola,per altri motivi,ma ricordo ancora in modo molto lucido la sofferenza che mi provocavano certe parole,certi sguardi conditi di ironia e sottili prese in giro,sono cose che purtroppo non dimentichi.Non perdono invece la stupidità e l’accanimento dei professori nei tuoi confronti,cioè quelle persone che in teoria dovrebbero insegnarti,ed aiutarti a incamminarti nel lungo viaggio della vita.ALEX,hai la stessa età di mio figlio più grande,una bella età ma che può diventare anche pericolosa se non attorniata da calore e affetto.Se e quando ti andra di lasciare un commento proverò a risponderti,sempre in amicizia,magari anche coltivando perchè no il desiserio di poterti essere utile in qualche modo.
Dovresti trovare in qualche post di questo sito il mio cell,se ti va un sms è sempre gradito.Un abbraccio DAGO44
PATRIZIA,devi portarti dentro una sofferenza immane,un peso enorme da sopportare,se pensi che anche solo scrivere in questo sito ti possa alleviare dovresti continuare a farlo,prova coi tempi che ritieni più opportuni e se lo ritieni opportuno farci partecipi del dolore che ti porti dentro,potresti alleggerirti,trarne sollievo.Ciao piccola.Un abbraccio DAGO44
Sono di fretta.
Sabato notte scorso sono passato dal ponte dal quale vorrei suicidarmi e mi è preso un colpo:sembra sospeso nel cielo da quanto è alto.
Ma posso farcela.
Domani secondo incontro con il nuovo psicoterapeuta che mi sembra davvero quello giusto.
Ma gli ho detto che posso resistere ancora poco.Dunque probabilmente prossima settimana mi ricovereranno di nuovo,questa volta per farmi l’elettroshock.
Un saluto a tutti,non so quando ci risentiremo.
(Alex scusa cambia il tuo nick perchè lo usavo già io)
Con affetto..Alex.
Il mio nome è Mario ho 25 anni e soffro di depressione da ormai 3 mesi sto in cura da una psicoterapeuta che mi ha prescritto dei farmaci,ma vedo che non mi aiutano più di tanto.La mia depressione ha origine per un futile motivo rispetto a molte altre persone che hanno problemi più gravi,sono uscito da una relazione di tre anni che mi ha annientato completamente.Io penso che depressi ci si nasce,alcune persone nascono con questa paura di vivere che poi si scatena a causa di episodio spiacevole o di una delusione,è inutile dire come mi sento perche i sintomi sono gli stessi per tutti, e anche i consigli di amici e genitori sono inutili non che non li apprezzi ma mi fanno vergognare di più e sentire in colpa perchè non mi và che soffrono anche loro.Non riesco ad aggrapparmi a niente per andare vanti e penso spesso di tagliarmi le vene per farla finita ed una volta ci ho quasi provato.Quante se ne sentono sui giornali di persone famose,ricche,realizzate che sono depresse che tentano il suicidio,la gente giudica solo in base all’aspetto esteriore delle cose,ma non sanno l’orrore e l’angoscia che ci dilania.Come faccio io a vivere ed andare avanti ora che ho preso coscenza di questo dolore di vivere.
Cara Patrizia, quando dici “per quanto ne abbia parlato nessuno capirà mai come sto,cosa sto facendo e perchè lo faccio” dici una cosa verissima e un’idiozia al tempo stesso.
La capacità di capire, di capire “empaticamente” intendo, cioè con gli strumenti per saper “guardare” ed “ascoltare” chi ti parla, non è certo di tutti, e nemmeno di molti o dei più. Ma di taluni, di pochi, sì!
Quei pochi, sparsi e mescolati alla “pazza folla”, sono pronti a prenderti il braccio nel momento in cui stai scivolando perchè a loro volta sono scivolati e sono stati “acchiappati” al volo!
Fare e dire ciò che è giusto per sè stessi, Patrizia, sembra sempre “troppo” facile. A volte ti sembra di essere padrone del “tutto”, a volte ti senti bisognosa di essere totalmente “accudita” e sollevata dai mille problemi quotidiani, da quelli che ti sembrano giganti e sono insignificanti e da quelli che sono davvero “tosti”.
Patrizia, accetta queste mi e parole, o almeno cerca di “tradurle” alla tua maniera.
LA vita, senza problemi, non è vita! La vita, senza continui ostacoli ed imprevisti, non è vita! Qualcuno disse: “la vacca diventa adulta, l’essere umano diventa “maturo”! Ma questa maturità ha un prezzo altissimo!
E lo conosce soltanto chi, oltre a diventare adulto, è anche maturato!
Gran parte di ciò che tu ritieni “assoluto” e incomprensibile per gli altri, (se tu volessi “arrenderti” all’idea) è invece immediato e comprensibilissimo!
Tu, cara Patrizia, sei e resti comunque unica, irripetibile e in questo senso “incomprensibile”! Ma sei anche parte di NOI, di quelli che avedo davvero sentito venir meno “il senso” anzichè chiudere con l’esperienza terrena hanno cercato di dire e di dirsi che potevano darsi un’altra possibilità. E non per evitare di far soffrire chi resta, come dice qualche “deficente” (nel senso più etimologico del termine!) ma per evitare invece di assaporare, seppure per poco e in modo effimero, quello che la vita davvero ci può dare: il piacere. Inteso in tutti i sensi! E da ricercare in tutti i modi. E il modo più fantastico e unico sarebbe quello di sputare addosso a tutto ciò che “oggi” ci fa sentire inferiori soltanto perchè vige la legge “dell’avere” tutto e sempre di più.
Patrizia, guarda attorno e den tro TE, ricerca quel senso che Tu, per la tua stupenda e profonda sensibilità possiedi più di altri, e rimboccati, per l’ennesima volta, le maniche!
E continua a cercare il “senso”. E cerca di “CONDIVIDERE” questa ricerca!
Un abbraccio!
Ciao a tutti,
vorrei dire come qualcuno che sono capitato qui per caso, ma se vai su Google e digiti “suicidio”, forse può essere un caso che sia capitato su questo sito e non su un altro, ma dell’argomento trattato avevo certezza.
Perchè sono qui ? Non lo so esattamente,
forse perchè mi illudo che qualcuno possa risolvere i miei problemi con un messaggio scritto sul monitor,
forse per vedere se c’è qualcun altro che come me pensa a una cosa, razionalmente assurda e innaturale, come l’unica soluzione,
forse per sentirsi simili a qualcuno, e quindi normali, in un mondo in cui non ti senti accettato, capito,
forse semplicemente per sfogarsi o per essere compatiti,
non so il perchè, ma sono arrivato qui e dopo aver letto un po’ di messaggi andava di scrivere qualcosa anche a me.
Sono stufo, ne ho strapiene le tasche di tutto e di tutti, ma seppur pensi al suicidio come ad una valida opzione per risolvere i miei problemi, direi che non sono una persona… “a rischio” per un solo ed unico motivo,
non per me, di me ormai non me ne frega più niente, ma non posso fare una cosa così mostruosamente atroce a mia madre, non posso provocarle un così lancinante dolore, ne ha già passate tante, troppe, non se lo merita proprio.
Soffre già abbastanza nel vedermi sempre triste, abbattuto, non potrei mai farle questo. In effetti le uniche volte in cui ho preso seriamente (molto seriamente) l’idea, è stato in momenti di crisi con mia madre, dopo i litigi in linea di massima, quando il mio “obbligo” verso di lei veniva un po’ meno, ma mai nessuna lite è stata abbastanza .. furiosa da rampere lo splendido legame che ho con mia madre, altrimenti penso che non sarei qui a raccontare queste cose.
E così si tira avanti, nella speranza ogni volta che si va a dormire di non svegliarsi più… sì lo so, è una cosa stupida, comunque mia madre soffrirebbe terribilmente, ma almeno non sarebbe colpa mia… non so se mi spiego.
Vabbè, ora vi saluto, spero di non avervi annoiato, ma avevo bisogno di sfogarmi un po’.
Ciao
Mi sento in dovere di chiarire una mia affermazione, detta poco sopra, anche alla luce di quanto appena detto da Vorreim anonposso.
Dicevo: “…sentito venir meno “il senso” anzichè chiudere con l’esperienza terrena hanno cercato di dire e di dirsi che potevano darsi un’altra possibilità. E non per evitare di far soffrire chi resta, come dice qualche “deficente” (nel senso più etimologico del termine!)…”.
Dunque, so che è difficilissmo cercare di spiegare tale affermazione, ma ci provo.
Anzi, prima mi preme mandare un fraterno sincero ed enorme abbraccio ad Alex (Alexbg), Mario, Vorerinmanonposso, Lisa, PAtrizia, Shinigami e tutti gli altri!
Allora… la questione è questa. Noi stessi, le nostre “storie”, le nostre esperienze, ci portano, nel tempo, a toccare con mano quello stato agghiacciante e devastente che si chiama “depressione” o disagio, in qualsiasi sua forma, diciamo, disagio di vivere, in generale!
A questo stato, già di per sè complesso e insopprotabile, si aggiunge, per molti di noi, quella sensazione parallela del male che faremmo agli altri, togliendoci la vita. Che è poi il risvolto della stessa medaglia, di quella che dall’altro lato ci fa balenare l’idea di toglierci la vita per “farla pagare” a chi resta e che riteniamo almeno “corresponsabile” dei nostri disagi!
Nè l’una nè l’altra cosa sono ovviamente “obbiettive”. Ma men che mai è obbiettivo pensare a chi resta e “soltatno” in tal senso trovare la forza per non dire BASTA!
SPesso, e scusatemi se sembra un’affermazione offensiva e cattiva, proprio le persone che noi non vogliamo far soffrire con i nostri gesti “anticonservativi” sono corresponsabili (ahimè, inconsce o superficialmente ignare) della nostra situazione. E quand’anche non lo siano sono quanto meno spettatori “inermi” di una situazione che non dovrebbe MAI passare inosservata.
Tutto questo per dire che è una scelta bellissima quella di non arrecare dispiacere e dolore a chi resta ma, se permettete, ciò dovrebbe almeno essere controbilanciato da una “umana” sopportabilità nel nostro vivere quotidiano, accanto a tali persone.
So bene che non tutte le responsabilità sono ascrivibili al nostro “entourage” familiare o amicale ma so anc he che troppo spesso chi può e dovrebbe “vedere” non fa il minimo passo verso la comprensione!
Allora spetta sempre a noi? Spetta sempre a chi è già malato “di suo” avere anche la sensibità di non ferire le perosne attorno a noi?
Beh, scrivendovi ho capito ancor meglio cosa volevo dirvi, cari Amici:
la nostra sensibilità, il nostro tatto, le nostre sofferenze e le nostre “intelligenze”, seppur nella soffernza, ci consentono “ancora” di pensare agli altri, al dolore che proverebbero e a ciò che non capirebbero. Ma allora, non vi sembra che sia davvero sprecato buttare al vento tante capacità (le nostre!) quando potremmo cercar solo di CAPIRE???
In tutti voi, in tutti noi, traspare questo GRIDO di dolore e di “rabbia” nel dire “non ci capite”, “non siamo visti”. PENSIAMOCI!