Salta i links e vai al contenuto

Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Condividi su facebook: Il suicidio

La lettera ha ricevuto finora 14.902 commenti

Pagine: 1 357 358 359 360 361 1.491

  1. 3581
    Fanny -

    L’idea che il suicidio sia un gesto dovuto a malattia mentale è comunque molto più vecchia della medicina e della psichiatria. In Inghilterra nel 1400 il suicidio era considerato un doppio crimine, contro Dio e contro il re, ed al suicida veniva non solo negata la sepoltura in terra consacrata, ma venivano anche confiscati i beni terreni. Il cadavere veniva sepolto presso un bivio, con un paletto conficcato nel cuore, oppure veniva buttato nella fogna o nella discarica della città. Le proprietà, il titolo e i beni del defunto venivano tutti confiscati dal re e la legge decretava che non doveva rimanere alcun ricordo di lui. I familiari erano scacciati dalla città. La crudeltà di questo castigo indusse gradualmente i giudici inglesi, che avevano il compito di determinare le cause delle morti cosiddette innaturali, a trovare un modo di mostrare clemenza verso le vittime, morte e vive.
    Rendere folle il colpevole, ossia patologizzare il suicidio, trattare le persone colpevoli di questo crimine come se fossero pazze, fu la soluzione perfetta: permise agli inglesi di mantenere le sanzioni legali e religiose contro l’atto e, al tempo stesso, fornì un meccanismo pietoso, illuminato e apparentemente scientifico di risparmiare alla famiglia del suicida la vergogna e la perdita economica implicite nella pena. Si costituì una Corte apposita per determinare se la vittima si trovava in uno stato di “insania” mentale e quindi era innocente, oppure aveva compiuto un atto criminale nei propri confronti, e dunque, in quanto colpevole, soggetto alla confisca delle proprietà e alla profanazione del corpo. Così, nel diciottesimo secolo, il numero di morti registrate come folli aumentò notevolmente rispetto al numero di quelle registrate come suicidio, non esentando comunque i sopravvissuti dal marchio sociale del suicidio o dalle superstizioni e dai pregiudizi associati alla pazzia e l’insania mentale.
    Oggi, la psicologia e la psichiatria tendono a considerare tutte le forme di suicidio come in qualche modo legate ad una qualche patologia mentale, mentre la sociologia considera ampiamente la possibilità di suicidio non dovuto a cause psicopatologiche e lo classifica in suicidio egoistico, suicidio altruistico, suicidio anomico e suicidio fatalista. Il rapporto del suicidio con la depressione è in questi casi da verificare caso per caso, sempre rimanendo da chiarire cosa sia la depressione dal punto di vista organico, se quei sintomi elencati nei manuali sono sempre espressione delle stesse disfunzioni biochimiche e quali…. È tutto tanto complicato. Credo nella malattia mentale e credo negli psicofarmaci, ma non credo che ognuno di noi sia soltanto il suo cervello. Non so come conciliare queste due idee. Eppure, anche tra i malati mentali è possibile riconoscere tra buoni e cattivi, tra egoisti ed altruisti, tra generosi e meschini. Trovo molto illuminanti i post di MAI e di TANCAMALA, come la testimonianza di tutti coloro che vivono in prima persona la malattia mentale, specie se sono persone intelligenti e sensibili come Mai e Tancamala.

  2. 3582
    una figlia -

    Io sono una superstite al suicidio di mio padre.
    E’ passato quasi un mese da quel giorno, la mia vita è cambiata di netto.
    Dopo tanto interrogarmi sul perchè del suo gesto, credo di poter dire che lui da un pò di tempo era cambiato: mangiava poco, parlava ancora meno, era sempre triste.
    Probabilmente era depresso, ma nessuno in casa se ne era accorto. Eppure, sarebbe bastata una sua parola, un suo cenno per farmi capire il suo dolore…
    Soffro tantissimo, perchè ero molto legata a lui e non so cos’avrei dato per poterlo curare.
    Quando una persona pensa al suicidio, probabilmente non riesce più a vedere una ragione di vita o forse teme di chiedere aiuto a chi è vicino per non “dare fastidio”.
    Posso dirvi sinceramente che non c’è niente di più sbagliato:
    pensate al dolore che procurereste a tutti coloro che vi vogliono bene, dopotutto c’è sempre una nuova primavera, dopo il freddo e gelido inverno. Se solo mio padre avesse aspettato, avrebbe visto cadere il primo dente di suo nipote, al quale era tanto legato. Quando gli ho chiesto se il nonno gli mancasse un pò, sapete cosa mi ha risposto?(ha solo 5 anni) “No, mi manca tanto”. Il suicidio non risolve niente, è solo un impedimento a trovare una qualunque soluzione. La vita è sofferenza, ma i momenti brutti passano.

  3. 3583
    Anty -

    salve a tutti.

    Non penso di essere la persona più adatta per aiutare la persona che scrive firmandosi con “morirò da solo”. Gli chiedo soltanto di aspettare perchè quello che si appresta a fare è un gesto senza ritorno. Qualunque sia il motivo che lo sta spingendo sul baratro lo invito a riflettere che non si torna indietro. Ci sono invece nella vita tante possibili soluzioni ai problemi. Anche io a volte penso che la vita stessa è un problema, ma è il nostro modo di vederla la vita che ce la fa sembrare così. Invece è possibile sempre innamorarsi, godere delle cose belle, della musica della lettura della natura e di tante altre cose. C’è sempre una soluzione a tutto caro amico perciò lasciati aiutare che le soluzioni si possono trovare

  4. 3584
    serena -

    Ciao… ponderate tutte le possibili soluzioni, vagliato ogni più piccolo spiraglio…ho capito che voglio solo smettere di soffrire…ho chiesto aiuto, ho cercato aiuto…a nulla sono valsi i miei sforzi. A volte chi si toglie dai piedi… vuole solo non soffrire più…non far soffrire, nella maniera più assoluta.

  5. 3585
    mai -

    Una Figlia, mi spiace molto quello che ti è successo e sò che nulla e niente potrà sopperire alla perdita che hai avuto, solo il tempo affievolisce un pochino il dolore, sicuramente per te non dev’essere stato facile scrivere in questa lettera e ti ringrazio di questo, non possiamo certo sapere le motivazioni che hanno portato tuo padre a compiere il gesto ma conosciamo bene la sofferenza che aveva dentro, è una sofferenza che difficilmente si riesce ad esternare specialmente con chi abbiamo vicino, a volte la paura di deludere chi più amiamo, la fragilità in cui siamo caduti e invece gli altri ci vedono forti, il non essere più quello che gli altri credono che siamo, il non voler sentire le frasi retoriche che sentiamo sempre in giro, sono tante le motivazioni per cui non si parla di quello che abbiamo dentro, e poi non è da dimenticare che (ora sarò un pò dura ma è la realtà e non è diretta a te) molte volte a uno che è morto gli si perdona tutto ma se da vivo avesse parlato liberamente di ciò che aveva fatto o gli era successo sarebbe successo il putiferio, perciò molte volte è difficile tirare fuori quello per cui si stà male ed è una delle cose che più indirizzano le persone a compiere gesti definitivi.
    Non credere che non abbia mai pensato a voi al dolore che vi avrebbe causato ma dentro di lui evidentemente ha creduto che così facendo avrebbe risolto problemi insormontabili dandovi meno dolore, cosa che non sono daccordo ma i pensieri in linea di massima sono questi quando si arriva a pensare di suicidarsi.

    Un abbraccio di luce e calore a tutti
    Mai

  6. 3586
    LiSa -

    il suicidio non è la soluzione. io capisco cosa si prova ad non essere amati e capisco anche il sentimento della solitudine, provato come un’abbandono, se provaste a trasformare questa solitudine cupa in una felice. forse ora non si capisce quello che voglio dire, vi consiglio solo una cosa:PARLATE, anche ad un estraneo incontrato alla fermata del bus, ad un vecchio amico. siamo tutti soli, imparare a convivere con se stessi non è facile, ma tutte le cose belle hanno una lunga via da attraversare prima di riuscire ad raggiungerle^^. ve lo dice una depressa cronica!!

  7. 3587
    gilda -

    Ciao ragazzi buona sera .
    Scusate se non ho scritto ma leggendo il post di morirò sa solo mi sono completamente abbattuta … a 16 anni si deve sorridere alla vita non pensare di farla finita.
    Una figlia mi dispiate tanto per tuo padre non so cosa dirti solo che ti sono vicina con il cuore ti lascio il mio contatto se ti va di parlare a_petta_86@hotmail.it vale anche per i nuovi arrivati……
    LISA hai ragione l’unica cosa per affrontare il dolore PARLARE ascoltare musica sentire i problemi degli altri ti aiuta poi vedi che il dolore degli altri più grande del tuo li incominci a fare qualcosa per tirarti sù per tornare a sorridere alla vita per tornare a vivere…….
    Fanny come stai?
    Mei cara mei sono qui sto bene grazie a momenti piango a momenti rido ma tutto sotto controllo…..
    BUONA SERATA RAGAZZI
    VI VOGLIO BENE

  8. 3588
    giuseppe -

    UNA FIGLIA
    proprio quello che hai vissuto tu, fa si che non facciamo quel gesto, anche se ci pensiamo, perchè dare un dispiacere ai propri cari, in maniera permanente, non è giusto, non se lo meritano, comunque GRAZIE della tua testimonianza,è preziosa, anche se mi dispiace per quello che tu stai vivendo e per tuo figlio.
    un abbraccio di vero cuore

    LISA
    hai perfettamente ragione, infatti qui noi parliamo tantissimo, ci facciamo compagnia a vicenda. credo che parlare con persone sconosciute sia veramente importante, e qui ci sono delle persone MERAVIGLIOSE sopratutto le donne FANNY/AUDREY e MAI/CALLIOPE, sembra di conoscerle da sempre, hanno sempre le parole giuste per tutti. Poi c’è DAGO44 che anche lui, non scherza proprio per dare consigli e parole di conforto, avvolte penso che il dolore ci ha fatto conoscere, ed la conoscenza di queste persone ci farà uscire da questo stato.
    GRAZIE A TUTTI, MA PROPRIO TUTTI, anche quelli che scrivono delle minchiate, anche quelle fanno crescere.
    UN SALUTO A TUTTI
    Giuseppe

  9. 3589
    Lilù -

    Ciao MORIRO’ DA SOLO,
    Vorrei “andarmene” con te ora ma non posso perché voglio pagarmi tutte le spese del funerale, ecc. ecc. Ti voglio bene e hai tutta la mia comprensione. Ti prego, scrivi un post indirizzato a me. Io ho deciso di fare la stessa fine. Trovo un così grande sollievo all’idea di “partire”. Non sopporto più l’uomo e tutti quelli che mi hanno illuso con le loro dolci parole di ammirazione. Che bello, mi sento rinascere! Dopo la metà di Marzo (perché devo andare a Parigi per lavoro) proverò a rispondere a ciascuno di voi. Oramai ve l’ho detto, siete la mia “famiglia quotidiana”.
    Ciao e buonanotte a tutti.

  10. 3590
    Inverno -

    buonasera a tutti..dunque..cos’è la depressione?
    Prima di tutto una malattia. Il cervello purtroppo non è più in grado di produrre adeguatamente quelle sostanze che sono responsabili del tono dell’umore.Si, è vero che non possiamo aprire la testa di una persona per controllare l’attività di queste sostanze, ma i sintomi si possono valutare eccome.Perdere interesse nella vita, e vedere tutto come attraverso 4 paia di occhiali da sole non è frutto solo dei miei pensieri o di chi come me soffre di questa malattia ma di uno stato d’animo che si è sviluppato e consolidato con gli anni.
    Vorrei abolire l’espressione “ragione di vivere” perchè non ha senso. Non si vive per delle ragioni ma si vive perchè si ha voglia di farlo, perchè si ha piacere di farlo.Si vive perchè si ha voglia di vivere e di viversi.
    Sia ben chiaro, non parlo del “che bello il mare, che bello il sole, gli uccellini cinguettano e io sono felice” no…niente banalità; parlo semplicemente del dire a me stesso chi sono e cosa voglio all’interno di uno stato d’animo come dire…sano.
    Purtroppo però almeno per quello che mi riguarda per una persona che soffre veramente di depressione, questa è una cosa impossibile da realizzare con le parole, con i ragionamenti o per quanto uno si sforzi a cercare di vedere le cose da un’altra angolazione.
    L’inizio per poter intraprendere la strada della guarigione come per tutte le malattie e secondo me un farmaco senza però rischiare di cadere in situazioni stagnati, dopo di che c’è la parte difficile: affrontare le cause che hanno provocato la depressione; in poche parole le difficoltà che persistono e continuano malgrado tutto ad alimentare questa malattia.

Pagine: 1 357 358 359 360 361 1.491

Lascia un commento

Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.

Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.


▸ Mostra regolamento
I commenti vengono pubblicati alle ore 10, 14, 18 e 22.
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 caratteri disponibili