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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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ciao miky la penso come te la morte e lunica soluzione a una vita piena di sofferenza
Lo sai “la morte avanza” che sei proprio come me? Anch’io non sopporto i sorrisi e la serenità delle persone felici. E il mio contatto col resto del mondo avviene quasi esclusivamente tramite PC. Io devo aver sbagliato pianeta, la mia nascita sulla Terra dev’essere senz’altro frutto di qualche errore. Le persone intorno a me hanno tutto quello che vorrei avere io. Per me invece solo il vuoto, simile ad una macchia d’olio che si espande inarrestabile. Ti rinnovo l’invito se hai MSN mi piacerebbe parlarti e conoscerti meglio ma non voglio insistere + di tanto. Anch’io non so quanto resisterò. Non credo ancora per molto però. Ormai sono proprio alla frutta…
raga ma avete provato ad andare da un dottore,uno psichiatra,e dichiarare tutti e dico tutti i vostri mali?lo studio e qualche pillolina potrebbero aiutarci.Io l’ho fatto ieri xl’ennesima volta,il dottore ha capito perfettamente qual’è il mio problema e mi ha prescritto la cura.Non siamo soli,purtroppo siamo in tanti a soffrire,il cervello è fatto cosi.è chimica e si può rimediare.Io,in questo periodo,non sto più uscendo xchè mi sono capitate oose che ledono profondamente il mio io.Stavolta non lo sò se riprendendomi avrò il coraggio di mettere fine con dignità alla grossissima cattiveria che è la mia vita.E dico questo non solo xchè critico la mia,ma xchè penso anche a quella di tanti altri che come e o peggio di me..ad ogni modo.Vorrei svegliarmi da questo incubo,e divertirmi.Cosa che ormai lontanamente ricordo ed è un cosa impossibile.Un abbraccio raga,grazie xl’ascolto
Ciao ragazzi. Vi leggo da diverso tempo e spesso ho avuto il desiderio di intervenire e di parlare con ognuno di voi. Poi, però, temendo di dire sciocchezze o banalità, ho sempre desistito dall’intento. Oggi ho qualcosa da dirvi…ho letto il “De profundis” di Oscar Wilde e ho pensato a voi. E’ una lunga lettera che wilde scrisse dalla prigione a lord Douglas, l’amore della sua vita. Wilde, dopo una vita dissoluta e dorata, tra la nobiltà del tempo e gli allori della sua notorietà, si ritrovò in carcere, condannato ai lavori forzati. In quel periodo perse tutto: i due figli, i suoi beni, i suoi amici e, cosa devastante, gli morì la madre (di crepacuore). Wilde stette due mesi in infermeria e decise che si sarebbe tolto la vita allo scadere della degenza. Non lo fece. Il dolore che provava, il senso di colpa, gli permisero di toccare profondamente la propria anima. Vi consiglio di leggerlo, ragazzi. Ci spiega ciò che accade nell’animo umano e aiuta molti a riflettere e a finalizzare la sofferenza. Buona fortuna a tutti voi. Non scriverò più, ma vi auguro di trovare una ragione di vita
Oscar Wilde è uno che ha vissuto alla grande,nonostante la fine che ha fatto,è uno che si è goduto la vita.Se io avessi avuto una vita piena come la sua,e un amore così travolgente come il suo (nel bene e nel male perche per me quel lord Douglas era indegno)fose non potrei lamentarmi…e direi a me stesso che ho avuto una vita piena..il problema a volte è la piattezza di tutto,tutto piatto..e se poco poco provi una passione travolgente per qualcuno ti si va pure a ritorcere contro,e questo piattume diventa sofferenza.
La gente non vuole neanche essere veramente amata,perchè tutti vogliono solmanete farsi i c.... propri senza impedimenti,perchè l’amore sembra quasi che sia diventato un impedimento nella realizzazione personale..tutti egocentrici,tutti narcisi..tutti pieni esclusivamente di se stessi.e chi ha molto da dare a volte si trova spiazzato nel vedere tanta meschinità
comunque Tina grazie per l’augurio e per aver condiviso il tuo pensiero con noi,io le migliori risposte le ho sempre trovate nei libri!
nn si trova cara tina..è qst il probl!!
p.s.
odio profondamente la mia famiglia..
Così finisce il De profundis, la lunga lettera che Wilde scrisse all’amante che gli aveva rovinato la vita: ‘Quanto io sia lontano dalla vera indole dell’anima mia, lo dimostra molto chiaramente questa lettera, coi suoi umori incerti e mutevoli, il suo sdegno, la sua amarezza, le sue aspirazioni, e la sua incapacità di realizzarle: ma non dimenticare in quale terribile scuola io sieda al mio compito; e per incompleto e imperfetto che io sia, tu, da me, hai ancora molto da imparare. Venisti da me per imparare il Piacere della vita e il Piacere dell’Arte. Forse sono stato scelto per insegnarti qualcosa di più splendido: il significato del Dolore, e la sua bellezza.
Il tuo affezionato amico
OSCAR WILDE’
Caro dottore,
non ho bisogno di psicofarmaci per fottermi e spegnermi il cervello.
Sono perfettamente lucida.
Sò cosa mi sta accadendo.
Sto mollando la presa.
Questa è la mia realtà.
Ma lei non può capire come mi sento perchè
ha troppa voglia di etichettarmi come l’ennesimo “caso clinico” , come aspirante suicida che ha deciso di alleviare
le sue pene sopprimendosi volontariamente.
Caro dottore,
il suo sguardo pietoso mi fa venire voglia di pestarla a sangue.Non la voglio la sua compassione!
Forse non ho nessuna voglia di uccidermi,
nessun suicida ne ha mai avuta.
Forse ho soltanto bisogno di essere amata eppure lei mi considera già finita.
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un lungo silenzio
poi..luce bianca..
(ebudae scrivimi il tuo contatto)
ciao io ho 15 anni e sto pensando davvero a suicidarmi eppure la mia vita vista d afuori è bellissima xò dentro sono già morta..vivo di paura…vivo d’ansia…e cmq se tu ti volevi suicidare sul serio a qst’ora eri già morto…..ciao fatti qualke canna e vai kn qualke puttana e forse ti passa….ciao ciao