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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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lo sospettavo, Joey. grazie per avermelo confermato.
ciao!
ciao!!
ho letto l’articolo sul masochismo, e ho stampato quello sul vittimismo.Ho sempre voluto mettere un nome su quello che vivevo , e penso che sia mediante la psicologia che potrò farlo.
arrivederci!!
anche questo mi è piaciuto:
http://www.ieau.it/pensierofilosofico4.htm
Ciao , amici miei!
mi è piaciuto molto l’articolo sul vittimismo.Quando ci colpisce questo “male” , la gente che ci circonda finisce per stufarsi sentendo i nostri lamenti.Poi ci si chiude su sé stessi , perché non si sa parlare altrimenti, in modo positivo e si ha paura che gli altri ci respingano o si stanchino di noi…
Però , c’è una cosa più terribile.Si chiama il “triangolo drammatico”. E’ un sistema che si crea in te . In realtà chiedi aiuto a persone in grado di soccorrerti , e poi si invertono le cose.Ti fai passare per una vittima , e quelli che vogliono aiutarti diventano dei boia.
Una volta , discutevo su un forum, e…una psicologa cristiana mi ha parlato del “triangolo drammatico”.Sono stato ferito perché se questo “triangolo” faceva parte di me…non vedevo come annientarlo.Non potevo più scrivere niente , perché appena scrivevo avevo l’impressione di farmi passare per una vittima.Ero completamente bloccato.
E quindi ho lasciato il forum.
La cosa più difficile quando si è in crisi , è tentare di auto-analizzarsi, tentare di capirsi.Si ha l’impressione di trovarsi di fronte a dei muri insuperabili e dunque ci si sottostima ancora di più.
E’ per questo che non voglio consultare uno psicologo .Perché ho paura che mi riveli i meccanismi che sono dentro me , senza darmi le soluzioni per superarli.Su internet , l’ho già vissuto e adesso ho una pessima opinione sugli psi.
Ho letto un giorno una frase ” deprimo e mi piace”.Capisco questa frase…non so come spiegarla ma quando si deprime , si è circondati, gli altri ci incoraggiano , e si ha quasi paura di guarire…perché non si vuole perdere il sostegno , la consolazione degli altri, né la loro presenza rassicurante.
arrivederci…!
sì, Beppino, i meccanismi sbagliati dentro di noi esistono ma si possono anche superare, almeno in parte. molto dipende dalla nostra volontà e dalla bravura di chi si occupa di noi professionalmente. una cosa è scambiare due chiacchere su un forum e un’altra è seguire una cura, di parole, di farmaci o di metodi naturali, come quelli suggeriti da Anonimo.
personalmente so di non aver terminato l’analisi, ma grazie ad essa ho ripreso ad avere una vita quasi normale, dopo cinque anni di sofferenza e di malattia, in cui non sono stata in grado nemmeno di lavorare.
non è che sono diventata allegra e spensierata (peraltro non lo ero più di tanto nemmeno prima della crisi, benché fossi giovanissima): la ferita emersa è rimasta ma ho imparato a conviverci meglio, come alexia, con il suo diabete…
molto dipende anche, come diceva Pavese “dalla portata del ponte”. qualcuno è in grado di reggere contrasti, difficoltà e conflitti fino ad un certo peso, altri, e non è colpa loro, crollano per molto meno. in fondo è come essere deboli di cuore, con la differenza che la medicina conosce ormai questo organo benissimo, e lo sa curare in modo più che efficiente, mentre i meccanismi del cervello e della psiche sono ancora per molti versi ignoti ed è quasi una fortuna se un buon medico azzecca la cura, la molecola e il dosaggio giusto per te.
poi, se ti rompi una gamba, tutti si possono rendere conto di quanto ti affligge. mentre, se parli di disagi interiori, nella maggior parte dei casi il tuo prossimo pensa semplicemente che hai delle storie. quel tipo di sofferenza non si vede.
inoltre, resta il fatto che le malattie a carattere psichico o nervoso hanno spesso durate molto superiori al tempo necessario per rimetterti in piedi dopo esserti rotto la gamba e chiunque, dopo qualche mese, si stufa di sentirti ripetere le stesse cose… ecco perché, a mio avviso, con queste problematiche, che possono essere anche molto gravi, ci si ritrova spesso soli.
sei molto giovane, cerca di aiutarti con ogni mezzo a tua disposizione. non ti scoraggiare mai. prova e riprova, alla fine ce la farai.
un abbraccio
rossana
salve a tutti, mi chiamo giacomo
ogni giorno che passa mi convinco sempre di più del fatto che la mia vita sia inutile, schifosa, piena di sofferenza. Vorrei poter trovare la forza di farla finita al più presto perchè sono veramente arrivato a un punto di saturazione mentale e fisica. So che quanto vi sto per dire potrebbe sembrarvi sconsiderato,ma spero nella vostra comprensione e nel vostro sostegno per uno che ormai ha toccato il fondo: potreste suggerirmi dei modi per suicidarsi senza provare sofferenza? Perchè vi faccio questa richiesta? perchè sono DECISO a suicidarmi ma non vorrei soffrire poichè ritengo di aver sofferto abbastanza in tutta la mia vita e anzi, vi posso dire che tutta la mia vita è stata un fallimento totale.
spero di trovare risposte a questo mio appello
AIUTATEMI, VOGLIO MORIRE.
ciao Giacomo,
benvenuto su questo “infame” thread, che attira come una carta moschicida… scusa, eh, sto cercando di scherzare per sdrammatizzare il tuo post…
ma allora tutto quello che abbiamo scritto finora non è servito proprio a niente? ma l’hai letto, almeno?
non che tu sia obbligato a farlo, eh… solo così, per sapere…
quanti anni hai per poter affermare, con cognizione di causa, che “tutta la tua vita è stata un fallimento totale”? cioè, voglio dire, hai vissuto almeno quel tanto che basta per sapere cosa può dare la vita in generale?
caro Giacomo,quello che hai scritto è ciò che mi frulla per la testa da tempo ormai, anche prima di aver avuto la crisi non ho mai avuto la serenità nel vivere, perciò capisco quello che vuoi dire. Posso dirti di provare ha cambiare radicalmente la tua vita, se tanto non hai niente da perdere prova ad abbandonare tutto e a cambiare aria, a ripartire da zero in modo diverso da come hai fatto fino ad ora.Un tentativo lo puoi fare, il suicidio è una porta sempre aperta,non scappa, potresti accorgerti che nella vita ci sono tante possibilità e che una di queste fa per te.Lo so che sono frasi fatte ma non per questo sono prive di senzo.Se il tuo non è solo un mal di vivere ma è la conseguenza di un accaduto specifico vuol dire che è un problema che puoi per lo meno provare a risolvere.
ciao!
ciao Joey,
ho letto in rete che il fenomeno che provi a volte, alle feste, si chiama estraniazione, e non è poi così grave… almeno, a giudizio di Ghezzani (che non conoscevo prima di leggere alcuni suoi articoli in questi giorni).
(http://www.neuroingegneria.it/art/Derealizzazione%20e%20Depersonalizzazione:%20di%20che%20si%20tratta%20/366.php)
hai dato un’ottima risposta a Giacomo. speriamo che resti almeno un po’ con noi e che cerchi di capire meglio il suo disagio.
buona giornata a tutti i frequentatori del thread, e a Giacomo, in particolare.
lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
(P. Neruda)
l’intelligenza priva di Amore, ti rende perverso
La giustizia senza Amore, ti rende spietato
Il successo senza Amore, ti rende arrogante
La bellezza senza Amore, ti rende ridicolo
La semplicità senza Amore, ti toglie valore
La preghiera senza Amore, ti rende introverso
La croce senza Amore diventa tortura
LA VITA SENZA AMORE NON HA SENSO