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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Beppì,di individualista su questa lettera ci sei solo tu.Angwhy è stato molto sintetico, ma se ci rifletti ha ragione lui.A volte ho la sensazione che scrivi qui perché non hai nessuno con cui esternare il tuo malessere.Non hai capito una cosa fondamentale: Il rispetto per gli altri. Deve essere piuttosto grigia la tua esistenza. Io ho degli amici che si beano dello spirito santo, li vedo convinti e felici. Chi parla lingue strane, chi ha visto sbocciare un fiore su una pianta morta, sono contento per loro, ci rispettiamo sulle personali convinzioni. E’ così che funziona!Nessuno impone il suo credo agli altri, preciso che tre volte la settimana c’incontriamo per fare musica, siamo in sei e casa mia è la nostra sede. Verso le 22 smettiamo, abito in un condominio, arriva la pizza e la birra e continuiamo a parlare di musica. Poi si formano spontaneamente dei gruppi, TdG, ADI, e menefreghisti che è il mio gruppo. Parliamo di Calcio, malediciamo De Laurentis e Ancelotti che stanno riducendo il Napoli in una squadra di seconda, terza fascia. Tutti insieme, senza problema, nessuno strabocca, Che ne dici? L’individualismo marcia su altri binari, Binariooooo triste e solitario cantava Claudio Villa, non esiliarti, ti faresti del male
Beppino tu sei impastato con il Dio in cui credi, non potrai mai farne a meno.
Altri sono di diverso parere, e nulla li puo’ convincere.
Nessuno di voi ha torto, tutti hanno ragione perche’ nessuno ha le prove di alcunche’ e vive dei propri ragionamenti, concetti e preconcetti che la natura umana vuole imporre.
Definire “stolto” chi non crede o crede entro certi limiti e’ offensivo come il definirti “castrato” dalle tue convinzioni.
C’e’ modo di confrontarsi sul punto senza voler prevaricare o vincere con gli insulti.
Ma poi che serve parlarne?
Io, a dire il vero,ho smesso di bestemmiare da poco con la seguente motivazione “amo i maiali, non e’ il caso di insultarli”.
Ateismo? Delusione religiosa?
Ma cosa conta, in fondo?
Cosa cavolo conterebbe se ci trovassimo, un giorno, a fissare lo stesso fiume dallo stesso ponte, tu mi parlassi delle tue ansie emotive e della tua tranquillita’ economica ed io della mia tranquillita’ emotiva e dei miei disastri finanziari?
Nulla.
Saremmo due persone malate di due aspetti opposti della medesima paura, nude di fronte a “mamma morte”. E moriremmo. Tu con il tuo Dio, le tue ansie, i tuoi soldi. Io con i miei maiali, la mia tranquillita’ e le mie pezze al culo…
Se tu mi conoscessi….io sono il tuo opposto. Io rido, scherzo, mi incazzo su basi oggettive. Mi alzo senza problemi, dormo la notte, vivo durante la giornata. Tutte le mattine lancio la stampella e mi butto su una ruota con la speranza/convinzione che girerà dalla parte giusta e si fermerà sullo Zenith. Tutte le sere raccolgo la stampella e mi dico “la ruota ha girato, si, ma come quella di un criceto. E’ tornata al punto di partenza”. E allora ceno e vado a dormire, e dormo, senza pastiglie, senza incubi. O forse li ho ma non li ricordo.
Poi un giorno, forse, non lo so, non troverò più la mia stampella da lanciare e troverò uno sfasciume di legno marcio al posto della ruota. E allora non sarei nemmeno più io a decidere. Semplicemente accadrebbe. E nessuno se lo sarebbe aspettato, nessuno “lo avrebbe mai detto”, nessuno “lo avrebbe potuto sospettare”.
Oppure, forse, non lo so, la stampella diventerà uno scettro e la ruota una Ferrari. E quel giorno urlerò “siamo tutti Dei”, come urlava un matto in un film.
Un giorno la vita stessa mi vivrà o mi suiciderà. E lo stesso accadrà a te. A te che sei il mio opposto identico. Dal limbo si….si esce, prima o poi. Stai sereno….si esce, purtroppo o per fortuna.
DWW, apprezzo il tuo equilibrato commento, ma c’è un punto sul quale non concordo, ed quello che riguarda la “castrazione” di Beppino. Mi sembra evidente che i diversi stili di vita vadano rispettati nel momento in cui hanno come risultato “almeno” la serenità di chi li pratica, cosa che in Nostro purtroppo non sa cosa sia. Lui viene qui per sfogarsi e trovare una via d’uscita a quell’angoscia che non lo abbandona mai, ma non credo serva una laurea in psicologia per capire che Beppino è “condizionato” da un’educazione “oppressiva” su base religiosa, dove il senso di colpa e di inadeguatezza incombe nel momento in cui si manifestano le normali e naturali pulsioni “vitali” di un giovane uomo, che sono sempre additate come immorali e peccaminose da certe dottrine dogmatiche. Non conosciamo ovviamente il suo privato e le sue interazioni famigliari, ma dalle sue “esternazioni” possiamo immaginare quali “vincoli” psicologici possono derivare dal vivere in un’atmosfera regolata da una visione moralistica e assolutista legata a quel “libretto di istruzioni” che la Bibbia rappresenta ancora per alcuni. In un carattere ipersensibile, e in fondo “onesto”, come quello di Beppino i risultati si vedono. Lui ha una…
…folle voglia di vivere che viene frenata dal condizionamento pavloviano che gli è stato “inoculato”. E’ normare che il suo Io venga lacerato dallo scontro tra le istanze vitali e i freni morali che gli hanno “installato”. Ed è altrettanto normale che di fronte all’offerta di alternative che gli sono state presentate sul forum scatti il “rifiuto” se non sono accompagnate dall'”ok” di una certa morale.
Quando ho proposto l’esempio del “Robertino” magistralmente rappresentato nel film “Ricomincio da tre”, la “castrazione” a cui mi riferisco appare in tutta la sua comica tragicità grazie all’indimenticabile Massimo Troisi, ma se osservi le reazioni di Toro, Angwhy e in fondo anche la tua, il parallelismo calza perfettamente. Che fa Beppo di fronte alla “libertà” che gli si prospetta? Fugge, rifugiandosi nell’unica “speranza” di sicurezza che conosce: Dio. Quel Dio che però, attraverso le regole punitive che “avrebbe” imposto dettando il suo Libro, gli sta rovinando la vita. Morale, è completamente condizionato dalla perversa ossessione di essere un buon cristiano, secondo una certa “interpretazione” di quelle regole, mentre la sua “natura” chiede altre soddisfazioni che le prime inibiscono. E non si esce pazzi in quelle condizioni?
DWW,
mi sono molto piaciuti i tuoi post. dimostrano come i diversi temperamenti, che quasi certamente risentono anche di formazioni famigliari e di passate esperienze, consentano di affrontare le proprie serie difficoltà: fisiche, economiche e psichiche.
si fa quello che si può, con quello che si è e con quello che si ha. temo non sia proprio possibile fare altrimenti.
una persona a me molto cara sta patendo da quasi un anno le difficoltà a cui hai accennato. credo di poter intuire cosa provi e auguro di tutto cuore a entrambi che la situazione possa presto avere una svolta a vostro favore.
—
Beppino,
scrivi qui quando vuoi e cosa vuoi. credo che non solo a me faccia piacere avere di tanto in tanto tue notizie. nessuno è obbligato a leggerti o a risponderti. benchè magari lo faccia con il migliore degli intenti e con apprezzabili suggerimenti.
secondo me, al momento, potresti, forse, cominciare a prendere più che puoi le distanze dalla tua famiglia, anche solo sforzandoti di essere meno coinvolto dalle loro imposizioni o dai loro punti di vista.
se vuoi, se e quando te la senti, comincia da lì e continua ad autovalorizzarti per quello che sei e per quello di cui disponi, che oggi più che mai manca a molti.
Rossana, io vorrei vivere la mia fede in modo libero, senza sentirmi in colpa appena esco dai solchi tracciati dalle persone che mi circondano. Esempio: loro vanno a tutte le riunioni, la domenica, il martedì sera, e il venerdì sera. Lo fanno perché lo desiderano, e perché ogni Cristiano in buona salute fa così. Io vado in chiesa solo la domenica mattina, e mi sento in colpa…rispetto ai miei, o a mio fratello, perché non frequento la chiesa come loro. Loro sono Cristiani ideali, si meritano il nome di “Cristiani”…
Poi altro esempio: leggo la Bibbia solo periodicamente, ma non riesco ad impormi una regola tipo “leggi la Bibbia ogni giorno e prega !”. La norma, cioè quello che fanno nella famiglia, è : leggere la Bibbia ogni giorno, e pregare.
Io vivo diversamente, e mi sento in colpa perché mi viene quasi imposta una regola che non seguo.
Vorrei allontanarmi dal modello che vedo ogni giorno dell’anno a casa dei miei, e a casa mia.
Non sopporto più che mi venga messo sotto gli occhi un modello di Vita Cristiana che non corrisponde alla mia indole, alla mia personalità. È difficile ribellarsi, è difficile prendere le distanze… però se mi asfissiano con la loro disciplina austera e con il loro esempio…
Alla fine non ne potrò più.
Io…cerco la spiritualità, voglio che Dio mi parli, e mi dia la pace di cui ho bisogno, però non voglio ricalcare l’esempio altrui, non voglio copiare dagli altri, voglio trovare un cammino tutto mio, verso la pace.
Non voglio che gli altri mi dicano: “fai così, e non fare così”, voglio vivere secondo i miei criteri.
Voglio vivere libero. Con Dio, ma libero dalla famiglia.
Il suicidio… sì, potrei commetterlo, ogni giorno guardo a me stesso e mi dico: hai fallito tutto. Sei una frana, non sai fare niente, non sei un Buon Cristiano…e sei ferito dentro te, perché lì, i Cristiani, ti hanno giudicato, ti hanno fatto male, e il mondo è pieno di violenza. Sei un fallimento. Non servi a niente. Sei squalificato.
Non ci stai nella scatola dentro cui tutti vorrebbero farti entrare. Sei una nullità.
Sì, a paragone dei miei, di mio fratello, sì, sono un fallimento. Mi aggrappo solo al mio cane, a questa lettera, alla musica, e a Dio, per sopravvivere.
Il mio fratello maggiore ha una famiglia, un lavoro fisso, e vive lontano dai genitori. Io non ho né sposa, né figli, né lavoro fisso. Ho solo Filù, e vivo a due passi dai miei, convivo con un fratello straCristiano…e muoio.
Bè, non è una gran soddisfazione, ma mi fa piacere constatare che avevo intravisto chiaramente le cause del problema di Beppo. Avrei anche la soluzione ma lui la cerca in Dio, e capirai, con tutto quello che ha da fare. Inoltre tra poco più di un mese è pure Natale, e sarà impegnatissimo.
È troppo buono il Bep. Io avrei già fatto una strage domestica, altro che suicidio.
Al momento ho voglia di piangere. Sono sotto il piumone, fuori fa buio, e non ho voglia di fare niente. Mi sento estremamente triste, ho solo pensieri tristi, penso al suicidio come unica scappatoia, e non voglio più vivere. Le mie emozioni sono forti, e la depressione mi rode l’anima.
Non ne posso più.
Sono stanco.
Ogni motivo per andare fuori dal letto è rigettato.
Perché la psichiatra non ha visto i periodi di buio che attraverso…? Eppure sono proprio reali, non li invento…
Basterebbe che mi vedesse oggi, appunto…per crederci.
Sono un fallimento.
La mia vita è mediocre, povera…Non so amare, non so dare…Meglio morire.
C’è la stazione, e di notte posso adagiarmi sulle rotaie, ché passa il treno ed addio…
Non c’è nessuno che mi capisca. Nessuno per rassicurarmi quando sono in fondo al baratro.
Nessuno per sorreggermi quando mi pervade la tristezza. C’ho solo Filù, che non capisce niente, e dorme sulle mie gambe.
È vero: sono individualista, non ho niente da dare agli altri, soffro…di una profonda mancanza d’amore, nel senso che, non ne ricevo abbastanza, e non so darlo, non so amare.
Sono una frana.
Dimenticatemi. Nei momenti di depressione, non sopporto i consigli… perché sto troppo male…