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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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E vabbè Robeppì, voltati da Salvatore, che ti devo dire. Tu non accetti altro che una sola visione della vita, che poi è quella che ti sta uccidendo, eppure la difendi. Ne esistono altre che a te non interessano, non le prendi neppure in considerazione. Come diceva Troisi in quel film,”…qua’ complesso, vulesse Ddio, tu tien n’orchestra intera int’a capa”. Ti auguro buona fortuna. E ciavo come sempre.
Beppino,
nel giardino coltivi qualche fiore, qualche piantina ornamentale o qualche frutto?
tranquillo: scrivi i pensieri negativi su pezzetti di carta, e poi stracciali e buttali via.
comincia con lo sforzarti ad accettarti come sei e a volerti bene, almeno quanto ne vuoi a Filù.
buon fine settimana!
Beppino, hai un lavoro, una casa, la possibilita’ di trovare una donna, di viaggiare e di trasferirti.
Io ho cio’ che ti manca: il carattere ed il temperamento per essere una persona felice se avessi cio’ che hai tu.
E’ la vecchia storia del “chi ha denti non ha pane, chi ha pane non ha denti”.
L’unica differenza e’ che tu hai i mezzi e la possibilita’ di trovare il modo.
Io ho il modo ma ci faccio una pippa, non avendo i mezzi.
Quindi ti invidio, Beppino, ti invidio tanto.
Vuoi un consiglio? Non riempire piu’ le tasche di chi ha un vantaggio dal tenerti “malato” (psichiatri & co) e vedrai che comincerai a guarire.
Nessuno puo’ conoscerti meglio di te stesso.
Nessuno puo’ volerti bene piu’ di quanto puoi volertene tu.
Nessuno puo’ sapere cosa puo’ renderti felice piu’ di quanto lo sai tu.
Nessuno puo’ guarirti se trae un reddito dalla tua “malattia”.
Nessuno Beppino, nessuno.
Un saluto.
Grazie tante, DWW, per il tuo messaggio, sincero, e vero.
Mi fa riflettere molto.
Grazie di cuore.
Ti auguro di cavartela.
Lo meriti.
Ciao…!
Non posso essere felice, con tutti i tormenti che ho dentro…Non invidiarmi, DWW.
Lascio questa lettera per sempre. È venuto il tempo per me di costruirmi una vita nuova.
Addio.
Bravo Beppo. Ma fallo però. E facce sapè.
Costruirsi una nuova vita,semplice a dirsi, ma quale strada seguire, quella del cuore o della mente? Devo camminare a piedi nudi su un braciere di fuoco! Sono stato censurato e invitato a non scrivere più su questa lettera. “è il diario di Beppino” mi è stato detto. Quello che io sostenevo era troppo banale, fra aspiranti suicidi non si può parlare.
Non ne faccio un problema di cultura, ma di mero affarismo dai gestori del sito. Censurate anche questa, ma prendetevi la responsabilità del danno che fate. SI PARLA DI SUICIDIO, ho capito che a voi non ne frega un c...., ma non chiedetemi di tenere un profilo basso su questo tema, scusa Golem, facce sapè. Tanto censurano anche questa, a rivederci su un tema più banale.
P.S. Sono stato invitato a non scrivere più su questa lettera. Non so a chi può nuocere a chi sulla brace ci è stato, e ne è uscito con le spalle larghe, va bene così, censurate questa e questa volta sarò io a censurare voi.
Non si vive di solo pane e direttore, lasciatemi almeno il tempo di salutare a chi sa giostrare meglio di me su questa giostra del profitto.
Ciao a voi che vi tenete tutto dentro per restare in gioco, io ho altro da fare.
Ok Beppo, come vedi io (son Professore) e il Dottore PENDIAMO dalle tue labbra e ti siamo vicini. Lascia pure la lettera, ma mandaci regolarmente il “Today” del tuo percorso di vita, ce lo leggeremo sul ponte aspettando le ostriche (che poi in nave non sono mai quelle freschissime di San Pancrazio am’Mare o Saint Pancrace a.d.S., chiamalo come preferisci).
Mi sembra incredibile che proprio tu, Torodeduto, possa essere stato censurato e invitato a non scrivere più sul diario di Beppino. Capisco che accada al sottoscritto che non usa modi diplomatici per manifestare il proprio pensiero, ma tu… proprio non capisco. Beppino invece, a mio modesto avviso, avrebbe bisogno proprio di essere “aperto” al mondo anche attraverso l’interazione con le più varie espressioni caratteriali, quasi a ricreare la “ricchezza” umana che si troverà fuori da quella gabbia nella quale l’hanno rinchiuso. Il troppo sensibile Beppino ha urgente bisogno di tagliare quell’ormai fetido cordone ombelicale che lo lega ancora, e a 36 anni, ad un ambiente famigliare che lo castra quotidianamente con una ritualità religiosa che è più vicina alla superstizione che non alla fede. Mi auguro che trovi una via per fuggire da quella schiavitù e si prenda la sua libertà una volta per tutte.