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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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PS al post precedente…
nelle “occasioni” includo anche le circostanze, quelle, ad esempio, che hanno favorito l’ascesa di Cesare o di Napoleone. è possibile che le loro caratteristiche famigliari o caratteriali non avrebbero potuto trovare la stessa possibilità di espansione in ambienti o momenti storici diversi.
successo e insuccesso per me rientrano soltanto nell’ambito delle esperienze, che si è indotti a fare, senza conoscerne a priori gli sviluppi e le conclusioni. Ulisse è tornato a Itaca ma non certo per solo suo merito.
la buona o la cattiva sorte esistono, e si spesso si materializzano in un vissuto. inutile negarlo, in particolare quando un evento fortuito nefasto si abbatte su qualcuno che ha sempre fatto di tutto e di più per evitarlo. siamo perennemente in balia di noi stessi e di molti altri fattori, il più delle volte imponderabili.
“aderire all’esistenza che ci è toccata in sorte, anche come ricaduta del carattere, sono i primi passi verso l’equilibrio e la serenità. di più non si dovrebbe pretendere!”
e invece lo si dovrebbe pretendere eccome! se la nostra esistenza prende una piega sbagliata o se subiamo un destino avverso e pergiunta immeritato! reagire alle sfighe della vita, AL PREGIUDIZIO ALTRUI riguardo al fatto che certe situazioni NON POSSONO CAMBIARE, e perseguire ciò che VERAMENTE vogliamo, è l’essenza stessa della vita. Negarlo, vuol dire fare delle mistificazioni.
Smerdjiakov
circa un anno e mezzo fa inviai il mio curriculum vitae a una persona che all’ epoca frequentava questo stesso forum e che mi aveva fatto tanti bei discorsi ( sia qui che in privato ) circa la necessità, in certi casi, di dover combattere per migliorare il proprio destino quando questo fa schifo e circa il fatto che la responsabilità di certe scelte sono soltanto nostre. Ma poi, davanti alla mia reale volontà di darmi da fare per cambiare effettivamente percorso, questa persona si tirò indietro, rigettò la mia richiesta di segnalarmi a qualcuno ( cosa che non gli costava NULLA ) per trovarmi un lavoro serio, anche umile e “qualsiasi” ma onesto, e mise un muro trincerandosi dietro ad assurde giustificazioni…
Ho capito allora che i veri artefici della nostra realizzazione possiamo essere soltanto noi, e che non dobbiamo mai smettere di credere in noi stessi anche se siamo circondati da gente che intimamente è in realtà compiaciuta della merda in cui siamo costretti a intrattenerci. Io da una parte mi trovo in sintonia con le filosofie orientali, ma dall’ altra penso che la scintilla che ci arde delle nostra passioni ( e parlo di passioni e inclinazioni autentiche, non di bisogni artificiali indotti dal consumismo ) non possa essere spenta del tutto così facilmente…
ciao.
Rossana cara, proprio perchè noi non possiamo controllare le cose importanti, non possiamo controllare neanche quelle piccole. Anche se noi controlliamo le forze che ci governano, non stiamo facendo altro che agire secondo impulsi, leggi e pensieri determinati. Qualsiasi cosa noi siamo o facciamo è il risultato di forze che, anche quando sono dentro di noi, sono al di là del nostro controllo. Tutto ciò che facciamo è modulato da cause pregresse, il negarlo significa non aver compreso la portate della questione della Libertà. La libertà non è prendere una decisione. La libertà sta DIETRO alla scelta, che noi compiamo perchè siamo agiti da X fattori non controllabili.
Comunque mi rendo conto sia difficile da comprendere e anche da accettare. Se ne parlo è perchè il tema del suicidio si presta al parlarne, come d’altronde quello dell’amore. Come mai noi ci innamoriamo di una persona anzichè di un’altra? Tu dirai che noi siamo liberi di scegliere verso chi dirigere il nostro amore. Ed è vero da un punto di vista pratico. Ma la non-Libertà è quella cosa che sta DIETRO alla scelta e ti DICE quale persona scegliere. Se noi potessimo realmente scegliere di amare una persona, magari non ci sarebbero così tanti amori non corrisposti, così tanto amore sprecato. Io non posso dire: ecco io VOGLIO amare quella ragazza; semplicemente succede di amarla ovvero io vengo AGITO da qualcosa di insopprimile, un bisogno assoluto che si concretizza nella mia coscienza.
Il suicidio, per tornare al tema, non è una scelta, ma la fine di un percorso tremendo e crudele, verso cui dobbiamo sempre (per chi lo commette, intendo) provare compassione e mai giudizio. Naturalmente dal punto di vista filosofico, perchè dal punto di vista pratico i giudizi sono ineliminabili.
MG: E cosa ti aspettavi, che ti dicesse la verità? Non lo sai che siamo tutti falsi e squallidi, chi per cattiveria chi per stupidità? Non capisco perchè lo hai detto a me però. Se io potessi dare lavoro agli altri, te lo darei.
In ogni caso, come puoi vedere rileggendo le tue stesse parole, noi SIAMO agiti molto più di quanto agiamo in questa vita.
“A un certo punto tutti dicono che una certa cosa nonnsi può fare, fino a quando non arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa”.
Albert Einstein
Siamo agiti da quelli che agiscono.
Smerdjiakov,
ho messo insieme altre riflessioni che mi piacerebbe esprimerti ma non mi sento di farlo qui. grazie per l’interscambio.
—
Annalisa,
se sei la stessa con cui ho talvolta interagito in passato, non posso che confermarti che ti ammiro, ora più di prima. sono pochissime le persone come te!
un abbraccio.
Caro Smerdjiakov,
“siamo tutti falsi e squallidi, chi per cattiveria chi per stupidità?” – come non confermare?
la domanda di fondo è legata all’origine del male. si nasce buoni o cattivi? secondo me, né buoni né cattivi… un po’ l’uno e un po’ l’altro… spesso persino senza una vera ragione che inclini in modo stabile verso uno specifico versante… si agisce o si è agiti, a seconda dei casi.
“la non-Libertà è quella cosa che sta DIETRO alla scelta e ti DICE quale persona scegliere.” – vero! quando si tratta di sentimenti profondi, non c’è scelta, e se si ama, non si smetterà mai del tutto di amare. si può controllare impulsi non corrisposti, sublimare o accantonare sensazioni ma non prima che queste abbiano perso nell’usura la forza e la volontà dirompenti dettate dal momento interiore.
un sentimento, anche quello che lega ai genitori, c’è o non c’è, pur se a diversi livelli d’intensità. figli non amati amano. ne ho avuto la riprova poco fa… in fondo la facoltà più elevata dell’essere umano è proprio questa, legata alla capacità di dare amore, indipendentemente da tutto il resto.
mi sono sforzata di tralasciare questa parte, insieme alle altre, ma non ci sono riuscita. peggio per me! 🙂
Smerdjiakov
che ti devo dire… se io disprezzo una determinata persona per motivi miei, non le vado a fare certi discorsi perbenisti sulla necessità di cambiare e migliorare, per poi chiuderle la porta in faccia nel momento in cui mi dimostra di voler davvero compiere quel cambiamento in meglio. Quindi no, io non mi ritengo affatto falsa e squallida come determinati individui. Se loro invece ci si sentono, affari loro..
Sono sempre schietta nelle mie esternazioni: non ho bisogno di nascondere l’ intolleranza o la disapprovazione che posso provare verso certe persone, e frutto unicamente di mie convinzioni personali, dietro al presunto fatto di essere stata lesa o oltraggiata. In altre parole, se non sopporto qualcuno o semplicemente non lo ritengo “degno”, glielo dico chiaro e non mi trincero dietro tanti bei paroloni o facendo ricadere tutte le colpe sull’ altra persona..Ci sono cose o persone che non si è in grado di accettare, punto e basta. inutile spiegarne le presunte ragioni o dare delle colpe all’ altro.
Tempo fa, per prendere coscienza di chi davvero avevo davanti, ho dovuto innescare uno scontro furente proprio su questo forum. E alla fine le reazioni di questa persona hanno confermato l’ idea che mi ero già fatta su di lui.. e cioè che dietro i suoi atteggiamenti composti e distanti vi era celato un disprezzo infinito verso la mia persona. ed era questo che mi interessava sapere, per riuscire a liberarmi dell’ ennesima infatuazione deleteria e non corrisposta. a me piace DECIDERE chi amare, o comunque chi apprezzare.
Aldilà di tutto, io continuerò a lottare per cercare di conquistarmi quello che desidero, qualunque cosa ne pensino altri e anche se come dici tu siamo più “agiti” che fautori di noi stessi. Giusto o sbagliato che sia, questo è il mio pensiero.
So bene che non sei in grado di aiutare nessuno, altrimenti probabilmente lo faresti, tranquillo. La mia era solo una testimonianza su qualcosa che ho vissuto.
Per quanto riguarda il discorso “Amore”, è evidente che qui molte persone lo confondono con l’ orgoglio e l’ ostinazione nel cercare di farsi accettare da chi non ricambia le loro attenzioni o il loro affetto. e sono quelle stesse persone che a me rimproverano altrettanto. Il VERO amore ( che sia tra genitori o che sia tra partners ) presuppone rispetto reciproco e scelta consapevole, sempre! altrimenti, siamo semplicemente di fronte al moto dei nostri istinti e delle nostre fragilità, e nulla di più.
Rossana cara, partiamo dall’inizio. Tu parli di “facoltà più elevata dell’essere umano”. Sì, ma non solo dell’essere umano. L’Amore è un sentimento che scaturisce da un bisogno primario (riproduzione nel caso dell’eros e protezione nel caso dell’agape)comune ad ogni mammifero e, forse, ad ogni essere vivente. Noi umani non dobbiamo fare sempre i primi della classe 😉 Gli animali, a differenza nostra (che siamo comunque animali) non si pongono il problema del bene/male. Sanno che esistono entrambi e che ognuno ha l’istinto di fare le due cose, a sé e agli altri e, soprattutto, sanno che subiranno il male e qualche volta perfino il bene. Non è vero che l’uomo dà amore indipendentemente da tutto il resto: se lo fa è perché sente un bisogno di farlo, che non è controllabile. Non si decide se amare oppure no: lo si sente e basta, in ogni caso. Anche quando decidiamo di provare ad amare, poi l’amore può scaturire come no, e chissà in quale forma.
Rossana, se desideri esprimermi qualunque cosa ne sarò felice. Scrivimi la tua email e potremmo discutere da lì, se vorrai. Mi farebbe piacere.
Spiacente, ma gli animali non hanno coscienza del bene e del male, in quanto mossi dall’istinto che non è moralizzabile, mentre nella cultura umana LO SONO, tanto è vero che questi concetti non sono identici nelle varie culture, mentre l’istinto È, e non lo si può cambiare. Neppure nell’essere umano. Lo si può sublimare, trattenere, indirizzare, ma MAI SOPPRIMERE.
L’amore umano non potrà mai essere paragonato nè alle cure parentali nè all’istinto di protezione e di sopravvivenza e ancora meno a quello sessuale, insito nelle specie viventi superiori, uomo compreso. L’amore umano è una scelta consapevole e proiettata nel futuro, cosa impossibile nel regno animale che vive solo il presente. L’azione di “amare” per come viene descritta nella frase, “non si decide di amare: lo si fa e basta” è legata a doppio nodo all’istinto sessuale, pertanto NON dipende da noi, e NON è un amore diverso da quello di un cane in calore, con la differenza che nel nostro caso interviene la cultura, la morale e l’etica a connotarlo come amore rendendolo “decente” alla vista o goduto “brutalmente” nella sua essenza primaria, secondo le più varie e originali manifestazioni, da quelle francorobertiane a quelle cassandriane. Ma come diceva Raimond Carver nel suo libro, la domanda da porsi è: “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”.
Quello realmente UMANO, e tutta un’altra cosa, e quando si è entrati in quella dimensione, non ci sono “agenti” che tengano a condizionare nulla di quello che si è deciso. Altro che non decidiamo niente. Non decidiamo niente quando agiamo da “animali”. Decidiamo eccome quando agiamo nel pieno e COSCIENTE possesso delle nostre facoltà e possibilità. Se cosi non fosse saremmo ancora nel “Paradiso Terrestre”. Invece ci ha pensato “Eva” a farci fare il salto di “qualità”. Eva come allegoria che ci dice che la luce dell’intelligenza sembra essere apparsa per prima nell’ominide femmina, e riprodotta sino a noi come i mitocondri della MADRE originaria. Grazie a ciò abbiamo acquisito la “libertà di decidere” e di assumerci le responsabilità di quelle decisioni, in amore come per il resto degli eventi che ci accadono normalmente. Ma lo farà chi ne ha le capacità ovviamente. Chi ne ha “coscienza”.
Poi ci sarà sempre chi si costruisce le proprie ragioni per farsi tornare i conti, come spesso accade, quando ci si accorge che i risultati non corrispondono alle speranze, ma questa è un’altra storia. Si tratta di un banale “falso in bilancio”, ma ormai è depenalizzato