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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Conosco bene la morfina , ma non e’ utile per dolori cronici come il mio , normali antidolorifici mi danno solo effetti collaterali e poco sollievo , meglio gli esercizi , continui e prolungati.
Conosco anche la Lettera sulla Felicita’ di Epicuro : e’ un passo dei miei preferiti – e guarda caso lo cota un mio coetaneo- ma mi spaventa quello che abitualmente viene prima , il dolore , l’ indignita’ di soffocare nelle proprie produzioni organiche.
Del giudizio degli altri e’ un pezzo che me ne fotto : tengo invece al mio giudizio , e ,innamorandomi , mi sentirei ridicolo , a culo nudo.
Alessandro , se devi agire in discoteca , o nei bar alla moda , e cerchi delle strafighe , credimi che , se non sei di quell ambiente , e non lo sei , avrai delusioni ; domandati cosa hai da offrire ad una donna normale , e perche’ questa dovrebbe interessarsi a te .L’ approocio del tipo ” aiutami , sono uno sfigato ” ( in inglese looser. , cioe’ perdente) non ha mai funzionato ,ne’ nei 70 , negli 80 e dopo .
Infine Golem , hai la mia benedizione , che non ti serve , peraltro : mi sono cotto ottimo pesce , circondato dalle verdure del mio orto: e per stanotte amen
Maria Grazia ..”Noi 40enni di oggi, siamo stati allevati con l’ idea che se non diventi “qualcuno” non vali nulla, e questo si è automaticamente riversato nelle scelte sentimentali.” questo errore fa molto parte del mio passato e oggi pago a caro prezzo il non essermi fermato prima .. (citazione della vita da squalo). Oggi vedo 25enni ossia 9 anni meno di me e penso che siano di gran lunga più furbi e si godano veramente la vita senza queste manie legate alla sfera socio-professionale e ti dirò di più .. sembra incredibile ma io in un certo senso sono stato un precursore di questo ossia quando iniziai a lavorare in giovane età (17) fino ai 23 me ne sbattevo e mi godevo la vita con i soldoni dello stipendio (allora si che si guadagnava — operaio da 1.7 / 2.5 al mese) — poi iniziarono i primi contrasti nell’ambito sociale e relazionale ossia il classico NON SEI NESSUNO .. e io come un co...... pieno di orgoglio sono caduto nella trappola e dai 24 ai 30 punta diritto alla carriera (lo squalo) senza se e senza ma .. ovviamente ho avuto anche alti e non solo bassi ma il conto da pagare negli eccessi arriva sempre = oggi single e disoccupato !! eehh lo ammetto ero uno yuppies anni 80 in anni sbagliati ed oggi ne pago il conto mentre i più giovani e non .. mi schivano e si divertono. Nella vita però c’è anche la fortuna e la sfortuna perchè a chi è andata bene .. bè sai già !! cosa farei in remoto ? Fermarmi prima !!
Yog, e ti pare che me lo facevo mancare? Antiche cantine epicuree. Isola di Samo.
Non sono lontanissime da questa Finibus Terrae.
Ma quel “lappati” e Lapo Yog? In questo richiamo omofonico è contenta forse una ragione subliminale che sOTTende una più profonda ragione che mi sfugge? O mi sto realmente scarlettizzando. A proposito, tu l’hai fatta la “scarlettina “?
È una delle prime malattie pesantematiche di LaD.
Alessandro, purtroppo a me, a te, e a tutti quelli della nostra generazione, ci hanno FREGATO. ci avevano fatto credere che facendo “i bravi”, impegnandoci e lavorando a testa bassa, cercando di ingraziarsi colleghi e padroni, prima o poi saremmo stati ricompensati e che tutto sarebbe stato possibile. ma in realtà mentre genitori e istituzioni ci dicevano tutte ste cazzate, il mondo stava già andando in tutt’ altra direzione. i 20enni di oggi sono già preparati agli scenari che gli si prospettano davanti. noi non lo eravamo, e i grandi cambiamenti epocali cui stiamo assistendo ci hanno colto “di sorpresa”. ora, tra quelli che hanno la mia età, chi si si sa adattare e si sa “reinventare” ha qualche speranza di andare avanti ( perlomeno da un punto di vista economico/lavorativo ). per tutti gli altri rimangono solo due cose: trasferirsi fisicamente all’ estero oppure rimanere qui a soccombere. i più fortunati erediteranno le proprietà dei genitori o dei nonni ma avranno comunque un’ esistenza dura, improntata al tirare a malapena a campare. davvero un triste epilogo, per i figli dello yuppismo anni ’80..
Buck,
mi ha fatto piacere conoscere di più su di te, pur avendo la sensazione di aver già letto qualcosa in passato. mi dispiace per la sofferenza fisica, che è forse peggiore di quella psichica.
è stata di certo bella ed arricchente la tua gioventù, colma di viaggi e di esperienze. spero tu possa avere molti bei ricordi a farti compagnia.
Esatto Maria Grazia .. non potevi descrivere tale realtà con parole migliori .. i fortunati però li considero non tanto gli eredi ma quelli a cui è andata bene in tutti i campi .. ora ovviamente non mi ritengo un santo perché di errori ne ho fatti e non pochi .. ma di sicuro la fortuna non mi ha mai realmente baciato.
La vera domanda non sta nel perchè abbiamo commesso certi errori, ma nel perchè li abbiamo DOVUTI commettere. Se fossi nato ricco, bello come il sole e sufficientemente stupido, certo ora non stare qui a scrivere. E’ colpa nostra se la vita ci ha calpestato i desideri?
Secondo me in una società “ideale” non avremmo nemmeno certi desideri perchè ognuno sarebbe libero di essere CIO’ CHE E’, senza dover cambiare per essere accettato e benvoluto. in un mondo ideale non fregherebbe nulla a nessuno se non guidi una macchina fiammante, non somigli ad un attore o ad un attrice del cinema e non sei paraculato dall’ esistenza. abbiamo certi desideri proprio perchè la società in cui viviamo induce ad averli. questo è il punto. e chi non li realizza si sente frustrato perchè avverte l’ isolamento che si crea intorno a lui.
Buck è proprio come dici tu e posso solo immaginare cosa sia stato quel periodo.noi lo abbiamo vissuto 20 anni dopo ed è stata comunque un altra primavera,viziata,edonistica, superficiale ma maledettamente bella e colorata.w gli 80 w i Rockets
Smerdjiakov,
“E’ colpa nostra se la vita ci ha calpestato i desideri?” – no, ammesso che si trattasse di desideri adeguati all’ambiente e alle proprie possibilità di realizzarli, almeno in parte. mai pretendere l’irragiungibile!
inoltre, la buona o la cattiva sorte, derivante dall’esterno o anche da semplici connotazioni naturali impossibili da governare, può fare la differenza, indipendentemente da ogni miglior buona volontà.
personalmente, sono incline al determinismo, e quindi alla privazione di reali possibilità di orientamento di fondo della propria vita ma non respingo nemmeno del tutto la visione di un’adeguata via di mezzo: in alcuni aspetti non esiste libero arbitrio; in altri, di solito di minor portata, sì. soprattutto nell’interpretazione di quanto accade, sforzandosi di accettarlo e di comprenderlo anche quando ci è ostile.
è facendo delle proprie scelte un percorso soggettivo, assunto con responsabilità e consapevolezza, senza farsi troppo influenzare dalla cultura di massa, che si può realizzare qualcosa di buono e di valido per sé. nella tolleranza in senso lato risiede la radice della serenità, sempre più gradevole della disperazione o della rassegnazione.
opinioni personali, valide per me, e conquistate dopo un momento gravissimo, di totale rinuncia all’esistere.