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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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14.941 commenti

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  1. 13701
    Smerdjakov -

    Ok, ma in pratica? Di cosa stiamo parlando?
    Beato te che ora hai risalito la china. Io non ho più voglia di provarci, tanto è inutile. Quanto alla Madonna, è bene che non si faccia mai vedere. Altrimenti le sputo contro.

  2. 13702
    DAGO44 -

    La china l ho risalita con il sudore della fronte,credendo in ogni artigliata che davo e che mi spingeva su,ricadendo e rialzandomi,me la sono guadagnata..ci ho creduto,ci ho provato e ci sono riuscito.Per quanto riguarda la Madonna…non replico io non amo scherzare ne tantomeno parlare di Fanti ne Santi.Un abbraccio. DAGO44

  3. 13703
    Smerdjakov -

    Vorrei avere Dio davanti a me per potergli urlare tutto il mio disprezzo ed il mio odio. Vorrei potergli rimandare tutto ciò che mi ha dato ovvero il Niente, la mancanza di amore,la solitudine perenne, l’orrenda sensazione di essere inutile, di troppo, eppure di non poter smettere di giucare al gioco crudele che Lui ha inventato per divertirsi. Vorrei chiedergli come è possibile per Lui non vergognarsi, non affrettarsi a distruggere ogni cosa per cancellare infiniti attimi di sofferenza per un numero inimmaginabile di enti. Uno di questi numeri sono io.
    Vivere senza speranza, senza amore, senza talento alcuno, senza essere visto, senza essere mai accolto. Vivere è ridicolo. Di tutto ciò che si prova, niente dà tanto l’impressione di essere al cuore stesso del vero quanto gli accessi di disperazione senza ragione: a paragone, tutto sembra frivolo, sofisticato, privo di sostanza e d’interesse. Eppure di ragioni ce ne sono miliardi, anzi miliardi di miliardi moltiplicate per miliardi. Il sentire bisogni che non si potranno mai soddisfare; il sentire paure che non se ne andranno mai. Nascere, crescere, soffrire, non capire niente. Non aver combinato nulla. E morire sfiniti. Ecco il succo della vita. Almeno di chi ne ha colto l’essenza, perchè gli altri sono troppo impegnati ad esistere per vivere.
    La sofferenza apre gli occhi, aiuta a vedere le cose che non si sarebbero percepite altrimenti. Quindi non è utile che alla conoscenza, e, all’infuori di essa, serve solo ad avvelenare l’esistenza. Il che, sia detto di sfuggita, favorisce ancora la conoscenza. “Ha sofferto, dunque ha capito”. È tutto quello che si può dire di una vittima della malattia, dell’ingiustizia, o di qualunque altra varietà di sventura. La sofferenza non migliora nessuno (tranne quelli che erano già buoni), e viene dimenticata come viene dimenticata ogni cosa, non entra nel “patrimonio dell’umanità”, né si conserva in alcun modo, ma si perde come si perde ogni altra cosa. Serve per…

  4. 13704
    Smerdjakov -

    Serve per poter dire di aver compreso.
    Ma anche questa comprensione è del tutto assurda, perchè riporta all’inizio: alla sofferenza come sensazione, come atto vitale.
    Nessuno si rimette dal male di nascere, piaga capitale se mai ve ne furono.
    La bestialità della vita mi ha calpestato e schiacciato, mi ha tagliato le ali in pieno volo e derubato di tutte le gioie cui avevo diritto.

  5. 13705
    rossana -

    Smerdjakov,
    ho apprezzato i commenti 13703 e 13704, lucidi e profondi.

    in merito a: “niente dà tanto l’impressione di essere al cuore stesso del vero quanto gli accessi di disperazione senza ragione: a paragone, tutto sembra frivolo, sofisticato, privo di sostanza e d’interesse.”, pur comprendendo il succo del discorso, in parte condivisibile, mi permetto di farti presente che è altrettanto difficile accettare la disperazione che deriva da qualcosa di inamovibile e immodificabile, con cui sei costretto a fare i conti, dopo che sei stato tu, volontariamente o inconsapevolmente, a dargli forma. dovrebbe in teoria essere più facile accettare qualcosa di negativo che ti colpisce senza suscitare nette sensazioni di colpa.

    la realtà, a cui difficilmente ci si può sottrarre, si concretizza nel modo in cui si riesce ad affrontare le difficoltà e nell’entità delle stesse, in rapporto alle nostre capacità di sopportarle o di superarle. è il temperamento di fondo o la volontà della mente a poter fare, talvolta, la differenza.

    un abbraccio.

    PS: leggo saltuariamente questo thread. ti va di dirmi quanti anni hai?

  6. 13706
    Smerdjakov -

    Credo Rossana che tu non sia riuscita a cogliere il punto del mio discorso, o forse non sono stato sufficientemente bravo io a farlo cogliere. La questione che tu poni è per me irrilevante, dal momento che anche le decisioni che apparentemente prendiamo noi in forma libera non sono altro che frutto della diacronia di eventi che siam costretti a vivere nascendo. Se anche tu hai preso una decisione sbagliata è perchè la Vita ti ha portato a prenderla. Se io avessi tanti soldi, farei più beneficenza e magari non li spenderei in prostitute per sentirmi accolto. Se io fossi nato affascinante forse non sarei qui ad odiare la vita ed anche i numerosi errori che mi ha portato a compiere. Insomma, se la Vita avesse regole meno tremende, forse noi non saremmo obbligati a prendere tremende decisioni. Dna e Ambiente non ce li siamo scelti noi, quindi tutto quello che logicamente ne consegue non dipende da noi. Il Libero Arbitrio è un’idea ormai portata avanti dai pensatori alla Fabio Volo o Erri De Luca o dai pagliacci che pretendono di vedere nel vicino di casa lo zio morto trent’anni prima.
    Non esistono meriti nè colpe in realtà, perchè la vita ha le sue leggi all’interno delle quali noi operiamo, pensando di essere liberi, ma in realtà rotolando come un sasso (Leibniz). I miei anni? 34. E’ buffo: quando scrivo molte mi domandano informazioni sugli anni, di dove sono, cosa faccio nella vita… Nella vita reale tutte mi ignorano come se fossi infetto. Anche di questo mi domanderò sempre il perchè.
    “la realtà, a cui difficilmente ci si può sottrarre, si concretizza nel modo in cui si riesce ad affrontare le difficoltà e nell’entità delle stesse, in rapporto alle nostre capacità di sopportarle o di superarle. è il temperamento di fondo o la volontà della mente a poter fare, talvolta, la differenza.” Ammetto che l’involuzione lessicale di questa frase mi ha fatto perdere il senso della stessa. Insomma: la realtà sarebbe come affrontiamo le avversità?

  7. 13707
    Smerdjakov -

    La vita tutta è un’avversità. In cui noi siamo obbligati a trovarci, chi ai margini, chi nel fulcro.
    Anche se avessi tutto ciò che desidero questa vita mi apparirebbe intollerabile, dal momento che lo sono le sue leggi (pensa all’orrenda catena alimentare solo per citare la più famosa delle ingiustizie). Com’è possibile concepire un Dio benigno in tutti questo? Meglio il Nulla.
    Perchè dovremmo sfuggire dalla nascita, non dalla morte. Non esistere, per non soffrire.

  8. 13708
    maria grazia -

    Smerdjakov
    STANDING OVATION!!! discorso assolutamente condivisibile e dannatamente sincero nella sua “crudezza”, senza inutili palle idealiste e buoniste. tutto quello che ci accade nella vita dipende solo in minima parte dalla nostra volontà. quindi come dici tu è assurdo parlare di “colpe assolute” o di “meriti assoluti”. Qualsiasi decisione umana, anche quella che agli occhi degli altri appare come la più “estrema” e discutibile, non è altro che la risultante di fattori ambientali, familiari, circostanziali e genetici che hanno cooptato nella vita di quell’ individuo. Il libero arbitrio ASSOLUTO non è possibile, non in un mondo come il nostro! quindi il sindacare o meno sulle scelte degli altri non ha alcun senso perchè ognuno ha la sua storia e ha un suo diverso destino, che lo porta a fare certe scelte piuttosto che altre, PER RAGIONI BEN PRECISE. Ci sono semplicemente persone PIU’ SFIGATE DI ALTRE, e gli altri non sono nessuno per fargli le pulci e per sentenziare sulle loro vite, sopratutto se le esistenze di questi ultimi sono invece più prospere e fortunate! Nessuno di noi ha il diritto o il titolo per entrare nel merito delle vite e delle scelte altrui. tutto quello che ci è concesso in questa vita, se scegliamo di restare in vita, è di limitare le conseguenze delle nostre sfortune attraverso un atteggiamento positivo e costruttivo. Fermo restando che non tutti sono obbligati ad aderire a questo pensiero se va contro il loro sentire, e fermo restando che ci sono cose che semplicemente non si possono cambiare, o che non si sarebbe potuto evitare, data la situazione OGGETTIVA in cui una determinata persona si è trovata suo malgrado a vivere.

    “se la Vita avesse regole meno tremende, forse noi non saremmo obbligati a prendere tremende decisioni.”

    già!…più semplice, chiaro e lineare di così…! ma purtroppo c’è chi proprio non ci arriva, dall’ alto dei suoi PRIVILEGI. Ammiro chi riesce a riscattarsi da una situazione penosa con le sue sole forze. Allo stesso modo però non mi permetterei mai di sputare giudizi gratuiti e velenosi su chi, trovandosi incastrato in una situazione controversa, non può fare più di tanto per cambiarla.

  9. 13709
    maria grazia -

    “E’ buffo: quando scrivo molte mi domandano informazioni sugli anni, di dove sono, cosa faccio nella vita… Nella vita reale tutte mi ignorano come se fossi infetto. Anche di questo mi domanderò sempre il perchè.”

    Smerdjakov
    molti intervengono in questo forum per ricevere un’ attenzione che altrimenti nella vita reale non avrebbero… chi giudicando gli altri, chi distribuendo parole accomodanti e “buoni consigli”.. ma lo scopo è sempre lo stesso: “mettersi in mostra” per ottenere un riconoscimento. e se succede questo, significa che la società e l’ essere “umano” funzionano secondo dinamiche ben precise.
    Non ti meravigliare quindi se quella stessa gente che qui ti dimostra affetto e solidarietà, nella realtà vera non ti cagherebbe di striscio!

  10. 13710
    angela -

    la tua visione è di totale desolazione e sconforto. non ci possono essere parole adatte ad alleggerirla…

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