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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Con me galantuomo lo è stato. Nonostante la mia presunta inettitudine e la mia cosiddetta pigrizia.
A chi mi ha quasi rovinato, e mi ha umiliato mentre ero a un passo dal suicidio, non porto più nemmeno disprezzo. La vita mi sta restituendo tutto.
PS:
Scusate l’intermezzo incomprensibile ai più. Non entravo qui dentro da tempo immemorabile; volevo togliermi un sassolino da una scarpa e mi sono imbattuto in un commento che mi ha fatto sorridere.
Vi auguro di risolvere i vostri problemi come è capitato a me. La vita è imprevedibile; quello che non è successo in 40 anni può capitare in sei mesi.
Ognuno porta il peso delle proprie azioni e se è incapace di sentirlo, beh, che dire … tanto meglio per lui. L’odio viene meno quando cessano le conseguenze del male che ci hanno fatto.
Buona fortuna anche da parte mia.
Emma, sono abbastanza inetta da entrare nel pallone quando una persona mi chiede le indicazioni per raggiungere il supermercato. Si è avvicinata, una coppia giovane, erano in macchina, guidava lei, mi chiedeva dove fosse, le ho sorriso perchè nonostante conoscessi bene il quartiere, il mio cervello non mi dava la risposta della strada. Continuavo a sorriderle, balbettando le ho detto di girare al primo incrocio, grazie ciao, lei una ragazza bella, felice e presumibilmente ricca, ma soprattutto normale che chiede un’indicazione e va a fare la spesa, io una sfigata che ha proseguito la sua passeggiata con l’amarezza di non saper dare neanche un’indicazione stradale…e tra un pò di non avere la possibilità neanche di entrare al supermercato.
Dicono che la perseveranza restituisca la fatica. Sono contenta di sapere che chi ha sofferto ce l’ha fatta, che un Sorriso è riuscito a risalire, io continuo a provare a vivere, mi dispero ma continuo, eppure i risultati sono sempre scarsi.
Non so se il tempo sarà galantuomo, ad oggi vorrei che si divertisse un pò meno a vedermi continuamente annaspare.
Grazie per esserci ogni volta che mi riaffaccio qui. Vi penso con affetto.
Dalia, capita di andare nel pallone. Non per questo sei un’inetta.
Quando non si riesce ad infilarne neppure una per sbaglio si diventa insicuri e si vive nel terrore di dire o fare una cazzata con il forte rischio che il terrore si tramuti in realtà.
Inabissando ogni forma di sicurezza.
Continua a provare, non abbatterti e cerca di essere forte e di farti scivolare tutto addosso.
Non è facile, lo so.
Non è facile cadere, non è facile non riuscire a rialzarsi, non è facile non avere nè vedere un appiglio a cui attaccarsi, fosse solo un filo d’erba mentre si è appesi su un precipizio.
Ma la vita è strana, a volte fa scherzi di pessimo gusto, a volte fa dei regali inaspettati, a volte restituisce ciò che ti ha preso quando, ormai, hai dato quel qualcosa per perso.
Una volta scrivevo fiumi di posts. Ora ho preso le distanze da questa lettera.
Sia per disintossicarmi che per fastidio.
Sai, c’è, tra gli utenti, chi pensa che dovrei vergognarmi di qualcosa, che dovrei soccombere sotto il peso della mia stessa coscienza e che non perde occasione di saltare fuori dal cespuglio ogni volta in cui scrivo.
Fastidio a parte, dato che non ho la più pallida idea di quale fantasma perseguiti la sua mente facendo il mio nome, me ne sbatto altamente.
Se vuoi sfogarti sono qui.
Di pratico posso fare solo che un bel nulla…..ma se ti serve “parlare” sono qui.
Un abbraccio.
Evito volutamente di replicare ai mitomani.
Dalia, solo un’ultima parola prima di salutarti. Ti ringrazio per le tue parole affettuose, conosco quel tipo di problemi, che sono frutto di insicurezza e timidezza e ti assicuro che non si tratta di una condanna. Non so cosa ne sarà della tua vita ma spero che la mia storia possa esserti di incoraggiamento. Ti giuro che appena sei mesi fa mi trovavo veramente sull’orlo del suicidio. Ci è mancato veramente un pelo, sai ? Ero solo come un cane, sofferente dal punto di vista psichico e economicamente rovinato. Non riuscivo a intravedere nessuna via d’uscita. Adesso non sono più solo, ho una donna meravigliosa e soprattutto sincera e ho risolto gran parte dei miei problemi finanziari. Sicuramente ho avuto tanta fortuna (era ora !) ma la capacità di fare autocritica mi ha giovato moltissimo. Anche l’orgoglio mi ha dato una grande spinta, come pure l’umiltà di chiedere aiuto e di curarmi. I conti si fanno alla fine e ormai sono cresciuto abbastanza per non esaltarmi. Ma almeno una certezza ce l’ho: certi errori madornali non li ripeterò mai più.
Gli abbracci sono molto inflazionati (e a questo punto anche poco credibili). Ti mando una pacca sulla spalla e un minuscolo consiglio. Affronta i tuoi problemi psicologici senza vergognartene.
Mitomane è un appellativo new entry 🙂
Bene, chiuso il sipario, un saluto a tutti.
E abbracci a chi li vuole.
Sono in promozione 3X2.
“Sai, c’è, tra gli utenti, chi pensa che dovrei vergognarmi di qualcosa, che dovrei soccombere sotto il peso della mia stessa coscienza e che non perde occasione di saltare fuori dal cespuglio ogni volta in cui scrivo.”
Emma ti capisco. purtroppo certe persone non hanno altro modo per emergere, se non quello di sminuire gli altri. Senza contare che chi fa così è solo gente che ha una SEGRETA AMMIRAZIONE SPUDORATA per te, ma non lo ammetterà mai ( altrimenti non te li ritroveresti sempre dove intervieni tu ). Alla lunga comunque sono le dimostrazioni CONCRETE che contano, e non LE PAROLE E LE PUNZECCHIATURE di chi vive di certe cose. Pensa a questo e fregatene.
A mio avviso di “porte aperte” possono essercene a tutte le età. basta sapere cosa cerchiamo veramente e cosa di rimando possiamo offrire. ciao!
Gentile Maria Grazia, voglio raccontarle un episodio reale che si è verificato sei mesi orsono. Non faccio nomi né nick; spero soltanto di aiutarla a riflettere.
Un uomo si trovava in uno stato di disperazione assoluta ed era giunto veramente a un passo dal suicidio. La sua mente era sconvolta, non aveva più soldi per mangiare, non vedeva più nessuna possibilità di sopravvivere. La sua solitudine era totale, le sue condizioni mentali pessime. Alla base di tutto c’era un tragico errore di valutazione riguardo alla personalità della sua ex compagna. Certe promesse, formulate in modo chiarissimo e inequivocabile, erano state disattese innescando una reazione a catena dagli esiti disastrosi.
L’uomo aveva alle spalle due tentativi di suicidio e si era riammalato a causa dello stress. Pensò di essere giunto al capolinea e in uno stato di evidente alterazione mentale scrisse alla sua ex una lettera in cui sfogava la sua rabbia e le comunicava la sua intenzione di farla finita.
Quello che accadde in seguito è talmente incredibile che non può essere riferito a parole (mi astengo dal farlo perché sarei censurato). L’uomo era distrutto. Vagò tutta la notte in riva al fiume e alla fine fu salvato da un estremo moto di orgoglio (“questa gente non deve averla vinta”).
Ora, cara Maria Grazia, si sforzi di capire che dietro a certi post ci sono delle storie di dolore, di rabbia e di disperazione. E che in certi frangenti un sentimento di rivincita può essere la cosa più naturale del mondo.
Oggi quell’uomo è una persona felice che sta risolvendo a poco a poco tutti i suoi problemi. Non ce l’avrebbe mai fatta senza l’amore di una donna STUPENDA e senza il sostegno di una bravissima persona. Ma ogni tanto ripensa a quello che è accaduto. E le assicuro che fatica a capacitarsene.
Adesso il sipario può calare per sempre. La vita è altrove; non in questo forum. La vita è negli occhi della donna che mi ha salvato.
Carissimo Sorriso
a me non può che farmi piacere se Lei ha risolto brillantemente i suoi drammi! ma deve tener presente che – in contrapposizione – ci sono tante altre persone ( in questo forum come altrove ) che invece stanno ancora soffrendo, e che probabilmente non troveranno mai una vera via d’ uscita come invece è fortunatamente avvenuto nel suo caso. e questi spazi virtuali per molti ( specie in threads come questo ) rappresentano l’ unica valvola di sfogo per la propria angoscia. e comunque il mio commento ( per il quale ho preso spunto da un’ affermazione di Emma ) era un discorso generalizzato, senza riferimenti specifici a qualcuno.
Per il resto, non entro nel merito delle “guerre” altrui, nè voglio sindacare sull’ uso che altri ritengono di dover fare di questi forum. Non credo però che colpevolizzare all’ infinito l’ altra persona sia una “rivalsa”, come l’ ha chiamata Lei. Ma anzi potrebbe essere invece la dimostrazione viva e pulsante che certe ferite in realtà BRUCIANO ANCORA, e che a certe persone CI PENSIAMO ANCORA. La vera rivalsa nei casi come il Suo, sarebbe invece lasciare le esperienze e le persone che hanno recato sofferenza, nel più completo oblìo. Sempre che, ovviamente, le colpe stiano davvero tutte dall’ altra parte; ho rispetto per le sue passate sofferenze, e per la forza con cui sembra averle affrontate. Ma ognuno di noi dice la SUA verità. La quale non sarà mai l’ ASSOLUTA verità’. Cordiali saluti.
Maria Grazia, in questo caso non c’è invidia (tantomeno ammirazione) dell’interlocutore (di cui evito, con severa attenzione, di fare nome e di riportare uno degli 8000 nickname che ha utilizzato in questi anni).
C’è, molto più semplicemente, quel rancore sordo e cieco che nasce dal vittimismo.
Quel vittimismo che, a periodi, ci becca tutti e, in alcuni casi, è nel DNA.
Quando è nel DNA è inutile perdersi in discussioni.
Colui e colei che nascono vittime perdono di vista antefatti, circostanze, scritti.
Tutto finisce nel pentolone del “come posso uscirne pulito/a o, al massimo, sporco/a di quelle piccole colpe che fanno di me un/a mero/a ingenuo/a?”
Se non posso fidarmi del mio mitomane cervello posso fidarmi di quasi 5 anni di e-mail che ho meticolosamente conservato e che mi raccontano una storia ben diversa da quella che, periodicamente, mi ritrovo tra le scatole in questa ed altre pagine.
Sono venuta a sapere che l’utente in questione ha trovato le proprie strade verso la serenità.
Io ho trovato e sto trovando le mie.
Tutto bene quel che finisce bene salvo una domanda: perché non vive la propria serenità e continua, imperturbabile, a provocarmi ad ogni occasione utile?
Senso di quella giustizia traballante che nasce dal vittimismo?
Animo rancoroso a dispetto delle belle parole spese su sé stesso?
Autocritica che sbaglia strada e si trasforma in critica altrui?
Io, sfigata, tetra, cupa canna palustre, vivo la mia vita e manco mi ricordo sia esistito quel ridente girasole finché non lo ritrovo qui, con una costanza che ha del diabolico, appostato come un vietcong…….
Mi è stato consigliato di ignorarlo.
È ciò che farò qualora insistesse.
Resta il fastidio delle punzecchiature.
Ma che ci posso fare?
Ciao.