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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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“Maria Grazia, ciò che tu e le anime belle con poco cervello”
grazie del “complimento” Randy !
“Il punto, per un suicida, non è andare contro la vita, ma contro una vita che pare indegna.”
questo lo hanno compreso tutti, anche noi “privi di cervello” !
“Uccidersi è davvero una scappatoia, forse l’unico vero e autentico atto di libertà e di ribellione che un uomo possa compiere.”
io sono di altro avviso, e cioè che il suicidio è una resa, un “darla vinta” a chi ci mette i bastoni tra le ruote. ma ovviamente questo è solo un MIO PUNTO DI VISTA, che non pretende di essere verità assoluta.
“Il suicidio fu l’ultima virtù degli antichi. Nel pieno disfacimento d’ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi.”
se è così, preferisco lasciare ad altri gli “atti eroici” e le “virtù”, e sono fiera della mia NON-VIRTU’ e delle mie IMPERFEZIONI, che tanto mi fanno amare la vita ( anche quella che mi trovo a vivere, che non è tragica ma non è nemmeno idilliaca ). ma per quanto io riconosca il disfacimento morale e le bruttezze di questo nostro mondo, so anche vederne gli aspetti più puri e incontaminati, i sentimenti più belli e più autentici. penso che questi antichi di cui parli soffrissero di “cecità” in questo senso, e che avessero scarso spirito di adattamento. capita !…
“No, gli risponderei che mi ammazzo perché non posso accettare che un agnellino dall’altra parte del mondo sia stato sgozzato, un cane abbandonato, un gatto seviziato o un bambino ucciso.”
certo, su questo ti capisco e ti condivido. e, come ho già detto, io NON CONDANNO E NON GIUDICO chi è pro-suicidio, anche se la mia opinione in merito è diversa !
Dalia, non ti abbattere.. pensa al coraggio che hai avuto lasciando le tue certezze per tentare di migliorare la tua vita. Quanti di noi non hanno la forza nemmeno di pensarlo.. non è facile senza dubbio, il periodo è quello che è. Ma pensa che stai portando avanti una prova di coraggio e se poi non dovesse andar bene, comunque l’hai tentata. Non sei rimasta immobile senza provarci. Asciugati le lacrime, sistemati il trucco e ritenta. Se non dovessi trovar nulla, torna a casa. Non è un fallimento, è un ritornare a recuperare forze e nuove idee per la prossima prova.. con qualche esperienza maturata, e magari anche con un pò di rabbia (sana) in più. Pensa a qualcosa che ti possa consolare quando rientri in stanza magari stanca e demoralizzata, un buon libro, una piantina da curare, una lettera ad un’amica.. e non ti scoraggiare. Spero di non apparirti troppo banale nei miei consigli, ti suggerisco quello che facevo io i primi tempi, quando rientravo la sera nell’appartamento che dividevo con due ragazzi con i quali non andavo nemmeno d’accordo ma non potevo permettermi un monolocale.. mi chiudevo in stanza, a leggere o a fare puzzle. Un abbraccio.
“Il suicidio, ovvero la morte, spezza questa orrenda catena che nessuno ci ha domandato se volevamo vivere.”
mi dispiace deluderti ma tu non spezzi nulla, perchè dopo la tua morte questo ciclo infinito e senza senso continuerà comunque.
“E non fa altro che anticipare il momento in cui, presumibilmente, torneremo alla vera pace: il non-essere. Non c’è scampo: vivere significa soffrire.”
il non-essere può essere la scelta ideale PER TE ! ma non è detto che lo sia PER CHIUNQUE. io ad esempio preferisco una vita fatta ANCHE di sofferenze, oltre che di gioie. perchè solo la rinuncia e la sofferenza ti permettono davvero di prendere consapevolezza delle cose, di capire chi sei e cosa vuoi, e di imparare a percepire la vera bellezza ed essenza delle cose. questo, ovviamente, SE NATURALMENTE SI HA UN BRICIOLO DI CERVELLO E SENSIBILITA’.
“Dunque non bisogna permettersi di giudicare chi decide di usare la propria libertà per liberarsi dalla sofferenza.”
esatto. come NON BISOGNA GIUDICARE chi è di diverso avviso.
e comunque ritengo che, prima di suicidarsi perchè si ritiene di non vivere degnamente, occorra fare tutto il possibile per rendere degna la propria vita, per renderla una vita che vale la pena di vivere. O ALMENO SAREBBE GIUSTO PROVARCI.
io personalmente non mi sono suicidata per due motivi principali:
1) la curiosità: volevo vedere come sarebbe proseguita la mia esistenza prima di arrendermi al non-essere
2) il rispetto verso le persone – mio padre e mia madre in questo caso – che hanno fortemente voluto la mia esistenza, e che hanno fatto grandi sacrifici per renderla felice, o perlomeno serena.
un saluto
Tutti i giudizi sulla vita in genere sono totalmente privi di significato. Come scrissi in un’altra occasione, quei giudizi hanno un grande valore come testimonianza psicologica (ci svelano lo stato d’animo di chi li pronuncia). Ma presi in sé non significano nulla. Ecco una persona felice che sta vivendo una fase di grande arricchimento interiore. “La vita è meravigliosa !” Essa dice. E dal suo punto di vista ha perfettamente ragione. Solo che dovrebbe dire: “La MIA vita è meravigliosa”. Ora ci viene incontro una persona depressa che sta attraversando un periodo di amara disillusione. “La vita fa schifo !” esclama quest’infelice. E anche lui avrebbe ragione se solo si ricordasse di dire: “La la MIA vita fa schifo” … In tanta gente vi è un’insopprimibile tendenza a generalizzare le proprie esperienze interiori. Molte filosofie sono nate così.
Maria Grazia, sembri la squallida fotocopia di una squallida redattrice di un giornaletto parrocchiale. Una che fa finta di essere una polemista senza averne le basi cognitive. Già è ridicolo il tuo modus scrivendi, che prevede il copia/incolla delle proposizioni altrui… Ma naturalmente il posto d’onore l’occupano le banalità che vai perpetuando. Ma cosa vuoi saperne tu della vita? 🙂 D’altronde, a quanto dici, ti occupi anche della morte visto che pretendi di sapere cosa c’è dopo eh eh. Sei una sensitiva? O basi i tuoi ragionamenti metempsicotici su una confusa fede? O che altro? E poi: chi mai ti ha detto che tu devi suicidarti? A me non frega niente di quello che fai tu e non mi importa niente di te. Che tu esista oppure no mi è del tutto indifferente: una nullità nel mare del Nulla. Mi rendo conto però anche in mezzo al Nulla ci sono nullità di valore. Tu non sei tra queste. Dunque goditi la tua vita e pensa alla prossima quando, probabilmente in ottemperanza alla legge dell’evoluzione karmika, finalmente ti incarnerai in qualcosa di pensante: magari in una scimpanzé. Riguardo i punti posti in calce posso dare le mie libere interpretazioni: 1) La tua vita intellettuale è squallida e lo si deduce dall’insussistenza dei tuoi ragionamenti. 2) Non posso che pensare a quella canzone di Pino Daniele e del riferimento allo scarrafone che piace alla sua mamma. Questo mi ricorda che l’amore di un genitore e l’obiettività sono davvero su due binari distinti.
S: devo dirti che è interessante ciò che dici, ma che non sono d’accordo con la tua distinzione. Che noi si tenda a generalizzare le proprie esperienze è normale e umano. E neanche troppo sbagliato dal momento che la vita ci capita. Ma la vita è anche ciò che capita agli altri e molta gente decide di viverla o di non viverla anche su questa base. Ed esistono milioni di casi di suicidi esistenziali, di gente che aveva tutto, ma che non sopportava l’esistenza del Male o della Morte (che per me è la cosa più importante della vita). Noi siamo un filtro di emozioni e sensazioni e dunque tutto passa per il nostro giudizio emotivo o intellettuale; ma proprio per questo tutto ci riguarda e ogni cosa è collegata. Personalmente ritengo che questa vita non potrebbe mai essere meravigliosa perché non ne ha i presupposti, essendo stata “creata” per far divergere le nostre azioni dalla nostra sensibilità. E dunque come potrei godermi, e magari li avessi!, i frutti di una vita piena, in senso materiale, quando so che esistono milioni di essere sofferenti o quando so che la mia stessa felicità avrà fine con la morte? Il male del Male è che può inquinare il Bene. Il Bene non potrà mai cancellare il Male. Per questo la vita non può essere meravigliosa, ma è un gigantesco inferno dove i più fortunati fan finta che non gli riguardi. In questo ci aiutano molto le condizioni personali o una maggiore o minore sensibilità.
Randy, non mi disturbo a risponderti cercando di approfondire i concetti che ho esposto, e che per te saranno sempre INARRIVABILI. Cosa ne posso sapere io della vita ? MOLTISSIMO ! visto che ho già 40 anni, e che ho vissuto sempre INTENSAMENTE, AFFRONTANDO LE COSE, e non nascondendomi come stai facendo tu. per il resto, posso capire perchè sei tanto indispettito: sentirsi dire le cose in maniera obiettiva non è mai piacevole, lo so…. saluti.
Randy non so chi tu sia ma pare che tu sia un povero demente ed è imbarazzante con quale sfacciataggine ti arroghi il diritto di auto celebrati intelligente quando è evidente che tu sei solo un emerito idiota, e lo si deduce dal tuo modo di pensare e scrivere in modo manicheo, unica espressione del tuo equilibrio psico-sociale che va a morì ammazzato. Non sei altro che un porta sfiga dal quale è doveroso mantenere le distanze, un fottuto menagramo di quelli che quando passi gli altri si toccano i co......, e S con ragione scrive che chiunque parli della vita in questi termini non può che essere uno stolto, perchè mentre lo fai il malinteso ti fotte proprio quando sei convinto di avere la verità in pugno, quando questa è solo una gran puttana. Spero che tu non abbia più di sedici anni, perchè non saprei come giustificare tanta arroganza totalmente prima di fondamento. I bimbiminkia 40enni come te possono solo auto celebrarsi intelligenti senza la minima considerazione di nessuno, ma credimi quando ti dico che sei un povero imbecille con una nocciolina rinsecchita al posto del cervello. S, David, e pochi altri sono le uniche persone degne di ricevere risposta nel merito, tu sei solo un cretino con lo sguardo da bovino che crede di essere sensibile come Dino Campana. Vai e fottiti pezzo d’asino
mattine e sere in giro per una ricetta e qualche pasticca che pena.sono stato in un bel lago a nuotare ad un certo punto sono fiondato fuori,poco prima mi avevano detto che un ragazzo era annegato lì.perchè paura di uscire dal lago,ci tornerò.ciao Matteo grazie
Certo che qui sembra di stare un un’arena … passano pochi giorni e ricominciamo a scannarci.
Randy, comunque la si metta il problema rimane soggettivo. Tutti, salvo alcuni imbecilli, vediamo la sofferenza e le ingiustizie da cui siamo circondati. Ma il dolore e le ingiustizie rappresentano davvero un’obiezione contro la vita ? Sono un argomento sufficiente per rifiutare la vita nel suo complesso ? Ognuno risponderà a modo suo e ognuno dal suo punto di vista avrà ragione.