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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14.932 commenti

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  1. 13361
    maria grazia -

    david
    scusa ma il suicidio cos’ altro sarebbe, se non una “fuga” ? che poi sia lecita o meno, dipende dai casi ovviamente.

  2. 13362
    Emma -

    “prima di tutto andrebbe capito se….bla bla bla”.
    Se dopo tutto ciò che è stato scritto qui,sopratutto nelle ultime settimane, in risposta alle tue saccenti boiate (leggi “considerazioni teoriche”), da me e dagli altri utenti che dipingi come lugubri figuri, sei ancora al punto di porti questa domanda, marò….. comincio a provare umano senso di pietà
    O non leggi i nostri posts o non capisci.
    Vedi tu….
    Dai, ce la puoi fare.
    Siediti, non distrarti e segui la riga con il dito altrimenti rischi di perdere il segno e confondere tutto.
    Q-U-E-L-L-I C-H-E T-I S-T-A-N-N-O R-I-S-P-O-N-D-E-N-D-O I-N-F-A-S-T-D-I-T-I S-I S-T-A-N-N-O F-A-C-N-D-O U-N C-U-L-O A C-A-P-A-N-N-A P-E-R S-A-L-V-A-R-S-I L-E P-I-U-M-E!

    Quanto alla “via di fuga”.
    Bell’uscita del c.....
    Tipica dei fanfaroni. E dei fortunati…..
    Bye.

  3. 13363
    maria grazia -

    “dagli altri utenti che dipingi come lugubri figuri”

    ??????……

    il culo a capanna per salvarsi le piume ce lo stiamo facendo tutti, Emma. me compresa. non sono nè fortunata, nè tantomeno fanfarona. Ho solo scelto vie di fuga diverse dal suicidio, e senza dubbio meno noiose, meno dannose e più proficue. poi certo.. questione di punti di vista. per me suicidarsi sarebbe come vedere un film a metà, e io sono curiosa di vedere come procede la storia fino alla fine.. ma non me la sento di condannare in toto chi opta per il suicidio. si vede che per lui/lei va bene così. resta il fatto che, OGGETTIVAMENTE, non è QUASI MAI una soluzione.

  4. 13364
    luca76 -

    Leggevo oggi su “La Stampa” che il 10 settembre sará la “Giornata mondiale del suicidio”, che non vuole dire che ci sará un suicidio di massa a livello planetario, ma che sará una giornata dedicata al dibattimento sul tema (meglio specificarlo per gli imbecilli). Ignoravo che ci fosse, ma non sono rimasto sorpreso, visto la quantitá impressionantee di “Giornate mondiali” che affollano il calendario, dedicate a questioni piú o meno serie. L’articolo citava qualche cifra che riporto. In Italia ci sono circa 4 mila suicidi ogni anno. E ogni anno, in tutto il mondo, 1 milione circa di persone muore togliendosi la vita. Nel 2012 (i dati riportati sono di quell’anno, e io credo che siano in aumento negli ultimi due), sempre a livello mondiale, il suicidio rappresentava la quinta causa di morte tra i 30-49 anni e la seconda tra i 15-29 anni. Nel complesso, si stima che ad ogni decesso per suicidio coincidono almeno 27 tentavi. Ció vuol dire che ogni anno, in tutto il globo, almeno 27 milioni di persone cercano di uccidersi. Se teniamo conto del fatto che sulla terra siamo piú di 7 miliardi, la cifra appare ridicola. Ma se la si analizza, fa pensare. Sono quanti gli abitanti di una nazione medio-grande. E sono convinto che anno dopo anno queste cifre tenderanno ad aumentare al posto di diminuire, visto le prospettive future non proprio rosee sulla qualitá della vita, opinione del tutto personale ovviamente. L’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanitá) si ritroverá dunque mercoledí 10 a proporre le indicazioni da seguire sul piano d’azione per la “salute mentale globale” con l’obbiettivo di ridurre i tassi di suicidio nel mondo (si concluedeva cosí l’articolo)….Chi segue da anni questo forum, non ha potuto non notare che con il passare del tempo i post scritti dagli aspiranti suicidi, sono passati dall’essere incentrati su determinate patologie psichiche (scaturite da delusioni, disagi e malattie) a un qualcosa di piú “concreto” (mi si passi il termine) legato a difficoltá oggettive, legate alla perdita/mancanza del lavoro in primis, che provocano tutte le conseguenze che conoscete bene. Dubito che l’Oms riesca a concludere un granche con il suo documento. I problemi della “salute mentale mondiale” sono determinati da problemi che vanno al di la di semplici sintomi psichici. Basterebbe prendere come campione i forumisti di questo blog. Non tutti ovviamente, ma una larghissima fetta che vive sulla propria pelle grosse difficoltá economiche.

  5. 13365
    S -

    Questo è il mio ultimo tentativo di spiegare a Maria Grazia un concetto chiarissimo:
    Noi non guardiamo al suicidio come a una comoda scappatoia. Noi – salvo rare eccezioni – abbiamo orrore di una morte prematura. Noi siamo attaccatissimi alla vita. Ma se la situazione diventasse intollerabile il suicidio resterebbe la nostra unica possibilità. Non sempre si può scegliere. Può capitare che la vita ti ponga di fronte a delle situazioni-limite, che le prove siano talmente dure da comportare il collasso psichico e l’impossibilità di proseguire. La portata del ponte è quella che è e varia notevolmente da soggetto a soggetto. Non dubito che altre persone – diverse da me per temperamento e per carattere – potrebbero sopportare una vita da clochard. Ma io non ne sono in grado e questo non ha niente che vedere con la mia forza di volontà, con le mie aspirazioni profonde e con il mio attaccamento alla vita.
    Vediamo se ci sono riuscito …

  6. 13366
    maria grazia -

    S
    ma io non ho mai messo in dubbio che in situazioni limite ( come ad esempio la prospettiva di una vita da clochard o una grave deformazione ) il suicidio possa rappresentare una liberazione. non a caso ho usato l’ espressione QUASI MAI, riferito al suicidio come “soluzione” del dramma.

  7. 13367
    david -

    io non so ke fare,li vedo soprattutto mia madre,è come se si cercasse di sostenerla,tirarla per un braccio ma lei scivola nel fiume

  8. 13368
    Dalia -

    Ele, ti ringrazio, ma non và per niente bene.
    Mi sto disperando. Mi sento tanto sola. Non che a casa avessi persone da incontrare, o qualcosa che mi facesse stare bene, ma almeno avevo le mie abitudini. A loro mondo mi aiutavano a stare un po’ meglio.
    Qui dove mi trovo adesso mi sento abbandonata al mio destino, prospettive di lavoro non ce ne sono, ho parlato con alcune persone che mi dicono essere un periodo difficile. O forse sono io incapace a presentarmi, non lo so.
    Piango tanto. Poi mi do una riscrollata, mi sistemo, mi trucco, mi stampo un sorriso con la morte nel cuore e mi rimetto alla ricerca, per tornare nella “mia” stanza di nuovo abbattuta. I risparmi con i quali sono partita, per quanto cerchi di stare attenta, stanno scendendo. Ed io non so proprio più come fare. Che senso abbia un’esistenza così, un trascinarsi a domani, sentirsi spegnersi di giorno in giorno, poi aggrapparsi a briciole di speranza, entusiasmarsi per scoprire che erano solo fantasie e risprofondare nella cupezza, non lo riesco a capire.

  9. 13369
    Randy -

    Maria Grazia, ciò che tu e le anime belle con poco cervello non riescono a captare, è la non-sovrapposizione tra vita in senso lato e vita degna di essere vissuta. Il punto, per un suicida, non è andare contro la vita, ma contro una vita che pare indegna. E questo per motivi che possono derivare da difficoltà soggettive oppure da una rivolta esistenziale contro il Male e le ingiustizie. Spesso, i più sensibili e perciò in qualche modo i più deboli (ché la vita è nient’altro che una lotta in cui bisogna essere armati) coniugano i due aspetti e passano il tempo non a trovare le ragioni per morire, ma a trovarne una sola per vivere. E spesso questa ragione è il puro e semplice istinto di sopravvivenza, magari associato al fatto che sulle nostre spalle pesano responsabilità verso altri esseri quali figli o genitori. Personalmente, se fossi solo non avrei alcun dubbio a chiudere con questa orrenda vita che pone solo domande e tremende prove gratuite. Uccidersi è davvero una scappatoia, forse l’unico vero e autentico atto di libertà e di ribellione che un uomo possa compiere. Il suicidio fu l’ultima virtù degli antichi. Nel pieno disfacimento d’ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi. Oggi bisogna sostituire il termine “eroicamente” con il termine “degnamente”. E non c’entra che uno possa avere tutto ciò che desidera (anche se ovviamente aiuta molto): basta solo rendersi conto di tutto. Se qualcuno mi chiedesse perché mi voglio ammazzare non risponderei di farlo per il lavoro che non ho, o per gli affetti non avuti o per le mie lacune o perché si son presi gioco di me, anche se questo fa parte del mio essere più di qualsiasi altra cosa. No, gli risponderei che mi ammazzo perché non posso accettare che un agnellino dall’altra parte del mondo sia stato sgozzato, un cane abbandonato, un gatto seviziato o un bambino ucciso.

  10. 13370
    Randy -

    Il mio dolore mi appare un’ingiustizia perché non riesco a comprendere il senso di nascere, avere una coscienza e soffrire. E non riguarda solo me, ma tutti quanti.
    Il suicidio, ovvero la morte, spezza questa orrenda catena che nessuno ci ha domandato se volevamo vivere. E non fa altro che anticipare il momento in cui, presumibilmente, torneremo alla vera pace: il non-essere. Non c’è scampo: vivere significa soffrire. Se naturalmente si ha un briciolo di cervello e sensibilità. Dunque non bisogna permettersi di giudicare chi decide di usare la propria libertà per liberarsi dalla sofferenza. Come diceva Camus, il suicidio è “L’unico problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia”.

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