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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Nella mia famiglia un suicidio c’è stato, anche se si è trattato di un suicidio atipico. Il fratello di mia nonna si sparò e fu ricoverato in ospedale, dove inizialmente si pensò di poterlo salvare. Poi ebbe una ricaduta e ci lasciò la pelle. Io l’ho imitato dodici anni orsono ma sono stato più “fortunato” di lui.
Lo dico senza nessuna intenzione polemica: se avete dei familiari che si sono suicidati, sforzatevi di comprendere il loro dramma senza giudicarli. Lo so che per alcune persone può essere difficile: dipende dal carattere, dal modo con cui reagiamo alle disgrazie e anche dalle situazioni contingenti. Il dolore a volte si trasforma in rabbia e ci porta a essere spietati verso chi se ne è andato. Ma giudicare chi si è ammazzato significa – nella migliore delle ipotesi – non rendere giustizia alla sua sofferenza. Forse non avete idea del travaglio che precede la decisione di uccidersi. Ci si sente annichiliti, schiacciati, impotenti. Ci si sente come dei topi in gabbia. La morte viene percepita come l’unica via di fuga. Ad un osservatore esterno tutto questo può apparire eccessivo (e infatti gli psichiatri parlano di “visione a tunnel”), ma l’unica prospettiva che conta è quella del diretto interessato.
S – 27 luglio 2014 14:40
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io nn giudico nesssuno e’ so perché mio fratello lo ha fatto, proprio per questo che sono arrabbiata con lui, perché lui, per arrivare a quello prima ha fatto scelte sbagliate nella sua vita, mettendo nei casini tante persone, e’ se quella era l’ultima spiaggia lo capisco benissimo. bisogna starci in quella vita sbagliata, in quei casini, in quelle scelte sbagliate, bisogna starci, con le spalle al muro le mani e i piedi legati per arrivare a capire come ci si arriva ad un gesto simile.
qui dentro ne ho lette tante, ma nessuna storia assomiglia a quella di mio fratello.
salute a tutti
sabrina—-
hai presente quando hai un’infanzia di merda, un padre violento, una madre che fa’di tutto per stare a galla ma poi si ammala anche lei???mio fratello aveva 9 anni quando mia madre si e’ ammalata ed io un’anno e mezzo. io lo capisco benissimo, capisco la sua infazia tutto sulle sue spalle…. nn vado oltre per il momento, sono solo felice che lui ora e’ sereno………
Beppino da quello che leggo dei tuoi post non è il caso cambiare la mentalità dei tuoi perdi tempo,è radicato in modo profondo e cercare di fargli capire che c’è un mondo diverso lì fuori oltre la loro campana di vetro sia del tutto inutile,a volte essere religiosi a tal punto da esasperarlo sia un modo sbagliato per viverla,spesso certa gente per leggere fino allo sfinimento la bibbia finisce con il confondersi le idee…ho visto persone che stavano dalla mattina alla sera in chiesa,e poi di tutti gli insegnamenti della bibbia e del pastore non mettevano in pratica nulla nella vita pratica anzi con la scusa della religione,sono diventate bigotte a tal punto da essere le prime pettegole,ipocrite, le prime a scagliare la pietra contro qualsiasi convinte di essere senza peccato e puntare il dito,insomma predicano bene e razzolano male…percepisco che il tuo malessere è anche un urlo represso,vivi per sopprimere tutto,liberati,urla se vuoi,magari stamattina volevi gridare un bel vaffanculo ai tuoi giusto?fallo!e cambia la tua vita staccandoti dalle tue radici,non sempre tutte le famiglie sono il rifugio ideale per crescere in serenità,non esistono le famiglie del mulino bianco tutti perfetti felici e sorridenti,a volte si rivelano delle trappole,non morire dentro un po alla volta,scappa che sei ancora in tempo a 30 anni,è l’unica soluzione per salvarti.
Grazie Luca(76) del pensiero, buona domenica anche a te.
Ele, Beppino, David, Emma, S. e a chi faccia piacere, un saluto.
Grazie tante, Serena…
E’ vero, dovrei staccarmi al massimo dai miei.
E’ quello che cerco di fare, però per la chiesa non ho ancora deciso. In realtà, sì, ho deciso: Non voglio più andarci.
La religione evangelica è tale da dividere padre e figlio, se per caso il figlio decide di non aderirci più. Il padre va in chiesa, e quando torna ti racconta il messaggio che ha udito, in modo che tu “partecipi” un po’ alla vita della chiesa; Quando non leggi più la bibbia, i tuoi ti portano dei volantini su cui c’è un messaggino cristiano, affinché tu non manchi di “cibo spirituale”…Quando non preghi più, i tuoi ti dicono: “il giorno in cui pregherai, la tua vita cambierà”…Non sei mai tranquillo, lontano dalla religione parentale. Mai…ti senti in colpa perché tu, Dio, l’hai abbandonato mentre i tuoi no. Ti dici che finirai in inferno…perché hai rigettato Dio e il suo paradiso, mentre i tuoi andranno in paradiso…Quando scappi dalla chiesa, diventi una specie di…pecora smarrita, il brutto anatraccolo della famiglia.
Ecco perché il suicidio fa capolino nei miei pensieri così spesso…
Una volta mi sono imbattuta in una medium,premetto che non sono una patita di saccenti maghi o roba simile spilla soldi per quanti truffatori se ne vedono in giro,cmq mi disse che possedeva questo dono fin da bambina dapprima era spaventata poichè aveva una spiccata sensibilità e un sesto senso che non avevano gli altri,con il passare degli anni ha imparato a conviverci,mi ha spiegato che se fisicamente i nostri cari non ci sono più,vivono attraverso lo spirito,una presenza che proteggono i propri congiunti o parenti vari,anche se non li vediamo o non li sentiamo sono sempre lì accanto a noi,secondo lei esiste un altra “vita” oltre la morte,spesso si manifestano nei nostri sogni per riferire messaggi di qualsiasi natura,e per quanto riguarda morti tragiche come il suicidio,afferma che non sono eterne anime dannate come solitamente possiamo immaginare,raggiungono la serenità e pace eterna nonostante il gesto estremo…non si può riscontrarlo con prove certe,magari si potesse,al di là dei discorsi scientifici o religiosi,lascio il beneficio del dubbio…
@ beppino,puoi essere sempre credente conducendo una vita sana e tranquilla,nessuno qui ti dice di rinnegare Dio non mi permetterei mai,anch’io sono credente,ma vivere di paura e inculcarti un regime totalitario di terrore credo sia esagerato,si può vivere in serenità rispettando te stesso e il prossimo,non utilizzare Dio per costrizioni o ricatti morali per vivere di deliri e rovinarsi la vita,secondo me Dio non è solo colui in giacca e cravatta sempre alle prime file in una chiesa alla ned flanders (noto personaggio bigotto dei simpson) Dio vive anche nelle poesie di Bob Marley,in una canzone di Bob Dylan,spesso è l’ultimo degli ultimi…Penso che devi ricominciare da te e non vuol dire diventare una pecorella smarrita,semplicemente vivi la tua vita secondo le tue regole che ti fanno vivere con serenità e nel giusto,invece di vivere nel costante terrore a tal punto da rimetterci con la salute.
E’vero che a volte parlarne può essere un presagio,un bisogno di aiuto,come un SOS,molti si uccidono senza dir niente…ma tu Beppino ne parli come una scampagnata ma poi come fai ad usare termini come…”il suicidio fa capolino”.mi sembra assurdo e mi sembra che tu faccia di tutto per non cambiare io sono un disperato lo so ma almeno cerco di far qualcosa,di darmi una mossa.Sembri uno che ha otto anni che va a farsi impacchettare il castoro in cartoleria o quello che cavolo era ” era un regalino che mi meritavo.” ESCIA FUORA disse qualcuno.per me ci prendi tutti in giro,ogni volta che nomini il suicidio sembra quasi una cosetta scherzosa.moh,mi sembri un bamboccio.Quando compi l’atto del suicidio “deciso”non per attirare attenzioni varie”,è un miracolo che non muori,ma per il tuo bene smetti di ragionare come se il suicidio è il Luna Park dove stai andando,hai una paura feroce di affrontare la vita e tieni il suicidio come l’orsacchiotto sul guanciale accanto a te…tanto poi c’è il suicidio…un giorno dopo l’altro