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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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…..meglio andare a dormire e crepare nel sonno……
Nel 2007 assistevo di persona allo spettacolo di un noto comico genovese, in cui si parlava (anche) di farmaci, di come il nuovo business mondiale fosse (oggi come allora) di dar medicine ai sani. Si parlava di come la Foods and Drugs amministration americana abbassasse annualmente la soglia che separa l’individuo sano da quello ammalato. Con il passare degli anni sono state etichettate come malattie semplici sintomi legati all’ipertensione e allo stress. Gente che fino a un giorno prima erano sani come pesci, improvvisamente venivano risucchiate nel girone dantesco del malato (immaginario). Nelle scuole, ai bambini troppo vispi, cominciarono a essere prescritti farmaci “calmanti”. E cosi via andare per gli adulti. Non ti tira piú? C’é la pillolina blu. Ti tira troppo? C’é quella gialla, alla nicotina. E poi c’é la verde, l’arancione, la viola, la rossa etc. etc. etc., tutte legate a un caleidoscopio di sintomi (spesso fuorvianti e assolutamente ipocondriaci) legati alla personalitá dell’individuo. Certo, sentire certe cose dette in uno show, ti fa pensare che siano baggianate. Eppure….Siccome non sono mai stato un boccalone, uno alla stregua del “fan club di Dio e compagnia allelujante”, che credono a qualsiasi stronzata gli venga propinanata, andai a cercare riscontri….e li trovai. Ancora oggi butto ogni tanto l’occhio alle cifre. Nel 2011 il giro di affari dei farmaci si aggirava sui 610 miliardi di dollari (quello della cocaina, nel 2010, ne fatturava 550…). Multinazionali come la Bayer hanno introiti che superano il PIL di molti paesi industrializzati come il nostro e che i dirigenti presidiano quotidianamente alle sedute della BCE. Quando leggo che “la mia vita é stata salvata dai farmaci”, rabbrividisco pensando alle informazioni che ho raccolto negli anni….Forse, la vita di un aspirante suicida, dovrebbe essere tutelata da essi stessi, piuttosto che da un paio di gocce e qualche pasticca. E non dimentichiamoci mai che quei farmaci assunti sono testati su poveri esseri, provocandone il piú delle volte morti tra atroci agonie. Per me, basterebbe giá solo questo per dire NO all’assunzione di farmaci.
Ciao a tutti, non so se qualcuno si ricorda, sono Dalia, ho scritto qualcosa qualche tempo fa. Per un pò di tempo ho provato a prendere in mano la mia esistenza, con scarsi, anzi nessuna traccia di successi, me ne sarebbe bastato anche mezzo. Forse non ho fatto abbastanza, forse ho sbagliato strategia, forse semplicemente non so come si fa. Potrei allungare l’elenco dei “forse”, ma in questo momento non do loro importanza, sto vivendo da qualche settimana nel limbo di una rassegnazione dolce che a volte scalpita un pochino poi si addormenta e ho deciso che finchè dura l'”anestesia” provo a godere di questo tenue e naturale sollievo, anche se non capisco a cosa sia dovuto, fino a quando tornerò a stare molto male.
Ma oggi ho pensato di non scrivere per me, bensì perchè sento, nel mio piccolo, di doverlo fare: sostenere le parole Luca76. Anch’io, esattamente come lui, quando ho sentito parlare di queste tematiche, ho cercato di documentarmi, approfondire. E magari le informazioni a cui sono arrivata non sono complete, però sufficienti, per me, per essermi creata una visione personale.
Propendo per l’idea che ognuno senta il proprio dolore, e se qualcuno decide di voler provare a stare meglio ad ogni costo, sia libero di farlo, sia giusto se è quello che sente. Però credo anche che qualcun altro, magari, se avesse sentito parlare prima dell’argomento in questione, del business e soprattutto delle possibili, anzi probabili, cause irreversibili sulla propria salute psico-fisica, forse avrebbe scelto altrimenti. Forse. Il mio ha intenzione di essere solo un piccolo invito, se me lo permettete, all’informazione, sia poi ogni mente a trarre le proprie considerazioni.
Vi lascio con un saluto affettuoso, a tutti coloro che faticano ad arrivare a sera, e un abbraccio virtuale ad Emma, alla quale ogni tanto penso, perchè a me i suoi, di abbracci, mi hanno spesso scaldato un pò il cuore 🙂
Volevo rispondere a luca76: io so perfettamente che i tanto famosi farmaci non fanno bene, sono deleteri alla salute, sono sperimentati su poveri esseri etc…ma evidentemente non hai vissuto quello che ho vissuto io: ci sono dei momenti che non riesci a mangiare e/o bere per quanto stai male, quando lo stomaco ti si chiude perchè il dolore che stai provando è troppo forte: poi arrivano i momenti in cui piangi disperatamente, piangi cosi forte da farti venire un mal di testa assurdo, non riesci a dormire, non riesci a non pensare, se non che vorresti che tutto questo finisse, sei stanco di piangere e di non stare bene, sei stanco di dimagrire fino ad arrivare a 55 kg: evidentemente sono situazioni che non hai assolutamente vissuto in prima persona, solo chi le ha vissute come me sa cosa significano tutte queste cose, ridursi in questo stato, coi tuoi genitori sempre preoccupati che tu possa fare chissà cosa: siccome non è stato un giorno ma sono stati dei mesi non ce la facevo più: la mia vita è stata salvata dai farmaci era una frase forte, era solo un modo per dire che mi hanno aiutato ma evidentemente, ripeto, chi non ha passato certe cose non può sapere come ci sente esattamente…chiaramente non lo auguro a nessuno..
Non è certo la prima volta che in questo forum si parla di psicofarmaci. Ho letto i post di Luca, di Ken e di Dalia: ognuno osserva il problema dal suo punto di vista e lo affronta sulla base delle sue personali esperienze. Visto che purtroppo sono un esperto in materia – e che ho tanto bisogno di distrarmi – mi permetto di scrivere qualcosa su questo argomento delicatissimo.
Premetto che anche io, come Ken, sarei morto già 12 anni fa se non fosse stato per i tanto vituperati psicofarmaci. Questo non significa che ne ignori i pericoli o che ne approvi l’abuso sconsiderato fatto da alcuni psichiatri assolutamente irresponsabili. Il problema è che ci sono delle situazioni-limite da cui è impossibile uscire senza fare ricorso a questi medicinali. Le cause del disagio psichico variano da persona a persona e non tutti gli aspiranti suicidi sono persone psicolabili. Ma quando si soffre in modo atroce a causa di gravissime patologie – e non si riesce a venirne a capo per mezzo della psicoterapia – i farmaci rappresentano l’unica soluzione per non finire al manicomio o per non buttarsi dal decimo piano nel giro di pochissimi giorni.
Chi non si è trovato in certe situazioni non può capire. Un disturbo ossessivo-compulsivo, un disturbo da dismorfismo corporeo, una depressione cronica che non si riesce a scalfire, possono trasformare la tua vita in un inferno. Quando la sofferenza è divenuta intollerabile non ti stai a domandare se le multinazionali ci stanno lucrando sopra o se gli effetti collaterali si faranno sentire 10, 15 o 25 anni dopo … Prendi la medicina con lo stesso spirito con cui il naufrago, che sta annegando, si aggrappa alla ciambella di salvataggio che gli viene gettata dalla sua nave.
Tutto questo non significa che i post di Luca e Dalia non siano veritieri; al contrario. Anche io sono convinto che si tratti di un business colossale e che moltissimi psichiatri siano in combutta con le industrie farmaceutiche. Ma il poveraccio che sta impazzendo di dolore – ve lo dico per esperienza personale – non può stare in alcun modo a sottilizzare su questi aspetti. L’unica cosa che desidera è l’alleviamento della sua sofferenza; nella sua mente non c’è posto per ulteriori considerazioni.
La condizione in cui mi trovo attualmente è assolutamente emblematica. In seguito a una serie di errori e di calamità inaspettate, sono venuto a trovarmi in una situazione disperata, che avrebbe spedito al cimitero anche tante persone più equilibrate di me (segue)
Sono malato e disoccupato, i miei soldi si stanno esaurendo e se entro quaranta giorni non avrò trovato una soluzione sarò costretto a buttarmi dalla finestra. Vi assicuro che se sono ancora in piedi è soprattutto grazie al fatto che ho aumentato la dose degli psicofarmaci. Senza il supporto della chimica, lo stress e la disperazione mi avrebbero annientato già da un pezzo. Adesso, se non altro, potrò dire di averci provato fino in fondo.
C’è anche un’altra questione che vorrei approfondire. Molto spesso gli psicoterapeuti non sono affatto delle persone equilibrate. Affrontano il problema degli psicofarmaci con una buona dose di fanatismo e con un approccio ideologico che può soltanto nuocere al paziente. Tendono a dividersi in fazioni contrapposte (pro-farmaci e contro i farmaci) e combattono le loro stupide battaglie sulla pelle dei malati. Credetemi; ne ho conosciuti veramente tanti e se scrivo certe cose lo faccio a ragion veduta (qualcuno si ricorda di quel pazzo – professione psichiatra – che imperversò in questo forum circa due anni fa ?). In queste cose ci vuole equilibrio. La preparazione teorica da sola non basta. Tantissime persone sono state rovinate dai loro stessi psichiatri. Certi ti imbottiscono di psicofarmaci fino a ridurti nelle condizioni di un automa; altri – di converso – sono talmente prevenuti nei confronti dei farmaci che non ti prescrivono nemmeno le dosi necessarie.
Statemi bene.
S,cosa di ha ridotto in questo stato?
Bene…premetto che questo mio post non é in risposta a nessuno in particolare e che é solo, diciamo, un’ampliamento del discorso che facevo in quello precedente. Non ho ne intenzione ne tantomeno la voglia di stare a fare le pulci sulle cartelle cliniche di ogni singolo individuo frequentatore di questo forum avvezzo ai farmaci. Come scrive @Dalia, se c’é qualcuno che attraverso la farmacologia riesce a trovare un minimo di sollievo al proprio “inferno personale”….beh, libero di strafarsi quanto vuole se questo serve a salvargli la buccia. Io, di mio, continueró a essere avverso ai farmaci. In primis per una questione etica, legata alla sperimentazione sugli animali. La vita di nessun essere umano vale cosí tanto da accettare che per proseguirne l’esistenza, si debbano compiere atti di crudeltá su esseri innocenti usati come cavie. É una barbarie che io non accetteró mai. In secundis é legata a una mera questione economica per fine di lucro. Speculare sulla pelle della gente, facendo leva sulle ipocondrie della stessa, é un un qualcosa che mi infastidisce, pur essendo io un menefreghista nei confronti dell’umanitá. Persino una brutta e cattiva persona come il sottoscritto ha i suoi limiti, che non travalica mai. Il mio post precedente sollevava questioni di fondo, recepite in buona parte da @S. e, in misura minore, da @Ken80. Questioni legate a elementari domande: quando (e quanto) un soggetto puó essere definito malato? (e parla di malattie psichiche, non fisiche, perché se un c.... di cristiano si becca il cancro, basta una radiografia per appurarlo). Chi, e in base a quali parametri lo decide? E, soprattutto, le cure prescritte servono veramente o sono solo un palliativo o un modo come un’altro per spillare soldi all’ingenuo di turno? Prediamo come esempio le staminali (e, sia ben chiaro, lo uso come termine di paragone per le cure, NON per le malattie, persino una mezzasega come @mentecatto conosce la differenza tra malattie psichiche e fisiche). É davvero una cura miracolosa o una bufala? Stesso gruppo di persone, stesso quadro medico. In alcuni la cura attechisce, in altri no. Per i primi é un qualcosa di prodigioso (“mi ha salvato la vita”), per i secondi no. Per gli uni Vannoni é il Salvatore, uno da santificare subito, come papa GP II. Per gli altri é un ciarlatano, che millanta crediti che non gli appartengono. Qual’é la veritá? Io credo che la veritá, come spesso accade, stia nel mezzo. É piú efficace il metodo o la cura?…
(segue) Conoscete l’effetto placebo? Un paziente va dal suo medico di fiducia (il buon vecchio, caro, e semiscomparso medico di famiglia), quello che vi segue dall’infanzia, mettendovi le dita in bocca per controllavi le tonsille, fino in etá adulta, infilandovi quelle stesse dita su per il retto tastandovi la prostata. Se rivolgendovi a lui per qualche male, questo vi porgesse un bicchiere d’acqua e in esso verserebbe un paio di oggi di un liquido inodore, incolore e insapore, affermando che dopo averlo ingerito starete subito meglio, beh…in nove casi su dieci sará proprio cosí. La mente é facilmente ingannabile, e chi la studia lo sa fin troppo bene. É lo stesso principio su cui si basa l’ipnotismo, uno stato di coscienza alterata che permette al soggetto di essere trapassato da parte a parte da spilloni senza versare una goccia di sangue. Manipolazione mentale, lavaggio del cervello, giochi di prestigio. Io credo sia esemplificativo l’ultimo post della cara e dolce @ele. Per lei in fondo l’importante non é prendere lo xanax (e qui azzardo logicamente, potrei essere tranquillamente smentito), ma averlo a disposizione in borsetta o in valigia. Paradossalmente quella boccetta potrebbe essere vuota o riempita di pasticche alla menta, l’importante che ci sia. Per concludere, non mi interessa granché se la gente si fotte il cervello con chicche o acidi, se non per i motivi elencati all’inizio. Di certo peró, ha una persona x cui provo affetto e che ha problemi legati all’argomento in questione, sconsiglierei vivamente una cura farmacologica, lasciandola per ultima, come extrema ratio….
S., ho tutto il rispetto per ciò che scrivi, davvero, e mi si stringe il cuore a leggerlo. “Il problema è che ci sono delle situazioni-limite da cui è impossibile uscire senza fare ricorso a questi medicinali.” Intendevo proprio questo scrivendo che ognuno sa quello che prova lui/lei, a soffrire è lui/lei, e posso immaginare, solo lateralmente, le condizioni di cui accenni. Non me la sento di prendere alcuna posizione, proprio perchè ognuno ha il proprio vissuto, in realtà solo lui/lei sa quello che prova, penso che nemmeno “chi ci è passato” possa capire totalmente, in quanto siamo esseri soggettivi, ognuno immerso in circostanze ed esperienze personali-
Ho scritto quelle righe solo ed unicamente a scopo informativo, davvero, non mi permetto di entrare nelle singole scelte o necessità di assumere psicofarmaci.
Detto questo, è da un pò di tempo che mi chiedo, e a questo non ho trovato risposte esaurienti, magari qualcun altro di voi ci ha pensato, se il gran numero di persone che stanno vivendo situazioni così difficili siano, e quanto, relazionate ai tempi, alla società. Se “il male di vivere” oggi sia aumentato, e perchè, rispetto ad “un tempo”, o se semplicemente adesso se ne parla di più, voi cosa ne pensate? Mi chiedo, secondo voi, quali siano le cause, quanto incida la componente personale e quanto l’ambiente intorno. E quale, secondo il vostro parere, le vostre esperienze, potrebbe essere, se per voi esiste, una possibile soluzione concreta, o anche “ideale” va bene, che riterreste valido per stare meglio. Se n’è già parlato di questo, immagino, ma mi piacerebbe, più che piacerebbe servirebbe (mi è sempre servito tentare di capire per provare ad agire), leggervi, alcuni di voi in particolare. Le domande sono rivolte a chiunque avesse voglia di darmi la propria considerazione.