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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Grazie, Luketto, anche da parte di una terza e di una quarta categoria di cui mi faccio portavoce: quella che si è rotta di doversi giustificare per uno sfogo e quella che si è rotta delle esternazioni dei goliardi che, ogni tanto, in frotte sospette, piombano qui.
Continuamente a noi l’ansia vitale
dalle terrene valli sale e sale,
ansia selvaggia, ebrezza in mille voci,
fumo sanguigno di banchetti atroci,
spasmodici piaceri senza fine,
mani usuraie, supplici, assassine;
l’umano sciame, in cupidigia e noia,
un lezzo afoso e fracido vapora
e, spirando il suo ardore e la sua foia,
se stesso inghiotte e rece e ridivora,
e cova guerre e arti, e d’illusioni
adorna il lupanare tutto brace,
e gozzoviglia e fornica vorace
nel vivido piacer dei baracconi,
mondo infantil che per ognun dall’onda
sorge e ognun nel fango risprofonda.
MA NOI PER CONTRO C’INCONTRAMMO AL GELO
DELL’ETERE DAGLI ASTRI FOLGORATO;
NON I GIORNI, NON LE ORE CI FAN VELO:
SIAM UOMO? DONNA? VECCHIO O NEONATO?
LE VOSTRE ANGOSCE, LE ANSIE E I PECCATI,
DELL’ASSASSIN LE SENSUALI EBREZZE
NOI CONTEMPLIAMO DALLE NOSTRE ALTEZZE
COME I SOLI ROTANTI E ILLIMITATI.
MUTI APPROVIAMO IL FREMER DELLA VITA
MUTI ASSISTENDO DELLE STELLE AL GIOCO
BEVIAMO L’AURA FREDDA E INFINITA
E SIAMO AFFINI DEL CELESTE FUOCO.
[Erminia] – Il tempo e il mondo, il denaro e il potere apparterranno ai deboli e ai superficiali, mentre gli altri, i veri uomini, non avranno niente. Niente all’infuori della morte.
[Harry Haller] – Proprio nient’altro?
[Erminia] – Ma sì, l’eternità.
[Harry Haller] – Vuoi dire il nome? La fama presso i posteri?
[Erminia] – No, caro lupetto, non la gloria. Che valore può avere? E credi forse che tutti gli uomini autentici e completi siano diventati famosi e passati alla posterità?
[Harry Haller] – Oh no, certo.
[Erminia] – Dunque non si tratta di gloria. La gloria esite soltanto per la cultura, è una faccenda che riguarda i maestri. No, non conta la gloria: conta invece ciò che io chiamo eternità. I credenti lo chiamano regno di Dio. Io penso così: noi uomini, noi che abbiamo maggiori pretese, che abbiamo le aspirazioni e una dimensione di troppo non potremmo neanche vivere se, oltre all’aria di questo mondo, non ci fosse anche un’altra atmosfera respirabile, se oltre al tempo non esistesse anche l’eternità, il regno dell’autenticità. Di questo fanno parte la musica di Mozart e i poemi dei tuoi grandi poeti, e i santi che hanno fatto miracoli, sofferto il martirio e dato un grande esempio agli uomini. E di questa eternità fa altrettanto parte l’immagine di ogni vera azione, la forza di ogni sentimento genuino, anche se nessuno ne sa nulla, se nessuno ne scrive e ne conserva la notizia ai posteri. Nell’eternità non esistono posteri, esistono soltanto contemporanei.
Ciao a tutti.. e soprattutto a beppino. Anch’io sono entrata qua per caso e ho letto la tua vecchia lettera del 2005. Poi qualche commento e le tue risposte dove dicevi di aver trovato Dio.. Mi stavo domandando se ci sei ancora, sei hai trovato la pace nella tua vita… e come te la cavi.. un saluto!
La domanda più atroce è paradossalmente tutt’uno con la più atroce delle risposte. Mi chiedo: perchè dovrei continuare a vivere? E la risposta non c’è. O meglio, la risposta è che non ho alcuna ragione per vivere, tranne quelle che mi rendono odiosa la vita. Ad esempio il dover rendere conto agli altri, ad esempio a una madre o al mio cane, che senza di me finirebbe in canile. E dover continuare a soffrire per loro, a morire ogni giorno vivendo.
E poi ci son le ragioni istintive. L’attaccamento istintivo alla vita come unica certezza. Non si sa bene cosa sia la vita, ma si sa che c’è. E morire fa paura anche quando non si ha paura della morte.
E dunque si continua a vivere per paura di qualcosa che è in realtà la salvezza da ciò che vorremmo fuggire. E non si muore per far vivere altri che altrimenti avrebbero la vita rovinata.
Dunque la vita è una condanna in ogni senso.
Non si capisce che senso abbia e perchè porti così tanta ingiustizia e sofferenza. E se si vive è solo per un eccesso: eccesso di egoismo, di altruismo, di paura, di coraggio. La vita è uno sbaglio del Caso o di Dio, per chi ci crede. La normalità sarebbe morire.
E infatti, chi prima e chi poi, crepiamo tutti. Normale.
I miei sono in due case di cura e sono molto malati,fanno la spola fra ospedale e case di cura.Sono solo a casa.E’una situazione tragica.Non ho pensato molto alla morte negli ultimi tempi.Ciao a tutti,un’abbraccio.
min.... che menagramo, ma iscriviti ad un corso di kite surf, fai qualcosa, la vita e’ anche altro mica stanno tutti rovinati cosi’, mi dispiace ma devi reagire bello per quanto tu non te lo voglia sentir dire!!!Ciao
Francesco e Aton, a leggere voi sovvengono altre domande: come può la natura aver creato esseri così inutili e sottosviluppati?
@David un abbraccio, cerca di stare su.
@Randy
E invece, se partissi dall’assunto delle mie due righe, staresti meglio.