Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 … 1.204 1.205 1.206 1.207 1.208 … 1.495 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 1.204 1.205 1.206 1.207 1.208 … 1.495 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Sono simpatici i religiosi; non trovano amore nel prossimo e lo sentono da parte di una entità che chiamano dio e che fà parte solo della loro potente immaginazione.
Certo, il cervello umano è fatto così, prova benessere fatte di sensazioni che magari sono solo virtuali; che male c’è?
Di solito diventano mooolto religiosi dopo aver subito qualche grossa batosta dalla vita: delusioni amorose, fallimenti familiari o economici, gravi malattie o la perdita di una persona a loro molto cara. Se ne fanno poi una “ragione” convincendosi che c’è un disegno divino per ogni disgrazia capitatagli, senza rassegnarsi alla triste realtà che è quella che a certe domande non vi è risposta e che alla morte o a certe situazioni, purtroppo, non ci sono soluzioni.
Ma vi pare che un dio, se veramente esistesse, si dedicherebbe ad un essere spregevole come quello umano? Sarebbe un dio che magari non ha niente di meglio da fare come quelli che pubblicano post su FB !!!
Dai sù, sveglia…..
Comunque un pò li invidio questi credenti, almeno loro cercano di dare un senso alla loro vita che senso non ha.
Ciao a tutti, io ammetto di aver pensato molte volte al suicidio ma credo che mai avrei il coraggio di farlo, ho sempre avuto la convinzione che col tempo le cose sarebbero migliorate xke mi affidavo a dio, credevo e ho sempre creduto in una giustizia divina nel dio amorevole cm me l hanno sempre descritto. Invece ultimamente inizio a pensare che tutto vada un po a caso e che dio c entri ben poco con il nostro destino. Alle volte invece penso che esista cmq un energia o una forza creatrice che guida il nostro destino attraverso segni che li x li nn riusciamo a comprendere. Insomma sn un po confusa lo ammetto. Anche xke ognuno che mi parla della sta personale teoria ne è profondamente convinto. Tempo fa ho provato ad avvicinarmi ai cristiani evangelici, ma anche nella loro chiesa mi sn sentita abbastanza a disagio. Mi sembravano troppo fanatici..nn lo so..ma una cosa di loro cmq mi aveva colpito, cioè la serenità e la pace che sembravano avere dentro di se. Ma anche li forse l autoconvinzione che ci sia un entità che ci guida e ci protegge può renderci forti e più sicuri. Allora credere in dio è sl un autoinganno della nostra mente? Non so sinceramente in cosa credere, so sl che in alcuni momenti piuttosto duri della mia vita affidarmi a dio mi è servito, ma i dubbi mi rimangono, possibile che dio è sl frutto della nostra immaginazione?
w
Stasera oltretutto mi sento triste x vari motivi, sn preoccupata x il lavoro in particolare, mi sento un incapace rispetto invece a tanti colleghi molto più brillanti e sicuramente più svegli. Normalmente in questa situazione avrei pregato, in modo spontaneo, ora cm ora invece nn ne ho voglia perché so già che non cambierà niente con una preghiera, daltronde se non è cambiato niente fino adesso.. Ora nonostante la preoccupazione non ho voglia di pensare a nulla, nemmeno di pensare ad una soluzione che mi aiuti a migliorarmi, in questo momento sto sl pensando: che vada tutto un po a casaccio allora visto che questa mia vita è così e sul momento non saprei proprio cm e cosa fare per cambiare. Nn mi interessa niente in questo momento.
Pensavo che due lunghi post fossero sufficienti per chiudere la questione “religione”. Mi sbagliavo.
@TeoLogico, il sunto del mio pensiero è tutto nelle prime 4 righe del primo post e le ultime 3 del secondo. Tutto il resto di ciò che ho lasciato scritto era una personale considerazione, di quanto sia da stupidi seguire come verità assolute le religioni (nessuna esclusa e se parlo del cristianesimo lo faccio usandolo come pietra di paragone per tutte), fondate su miti e figure fasulle. Che poi la gente ci creda o meno è affar loro, a me quello che proprio non piace è chi va per il mondo a predicare la buona novella, spacciandola come panacea per tutti i malesseri della vita. Perché non è proprio così, anzi, spesso e volentieri la fede assoluta nel proprio Dio è dannosa, specie quando sfocia nel fanatismo religioso. Vedi, io non sono uno di quelli che ha perso la fede per via dei travagli della vita, ne uno di quelli che abbia mai pensato “non ci credo, però…” No no, io non ci ho mai creduto e basta, non mi sono mai bevuto la stronzata del vecchio signore barbuto che ci ha creato a sua immagine e somiglianza e che ha fatto il mondo in sei giorni e al settimo si riposò, ma nemmeno quando avevo i calzoni corti e il moccio al naso ed ero più influenzabile. Al contrario non ho mai avuto dubbi nell’abbracciare l’ideologia Comunista, fin dal primo momento che la incrociai. Furono i discorsi del mai troppo compianto Enrico Berlinguer a portarmi ad approfondirla. Discorsi in cui si parlava di cose concrete, di giustizia sociale e di quella “questione morale” diretta a chi viene eletto dal popolo. Non discorsi astratti sulla salvezza della propria anima attraverso la preghiera. Perché io vivo nel reale, nel concreto e non mi servono i sermoni e recitare il rosario, non mi interessa niente una volta morto ascendere al Paradiso in mezzo ai Santi e agli angeli o trovarmi le 99 vergini danzanti…Ma chissenefrega di queste puttanate! E non me ne frega nemmeno niente di come ti possano sembrare i miei discorsi. Sei un ex-ateo, e come un ex-fumatore a cui un povero cristo gli accende una sigaretta davanti, parte con la filippica su quanto sia nocivo il fumo e bla bla bla…Hai avuto una illuminazione “sulla via di Damasco” e ti senti un novello Saulo di Tarso? Tu ed altri, volete portare la parola di Dio nei cuori della gente? Liberi di farlo, così come sono libero io di contestare ciò che dite. Il problema con i credenti e che se anche un giorno, uno vestito -continua-
-segue- di bianco, si affacciasse da San Pietro e dicesse alla folla: “Signori, scusateci tanto, per più di duemila anni vi abbiamo preso per il culo; non esiste nessun Dio, nessun Regno dei Cieli. E’ stata tutta una farsa per acquisire potere e ricchezza, sfruttando la credulità della gente. Perdonateci se potete”, i fedeli si guarderebbero attoniti l’un l’altro e si direbbero: “Ma questo è impazzito, non è vero Dio esiste!”. Perché un credente è così, pure messi davanti alla prova dei fatti resterebbero chiusi mentalmente. Perché lo scopo dei culti, è solo questo. Come ha detto @mimi85, le religioni (grandi e piccole) non sono altro che una forma di governo delle masse. Ed è il governo più lungo della storia. Sono caduti faraoni, tiranni, re, imperatori; si sono dissolte democrazie e dittature. Ma la casta sacerdotale è ancora sempre là. Per questo dico che andrebbero aboliti i culti. Le religioni sono uno dei mali dell’umanità, in nome di quanti Dei si sono combattute guerre, eseguiti genocidi di massa? Hai citato le guerre, come quelle napoleoniche. Beh, quelle guerre erano guerre di espansione, spinte da motivi prettamente socio-economici e, in un certo qual senso, sono comprensibili pur nella loro tragicità. Ma le guerre combattute per motivi religiosi, no, ma proprio no. Imporre il proprio credo con la forza non è accettabile. Se hai eseguito il mio stesso percorso storiologico sulle religioni ti sarei imbattuto nelle Crociate. Conoscerai quella detta “degli Albigesi”, indetta per combattere le eresie catara e bogomila. Erano cristiani come voi, non adoratori di Satana o Allah. Solo che interpretavano il cristianesimo in modo diverso dal vostro. E per questo li avete perseguitati e massacrati. Se fossi in te, ci andrei cauto su quanto hai affermato sul delirio folle di onnipotenza. La Santa Romana Chiesa ha le mani lorde di sangue innocente, tanto quanto (se non di più) le altre ideologie. Avete poco da parlare riguardo “all’amore e alla fratellanza dei popoli”. Lo sai che lo Stato Vaticano non ha mai firmato la Carta dei Diritti Umani? E’ un po’ un controsenso, non trovi? Il confine tra il Bene e il Male è labile, l’uno invade spesso l’altro e viceversa. Ciò che è un bene/male per qualcuno, non è detto che lo sia anche per gli altri. Se io fossi un credente convinto avrei molto da vergognarmi. Poi, ognuno la può vedere come vuole, rigirarsela come più gli aggrada. Ripeto, per me potete credere a quello che volete, ma risparmiatemi i sermoncini.
caro luca condivido tutto quello che hai scritto,un po meno l’ottimismo di chiudere la questione con un paio di post.la chiesa sbugiardata e autosbugiardata altro non è che un potentato e come tale capace di creare sudditanza in milioni e miliardi di teste bacate.anche io mi domando come sia possibile mi faccio domande ogni giorno riguardo a questa e ad altre questioni che non dovrebbero trovare più spazio di manovra alcuno ma non ho piu la forza per sperare che le cose cambino.il potere sopravvive a se stesso le rivoluzioni a volte lo spazzano via ma poi tutto ritorna come prima se non peggio.Gaber parlava di stanare gli imbecilli,mi chiedo,quando cominciamo?
Toro Seduto se ci sei puoi rispondermi?
chi offende fede e credenti, non ha il senso del rispetto delle idee altrui.Vorrei vedere se i credenti insultassero gli atei tutti i minuti..C’è libertà di pensiero?Ok.Se uno crede, a chi dà fastidio? Al credente l’ateo non dà problemi, al massimo si dispiace per lui.Non ha senso aggredire e oltraggiare chi crede solo perché la pensa diversamente.
Poi, a Beppino, che vorrebbe suicidarsi: è vero,la vita non è facile,per alcuni è davvero molto difficile,specie per i malati. Ma solo una cosa rende davvero un po’ felici: cercare di essere simpatici.Esserlo è un impegno ma dà grandi risultati.Il simpatico piace a tutti,magari dentro è triste ma non lo fa vedere perché è un generoso che pensa più agli altri che a sé.Gli altri, tristi come lui, gli sono grati e lo cercano.Così si ampliano le amicizie. E’ un cerchio di “amore” che si allarga, fatto di battute..una telefonata ad un vecchio amico,a un’amica,ad un parente, giovane o anziano, non importa. Non contano successo, denaro, aspetto fisico.Alla simpatia,che non costa nulla, nessuno resiste.Invece, chi si lamenta è sincero sì, ma un po’ egoista:pensa di essere l’unico a soffrire. In pratica,amare gli altri significa sorridere,dire una barzelletta,lavare i piatti..magari,da una parola simpatica può nascere una proposta di lavoro,un’idea,un nuovo amore, un sogno..e se tutto dovesse fallire, si ricomincia per poter dire: “Almeno ho provato”. E poi,il domani chissà che cosa ci riserva? meglio aspettare, dandosi da fare (e pregando, per chi decide di credere). Prova!!!!!!!!!!!!!
Sono nata in mezzo ai credenti, cresciuta in mezzo ai credenti e ancora vivo circondata da credenti.
E posso affermare che si tratta di una convivenza pacifica.
Gli unici credenti che mi fanno incazzare sono quelli che “vedono la luce” e cominciano a rompere le balle a chi, la luce, non la vede semplicemente perché non c’è.
E non sto dicendo che non c’è in assoluto o per sempre.
Sto dicendo che non c’è nel momento stesso in cui il credente predicatore molesto comincia con la classica ritritissima tiritera che, purtroppo, leggo, per l’ennesima volta, qui.
Io capisco che chi si trova nella bratta fino al collo perché sta male, perché deve assistere un proprio caro che sta male, perché non ha un centesimo, perché non sa dove sbattere la testa si possa attaccare al primo filo d’erba che vede (o gli pare di vedere) credendo fortemente che si tratti di un palo di cemento armato.
Ciò che non capisco è l’abuso di parole per far vedere un palo in cemento armato a chi, invece, vede un filo d’erba dove c’è solo un filo d’erba.
Ho smesso di essere credente secondo i dettami della religione cattolica quando, a Catechismo, si è arrivati al capitolo “e a quel punto Gesù gridò: Padre perché mi hai abbandonato?”.
Ho avuto altre fedi, di stampo laico, che, ad una ad una, sono andate a quel paese portandomi ad essere quella che sono.
Un essere umano che crede alle analisi mediche che ha rifatto tre volte per cautela e che rifarà a breve, al piatto che ha di fronte, ai soldi che ha nel portafogli e al mazzo che si fa, giorno dopo giorno per sopravvivere in questo (porco) mondo.
E che, per tutto il resto, può solo sperare, quando ne ha voglia e se ne ha voglia (o, meglio, forza).
Ben sapendo che tutto è frutto del Caso e che la speranza, quando c’è il Caso di mezzo, conta tanto quanto una gomma da masticare masticata.
Ben sapendo che la speranza non è, come potrebbe apparire, la versione laica della fede in un Dio ma una panchina su cui ci si siede mentre si aspetta la prossima mossa del Caso, un libro con cui ci si distrae per ingannare l’attesa.
Ben sapendo che, nei suoi immensi giri, il Caso beffardo potrebbe fottere per l’ennesima volta oppure favorire senza un perché prestabilito a monte e, quindi, ben sapendo che sarebbe assurdo scervellarsi alla ricerca di un perché che non esiste.
Ma questo vale per me.
Un saluto a tutti.