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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Cara Marina, sono contento di sentirti piena di energia, io vengo a vedere questa lettera ogni giorno, scrivo poco perchè non mi viene in mente niente di interessante da scrivere però vi leggo tutti. La terapia che prendo mi fa stare abbastanza bene. Mi dispiace un pò per Ele che non vede questo gran miglioramento.
Comunque parliamoci chiaro, la solitudine rimane il mio problema principale. Per fortuna la sera passo un po’ di tempo con mio fratello quando torna dal lavoro e guardiamo la tv.
Da come scrivi mi sembra che a te le cose vanno abbastanza bene e questo mi fa tanto piacere.
Cercherò di scrivere di più. Un bacione, ciao Marina.
Evergreen, non sei invadente.
Capisco le ragioni del tuo scrivere poco.
Ma, vedi, c’è una grande differenza tra un Giovanni che piomba qui a bacchettare additandoci bonariamente come egoisti chiusi nel proprio bozzolo ed un Evergreen che sostiene una sorta di “ok, siamo tutti nella m…. vediamo di cercare un rimedio, un lenitivo, un sedativo, un qualcosa che ci consenta di tirare avanti lasciando inalterata la nostra dignità umana oltre che a darci una pacca sulla spalla l’uno al’altro porgendoci reciprocamente un fazzoletto”.
Un Giovanni urta, un Evergreen, magari non subito ma con il tempo, viene apprezzato.
Perlomeno da chi, come me, investe tutte le proprie energie nel demolirsi anzichè nel costruirsi o ricostruirsi.
Io sono stata letteralmente fottuta da un qualcosa che è stato, sempre e costantemente, sottovalutato da qualsiasi terapeuta: il senso di colpa.
E’ nato con me e mi ha sempre perseguitata fin da bambina.
E’ un qualcosa di fisico oltre che mentale.
E’ una sensazione che nasce nel basso ventre e lentamente risale.
Una specie di mano che scompiglia tutti gli organi e si trasforma in una voce che dice, forte e chiaro, “tu sei nulla e l’unico motivo per cui se qui è trovare una soluzione ai problemi altrui”.
I miei impegni finanziari, i truffatori che ho attirato, gli “amici” che mi hanno sfruttata e presa a calci in faccia sono tutti un parto di quella voce.
Le cazzate che ho fatto, le promesse che non sono riuscita a mantenere perchè, alla lunga, corpo, mente e portafogli sono andati, scusami il termine, a puttane sono il frutto marcio di un circolo vizioso da cui non riesco ad uscire.
Quella voce comanda ed io parto in quarta senza più avere armi per poter eseguire.
Nel campo di battaglia ho rimesso tutto.
E non parlo solo del benessere economico e della salute.
Parlo dell’affetto di chi ha avuto fiducia in me e che ora mi vede come una fanfarona, parlo del mio vero “Io” che sarebbe buono ma non co......, parlo della mia dignità o, meglio, del fantasma di una dignità che difendo urlando, sbraitando, lanciando accidenti che non penso veramente solo per allontanare tutti perchè tutti, ormai, mi fanno paura.
Parlo della mia vera indole letteralmente schiacciata da un’aggressività che non mi appartiene ma con cui creo una cortina di fumo che mi impedisce di vedere, negli occhi altrui, la disapprovazione ed il rancore per non essere riuscita in nulla.
Vorrei tanto smettere di distruggermi, vorrei tanto vorrei ripartire come ho fatto mille altre volte.
Ma poi arriva quella maledetta voce a ricordarmi che nulla ero e nulla sono.
E poco importa che io ripeta a me stessa che è una voce falsa, che io conto esattamente come conta qualsiasi persona al mondo, che mi devo voler bene perchè solo così potrei essere veramente di aiuto agli altri.
Alla fine quella voce comanda. Ed io riparto in quarta già sapendo di sbagliare nel farlo.
………Un abbraccio a te e a tutti.
E perché dovrei scappare, asino traumatizzato?
@ David:
Sono un’anima fragile. Di carta.
Grazie per avermi ferito. Sono arrabbiato.
Tu sei cattivo. Volevo solo interessarmi a te e alla tua patologia, che non conosco.
Ciao…
Piergiorgio non è che le cose mi vadano un gran bene ,cerco ad ogni costo di mandarcele,ma non sempre ci riesco .Anche io prendo i psicofarmaci e questi mi aiutano (la terapia è indovinata e la mia psicologa e la psichiatra sono a dir poco eccezionali),la guerra che sto combattendo è lunga ,ma qualche battaglia l’ho vinta e questo mi da un pò di forza .Come ho detto in post precedenti ,per eliminare le cose o persone che fanno male al mio modo di essere mi ha portato alla solitudine e questa è una battaglia che non potrò mai vincere ! Giro per la casa in silenzio c’è ne troppo ho sempre paura di svegliare qualcuno ,la televiosione sempre bassa stereo idem , esco pochissimo ,lo stretto necessario, volte mi guardo intorno e mi domando se ne è valsa la pena …..Unico sollievo quando viene la mia nipotina di 1 e mezzo.Però non penso più al suicidio ,ma non ho paura di morire non me ne importa nulla di vivere in questa non vita .un abbraccio a tutti . Evergreen puoi dire quello che vuoi qua ,ne ho fatte poche di liti con Emma e altri…..sono soltanto scambi di idee,in fondo navighiamo tutti nella stessa barca o comunque nella stessa direzione ciaoooo
Mi dispiace sono stato permaloso e tagliente…
E così, non ho nulla da aggiungere.
Ciao.
Beppino.
Beppino, credo che David intendesse “prendi le distanze” a tua tutela.
Sì, prendo le distanze, e le prendo perché la mia convinzione intima si è rivelata giusta: Da una parte ci sono io, e dall’altra c’è il resto del mondo. Non siamo fatti l’uno per l’altro.
Ciao.
@marina, grazie per l’incoraggiamento, cercherò di seguire il tuo consiglio.
@Emma, vorrei dirti tante cose, ma ora non posso, diciamo che sono fisicamente impossibilitato. Spero di venirne fuori lunedì o martedì e la prima cosa che farò quando potrò disporre di occhi, mani e tastiera sarà scriverti.
@evergreen non mi devi nessuna spiegazione, quella parte del mio post poteva essere diretto a te come a molti altri (leggiti il post 11901 scritto da @tiodio, che rappresenta più di qualsiasi mia frase in proposito il senso pratico di ciò che volevo dire). Citi solo una parte di ciò che scrivo, non so se volutamente o per problemi di spazio, dimenticandone il resto: “..ognuno sa per se, non mi sogno minimamente di giudicare il loro operato. Credo anche io che ci sia qualcun altro che si limiti invece a leggere in silenzio, tenendo per loro ciò che vorrebbero o avrebbero da dire. Chi per pudore, chi magari per vergogna, o perché semplicemente non si trovano le parole per esternare i propri dolori.” Leggendoti mi sembra di capire che tu possa appartenere tranquillamente a quelli che, pur entrando spesso a leggere, preferiscono tacere per un senso di pudore, sia nei propri confronti che verso gli altri, evitando quindi di dire cose che potrebbero provocare reazioni poco gradevoli. Libero di farlo, c’è chi nelle discussioni ci sguazza, chi preferisce evitarle. Io appartengo alla prima categoria, mi piace discutere e confrontarmi con gli altri, a volte alzando anche i toni, se ciò che leggo non mi piace e non ne sono assolutamente d’accordo. Come per altri su questo blog, sono gli unici momenti in cui riesco a scuotermi dall’apatia quotidiana, qui come nella vita reale. Non ho un bel carattere, ma è il mio. A volte può anche sembrare che aggredisca gli altri con le mie parole, pur non avendone la minima intenzione, e qualcuno, come te in questo caso, possa risentirsene in qualche modo. Mi spiace, non posso farci niente. Per chiudere il discorso, mi rifaccio alla frase iniziale che hai scritto ad @E nel tuo commento: “..grazie per il tuo ricordo e aver chiesto di me.” Vedi, evergreen, a volte entrando in questa lettera, basterebbe lasciar scritto un semplice “come state?”. Due sole parole che, per chi si sente solo, possono rappresentare molto. Il vedersi ricordati, trovare chi si interessi a te, anche solo attraverso uno schermo del pc da un seppur minimo senso di sollievo. Non servono post kilometrici, infarcite di belle frasi atte a compatire il povero cristo di turno, per far sentire al suddetto un po’ di serenità. Credo che non avrai difficoltà a comprendermi….
Riguardo ai @Giovanni di turno…Beh…Non riesco proprio a soffrire chi entra qui, mosso magari da del finto buonismo cristiano, a sproloquiare. Oltretutto senza nemmeno far capire a chi si rivolga. All’autore della lettera? A chi ha lasciato un post precedente al suo? A tutti noi?…Muah…E trovo anche parecchio disgustoso tirare in ballo gente malata, come a dire, “confrontatevi con loro, con le loro sofferenze e vi accorgerete del valore della vita e bla bla bla….” Tutte cazzate. Non è confrontandosi nel dolore degli altri che si guarisce dai propri. Potrei assistere e guardare negli occhi bambini malati di leucemia o padri e madri malati terminali, ma non -continua-