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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Sono un comune essere mortale, con un passato che corre più veloce di me, mi sorpassa e si piazza al traguardo di tappa per aspettarmi.
Alla fine il passato travolge il presente, forma una valanga e va giù per il dirupo ad investire il futuro.
La mia vita è tutta lì, in quella valanga.
Oggi avrei voglia di pensare: “ma chi cavolo se ne frega, rotola finchè ti pare alla velocità che più ti aggrada finchè non ti schianterai per buona pace tua e altrui. Nel frattempo bevo, fumo e cerco di dormire e di mettere a nanna sia le domande che le risposte “.
………………Spero che l’umore regga almeno fino a domani.
Anche a me spiace sentirti giù, Luca.
Ele, come stai?
David, Marina, Beppino, Evergreen e tutti gli altri?
Un abbraccio a tutti.
Ciao E, ciao a tutti.oggi meglio.un’abbraccione
pure io ho sofferto molto di depressione,e spesso ho pensato al suicidio,anni fa ho anche provato a soffocarmi ma non ci sono riuscita. Pensavo anche al fatto che probabilmente a nessuno sarebbe dispiaciuto.Ma a gennaio si è suicidato un ragazzo che conoscevo di 20 anni,e questo suo gesto ha ucciso dentro tutti coloro che gli erano vicini, o che hanno provato ad esserlo prima che venissero allontanati,oltre ad aver distrutto psicologicamente una famiglia che non smetterà mai di avere sensi di colpa o chiedersi dei perchè.
In questi momenti capisci davvero che la tua vita è importante, e,anche se pensiamo sempre che non ci sia un appiglio in tutta questa merda, c’è chi è guarito dalla depressione (che è una malattia, che ci impedisce di prendere atto delle cose in maniera razionale e ci porta a perdere tutto), anche in casi disperati e gravissimi, e ha passato tutti gli anni successivi della sua vita ringraziando di non essere riuscito a porre fine alla sua esistenza. Quando siamo bloccati nella nostra larva di pensieri negativi all’ennesima potenza tutto questo ci appare impossibile e insormontabile, ma non lo è.
Io sono atea, ma in tutte le religioni il suicidio è punito con la peggiore delle pene, proprio per il fatto che la nostra morte uccide a raggiera tutti quelli che ci sono vicini (anche se non li reputiamo “vicini” perchè la depressione ci porta a non volerli e rifiutarli). E, benchè non creda in nessun tipo di divinità, sono d’accordo sul fatto che la nostra morte genererà altra morte (che si tratti di morte fisica o interiore), che a sua volta provocherà dolore e morte a tutte le persone vicine a coloro che abbiamo ucciso suicidandoci. Uccidendoci facciamo sprofondare tutti in una voragine di dolore incolmabile e alimentiamo il cerchio della sofferenza umana che continuerà a espandersi a macchia d’olio.
Prendo un attimo in prestito il pensiero di a.Schopenhauer (che a mio parere ha detto una grande verità in queste parole)il quale sostiene che il suicidio non sia un metodo giusto per affermare il proprio rifiuto della vita,in quanto chi si suicida lo fa perché non accetta la propria esistenza particolare e ne desidererebbe un’altra. Il suicidio è la massima affermazione della volontà di vivere,che è però delusa dalla negazione delle aspettative di vita che la persona aveva per se stessa.
Ma non dimentichiamoci mai che(questo non l’ha detto schopenhauer ma lo dico io)non possiamo essere qualcun altro nel vero senso della parola,ma la nostra vita può comunque essere cambiata,e il VERO rifiuto della nostra vita consiste in questo,nella trasformazione della nostra esistenza, non nel suo annullamento.Io sono stata in cura da una psicologa/psichiatra e devo dire che,da quei tempi bui in cui passavo le giornate a googlare cercando i metodi di suicidio meno dolorosi possibili,o nei quali avevo un’ansia talmente potente da farmi mancare il respiro e farmi venire le allucinazioni in cui vedevo i morti per strada,la mia vità è migliorata molto
mi ha aiutata molto anche adottare degli animali da compagnia (anche se in questo mi ha aiutata mia madre che mi ha affiancata nella loro gestione), prendersi cura di esserini che dipendono da noi ci fa capire quanto i problemi di noi uomini siano relativi, e di quanto affetto disinteressato siano capaci di donarci gli animali. Spesso finiamo nella depressione perchè ci manca completamente uno scopo nella vita, e passiamo tutte le nostre giornate a rimuginare in negativo in modo ossessivo auto-condizionandoci di continuo, finendo pian piano per diventare immobili e incapaci di liberarci dalla prigionia di negatività che ci siamo costruiti. E questo fa diventare difficili se non impossibili anche i minimi gesti di tutti i giorni..io ho provato a rompere il cerchio andando in cura,faccio psicoterapia e nel frattempo sono seguita anche nella cura farmacologica,i farmaci non sono inutili perchè le depressioni croniche provocano scompensi fisici a livello ormonale, che le medicine pian piano riportano ai valori normali. Su consiglio della psic ho iniziato a fare volontariato con gli animali in difficoltà,che in me ha smosso qualcosa,non mi sentivo più inutile e senza speranza come prima…alla fine ho portato a casa alcuni animali salvati da situazioni difficili (due gatti abbandonati, 7 rattini domestici che erano destinati a diventare cavie da laboratorio, un coniglietto nano sottratto a una persona che lo maltrattava) e la gioia che mi da vedere questi esserini felici per il fatto di aver ricevuto da me una seconda possibilità per una vita migliore, sta dando questa seconda possibilità anche a me.. non dico di non avere più problemi, ma comunque riesco ad affrontarli meglio, e sto continuando il mio percorso di psicoterapia..
L’uomo è un animale abitudinario, e cambiare le proprie abitudini è una delle cose più difficili del mondo, ma, se la nostra routine fatta di depressione e dolore ci fa stare così male, da qualche parte dobbiamo provare a rompere il circolo vizioso.. e non è facile, ma purtroppo non si può attraversare un fiume senza bagnarsi.. io mi sentivo veramente senza speranze e non desideravo nulla a parte finire 3 metri sotto terra, adesso passo dopo passo sto riprendendo in mano la mia vita, spero che questa mia testimonianza possa essere di incoraggiamento verso chi ha perso le speranze, perchè la vita non è fatta solo di merda e di cose brutte, siamo noi che, in preda all’offuscamento totale che ci provoca la depressione, siamo totalmente incapaci di vederne il lato migliore..ma questo non significa che un lato migliore non ci sia, ma fino a che non modifichiamo anche di poco le nostre abitudini non possiamo mettere in atto il cambiamento che potrà spingerci a guardare la vita con occhi diversi, e riscoprirla a poco a poco.. non siamo condannati a soffrire per l’eternità senza speranze come a volte sembra, dobbiamo imparare a non essere più nemici di noi stessi ma a volerci bene affinchè la vita possa tornare a sorriderci..
Cara @Giuliacat, una testimonianza come la tua, di chi è riuscito a lasciarsi alle spalle la depressione, fa sempre piacere leggerla. Sono curioso però sul fatto di cosa ti abbia dato la forza per tirartene fuori. E’ stata la morte di quel ragazzo 20enne che conoscevi a farlo? Il toccar con mano, seppur da spettatrice, una tragedia simile? Il veder quanto quel suo gesto abbia scosso profondamente le coscienze, magari dormienti, di chi gli era vicino? E’ stata la distruzione psicologica di una famiglia macerata ora dai sensi di colpa (a torto o a ragione?) e dai perché? Ti ci è voluta la morte di qualcuno per dirti “che la tua vita è importante”? Probabilmente quel ragazzo pensava le stesse cose che pensavi tu quando anni fa hai provato a soffocarti. Tu ti sei fermata, lui no. Ognuno fa storia a se. Non tutti i depressi si suicidano, così come non tutte le persone normali sono immuni dal farlo. Ciò che spinga a compiere un gesto del genere è dato da vari fattori. Parlando per me, non so, da una scala di depressione che parte da 1 e arriva a 10 che valore darmi. E non so se nemmeno se io sia un depresso. Di sicuro, quando guardo le bollette non pagate accumularsi sul tavolo e non riesco nel corso della giornata a procurarmi un pasto decente da mettere sotto i denti, la definizione a me più attinente è quella di disperato, una disperazione che va oltre ai miei (pur enormi) personali dolori interni. E qualcosa di più prosaico, materiale. E in quei momenti è davvero dura poter dire “la mia vita è importante”. A stomaco vuoto è difficile cantar messa…
Sono ateo anche io, ma per curiosità mia personale, ho approfondito l’argomento religione, e, mi spiace contraddirti, ma dei quasi 300 culti religiosi attualmente in circolazione sono ben pochi quelli che punisco il suicidio con la peggiore delle pene. Moltissimi non lo menzionano nemmeno nei loro scritti, altri, tipo lo shintoismo, lo tollerano, altri ancora come l’islam, in nome di una guerra santa contro gli infedeli, lo spingono addirittura (vedi i kamikaze musulmani al riguardo). Solo il cristianesimo e poche altre lo condannano ferocemente, e dubito che lo facciano per buonismo, più che altro lo fanno per certe concezioni loro che sanno più di convenienza che altro. E’ più facile che a pagare l’obolo per la questua sia un uomo vivo, piuttosto che uno morto…
Schopenhauser era figlio di un ricco mercante che morì suicida. Io credo che i suoi aforismi sulla morte (in particolare quello che citi) siano dettati dal non aver mai accettato il suicidio del padre, esterna un dolore personale, del tutto proprio e come tale va preso. E’ una sua filosofia personale, non può valere per tutti.
Cambiare la propria vita non è un qualcosa di facile, specie per chi, la vita, per vari motivi non l’ha proprio avuta. Abbiamo avuto un’illusione di essa, ci siamo montati un bel teatrino attorno è ve ne abbiamo creato una parvenza. Siamo stati attori di un melodramma finche il sipario non è calato. Alla -continua-
-segue- fine dello spettacolo, qualcuno ha applaudito, altri hanno fischiato prima di andarsene. Siamo rimasti solo noi, a guardare una platea ormai vuota. Gli psichiatri/psicologi sono categorie di lavoratori, e in come tutte le categorie trovi i manovali (tanti) e i capimastri (pochissimi). E quando becchi il ciarlatano, non è come quando chiami l’idraulico a casa e questo ti fa un danno a cui si può mettere rimedio. I danni provocati da certi cialtroni in camice bianco sono devastanti. E io ci andrei con i piedi di piombo riguardo alla loro efficienza pratica. Perché anche il miglior specialista di questo mondo, mancherà sempre di quell’umanità, di quell’empatia che serve ai suoi pazienti. Deve essere così, perché se ogni buon psi che si rispetti prendesse ogni singolo caso a cuore impazzirebbe lui per primo. E’ una forma di distacco professionale necessaria. Ma che può ripercuotersi negativamente su certi soggetti. Tieniti stretta i tuoi 2 gatti, le 7 cavie e il coniglio nano, occuparsi di loro vale più di tante visite specialistiche e cure farmacologiche. Da loro puoi trovare quell’umanità, quell’amore che un essere umano non sarebbe mai in grado di darti. Loro vivono la vita per ciò che è. Sarebbe bello se anche a noi bastasse la lettiera pulita e la ciotola d cibo piena per svegliarsi con bel altri pensieri. Ma noi siamo uomini, e i nostri problemi, specie per qualche povero diavolo, pesano immensamente sulla nostra vita, sui nostri sogni, sulle nostre speranze. E gli scopi che ci eravamo prefissi di raggiungere quando eravamo pivellini, sono andati via via svanendo crescendo. Non gli abbiamo voluti abbandonare noi, solo loro che sono sfumati. Riciclarne di nuovi è quasi una mera utopia. A volte si prova a romperlo quel circolo vizioso, ma quando lo fai, e trovi solo sempre mazzate al di fuori di esso, ti passa la voglia di provarci. Serve a poco la buona volontà se non trovi qualcosa di concreto su cui appoggiarti. Anche se provi fortemente a convincerti che il domani sarà migliore di oggi, se non troverai quella mano sotto la pancia che ti aiuta a cercare di rimanere a galla, affogherai. La realtà è questa. Il resto sono solo tante belle parole che lasciano il tempo che trovano. Qualcuno ci crede ancora, altri come me, hanno smesso da che tempo di crederci. E non perché non voglia farlo, ma semplicemente perché si scontra con la realtà quotidiana. Chiudere gli occhi e dire: “ma si, orsù gambe in spalla e andiamo avanti” è un pensiero in cui ormai non mi ci ritrovo per niente…Guardare la vita con occhi diversi…Me li sono consumati gli occhi nel tentativo di farlo. Non ci ho guadagnato granchè, se non quello, forse, di allungare inutilmente tutta questa follia, cosa di cui avrei fatto volentieri a meno. Io non mi ritengo nemico di me stesso, mi voglio fin troppo bene, eppure la vita non sta certo a sorridermi. Chi sa dove è l’errore…
Saluti.
suicidarmi no,vivere situazioni avventurose,ogni volta mi avvicinerò sempre più all’isola d’Elba,ieri mi sono fermato presto,quest’altra volta nuoterò il doppio,e poi di più e poi vedremo,ma il mio desiderio è vivere,almeno adesso…poi appunto vedremo.La sensazione di allontanarmi sempre più dalla costa è molto forte x me………….ciao
cmq io credo che ci si possa fare cmq se da una parte c’è il suicidio,dall’altra c’è una sfida lecita alle forze del la natura e del combattimento,io andrei in ginocchio fino non so dove per fare altri 10 anni di boxe.Secondo me ce la possiamo fare—–dall’altra ancora la più ammirabile cercare con fatica di un lavoro onesto e di un comportamento pure altruista…abbiamo l’empatia,la consapevolezza che si può amare e voler bene anche se tutto questo ci ha ferito in passato…e poi decidetevi a vedere “They live”…”Essi vivono”,la teoria degli illuminati non è poi da censurare visto il continuo sciaguattare di questo mondo.buona serata a tutti
Ti suggerisco una cosa, se vale, a te e a tutti quelli che si vogliono suicidare. Non vi faccio discorsi religiosi, varrebbero a poco.
Vi dico solo questo: pensate a tutta la gente che soffre e a quanto potete essere utili a queste persone: carcerati, malati terminali e non, anziani soli, bambini orfani. Prendetevi cura di uno di loro e la vostra vita avrà di nuovo un senso. Liberatevi di tutto il superfluo e vivete per queste persone. Abbiate il coraggio di dedicare la vita che per voi vale così poco per qualcuno/a diverso da voi. E state a vedere se il suicidio per voi è ancora una soluzione, piuttosto che amare un vostro simile.
No non mi importa niente,una volta avevo sogni meravigliosi tipo quello della principessa.Adesso l’unico desiderio che ho è che la gente mi lasci in pace,di essere come un fantasma che nessuno mi veda neppure.resto quì finchè vivono i miei,poi penso che mi butterò sotto il treno,ma solo se impazzisco perchè sono cattolico.non c’è altro da dire,buona fortuna.David