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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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14.941 commenti

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  1. 11761
    luca76 -

    ….Sono proprio stufo che vada sempre tutto quanto storto…

  2. 11762
    david -

    A me hanno piegato il naso a boxe,qualcosa va sempre storto Luca,almeno a questo mondo.

  3. 11763
    E -

    Ciao Luca, proprio ieri un individuo che ha fortemente rischiato di trovarsi con la testa conficcata nel muro ha asserito a pieni polmoni che le disgrazie e le negatività sono doni con cui, un Ente supremo, consente a noi miseri mortali di comprendere la reale portata degli eventi positivi. Altrimenti ci abitueremmo……
    Un abbraccio di solidarietà.

  4. 11764
    luca76 -

    Si, lo so. Ma ogni tanto mi piacerebbe assaggiarla quella positività, quella zolletta di zucchero che potrebbe addolcirla un po’ questa medicina amara.
    @E, David grazie per la solidarietà, un abbraccio a voi.

  5. 11765
    E -

    Sai una cosa Luca76?
    Ho il terrore delle zollette di zucchero. Ho il terrore di vederle sciogliere in un’enorme tazza di caffè amaro destinato a rimanere tale.
    Sono talmente stanca di rotolare da un giorno all’altro ripetendo a me stessa che, in realtà, non sto rotolando ma ho le palle per affrontare un giorno nuovo.
    Sono talmente stanca di guardarmi intorno e vedere solo distruzione, disperazione, disfacimento, crollo.
    Sono al punto in cui, veramente, basta un attimo.
    Senza parlarne, senza programmare, senza abbandonare le speranze.
    Un attimo, un volo, e non sei più nulla senza mai essere stata qualcosa.
    ………E’ che persino per affrontare quell’attimo occorre una quantità di vita che dia la spinta
    Mi sento un auto rimasta senza benzina che non riesce neppure a tirarsi giù da un dirupo.
    Sono sospesa nel niente.
    Incapace di scendere e di salire.
    Sbattacchiata qua e là da un qualcosa che non si vede e che probabilmente è solo forza di inerzia.
    Scusa, scusate lo sfogo.
    C’è stato un momento, Marina forse lo ricorda, in cui portavo parole un pò più rassicuranti in questo forum.
    Ora non ci riesco più.
    Neppure sforzandomi.
    Ciao.

  6. 11766
    Tamara -

    Come ti capisco, leggendo le tue parole mi rispecchio, è da tempo che ci penso..non credo proprio di farcela più, mi sento tremendamente sola, ho tanta voglia di lasciarmi andare..non mi interessa più vivere, quel brivido che sentivo la mattina, la voglia di vivere è completamente svanita, non ha senso, me ne voglio solo andare e la cosa più brutta è che a nessuno interessa…sono solo un piccolo granello di sabbia lasciato in disparte dalla massa…se sono ancora viva è solo per mia madre, lei non merita un dolore del genere…

  7. 11767
    Leonardo -

    Ciao @E, scrivo questo post proprio per trattare di una tua frase, che veramente penso esprima in modo perfetto una delle mie piiù grandi paure e uno dei miei più freddi pensieri. “Ho il terrore delle zollette di zucchero. Ho il terrore di vederle sciogliere in un’enorme tazza di caffè amaro destinato a rimanere tale.”, ti dico solo che magari è vero, ma chi ti può dire che la tua vita sia un tiepido caffè limitato nella sua tazza?

  8. 11768
    luca76 -

    Qualche tempo fa, su questo forum, mi paragonai a Sisifo. Mi sento legato a lui da analogie significative. Sisifo sfidò gli Dei dell’Olimpo, senza farsi troppi scrupoli, un peccato di lesa maestà. Arrivò al punto di incatenare Tanato (il dio della Morte) pur di non scendere nel Tartaro. E anche quando vi fu portato, riuscì a beffare persino Ade, il Signore degli Inferi. Ma non si può sfidare gli Dei senza pagarne le conseguenze a caro prezzo. Sia che ci troviamo a spingere inutilmente un masso fino alla cima di un monte, da dove inevitabilmente rotolerà al punto di partenza o sia che ci sentiamo noi stessi delle palle rotolanti, cara amica @E, la sostanza non cambia. Prima o poi, dal quel dirupo, scenderemo. Qualcuno (i più forti, i più sani o semplicemente i più fortunati) attraverso un sentiero che fino ad un attimo prima era nascosto alla loro vista. Altri (i più deboli, i più malati o semplicemente i più sfortunati) verranno tirati giù di forza da mille braccia. La sosta sul ciglio dello strapiombo che si affaccia sotto i nostri occhi, è obbligata per molti nelle nostre stesse condizioni. A volte ti guardi intorno alla ricerca di quel sentiero, altre tieni lo sguardo fisso di sotto, nel vuoto, nel buio….E intanto aspetti. Di trovare l’ispirazione sul cosa fare di te stesso/a. Se decidere di continuare a raccontarti di avere le palle per affrontare un nuovo giorno o smettere di dirti menzogne. Ognuna delle due scelte ha un proprio costo, e quando la si fa bisogna tenere conto del credito che si ha a disposizione. Ogni singolo giorno che viviamo puntiamo sul piatto l’unica cosa che abbiamo: noi stessi. Finchè riusciremo a farci bastare andremo avanti, quando non riusciremo più…Salderemo l’ultimo conto…Senza troppe parole, senza programmazione, senza abbondoni…E le parole degli altri non riusciranno a farci cambiare idea, anche le più rassicuranti….Ma fino a che non arriverà quel momento, fino a quando avremo ancora voglia di sfogarci, fino a che continueremo ad accettare di bere quel caffè così amaro, vorrà dire che avremo ancora voglia di andare avanti nonostante tutto. Non può essere solo per inerzia. Forse, il livello di quantità di vita che ti è rimasta nel serbatoio riesce a farti fare ancora qualche km. Emma. Prova a riavviare il motore se ti riesce…Se non ti riesce….Beh, io credo che tu ce la possa fare….Non sei un’impedita, tutt’altro…E non hai certo bisogno di parole da parte mia o di altri. Sei una delle anime storiche di questo blog insieme a @Marina. Abbiamo bisogno di te qui. E tu di noi. Qui nessuno lascerà indietro le persone, se queste non lo vorranno. Possiamo avere dei momenti bui, dei momenti di sconforto. Momenti in cui abbiamo bisogno di un abbraccio, di una mano che ci stringa la nostra. Può servire oppure no. Molto o poco a seconda dei casi. Io, di mio, più di questo non posso fare. Spero sempre che ti possa servire, per quel che ne vale.
    Un abbraccio e un saluto a te e a chi lo vuole.

  9. 11769
    luca76 -

    Ci sono giorni speciali, diversi dagli altri. Giorni carichi di significato. Giorni che tornano, a frequenza ciclica, di anno in anno. Uno dei miei sarà tra un paio di giorni. Il 21 giugno. Fino a qualche anno fa era davvero un bel giorno da vivere, uno dei pochi che ne valesse la pena davvero. E’ una cosa intima e personale, quindi preferisco tenere per me i motivi di tutto ciò. Ma era importante, veramente importante. Non so neanche perché ne faccio cenno, visto che oggi è solo il 19. Forse, perché stamattina sono riuscito nel titanico gesto di mettere la caffettiera sul fuoco. E mi è sembrato come riuscire a scalare l’Everest. Mentre scrivo me lo sto bevendo e gustando. Non mi faccio illusioni, so già che questo buon risveglio si scontrerà con il resto della giornata. Un’altra classica giornata di merda….Ma tant’è, mi godo il momento di euforia…”Carpe Diem”.
    Salutiamo.

  10. 11770
    E -

    Grazie Luca per le tue parole.
    Scrivo qui dal 2009, mi sento a casa, mi sento tra persone che possono capire, almeno fino ad un certo punto, senza infierire.
    Qui ho litigato, ho stretto amicizie ed “amicizie”, ne ho perse.
    Ho dato il meglio ed il peggio di me, qui dentro.
    E, spesso, ho fatto anche delle inquietanti figure di merda.
    Ma chi ha voluto capire quanto disagio ci fosse dietro a queste figure l’ha fatto.
    Senza giudicare.
    Poi,logicamente, ogni tanto un predicatore o un bacchettone piomba qui a fare la morale, a triturare ciò che non è bello scrivere con esternazioni la cui portata è veramente discutibile.
    Ma qui, ogni volta in cui l’ho chiesta e, a volte, senza neppure chiederla, ho trovato quella mano che è così difficile riuscire a trovare o a trattenere nel mondo reale.
    Grazie per avermi chiamato per nome. Ho sempre ignorato il motivo per cui leggere il mio vero nome in un forum popolato di nickname (quando io stessa uso un nick) mi ha sempre, non so come spiegarmi, confortato, fatto sentire più umana, rivelato l’aspetto umano altui.

    Leonardo:”chi ti può dire che la tua vita sia un tiepido caffè limitato nella sua tazza?”.
    Me lo dicono i 41 anni che compio domani.
    Io non ho più esperienza di te o più saggezza di te.Ho semplicemente più passato di te.
    E a chi mi dice che alla mia età è troppo presto per gettare la spugna cerco di far capire un altro concetto.
    Non conta l’età che hai ma come ci sei arrivato, come hai vissuto il passato.
    Io, come ho scritto prima, mi sono come letteralmente “bevuta” la vita. E ora, o perlomeno in certo giorni, mi sembra di non averne più abbastanza, di viaggiare in riserva.

    Un abbraccio a tutti.

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