Il suicidio
di
beppino
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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Luca76, la mia vita è sempre stata discutibile ma il colpo di grazia mi è stato inferto da un povero ex galeotto (per piccoli reati commessi in gioventù, dopo la morte prematura del padre) che si vedeva ogni porta sbattuta in faccia a causa del suo passato.
Gli ho dato una mano e mi ha fatto a pezzi il braccio.
Inutilmente.
Con cattiveria.
Cattiveria totalmente inutile.
Quello, per me, è un disagiato non cattivo ma stronzo fino al midollo osseo.
Sai che mi ha detto l’ultima volta in cui ho avuto l’onore di vedere il suo porco grugno?
“Se non prendi la vita a pugni, la vita prende a pugni te. Mors tua vita mea. Prendi esempio per il futuro”.
Eppure ho la certezza che non sia nato stronzo ma lo sia diventato.
Un disagiato (divenuto) di stampo cattivo.
Un abbraccio a te.
Già, David, come procede?
Grazie E e Luca,abbastanza bene,farò tutto quello che posso.Questo mondo è un tragico viaggio,per molti.Non perdiamo la fiducia.Ciao buona domenica (o almeno accettabile domenica).
@E, amica mia. Come ho già scritto in passato, mi piace leggerti. Molto. E questo perché trovo sempre interessante, e mai banale, ciò che scrivi. Mi stimoli molto. Mentalmente intendo, sia ben chiaro, e tengo a precisarlo soprattutto per chiunque butti un occhio al mio commento e che avrà la tentazione di lasciarsi andare a considerazioni del tutto fuori luogo. L’apprezzamento per una persona va oltre a certe considerazioni spicce e a volte troppo frettolose. Come hai scritto tu, quando ti ritrovi a scrivere in un blog come questo (ma anche in altri), possono nascere simpatie e antipatie. Trovi qualcuno con cui, per affinità varie “senti” (il virgolettato è d’obbligo) più vicini di altri. E solo una considerazione, null’altro. L’animo umano è strano a volte, ti ritrovi a soffermarti su cose che non hanno un basamento, una fondamenta, di alcunché. Curioso, veramente. E ironico anche, mi venga passata questa definizione…Perdonami la divagazione e permettimi di rispondermi. Mi spiace per la tua disavventura. Dico sul serio. Ma mentirei se dicessi che non mi ritrovo in quella frase che ti è stata detta. Sarebbe una disonestà intellettuale. Potrei mentire a tutti, ma mai a me stesso. Qualche anno fa, una persona mi bollò come animale, nel senso spregiativo del termine. E credo che continui a pensarla così, nonostante il tempo e il grado di profonda conoscenza che a di me. Alle sue parole non me la presi più di tanto, le mie rimostranze si limitarono nell’affermare che un’animale selvatico, a di differenza dell’essere umano, quando attacca lo fa perché si sente minacciato, prova paura. Non per cattiveria o odio. “Se non prendi la vita a pugni, la vita prenderà a pugni te.”. Fermo restando che ognuno ha la sua storia (è una cosa che ho ripetuto fino alla nausea), la considerazione che mi viene da fare di getto, è che molte volte, per i motivi più disparati, ti ritrovi a rispondere ad un gesto di semplice gentilezza e comprensione, con una violenza e brutalità ingiustificata. Forse perchè, per via dei tuoi trascorsi, non rientra nel tuo modo di concepire la vita certi gesti. O forse, più prosaicamente, è perché sei un figlio di puttana della peggior specie. Ripeto, ognuno ha i suoi trascorsi, e il suo modo di essere, catalogare ogni persona sotto un’etichetta come si fa per le merci di un supermarket, è riduttivo e semplicistico. Beh, se io mi dovessi etichettare, in verità, lo farei sotto la dicitura “disagiato di stampo cattivo”. Ed è la verità. Sono un soggetto di malarrazza, come direbbero dalle mie parti di origine. Forse merito ciò che sto passando, la giusta condanna per chi è nato, o cresciuto, cattivo, cinico, egoista e menefreghista come me. E’ stato ciò che ho passato nell’infanzia a fare di me ciò che sono, o l’ho voluto diventare io? Avrei potuto prendere altre strade, o ho scelto (in)coscientemente la mia? Non so rispondere in tutta onestà. Quand’ero piccolo al cinema, guardando i film, ho sempre fatto il tifo per i cattivi. Chissà -cont-
-seg.- forse ognuno di noi si porta dietro memorie genetiche di cui non è consapevole, e che lo porta ad avere comportamenti già preconfezionati e a seguire solchi già predefiniti, che viaggiano indipendenti dalle proprie scelte di vita quotidiana. Quello che la gente chiama comunemente destino. Muah….Mmmmmh, è tardi, comincio a sentire la testa pesante e la lucidità scarseggia…E’ meglio che stacchi, troppi errori ortografici. Non mi piacciono gli errori. Mai, in nessun caso.
@David, mi fa piacere leggere che ti va abbastanza bene, per quelli come noi, e già tutto grasso che cola.
Buona domenica a tutti, buoni e cattivi.
Non dico ne buongiorno ne buona domenica ,non sò se lo sarà ,queste 2 parole mi sanno di ridicolo ,quindi un semplice ciao è più rassicurativo. Luca leggere E è sempre stato un piacere la dovevi conosciere qualche anno fà :-)Io non scrivo mai ma continuo sempre a leggere i post ,non abbondono questo forum per nessuna raggione al mondo mi è troppo caro ,mi ha salvato dal suicidio con l’aiuto di tanti amici compresa E ,ma ora mi è rimasta la solitudine e nonostante io abbia imparato a gestire la mia vita ,la solitudine non si gestisce ,la si subisce e questo mi dà angoscia ,perchè ho fatto molte battaglie per riuscire a vincere la mia guerra personale .E Luca siete fantastici ,un abbraccio a tutti David ele E Luca .Piergiorgio come stai dai segni di te è parecchio che non vedo i tuoi scritti! 🙂
@Luca76, ritrovo molto di me nei tuoi post.
Certo, ognuno sa per sè e ciascuno di noi sa, dentro di sè, come stanno realmente le cose.
Quanto si è buoni, cattivi, bastardi o santi subito.
Io, per quel che è la mia esperienza “sul campo”, posso solo affermare con, una certa sicurezza, che il disagiato cattivo non pensa ad uccidersi, pensa a come stare a galla anche a costo di fare leva sulla testa altrui facendo annegare tutti.
E quando torna a riva non manda scialuppe di salvataggio. Se ne frega e va per la sua strada.
Il disagiato cattivo non ha lettere più importanti di altre da lasciare in bella vista sul mobile del soggiorno.
Non ha nulla da spiegare nè da recriminare.
Forse, per valutare sè stessi, bisognerebbe potersi guardare, come se si stesse guardando un film, mentre si recita la parte di chi ha avuto il culo di vivere una vita normale.
Con normali disgrazie e normali soddisfazioni.
Valutarsi per come si è dopo essere stati ripetutamente bastonati e non curati è troppo facile.
Anche se il giudizio è negativo e, quindi, apparentemente razionale e ponderato.
Anch’io ho sempre fatto il tifo per i cattivi.
Ho sempre pensato che “il cattivo”, in realtà, non esistesse.
Che esistessero solo gli incattiviti, solo persone spaventate e abbruttite, pronte a mordere ma a trasformarsi in belle persone venendo a contatto con una carezza o un sorriso.
Sbagliavo, sbagliavo di brutto.Ogni persona è un caso a sè.
Fin da piccola ho sempre avuto in testa il concetto sano e marcio di seconda possibilità (e, in certi casi di “almeno una” possibilità). Seconda o unica possibilità che, se manca, rende una persona morta dentro oppure incattivita se non cattiva.
Concetto sano perchè la solidarietà che ne sta alla base è un principio sano.
Marcio perchè bisognerebbe essere solidali nei limiti delle proprie possibilità.
C’è chi può devolvere o essere rapinato di un milione di euro senza accorgersene e chi, se cede o viene derubato del suo piatto di zuppa, crepa di fame.
Come c’è chi, se promette un piatto di zuppa e, poi, non riesce a procurarselo, perde tutto. Stima, fiducia, affetto. Rimane da solo, diventa cattivo, cinico, menefreghista per necessità, per sentire meno il dolore, per non accusarsi, processarsi e condannarsi di continuo. In un processo che non finisce mai.
Quando si sbircia nella normalità altrui, a certe persone vengono su, contemporaneamente, rabbia e lacrime agli occhi prontamente ricacciate e rinnegate.
In quelle lacrime rinnegate c’è chi siamo veramente.
Nella rabbia c’è chi appariamo all’esterno e, a volte, appariamo a noi stessi.
Poi, a volte, si arriva al punto di non piangere neppure più.
Forse perchè ci si sente stupidi a farlo.
@Marina cara, da quando ti conosco hai vinto tante di quelle battaglie che ti ammiro. Non puoi immaginare quanto. La solitudine, lo so, è una brutta bestia che fa paura. Ma dentro di te hai tanta forza.
Io, certe mattine, in quei secondi che fanno da ponte tra il sono e la realtà, mi sento forte.
Ed esprimo la mia forza con un sonoro FANCULO AL MONDO!.
In certe giornate ci spero ancora di tirarmi su e rimettermi in carreggiata. Senza investire nessuno, però.
Andandomene da sola per la mia strada.
Forse è la certezza di aver ucciso o assistito alla morte di tanti vecchi sogni e normalissime ambizioni che mi rende, in qualche modo, speranzosa.
Ho talmente ridimensionato tutto alla mia miserrima portata che non riesco a rassegnarmi all’idea che neppure il poco/quasi niente mi sia consentito.
In altre giornate (un pò più frequenti),invece, lascio che il cinismo e la realtà quotidiana scorrazzino liberamente per il mio cervello mostrandomi, impietosamente, i miei fallimenti personali, economici e lavorativi, le mie ridicole “conquiste” ed il mio penoso arrancare in una vita che sembra scalciare affinchè io molli la presa.
Vabbè…..
Evito anche io una “buona domenica” che sembrerebbe l’emblema della presa per il sedere.
Ciao a tutti.
I criminali che rovinano la vita ad altre persone…Basta dire che anche “loro”poverini hanno avuto a suo tempo le stesse sciagure,alcuni forse.Ma i più scelgono la malvagità,il sadismo,la crudeltà per nessuna ragione,o perchè pensano che sia la via migliore,più sicura e facile,il capo di tutti quei bastardi un vero e proprio maniaco sadico,che coltivava le sue nefandezze attraverso atti orribili.E’su facebook,twitter,va a feste,conosce gente nuova.Addirittura su Badoo ha pure scritto “Vorrei fare amicizia”(??????).Diciamo invece che questa società dà un incentivo a questi mostri convinta che essi forgeranno persone che diventeranno dure,disciplinate,forti e non larve uccise prima di nascere(La stessa frase di Knox,il guardiano in “the Sleepers”).Io ormai non ci penso quasi più,di più negli incubi,nel giorno a volte mi sento morto,che tutto è finito,ma ad uccidermi ho paura dell’inferno.Un altro ragazzo è quasi morto non so dove,forse ora è morto,a scuola si è buttato dalla finestra e schiantato su di un auto.Nessuno farà niente.A quei tempi Cercai di fuggire,e non sarei più tornato lì,ma mi rincorsero e il trattamento fu il solito.Urla del silenzio,a volte fuori dalla scuola mi riconoscevano,botte da orbi e poi buttato nella spazzatura o roba del genere,nessuno voleva sapere,nessuno voleva vedere,troppa paura.Smettiamola di dire per favore(secondo me)che queste sono vittime,non è così,c’è chi vuole essere malvagio e coltiva il suo sadismo e va avanti tranquillo e non paga mai,altri pagano,il livello dei suicidii causa bullismo(altro che bullismo questo è crimine)è arrivato a cifre terribili e pensiamo che la maggior parte resta oscurata.Quel mostro se l’è cavata con una blanda espulsione dalle scuole pubbliche ed ha continuato…ha continuato,ha anche belle foto su facebook ecc…MOH ?????CIAO ABBRACCI
…Buono o cattivo…In fondo che importanza ha?…Domani, 3 giugno 2013, quando aprirò gli occhi al Mondo, che io sia bello o brutto, buono o cattivo, non cambierà niente. Sarà un’altra (salvo miracoli) giornata di merda, la centomiliardesima di questa stronza vita. Ormai è l’unica certezza che mi è rimasta, l’unica sicurezza che ho. Stanotte, dopo aver lasciato scritto l’ultimo commento, mentre mi rigiravo nel letto tentando di prendere sonno, ho fatto un salto nel passato, a quando ero bambino. Quando mi portavano allo zoo o al circo a vedere gli animali. Non mi sono mai piaciuti gli zoo e i circhi, da allora non ho messo più piede ne in uno ne nell’altro. Vedere gli animali chiusi in gabbia o usati per divertire il pubblico mi ha sempre provocato un senso di profondo disgusto. Guardavo i loro iniziali sensi di irrequietezza trasformarsi via via nel tempo in un senso di rassegnazione…Accettare la loro condizione di prigionia…Io sono arrivato a quel punto ormai. Mi sento completamente rassegnato. Non riesco più a combattere, non provo più niente, nemmeno rabbia o collera (checchè ne dica qualcuno su questo blog). Quella rabbia che ha funto da carburante al mio motore interno per moltissimo tempo. Nemmeno più quella mi è rimasta. Provo solo un senso di apatia. Un grande, frastornante, ridondante senso di vuoto….
Cara Marina, eccomi qua, è un pò che non scrivo perchè non mi sentivo di farlo, nel frattempo mio padre è morto. Ora siamo rimasti tre fratelli. Uno è sposato, l’altro vive con me. Non mi sono fatto ricoverare per questa disgrazia che mi è successa. E’ stato un brutto colpo per la mia depressione, devo ammetterlo. Pensa che dentro di me non sono ancora riuscito a capacitarmene completamente. L’ultima cosa che mi sento di dire è grazie per il tuo interessamento. Tu Marina ed Ele siete le mie migliori amiche virtuali, tengo molto a voi e mi fa molto piacere leggervi. Devo dire che anche gli altri che scrivono qui sono importanti per me, a parte quando ci sono le liti leggo tutti volentieri. Da voi ho ricevuto molte buone parole che mi hanno aiutato. La solitudine è il mio problema principale, mi toglie anche lo spirito di iniziativa… Comunque non fa niente, rispondetemi se potete e sappiate che sono vicino a tutti, specie a quelli che soffrono. Ciao Marina, grazie ancora, spero di leggerti ed anche Ele… Ciao