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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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14.941 commenti

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  1. 11691
    resa incondizionata -

    Vedo che qualcuno ha parlato di onestà intellettuale. Purtroppo è la stessa persona che ha scritto: “Ho capito che solo le merde, gli stupidi e gli insensibili possono aspirare alla serenità. Io non sono nessuna di queste tre cose”.
    Ecco un tipico esempio di disonestà intellettuale. Si spacciano per superiorità morale la propria fragilità, il proprio malessere psichico, il proprio irrimediabile disadattamento. E per giustificare il proprio fallimento ci si rifugia dietro a una filosofia d’accatto: solo i malvagi sono felici; la sofferenza è un segno di nobiltà d’animo etc etc. Una mistificazione disgustosa. Certe frasi rivelano un livore, un’invidia e un risentimento verso le persone felici che la dicono lunga sulla presunta sensibilità di chi le ha scritte. Anche il riferimento ai “negri che picconano” mi sembra estremamente interessante. E’noto che solo le persone di colore commettono delitti …

    Chi scrive è un povero fallito che ha l’onestà intellettuale di non indulgere a mistificazioni di bassa lega. Ho intenzione di farla finita entro breve ma almeno lo farò con dignità, senza prendere in giro me stesso e senza credermi superiore agli altri.

  2. 11692
    E -

    E c’è il bianco che getta l’acido, il “giallo” che tortura…… La violenza è violenza e non ha colore né nazionalità. Come la follia. Come il disadattamento.
    Io non invidio le perdone serene. Le ammiro. Ciascuno di noi, chiunque, ha sul gobbo un bagaglio di limiti, di paure, di malattie, di disagi e di disgrazie. Alcuni, i sereni, trovano il modo di conviverci. Altri, quelli come me, ci rimangono schiacciati sotto. Poi ci sono i delinquenti ed i bastardi. Ma non sono certa che siano sereni. Hanno un’ ansia di demolire pur di imbottinare successo e soldi che non li ga fermare per “godersi” i frutti del loro sciacallaggio.

  3. 11693
    lupo198990 -

    ma come si fa a desiderare di morire?siete malati e dovete curarvi…..anche se la vita terrena è una m…x morire c è tempo e non dobbiamo decidere noi…bisogna lottare x qualcuno che ci sta accanto….moglie figli amici passante….non sei qui x caso e anche un sorriso o una parola puo far bene a qualcuno…non siamo una nullità e a qualcuno serviamo piccolo o vecchio….lottate che x morire c è tempo…siete solo egoisti….pensate alle persone che lottano x sopravvivere …malati o senza cibo etc e amate la vita cosi com è…non avrete una seconda possibilità

  4. 11694
    luca76 -

    @Leonardo, che ci piaccia o no, ognuno di noi è sostituibile, nei cuori e nella mente di chi ci conosce. A parte in rari casi, questa è l’amara verità. Come ti ha già risposto @E, il resto del mondo della nostra assenza non se ne preoccuperà minimamente. Siamo solo delle figure di passaggio su questa terra, quelli di noi che riusciranno ad arrivare alla notorietà, tuttalpiù lasceranno dietro di se una pagina biografica su Wikipedia e una strada, o altro, intitolata a loro nome. Per il resto siamo condannati all’oblio (naturalmente estremizzo il mio concetto, che non venga ripreso papale papale). Quindi, non spremerti troppo su ciò che sarà il dopo, non ne vale davvero la pena. Scrivi che hai “paura di partire e non mancare a nessuno, ed una volta tornato diventare ancora più estraneo di prima”. E qui torno a non capirti…Cosa intendi? Vuoi forse fare un lungo viaggio, trasferirti altrove, per poi ritornare dopo del tempo sui luoghi lasciati? Se è questo ciò che hai in mente di fare, fallo, senza guardarti alle spalle e senza tornare. Perché ti potrebbe capitare che tornando, tu ti accorgessi che non sei mancato a nessuno e allora come reagiresti? A volte è meglio non avere tutte le riposte alle proprie domande…Se invece intendevi altro, beh, io non ho mai conosciuto qualcuno che l’abbia fatta finita e sia poi tornato indietro…E perdonami il cinismo.
    @Resa incondizionata: trovo interessante il tuo commento come tu hai trovato “estremamente interessante” il riferimento ai negri che picconano (tra l’altro sarebbe da aggiornare visti certi recenti accadimenti, adesso usano i machete per staccare la testa alle persone) che faceva @Rocky. Quando leggo di onestà/disonestà intellettuale, mi viene in mente la famosa “prostituzione intellettuale” di mourinhana memoria. E, come proprio delle vecchie bagasce, ognuno di noi saltella da una marchetta intellettuale all’altra per soddisfare il proprio bisogno, soffermandosi su ciò che gli fa guadagnare di più. E io, senza spacciare per superiorità morale la mia fragilità, il mio malessere, il mio disagio e evitando di rifugiarmi dietro una filosofia d’accatto posso dirmi, in larga parte, d’accordo con lui. Perlomeno quando cita “gli stronzi, gli stupidi e gli insensibili” come beneficiari di una serenità che a me è sempre apparsa una chimera per motivi personali. E questo senza preoccuparmi minimante di apparire come una persona disonesta intellettualmente. E se a qualcuno (in questo caso te), legge tra le righe livori, invidie e risentimenti verso chi è felice, beh, gli sfugge qualcosa. Che ognuno ha la sua storia. E che, a volte, quando ti ritrovi a capo chino a spalare la merda che hai attorno e alzando lo sguardo trovi persone che (forse) non meritano tutta quella felicità che hanno, io credo che a chiunque possa salire dal profondo un rigurgito di disgusto, e si cada nella tentazione di lanciare strali verso chi si pensa stia meglio di noi (a torto magari). Credo sia una cosa umana e -continua-

  5. 11695
    luca76 -

    -segue- almeno in parte comprensibilissima, se ci si sforza. Di mio confesso che spesso mi sono state sugli zebedei quelle persone sempre troppo sorridenti, ottimiste fino all’eccesso, quelle che affrontano ogni cosa con un sorriso beota stampato sul volto. E questo non per invidia o altro. Ma perché ho imparato a mie spese, che le persone fatte così, prendono le cose troppo spesso alla leggera. Pensano che tutto si aggiusti con il passare del tempo. Invece non si aggiusta niente. E ancora…I malvagi sono tutti felici? Certo che no, ma come si dice: “Meglio piangere sui sedili di una Rolls royce, che sui sedili di un tram”. Mistificazione disgustosa? Io credo che sia semplice realismo.
    Saluti a tutti.
    P.S. @Lupo, stavo per chiudere la pagina e mettermi a fare altro, quando al cambio di pagina, toh, guarda un po’, trovo il tuo commento idiota. In altri occasioni lo commenterei più approfonditamente, ma ora non ne ho voglia.
    …Siamo “malati” e dobbiamo farci “curare”?…Muah…Nemmeno tu mi appari tanto sano, comincia tu a farti passare qualche ricetta medica in più, forse (forse) eviterai in futuro di citare “malati” e “senza cibo” che “lottano per sopravvivere” in un contesto estraneo a quello di cui si dibatte da sempre in questo blog: un mal di vivere.

  6. 11696
    E -

    Si Luca, il lanciare strali è una cosa umana. E, forse, dopo, ci si sente anche un pò stronzi per averlo fatto. Ma ci sono persone che non si limitano a lanciare strali che solo apparentemente hanno un bersaglio fisico, umano ma che, a pensarci bene, solo lanciati verso la sfiga, il destino, il chissà cosa che regola le nostre esistenze portandole verso il fallimento.
    Ci sono persone che odiano chi ha, effettivamente o solo apparentemente, raggiunto una serenità.
    Le odiano, le disprezzano e le perseguitano con i tanti o pochi strumenti che hanno a disposizione.
    E, questo, non rende certi invidiosi tanto diversi dai negri che picconano o dagli inglesi che decapitano.
    Se potessero lo farebbero. Forse li ferma la paura della galera.
    Ognuno sa per sè.
    Ognuno sa, in cuor suo, qual’è il sentimento che si anima quando vede, che ne so, una coppia tornare dal lavoro tenendosi per mano per poi rientrare nella propria casa, cambiarsi d’abito fischiettando e organizzare le proprie prossime vacanze davanti ad una pizza.
    E non sto parlando di ville, di yacht, di grandi ricchezze.
    Sto parlando della normalità.
    Io, per fare un esempio, invidio nel senso che ammiro chi ha una mano da tenere nella propria.
    Perchè so che se anche se fossi così folle (ma non lo sono) da sperare, in un futuro, di trovarne una so che il mio ormai immenso bagaglio di limiti, di paure, di nervi tesi, di fragilità, di carattere (non temperamento) di merda porterebbe quella mano ben lontano dalla mia.
    Me la prendo con chi, quella mano, è riuscita a trovarla e se la sa tenere?
    No. Me la prendo con la me stessa che sono diventata e mi tengo il muso finchè non mi rendo conto che, in ogni caso, anche se non avessi smanettato per complicarmi e rovinarmi la vita, la sfiga avrebbe reso la mia esistenza un pozzo di letame stagnante.

  7. 11697
    david -

    Ciao E ciao Luca.,io penso che vediamo le cose diversamente da altri del blog,perchè anche siamo nati ed abbiamo vissuto l’infanzia e l’adolescenza in un tempo che non è quello dei nostri genitori e neppure quello di oggi dove un ragazzino arriva ad una festa con un M-16 e bombe,dove le cose più tremende ci vengono presentate senza alcun ritegno.Le cose sono accomunate dalle più drammatiche e alle più sciocchine,dove tutto viene dato per scontato,le stupidaggini più assurde accomunate alla tristezza,alla solitudine,al dolore “sacro” Io credo E in una vita dopo questa vita,spero che sarà migliore,ci voglio credere.Però E io penso che noi dei primi 70,ci siamo trovati come di fronte ad una miniera che ci ha affascinati,che ci ha resi entusiasti,ci siamo presentati di fronte a quel classico sole in fondo all’orizzonte,felici con un ingenuità ed abbandono.Ci abbiamo creduto,ci abbiamo sperato,proprio perchè forse non ci bombardavano col dire…questo mondo è una merda,la gente è di merda,cattiva,viscida,non fidarti mai di nessuno…ecc…Abbiamo ricevuto un educazione abbastanza rigida ma forse anche più giusta,credo che quegli anni fossero giusti,più giusti di questi .Noi ci credevamo,noi ci abbiamo creduto,il meglio di noi,abbiamo avuto fiducia,forse troppa.La nostra educazione è ben diversa da una persona nata nel 1992,è inevitabile,ed è inevitabile pure che molte persone siano imbestialite.Noi siamo stati educati(anche se queste sono cose naturali)a commuoverci,a provare pietà,a lasciarci sfuggire una confidenza che diventa poi magari un macigno sulla testa,ma pure a rispettare il pianto e non riderci sopra e credere che qualcuno rispetti il nostro dolore,le nostre debolezze accettate e non sbeffeggiati,traditi.Concludo con una frase di un certo Bobby Sands,morto di fame in un carcere inglese.Morto per aver difeso i valori umani.”I know I’m right”,cinque parole che lo hanno accompagnato fino alla fine…Grazie.Ciao E,ciao Luca un abbraccio grande.

  8. 11698
    resa incondizionata -

    @ E:
    Grazie per avere ricordato a lor signori che la follia e la violenza non hanno colore.

    @ Luca76:
    In teoria non dovrei nemmeno risponderti, perché i tuoi messaggi xenofobi mi hanno profondamente turbato. Quando una persona arriva ad affermare che “solo gli italiani si suicidano” è evidente che il suo intelletto è offuscato dall’odio, dal risentimento e dalla rabbia contro gli immigrati.
    Rispondo solo per chiarire meglio il mio punto di vista e per dissipare alcune incomprensioni:
    Il mio commento si riferiva a un utente che conosco molto bene e che non può accampare alcuna pretesa di superiorità morale. Sai, Luca, c’è una parola che non ho mai potuto soffrire. E’ una parola di cui si abusa in modo indegno; è la parola “sensibile”. Ho fallito nella vita perché sono troppo sensibile; non trovo lavoro perché sono troppo sensibile; la mia ragazza mi ha lasciato perché sono troppo sensibile (odio i negri e scrivo messaggi razzisti perché sono troppo sensibile ?).
    Ma tu l’hai letto bene il messaggio incriminato ? Possibile che tu non colga il narcisismo dell’autore, il suo senso di superiorità del tutto immotivato, la convinzione di essere migliore degli altri proprio perché infelice ? Possibile che tu non colga la mistificazione insita nell’equazione “felice = stronzo/insensibile/ stupido/mediocre ?” Perché poi è proprio di questo che stiamo parlando. Hai la grossa attenuante di non conoscere il soggetto in questione, ma il fatto che tu approvi quello che ha scritto getta una luce inquietante anche sul tuo carattere.
    Cito testualmente le tue parole: “A volte, quando ti ritrovi a capo chino a spalare la merda che hai attorno e alzando lo sguardo trovi persone che (forse) non meritano tutta quella felicità che hanno, io credo che a chiunque possa salire dal profondo un rigurgito di disgusto, e si cada nella tentazione di lanciare strali verso chi si pensa stia meglio di noi (a torto magari)”.
    Mi fa piacere che tu abbia intercalato la parola “forse”, ma visto che hai parlato di disgusto, mi piacerebbe sapere con quale criterio stabilisci chi è più meritevole o meno meritevole di te.
    A casa mia chi lancia strali contro le persone felici si chiama invidioso. Forse sarebbe il caso di sdoganare questo sentimento così umano e di non irritarsi quando qualcuno ci fa notare che neppure noi ne siamo immuni.
    Sono arrivato a un punto della vita in cui posso permettermi di essere assolutamente sincero. Sincero con gli altri ma soprattutto con me stesso. Chissà se hai presente la “menzogna vitale” di ibseniana memoria … Io comunque, nel caso che tu non l’abbia già fatto, ti consiglio di leggerti questo: F. Nietzsche. “Genealogia della morale”. E’ un testo di una profondità straordinaria, che attraverso l’analisi della religione cristiana arriva a smascherare l’impostura di tutti i buoni e di tutti i sensibili autoproclamatisi tali.

    Stammi bene.

  9. 11699
    Rocky -

    Resa incondizionata: Bene, allora fammi un favore…se proprio non vuoi suicidarti, almeno scompari ed evita di dire sciocchezze. E tu avresti dignità? ah ah ah ah Ma fammi il piacere! Tu, che evidentemente hai un buonismo “ecumenico” non puoi neanche spacciarti per “qualcosa”. Tu “sei” un poveraccio, mentalmente e moralmente.
    E: sì sì, il buono e cattivo c’è ovunque, non ci sono più mezze stagioni, i cinesi non muoiono mai e via discorrendo…sai dire qualcosa oltre le banalità?
    Luca76: Grazie per la difesa d’ufficio della mia filosofia “d’accatto” (quella di non accatto sarebbe quella di Resa Incondizionata? Decidete voi, nel gran consiglio di internet quale filosofia di vita è corretta?). Resa Incondizionata è evidentemente uno che ha sbagliato talmente nella sua vita da avere addosso un senso di colpa tutto proiettato su se stesso. Insomma, sa di essere un fallito per “meriti” suoi. E sono anche cavoli suoi.
    Io, naturalmente, ho sbagliato pure, ma non poi tantissimo: la vita spesso è più forte di noi e noi non possiamo farci niente e il fattore C. ha un peso gigantesco, cui non possiamo prescindere.
    Non basta farcela in questa vita; bisogna che la vita ci metta in condizioni di farcela. E noto che la mediocrità, morale ed intellettuale sia un volano verso il successo o almeno la serenità, non da ultimo perchè ti rende meno problematiche le sconfitte della vita. Se tu ti ritieni una prostituta perchè usi una tua visione come il marciapiede, ti auguro di farti sempre pagare prima di fartelo mettere nel di dietro. A me non è mai riuscito. Forse sono meno bagascia di qualcun altro…

  10. 11700
    resa incondizionata -

    Come stai, carissimo ? Tutto bene con lo stalking ? Ho saputo che ultimamente hai avuto dei problemi. Non te la prendere; sono gli infortuni del mestiere. D’altro canto sei una persona così sensibile … Sai qual è la differenza fondamentale fra me e te ? Che io non mi sono mai spacciato per qualcosa di diverso da ciò che sono realmente. Quando ho preso degli abbagli l’ho fatto in buona fede; in ogni caso non ho mai pensato che i miei fallimenti fossero una prova di superiorità morale. Non mi sento migliore degli altri perché ho fallito i miei obiettivi; anzi trovo certe affermazioni vagamente demenziali. D’altro canto la logica non è mai stata il tuo forte … e nemmeno la psicologia a quanto vedo.
    Come stanno le scimmiette della Foresta Amazzonica ? Ho saputo che hai perso un altro lavoro … Che vuoi farci; è il destino dei puri di cuore…

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