Il suicidio
di
beppino
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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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@Antino: Ma siamo così sicuri che se le cose fossero andate diversamente saremmo adesso più felici?
R: Si, con assoluta certezza xchè qualche mese fa avevo gli stessi identici problemi ma lui c’era ed io stavo strabene anche se la salute è quella che è e non mi lamentavo mai di questo!
Nessuno però sembra capirlo ed infatti non dico più nulla!
E’ come se soffrire di mancanza d’amore sia vietato. Si può dire ho mal di testa, ho mal di pancia… ma non ho il cuore spezzato voglio solo amore, niente di più. Mi sento sola ma soprattutto non accettata. Anche se lui non me l’ha detto, scommetto che la mia malattia ha molto influito….
Mi è stato detto che per amore non si muore, ed infatti è così, d’amore si vive, senza amore si muore… ed io è così che sto, sono stata catapultata in un secondo dal pianeta terra (mondo delle favole per me, povera sciocca che crede che tutti sono buoni e sensibili) all’inferno, senza biglietto per il ritorno.
Su questo forum ho letto Ci vuole più coraggio a vivere che ad uccidersi. Credo sia così.
Ciao.
Non me ne è mai fregato niente del Santo Natale. Ne tantomeno della Pasqua. A me le feste religiose (di qualsiasi religione) mi hanno sempre dato il voltastomaco. E nemmeno le cosiddette feste laiche hanno provocato mai in me qualche fremito festaiolo (tipo il capodanno, tanto per intenderci). Così come gli onomastici e i compleanni, miei (l’ultimo che mi hanno costretto a festeggiare risale al 1997) o di altri. L’unica festa (o meglio, celebrazione), che per me ha sempre avuto un senso è quella di oggi. Quella del I° maggio, la festa dei lavoratori. Questa, per 22 anni, è stata la “MIA” Festa, la “MIA” Giornata. L’unica che al cambio annuale di calendario andavo a cercare e a cerchiare con la penna rossa. L’unica che io abbia mai veramente consacrato al culto e rispettato. Da perfetto ateo e Comunista vecchio stampo. Per 22 lunghi anni, in questo sacro giorno, mi svegliavo e pregustavo il sapore dei maxi-panini alla salsiccia con cipolla e peperoni di cui mi sarei abbuffato di lì a poco, innaffiati con abbondante Barbera, consumati alle grigliate organizzate con amici e colleghi. Mi vengono in mente gli anni sul finire del decennio ’80 e quelli di inizio ’90 quando, pivellino, mi intrufolavo nei cortei dei lavoratori della FIAT che qua a Torino partivano da Mirafiori e si concludevano al Parco Ruffini. Ricordo i discorsi registrati di Berlinguer (dolce Enrico mio, quanto ci manchi), che facevano da colonna sonora al corteo….La giornata perfetta…Ora, tutto questo non c’è più. Mi è stato tolto, e ora questa giornata, senza tutta la sua magia passata, è diventato un giorno qualunque. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Gli stranieri e la globalizzazione (nonché la classe politica e dirigenziale di questo povero Paese) hanno trasformato questo diritto in un lusso, una chimera. Ogni giorno in cui uscivo dal cantiere, sporco e lacero, guardandomi le mani piagate e callose, mi sentivo orgoglioso e fiero di me stesso. Un senso di orgoglio e fierezza che solo quei lavoratori che se le sono sporcate sul campo, che hanno lasciato sangue e sudore sul posto di lavoro spezzandosi la schiena, possono comprendere in pieno. Era una giornata di festa, l’hanno trasformata in un giorno di tristezza, rabbia e dolore. Il mio pensiero oggi va a quei lavoratori che si sono suicidati, perché gli hanno tolto il lavoro e non riuscivano più a sopravvivere. E a quegli imprenditori, strangolati dalle tasse e dai debiti, che hanno fatto altrettanto. Ne a loro, ne a me, non gliene può fregare di meno del reddito di cittadinanza e degli ammortizzatori sociali. Noi volevamo e vogliamo solo lavorare. Non abbiamo bisogno di elemosine. Vogliamo la nostra dignità. Vogliamo la nostra libertà.
Un abbraccio forte ai famigliari dei morti sul lavoro e dei suicidi collegati ad esso, ai cassaintegrati, agli esodati, ai disoccupati, agli sfruttati, a chi è sottoposto a mobbing, a chi riesce ancora a conservare il lavoro e a chi combatte per il diritto di averlo.
Condivido, Luca.
….Un senso di vuoto proprio….
@lalla
Non potevo non leggere e non considerare la tua risposta. Non so cosa dirti, perchè sì forse è vero: io cerco delle continue giustificazioni e inganno me stesso. Quante volte parlando con le mie sorelle riguardo alla mia storia mi sono sentito dire le stesse cose che io adesso mi scrivo, mi ripeto e dico anche agli altri: voglio farmene anche io una ragione del fatto che un amore finisce perchè “le cose dovevano andare così”. Facile liquidarlo così, ma non è altrettanto facile liquidare il dolore che si prova. Perchè sì nel tuo (e in tanti altri casi) si è stati lasciati, nel mio invece sono stato io a lasciare ed è diverso. Ma il risultato è in definitiva lo stesso: gli altri sembrano non capirlo. Ma non possono perchè ognuno ha dentro di sè un mondo che è del tutto imprescrutabile dagli altri, e siamo soli. Purtroppo non c’è niente altro da fare. Non sono in condizione di dare altri consigli (d’altronde non li so dare nemmeno a me stesso). Ecco perchè scrivo in questo gruppo, forse perchè in fondo sono consapevole che anche per me non c’è altro che la morte davanti. Mi consolo ascoltando il mio Bach, l’unica cosa che può darmi un certo sollievo.
Non lo fare. Faresti soffrire le persone che ti amano. Tu DEVI vivere per loro.
Credo che chi scriva su questo forum in realtà non abbia molte soluzioni per se stesso tranne una… continuare a vedere come andrà.
Antino, se hai lasciato la tua ragazza deve esserci stato un motivo ben preciso che ti ha spinto a questo.
Ciao
Ciao Sole, scusami è…. ma:
-il DEVI puoi mettertelo là dove non batte il tuo stesso nick;
-il “faresti soffrire le persone che ti amano” è un pò approssimativo.
Non è che tutti siano circondati da frotte di persone che si strapperebbero i capelli se ci si autoeliminasse.
Senza contare che può venire il giorno in cui ti rompi le balle, diventi un pò (tanto? poco?)egoista e hai occhi solo per il tuo malessere.
Luca, ti capisco.
Parlo per me perchè non ti conosco.
Faccio spesso il bilancio della mia esistenza, faccio spesso l’inventario di ciò che ho, di ciò che non ho mai avuto e di ciò che ho perso.
Nel mio caso il senso di vuoto, spesso, non è altro che un meccanismo mentale per cancellare, anche se solo per un momento, la contabilità di una vita che, se fosse una ditta, avrebbe già chiuso per fallimento.
E scrivendo questo non voglio atteggiarmi a vittima.
Ho le mie colpe e nessuna intenzione di scaricarle addosso al Destino o alle persone.
E’ che guardo ai fatti ed i fatti parlano chiaro.
…..Mah!
Un abbraccio a te e a chi ne ha bisogno.
Ieri giornataccia… Il senso di vuoto che appare anche in alcuni recenti post, si è impossessato di me, della mia giornata, dei miei pensieri.
Cara E, neanche io do la colpa a nessuno o al destino, ho fatto tutto io. Ho impostato la mia vita in modo tale che adesso, alla soglia ormai prossima dei 40, non ho un bel niente. O comunque io mi vedo un bel niente tra le mani. Meglio scrivere così, perchè se esterno il mio senso di vuoto, molti mi risponderebbero (l’hanno già fatto altre volte), ” hai il lavoro”, “hai la salute”.. È vero, ma in questi giorni mi sento talmente vuota, senza un ruolo. Anche se poi mi chiedo se avere un ruolo è davvero necessario.. Oggi sto meglio di ieri, ma i pensieri si inseguono e si elidono, lasciandomi stanca e perplessa. Diciamo la verità, credevo di esserne immune ma il bilancio dei miei primi 40 anni è uno strazio. Mi ritrovo sempre più spesso a pensare quanto sarebbe bello tornare indietro. Forse mi basterebbe tornare al 2007. E intanto per guardare indietro, non vedo e non guardo più niente davanti e mi Sa che tra poco prendo anche qualche tramvata.
@E, ricambio l’abbraccio. Io non mi sono mai troppo sprecato nel fare un bilancio della mia esistenza, più che altro perché so già che alla fine ne rimarrei deluso. E la mia delusione non sarebbe dettata dalla mancanza di quello che avrei voluto a questo punto della mia vita. Ma dalla consapevolezza di aver fatto tutto quello che era nelle mie capacità fare, ed accorgermi che non è servito a niente. A niente proprio. Le cose, più che perderle di mio, mi sono state tolte. Ho già scritto in un’altra occasione che, certamente, io ho le mie colpe, ho fatto i miei sbagli etc. etc.; ma nessuno, ripeto, nessuno mi toglierà mai dalla testa che mi sono ritrovato alla fine della fiera a pagare un conto più salato del dovuto. E a pagare colpe ed errori compiuti in primis da altri, e che poi si sono ripercossi (pesantemente in alcuni casi) su di me. Vittimismo? Non credo proprio, direi per quanto mi riguarda più che altro sia realismo. Dividere in parti uguali tra me e gli altri le colpe della situazione in cui mi ritrovo a galleggiare sia una condizione più equa e giusta. Certo, ognuno è padrone del proprio destino, certo, le proprie scelte si ripercuotono sulla nostra vita. Ma siccome nessuno di noi è un’eremita sperduto in una grotta inaccessibile, e dobbiamo (alcune volte in maniera forzata) interagire col resto del Mondo, a chi ci ricorda tutto questo dovremmo rispondergli che i destini delle varie persone si incrociano spesso e che le scelte di altri possono influenzare le nostre vite. Con conseguenze spesso devastanti….Il mio senso di vuoto in questi giorni è dovuto si, a una mancanza…Un qualcosa, un qualcuno che mi manca dentro. E quel qualcosa, quel qualcuno, è il vecchio Luca. Quello che ormai hanno ucciso…Già…Perché se è vero come è vero che io gli ho scavato la fossa, sono ben altri che l’hanno assassinato.
@Ele, ciao, un abbraccio anche a te, tieniti stretto ciò che hai (lavoro, salute) e fregatene di quello che potrebbe risponderti la gente, se vuoi dire qualcosa fallo e basta. E avere un ruolo in questa vita, si, è necessario. E quel ruolo te lo devi assegnare tu, se non lo fai, lo faranno altri al posto tuo, non permetterglielo. Le giornatacce capitano, non farti travolgere, rimani a galla per quanto ti è possibile. I ricordi, quelli positivi, sono belli ma sono anche un’arma a doppio taglio. Conservali come un qualcosa di prezioso, ma lasciali dove sono.
Buona domenica a tutti.