Il suicidio
di
beppino
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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
14.941 commenti
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Anche Travis Bickle (Robert de Niro)in TAXI DRIVER si dice perseguitato dalla solitudine ed infatti va dal suo collega “Mago”ma fa un discorso talmente strano che nessuno ci capisce niente.Cmq tornando a noi per me poca metafisica e filosofia,il suicidio è una bomba,detto fatto,affanculo al mondo(ma ci sono persone che amate e che vi amano?)Io credo di essere pronto ad uccidermi,l’ho già fatto,a dire il vero adesso non voglio,ma quest’altra volta voglio andarci a botta sicura,però dovrebbe essere una vera tragedia,solo al mondo forse,comunque non parlate tanto del suicidio nè invocatelo,perchè è una specie di runner pizza,lo ordini e arriva quando ormai vuol lui,e magari voi state meglio o meravigliosamente…nessuno è capitano della sua barca nè padrone del suo destino,fare attenzione.intanto basta segarette e dieta.Ciao Buck che si dice? Ciao a tutti
“Solo, spero che se lei mi aiuterà a farlo, poi qualcuno forse troverà le briciole di pane che sto lasciando per cercare di farmi capire se non altri dai posteri”.
…..Pensi davvero che ti capirebbero? Mah….sono più propensa a credere che i superstiti giudichino, spesso condannino, talvolta perdonino senza passare dalla fase della comprensione o, perlomeno, dal tentativo di comprendere.
Quella condanna/perdono che altro non è che l’archiviazione di un caso irrisolto che nessuno ha interesse a risolvere.
Poi non si sa mai….magari qualcuno si prende la briga di fare una sorta di autopsia mentale al cadavere.
Ma che senso ha?
Quanto sono attendibili i risultati?
E,soprattutto, a chi e a cosa servono?
Ho la certezza matematica che il giorno in cui creperò il primo impulso mentale dei superstiti sarà il domandarsi che danno gli potrà aver arrecato la mia dipartita.
Il secondo: il come porvi rimedio.
Il terzo: (qualora crepassi per mano mia)il becero pettegolezzo libero e senza contraddittorio.
Il quarto: la damnatio memoriae. Non per demeriti ma per sopraggiunta perdita di interesse al pettegolezzo o, in caso di morte naturale, per mera indifferenza.
…Pochi (se non pochissimi, se non addirittura nessuno), tra quelli che ci hanno conosciuto e resteranno dopo di noi, riusciranno a capire il perché di un gesto come il suicidio. E questo perché, per capire certi dolori, bisogna viverli sulla propria pelle. Ovvio. Nemmeno metterli di fronte ai disagi quotidiani che viviamo, ai nostri pensieri lasciati scritti su una pagina del web (o cartacea), potrà provocargli un rigurgito di comprensione. Come dice giustamente @E potremo essere giudicati (sicuramente), condannati (probabile), perdonati (mmmh…chissà…). Ma chi si sforzerà di comprendere? Chi lo farà? Come potranno farlo? Le mie lettere di addio le ho già scritte da tempo. Sono lì, una imbustata, messa in bella evidenza sul pianale del mobile del soggiorno, un paio salvate su una cartella del pc, pronte a essere inviate via e-mail….Un’altra (la più importante, quella a cui tenevo di più) già spedita da tempo, in un momento di debolezza, con le conseguenze descritte in un mio precedente commento. La solitudine, per molti di noi è, ed è stata, una fedele compagna in questa vita. A nulla è servito cercare di colmare quel vuoto, per quanto si sia provato. Da parte mia ne sono stato per lungo tempo un estimatore. Ho fatto presto mia la frase “meglio soli che male accompagnati”. Ma alla lunga la solitudine ti logora. E sono certo che capirete di quale solitudine io stia parlando. Quella dell’anima, non quella legata ad avere millemila persone attorno. Una solitudine più profonda, più cupa…Nasciamo e moriamo soli, nessuno ci accompagnerà quando attraverseremo quella frontiera indefinita che ci porterà verso l’ignoto…Prima o poi, tutti quanti, proveranno in quell’ultimo momento ciò che noi abbiamo provato nel corso della nostra vita. Allora, e forse solo allora, comprenderanno…
E,stasera sto male anche per le condizioni sempre peggiori di mia madre,il babbo penso voglia farla ricoverare o almeno ci sta pensando.Lei è rimpicciolita,sta nella poltrona come un piccolo nano,parlare e capire sì,ma per il resto non fa più nulla,gira per la casa come un fantasma e spesso piange.Anche mio padre sta male e soffre tanto,cerca di resistere mi sembra la ritirata sul fiume Beresina dei francesi in Russia.Ho sentito una sensazione ,di volere andare a casa,la vera casa.Io penso che sto per morire che mi ucciderò presto,mi sento stanco di lottare di soffrire.Tutta la mia vita dai 14 anni in poi è stata terribile,mi piacerebbe tornare sul ring ancora.Ciao E se succederà spero che in qualche modo tu venga davanti al marmo così vedrai la mia faccia che è quello che è dopo 10 anni di boxe,spero che mettano una bella foto quella tanto bella di quando avevo 12 anni al mare,allora ero così bello,sembravo una bella ragazza,avevo tanto amore da dare,tanta gioia,tanta serenità.Ti abbraccio E,noi che abbiamo un caratteraccio abbiamo scoperto presto la vita.Ciao a tutti auguri,cercate di resistere forse dopo la prossima duna vedrete il mare. Ciao,sto piangendo vi giuro.abbraccio a tutti
Ciao David, ho letto solo ora il tuo ultimo post, insieme a quelli di E, Luca76, Leonardo..
Credo di conoscere bene quella solitudine profonda di cui tutti in un modo o in un altro parliamo, e sento anche ben forte l’incomprensione degli altri nei confronti del nostro modo di sentire, essere, vivere. Però tra di noi ci capiamo, possiamo a volte avere da ridire qualcosa, non essere d’accordo su alcuni argomenti, ma siamo tutti insieme in questa solitudine profonda e soprattutto nella paura (per me anche terrore) di riprovarci e magari riuscirci. Non sentirti solo, incompreso. Questo forum mi aiuta davvero tanto a non sentirmi diversa, inadeguata, sola. Mi sono attorcigliata, vero? Cioè dico che siamo soli nel profondo, ma di una solitudine condivisa che non ci fa sentire soli nel quotidiano. Si, mi sono attorcigliata. Buona serata a tutti e scusatemi…
David, per come sei,per ciò che scrivi e per ciò che desideri e che, a volte, esprimi con l’entusiasmo di un bambino, spero proprio di non vedere la tua faccia su un marmo.
La tua vita è stata ed è quella che è ma si vede lontano tre miglia che tu ci sei attaccato e che la tua natura da lottatore ti porta a difenderla a calci e pugni.
Luca, credo che tu abbia ragione. In quel momento, e solo in quel momento, forse, si potrà parlare di comprensione.
Prima c’è il giudizio o, peggio,il pregiudizio.
ciao E grazie,grazie a tutti,speriamo bene.
Non ce la faccio più.
Non così.
@E, come stai? che succede?
Sai una cosa Luca76?
Non lo so.
Non so cos’è successo.
Probabilmente è la consapevolezza di non avere nessuno che mi stringa la mano quando vedo il vuoto davanti a me e so di non potermi ancora permettere di caderci dentro.
Grazie per avermi chiesto come sto.
Un abbraccio.