Il suicidio
di
beppino
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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
14.941 commenti
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Non bastava la guerra fra poveri; ora abbiamo anche la guerra fra disperati.
Buona fortuna e buon proseguimento.
Vedi Luca,infatti loro ci disprezzano,c’è già un piano per l’islamizzazione dell’Europa.Sono fanatici,per loro l’unico suicidio che conta è quando ammazzano gl’infedeli,e festeggiano quando avviene.Noi poveracci piangiamo e ci disperiamo per un amico che si toglie la vita.Resisti Luca,vedrai il sole e poi sogna,nella mia vita anche se sofferta certi sogni si sono realizzati,ce lo meritiamo.Resisti ciao
A me fanno più ribrezzo quelli che si farebbero fuori perchè sopraffatti dalla noia……
Beati loro. Anche la noia richiede lucidità. Bè, gliela invidio. E parecchio!
…Stamattina aprendo il web e andando sulle notizie relative al suicidio, me ne sono uscite fuori un paio che hanno attirato la mia attenzione. La prima, riguarda il tentato suicidio, avvenuto ieri sera, di una donna di 30 anni a Sanremo. Si è gettata dal 3° piano della sua abitazione. E’ grave, ma si è MIRACOLOSAMENTE (era scritto proprio così, in maiuscolo) salvata. Beh, io non ci trovo niente di miracoloso. Anzi, la trovo una beffa crudele….Non so se sopravvivrà, e non so nemmeno cosa sia meglio augurarle…Se la morte o la vita, è questo che intendo…
La seconda è di un paio di giorni fa, forse qualcuno la conosce già. E’ di quella donna del brindisino che ha avvelenato la figlia di 3 anni e si è buttata dal terrazzo procurandosi gravissimi traumi al capo. E’ in coma, e i medici ne hanno decretato la morte cerebrale. Entrando nel sito web del giornale che riportava la notizia, ho letto i commenti lasciati dai lettori. Tutti, escluso uno, erano di condanna feroce per il suo gesto. Riporto gli stralci di uno di esso, lasciato da una lettrice, forse il più duro tra quelli scritti: “…le auguro che i danni riportati la lascino sana di mente, ma al tempo stesso che le creino dolori fisici atroci che la porteranno a spegnersi moooolto lentamente….non riesco a provare pena per queste persone vili e schifose, l’ha fatto per punire qualcuno e ha usato la bambina…vigliacca, vigliacca, vigliacca schifosa.”…
Beh, che dire…a parte il fatto che l’augurio di questa lettrice non potrà realizzarsi (visto lo stato vegetativo in cui riversa la donna), sinceramente provo disgusto per tutto quell’odio che trasuda da uno scritto del genere. Certa gente sputa sentenze frettolosamente, facendosi trascinare da chissà quali pulsioni, salendo su uno scranno e proferendo giudizi e altro, senza conoscere e cercando di capire il perché di certi gesti. Da parte mia, non ho nessuna intenzione di giustificare in qualche modo ciò che ha fatto quella donna. Ma il mio pensiero si riflette su ciò ha scritto quell’unica lettrice che non l’ha condannata: “Provo solo profonda pena per questa donna e per quello che ha fatto alla sua piccolina…Ha fatto una cosa orribile è vero, ma è orribile anche quella bestia che aveva nell’anima e che si chiama depressione.”…
@Luca76
Quella donna era da curare non da condannare.
Io non mi stupisco più di tanto.
Ci sbraniamo tra disadattati quando il malessere dell’uno non è l’esatta fotocopia del malessere dell’altro.
Fiiguriamoci quando la controparte è una persona sana o convinta di esserlo.
Ogni tanto vado al cimitero, sulla tomba di un suicida.
Si è ammazzato con il gas di scarico della propria auto, nel garage di casa, nel 1994.
Non ce la faceva più.
Al cimitero guardo spesso la sua foto, scattata pochi giorni prima del suicidio.
Il mostro, la bestia, la belva che gli ha tenutola mani fino alla fine è in primo piano.
In quello sguardo dolcissimo ma triste e nel sorriso appena abbozzato di chi ha già deciso, non ha più il terremoto dentro, sa cosa deve fare anche se, forse, sarebbe l’ultima cosa che vorrebbe fare.
La morte, per un suicida, non è detto che sia una liberazione.
Spesso lo è, ma non per tutti.
A volte si entra in un condotto che si chiude alle proprie spalle man mano che lo si attraversa, impedendo d tornare indietro.
Un condotto a sens ounico che da accesso ad un baratro.
La scelta è tra il restare in bilico a guardare il vuoto o lasciarsi cadere.
E’ scelta questa?
E’ volontà?
La belva che si ha dentro, a volte, non è altro che il prodotto di espulsione delle belve che ci sono fuori.
Quelle egoiste, menefreghiste, cattive, violente.
Quelle che calpestano, sfruttano, abbandonano.
La belva dentro ti mangia.
Un giorno ti guardi alle specchio e non ti vedi più.
E a quelpunto è questione di un attimo, un attimo solo.
Poi ci sarà qualcuno che piangerà, qualcuno che ne parlerà, qualcuno che giudicherà, qualcuno che bacchetterà, qualcuno che proclamerà la classica frase ” se solo avesse parlato, si fosse confidato/a avremmo cercato insime una soluzione”.
Ma dove sono i benefattori mentre scivoli sulla merda per poi affogare in una pozza di letame?
Dov’è questa platea di soccorritori pronti a intervenire?
Possibile che non la si veda mentre il desiderio più grande sarebbe vederla?
Mah….
C’era o non c’era la posibilità di salvarsi, di uscire dal condotto?
Hai solo visto egoismo, menefreghismo, violenza o c’erano veramente?
Hai non visto aiuto, affetto e solidarietà o non c’erano proprio?
Hai parlato e non sei stato ascoltato o hai taciuto e hai nascosto il disagio con una maschera?
Cos’è stato fatto? Cosa avrebbe potuto essere fatto? Cosa è stato omesso o non chiesto?
Che importanza ha stabilirlo? Stabilirlo dopo, quando chi sta male non c’è più?
Forse solo a ripulire certe coscienze quando incroceranno uno sguardo scomodo, troppo vivo per appartenere ad una foto attaccata ad una lapide
Una persona che conoscevo-una brava persona-si ammalò di un tumore,era gentile,cordiale,sicuramente sincera.Una persona rovinata dalla vita,un non-Briatore,un non Bunga-Bunga-un non Billionare.Era vissuto facendo l’imbianchino e veloce attaccante del calcio storico.Eravamo sull’autobus perchè facevamo lo stesso percorso quel giorno,ci sacambiammo due parole.Prima di scendere,mi guardò,mi fissò come se fossimo stati due calcianti insieme nella sabbia di Santa Croce,fece un gesto e scese,un pò triste un pò rassegnato.”Questa è l’ultima volta che ci vediamo Marco”,pensai,fu istintivo pensai che Marco se ne sarebbe andato,ma io non avevo ancora saputo della sua malattia,fu un impressione istintiva.Morì pochi giorni,forse un mese dopo.Quando andai a Trespiano,piansi la sua morte,e piansi pure la mia vita che non voleva finire.-Gli avrei regalato la mia vita lui che povero,miserabile,rejetto,non si era mai lamentato,non aveva mai fatto un gesto cattivo o violento contro nessuno.-L’ultimo viaggio-
spesso gli addetti dell’impresa funebre con il carro funebre,aspettano fuori dalla chiesa,ridacchiano,sputano,fumano una sigaretta.Spero che per me ci sia pronta una veglia irlandese in piena regola,quando sentirò sul viso la brezza fresca il cielo grigio ed il rumore del mare in tempesta,allora sarò arrivato a casa,magica contea di Clare ed i miei parenti,Caldwell,Daly,Lenehan,a casa…
Ele, Marina, soffro tanto. Scrivetemi qualcosa se potete… Martedì della settimana prossima mi ricovero. Ciao