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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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14.941 commenti

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  1. 11481
    E -

    “…E un saluto agli “altri”, alle persone “sane”, a chi ha ancora uno scopo nella vita, a chi “la vita è un dono” e a quelli che “Abbi fede in Dio, lui ti salverà!”…”
    Mi unisco al tuo saluto, Luca.
    Un caro saluto a chi ha realizzato il proprio scopo demolendo gli altri ed è già pronto a mietere nuove vittime pur di realizzare un nuovo obiettivo.
    A chi va avanti per la propria strada, investe, schiaccia e manco se ne accorge talmente è preso dal guidare la Ferrari (leggi ennesima opportunità)che ha sotto il culo (leggi vita beata).
    A chi, mentre piangi, ti racconta le proprie disgrazie (dall’unghia rotta il giorno del primo appuntamento alla borsa chic strappata sotto il naso il primo giorno dei saldi)con la pretesa di essere consolata.
    A chi “non muove foglia che Dio non voglia” ma solo le foglie verdi attaccate all’albero perchè quelle secche le muovi da solo con il libero arbitrio (mah!).
    A chi guarda il sole e sorride, guarda la pioggia e sorride, guarda la neve e sorride, guarda te che crepi…….e sorride.
    E un saluto a Tracy, la cara dolce e ineffabile/inafferrabile Tracy, che, forse, non ha ancora capito, che alla morte, a volte, ci si arriva per gradini ed uno di questi gradini può essere la sofferenza fisica che ci si impone.
    A volte per espiare, a volte per rifugiarsi in un mondo parallelo, a volte per……
    Ogni persona è un mondo ed ogni mondo è una verità.
    Ognuno ha la propria, nessuna si somiglia così tanto da poter essere capita fino in fondo.

  2. 11482
    Boh -

    C’è qualcuno che ha la malinconia negli occhi. Se la porta addosso, ovunque vada. Vede tutto avvolto da una tristezza che gli altri non vedono, che non capiscono e che non si può lavare. E gli sprazzi di buonumore non sono abbastanza per compensare il dolore, ma nemmeno si può più chiamare solo dolore, il dolore che si mescola ben bene con il vuoto fin a diventare un’unica poltiglia.
    Ecco la parte più vera di me. A giorni ovvia, a giorni arruffata dietro il sorriso e la gentilezza che in fondo non so se mi è mai appartenuta.
    La vita è davvero un peso per chi non la sa prendere con leggerezza. Vorrei solo avere il coraggio di lasciarmi andare… perché la tortura più grande è la consapevolezza di volere ardentemente non esserci ma di essere troppo vigliacchi per andare.

  3. 11483
    tracy -

    hai ragione, nessuno si potrà mai capire.. a meno che non si riesce a far provare che provi tu a un altro, cosa impossibile. E poi mi sembrano tutti cosi distanti tutti persi nei loro problemi nel loro mondo di lavoro famiglia e viaggi…troppo occupati di loro stessi per poter pensare ad altri ..anche solo per fargli compagnia quando glielo si chiede. propio vero che se non pensi tu a te stesso non puoi contare su altri…davvero. l ho provato troppe volte.

  4. 11484
    E -

    La malinconia negli occhi può fuorviare. Ce l’hanno anche i delinquenti a cui pare di non aver commesso abbastanza crimini, gli avidi a cui pare di non aver rubato abbastanza, gli indifferenti a cui pare di aver prestato troppa attenzione al prossimo.

  5. 11485
    Boh -

    Quel che dici è vero. Solo che quella non è la malinconia negli occhi a cui mi riferisco. E’ qualcos altro. Simile, forse, seppure non uguale.
    Ma che c’entra, in fondo? I delinquenti, gli avidi, gli indifferenti non sono sempre esseri umani?
    Non tutti i delinquenti lo sono per davvero. Magari alcuni sono diventati, o a volte solo etichettati senza esserlo, delinquenti per una serie di motivi che il mondo ignora. Motivi che se non giustificano, perlomeno spiegano.
    Non tutti gli avidi lo sono per natura, magari lo sono diventati perchè così è stato loro insegnato.
    E non tutti gli indifferenti sono perfidi. Magari lo sono perchè a loro nessuno ha prestato la citata attenzione, perchè non hanno conosciuto altro che la solitudine, l’alienazione, il rifiuto o chissà che altro.
    Ma viviamo nell’incoerenza collettiva. A volte sono tutti buonisti, a volte sono tutti cinici.
    Credo che l’Uomo non sia malvagio in natura. A volte perverso. Ma non cattivo. Eppure l’Uomo del nostro tempo è negativo, degenerato oserei. Incapace di entrare in sintonia con i suoi simili, di riconoscerli tali seppur indubbiamente diversi, in gloria della tanto rinomata soggettività.
    Ho la mia teoria, più o meno varia, non è il caso di dilungarmi.
    La vita in sè è di un valore inestimabile, il problema è la realtà singolare di ogni individuo, di come vive questo viaggio in rapporto a se stesso e agli altri. E c’è chi lo vivrà sempre male, comunque vada. Ma non perchè sia cattivo, piuttosto propendo nel pensare potrebbe essere perchè si trova in una situazione di incapacità di vero rapporto con le cose. E il concetto di “cose” non esclude il sè.
    “Ecco tutto”. Anche se solo per modo di dire.

  6. 11486
    fiammetta -

    Ci sono quei giorni in cui ti trascini la vita dietro come un peso, a ogni tuo passo, lei ti segue,anche se tu non vorresti. I sogni svaniscono, non ti sembrano impossibili,ma semplicemente smetti di averli. Ci sono giorni in cui l’interesse per qualunque cosa ti circondi è pari a zero,le emozioni sono niente, e persino il dolore ti sembra lontano, e quasi un’ambizione,rapportato al nulla che porti dentro.
    Non è definibile quello stato d’animo perché, ogni definizione sarebbe qualcosa e invece, quello è solo il nulla. Ecco, in quei giorni, in quei mesi, in quegli anni, io non riuscivo e non riesco a desiderare neppure la morte. Attendo,con inerzia,il mio momento. Io so che quei giorni fanno parte di me. E so che tornano a fare capolino. So che, anche in momenti come ora, in cui vedo un senso, in realtà dietro l’angolo c’è quel nulla che potrebbe trascinarmi da un momento all’altro. Quando invece quel nulla non c’è, non vedo momenti come oggi. Eppure oggi, poiché vedo qualcosa, voglio dire a tutti coloro che non vedono, che dietro l’angolo qualcosa c’è. E spero che domani, quando sarò io a non vederlo, qualcuno lo dirà a me.

  7. 11487
    tracy -

    Oggi mi sono svegliata incavolata e delusa con il mondo. anzi non sono per niente riuscita a prendere sonno.. la gente sa solo prendere in giro e giudicare..sa solo dire la colpa è tua senza capirti, poi ci sono quelli infelici a vita che vogliono che tutti non si divertano come loro e quelli che se piangi e sei infelice per qualcosa pensano che sia solo per una sciochezza..e osano anche prenderti per i fondelli. tutta la vita mi sta andando male. non c’è nulla che funziona. Nessuno mi da importanza.. mi vedono vestita un po bene e tranquilla e pensano che io stia bene lo stesso invece è solo apparenza! ho voglia di andare in centro cittâ da qualche parte dove c’è gente a ballare e far casino solo per dire a tutti…esisto anche io!!!!!!!!!!!! non ignoratemi. scusate lo sfogo. hai ragione bho la gente fa fatica a entrare in sintonia con un altre persone.. pare pensino solo a sè. se si sta male magari si ha solo bisogno di qualcuno che voglia passare del tempo in tua compagnia per tirarti su di morale in amicizia..invece si trova ancora gente solo disposta a imbrogliarti e falsa. non so se mi capite.

  8. 11488
    antino -

    So come ci si sente quando si è depressi e si ha addirittura voglia di morire, lo so perchè di tanto in tanto (anzi parecchio di frequente) lo sono anch’io. Attualmente attraverso una fase positiva, e, se può essere di aiuto a qualcuno di voi, posso solo dire che non bisogna vergognarsi di ammettere di avere degli squilibri nella chimica del cervello. Anche io frequento psicologi e psichiatri, e posso dire solo questo (spero di non ledere la sensibilità di nessuno): è principalmente un problema di squilibrio chimico nel cervello: “ci mancano delle sostanze” il livello della seronotina non è sufficente, e per questo occorre “farsi curare”. So perfettamente che quando si sta male e male per davvero si è restii ad ammetterlo: lo so perchè ne ho esperienza amici, ma credetemi, è principalmente dovuto a questo. Ovviamente poi su questa base si innestano altri fattori: insoddisfazioni, storie terribili, delusioni di ogni genere, disoccupazione, altre malattie, incomprensioni degli altri e chi più ne ha più (purtroppo) ne metta. Se tutte queste altre cose non ci fossero sarebbe tutto più semplice. Ma proprio perchè la vita spesso è difficile e ha tutte queste cose occorre essere “più forti”. Ci sono farmaci che aiutano in questo. Le terapie psicologiche fanno poco anche se possono essere sempre utili, ma solo se e quando si sta meglio. Quando si sta meglio:
    1) si affrontano meglio i momenti di difficoltà
    2) si può godere di quelli più piacevoli.
    Non vergognatevi di “farvi curare” di rivolgervi a uno psichiatra. Qua però devo ammettere che è difficile trovare la persona giusta (e anche corretta): ci sono quelli che hanno più problemi di quelli che pretendono di risolvere negli altri, o che non sono diciamo così abbastanza competenti, che ti tengono un minuto e prescrivono solamente senza ascoltarti almeno un poco. Occorre trovare il medico adatto a voi (e lo stesso vale eventualemtne per lo psicologo).
    poi c’è il problema del costo economico certo, ma ci sono anche strutture pubbliche.

    Un altra cosa che posso consigliare di fare è l’attività sportiva, meglio se con altri (fare calcio o pallavolo, corsi in palestra o semplicemnte andare in bici, correre ecc). Migliora di molto lo stato d’animo. questa è almeno la mia esperienza. Chi può farlo anche gite e viaggi.

    E poi, non ultimo l’accettazione della realtà così com’è. Non possiamo cambiarla, né possiamo cambiare gli altri. Le cose vanno come devono andare, sono andate in passato come dovevano andare e non c’è nient’altro da dire a riguardo. Sapete quanti rimpianti ho avuto io, quante cose di cui oggi mi mangerei le mani per aver fatto nel modo “sbagliato”. eppure non avrei potuto fare diversamente anche se le conseguenze oggi non sono diciamo così…così piacevoli da sopportare.
    Inoltre non serve a niente infliggersi ferite o addirittura mutilarsi o uccidersi. Pensate quando saremo morti nessuno si ricorderà più di noi. Puff…tutto finito e allora? che si sarà concluso? Niente preciso

  9. 11489
    luca76 -

    @Boh, io la penso in maniera contraria a te. Io credo che l’essere umano nasca malvagio, tanto da doversi creare Dei a propria immagine e somiglianza (e non il contrario), quasi a giustificarsi…ma questo è un altro discorso…Tornando a bomba, crudeltà, violenza, cinismo, egoismo (e chi più ne ha più ne metta) sono “qualità” insite in esso fin dall’infanzia. Le poche virtù che possediamo, le acquisiamo nel corso dell’esistenza e alcuni non ne sono nemmeno sfiorati. Non è nemmeno una peculiarità del nostro tempo, la negatività e la degenerazione appartenevano anche al passato, siamo sempre stati così, fin dalla notte dei tempi. Questa è la mia visione naturalmente, che è dettata dalla scarsa considerazione che ho dell’Uomo. E non credo nemmeno che la vita sia un qualcosa di così inestimabile. Siamo solo un ammasso di carne ossa e sangue gettato in un’arena chiamato “esistenza”, dove o ci si adatta o si soccombe (per mano nostra o per mano di altri), destinato comunque prima o poi al naturale disfacimento organico. Chimica e poco altro…Non ci ho mai visto nessuna magia o meraviglia in tutto questo. Possiamo filosofeggiare quanto si vuole sul senso della vita, cercando un senso che forse non c’è. In fondo, a ben pensarci, sono gli altri esseri viventi appartenenti a questo mondo, quelli che consideriamo inferiori, ad aver capito tutto. Per un cane, un gatto o un maiale la propria esistenza scorre in maniera naturale (quando l’uomo non ci mette lo zampino). Loro non hanno bisogno di usare aggettivi come inestimabile, importante, donata etc. etc. per descriverla…Vivono, semplicemente. Senza farsi troppe masturbazioni mentali. Fortunati loro, fottuti noi…
    @Fiammetta e @Antino, fa sempre piacere leggere su questo blog testimonianze di gente che è riuscita a tirarsi fuori, almeno con un piede, dal pantano in cui molti qui sono invischiati. Raccontandosi, parlando anche di cose concrete, non usando metafore o iperbole, ma in maniera semplice. Personalmente vi ringrazio di cuore, se avete la possibilità fatevi risentire per come procedono le cose.
    Saluti a tutti, e…un’abbraccio a @E, David, Silvia e Ele…a proposito…@Ele, come stai?

  10. 11490
    Boh -

    Tracy, che bel suono, mi sembri una bambina persa tra giganti indolenti. La vuoi una caramella? Oh no, non sempre accettare qualcosa dagli sconosciuti è cosa non-buona e non-giusta, e questo l’hai già scritto tu.Leggo un’ingenua purezza nelle tue parole. In te c’è e da te esce l’urlo “voglio vivere”, con il tuo ballare e il tuo far casino tra la gente.Ma non solo. Quello è solo il biglietto di entrata, vero?Lì è, perché così deve essere, solo l’inizio. Più ti leggo più mi sembra di avvicinarmi: la tua non è la rabbia di chi porta rancore, assomiglia all’energia tormentata del ribelle. Di chi non si rassegna. Di chi, nonostante tutto (e questo “nonostante tutto” ha sua buona dose di importanza), ogni giorno si prepara alla lotta. La sua personale lotta, è relativo di che tipo sia. E spera. O ci prova. Per finire continuamente deluso alla fine della corsa. Deluso e stanco.Deluso e stanco e logorato.Deluso e stanco e logorato e spento. Sbaglio? E’ struggente, il destino del ribelle. Questo lo so da sempre.A volte ho l’impressione che la vita sia un circuito. Si fanno tanti giri per poi ritrovarsi sempre al punto di partenza.A me succede così.Con le esperienze e con le persone, il risultato delle più o meno contorte espressioni è sempre lo stesso. Passano tanti numeri, ma ottengo sempre zero diviso zero. E non ci capisco nulla, anzi dubito anche che i calcoli siano giusti. C’era una mia insegnante, a suo tempo, che diceva che chi non capisce la matematica non può capire la storia. Ho pensato tante volte che si sbagliava, che se le sue operazioni non le sapevo né comprendere né applicare al momento giusto e al posto giusto, le storie invece non solo le capivo, ma anche adoravo ascoltarle, osservarle, adoravo amarle. E al centro del mondo ci sono storie, questo me lo ricordo bene. Le storie e la gente e gli ambienti e le emozioni e i sentimenti e le atmosfere e le sensazioni, sono la mia ossessione. Mai però quanto la Verità. Non la verità contrapposta alla bugia, intendo la verità degli sguardi e dei riassunti. Ma non ce n’è molta in giro, di verità, Tracy. Ci sono le ipocrisie di chi ti fa credere di non aver tempo, quando la parola più adatta è, banalmente, voglia. Le ipocrisie e la meschinità delle non risposte, non date per incapacità o per menefreghismo. O, desolante: per incomprensione. Per l’ennesima volta allora eccoci di nuovo da capo: per incomunicabilità. Dietro le quinte della solitudine a questo punto non può che esserci sempre lei, l’incomunicabilità.Solo che c’è solitudine e solitudine. E ne ho trovato anche un terzo tipo, a ben pensarci. C’è quella necessaria, la più lirica.C’è quella riflessiva, la più complicata. E c’è quella inesorabile, la più abissale, anzi indefinibile.Non credo di essere comprensibile.E allora ti voglio dire che alle 6:33 di mattina le strade ancora tacciono, se sei nel posto giusto. Mai come le due di notte, da sola, lì è apoteosi. Ma tacciono. O sussurrano. Puoi essere la regina di quella strada, se la fai tua

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