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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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14.941 commenti

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  1. 11461
    Morpheus -

    No Ele,se proprio vuoi saperlo, non hai azzeccato minimamenmte ciò che io penso!Non credo infatti assolutamente, che la tua vita in questo momento non sia affatto comprensibile, condivisibile da un tuo simile uomo o donna che sia. I gruppi di “autoascolto” hanno proprio questo preciso compito e spesso funzionano in maniera insperata! Trarre reciproco vantaggio in condivisione d’esperienza. Non sono assolutamente convinto che le persone che soffrono di questa tua sindrome, siano delle persone destinate a vita a percorrere sempre il proprio dolore senza mai uscirne, oppure costrette a riprenderlo in mano periodicamente in maniera, temporalmente ciclica, con ossessiva ripetività.
    Una cosa la condivido di ciò che hai scritto…però! Hai detto bene! Quel risucchio nero è il nemico da affrontare. Analizza cos’è!
    Questo tuo stato è probabilmente connesso al tuo modo introverso di vivere la tua condizione? Generato, e mantenuto in vita, da una scarsa decisione di condivisione tra le persone reali che ti conoscono e possono per quel poco sollevarti? Il far conoscerti in maniera colloquiale, non cruenta, è idelamente per Te, divenuto un modo sbagliato, poco persuasivo di esprimere il tuo disagio alle persone che “forse” potrebbero aiutarti e quindi… lo eviti! Anche lo Scoprire che chi può essere scelto alla “confidenza” dichiarato “idoneo”… diventa per Te un muro troppo alto da superare.
    Il tuo continuare a pensare di desiderare di mostrare quel dolore in maniera anche crudelmente “simbolica” che impietosisca chi lo vede, ne è un sintomo inequivocabile; che silenziosamente prevale troppo spesso con prepotenza.
    Strana e paradossale situazione questa. Voler essere aiutati senza spiegarne a parole e con la ragione, le proprie legittime necessità! O forse, maggiormente, non considerare gli altri meritevoli, o all’altezza di queste rivelazioni di intimità!
    Da un altro punto di vista, sarebbe come pretendere, che siano sempre gli altri a doversi occupare di te (persino dei tuoi cattivi pensieri) e ovviare, proponendo la soluzione, senza sbagliare, a ciò che “vogliamo” e che non riusciamo a raggiungere da soli…
    Ma è altresì chiaro a tutti, che non stai chiedendo la “luna” ma una serenità spicciola e quotidina che ti allontani dai tuoi fantasmi che sovente ti assalgono torturandoti la mente.
    E poi…
    Non è assolutamente vero che le emotività interne che non ci appartengono, per chiunque, non valgano mai niente!Ci sono persone sensibili che ci mettono un pò del loro proprio cuore a capire gli altri, ma di contro, anche altre, menefreghiste ed egoiste che non penserebbero mai di fare la stessa cosa… tutto quì.Fare le scelte è obbligatorio.E non puoi comunque negare, che, chi spende quei pochi minuti per scrivere e rispondere direttamente ad una tua precisa riflessione, vada annoverata tra chi fa “soltanto” parte di coloro che preferiscono esclusivamente “curiosare” nel dolore altrui.
    Buona Giornata… un forte abbraccio… e a presto, meglio di adesso.

  2. 11462
    david -

    Sì e poi al mare faccio il contorsionista per nascondere il braccio,ma poi che me ne frega,la gente si interessa della cicatrice e non di me…ciao

  3. 11463
    Ele -

    eh già Morpheus hai proprio ragione.. io non sono capace di chiedere aiuto a nessuno in modo equilibrato. è proprio il compitino che mi lascia sempre la mia psi. quando sento che qualcosa non va, che non mi sento bene, che ho bisogno di aiuto, cavolo devo dirlo. e non aspettare che si arrivi al massimo della disperazione per poi avere le reazioni spropositate che mostro. devo abituarmi a condividere con gli altri (mica tutti come dici tu, ma quelli che mi sembrano adatti..) quello che sento, senza arrivare agli estremi. la teoria la conosco, la pratica non riesco proprio. e quindi alla fine dei conti chiedo, anzi pretendo, aiuto quando la disperazione è talmente alta che mi porta ad esigere attenzioni in modo cruento, che mi porta a desiderare di essere compatita. eccomi qui, questa sono io.

  4. 11464
    luca76 -

    @Ele, la filosofia del “chiodo scaccia chiodo” non è applicabile agli esseri viventi, non puoi veramente pensare che procurarti dolore fisico potrà alleviare il dolore emotivo, se non per un breve momento. E credo che tu questo l’abbia già sperimentato, viste le precedenti esperienze. Fino a che punto vorresti arrivare? Mi spiace veramente che tu stia così male, più che parlarti e magari ripetere cose che avrai sentito un milione di volte non posso fare…Non potrò certo alleviare quel senso di disperazione che provi ora, non sono uno psicologo, non me ne intendo di terapie e medicine. Non sono nessuno, conosco poco o niente di te se non quello che racconti. Ma conosco la società in cui viviamo, dove spesso chi non si fà cacciatore diventa preda. E dove può capitarti di sentirti come un alieno, estraneo in un mondo che non ti rappresenta, tanto da farti sentire sbagliato anche se non lo sei…Conosco quel senso di disillusione e demoralizzazione, perchè lo vivo ogni giorno sulla mia pelle…Nessuno mai riuscirà a rendersi conto di come puoi sentirti dentro, perchè la maggior parte di loro sarà sempre troppo impegnata dietro alla loro stronza esistenza, e quei pochi che rimangono non faranno altro che allargare le braccia e dire. “Mi spiace, non posso farci niente”…E se anche tu gli sbattesssi in faccia il tuo stesso sangue, non li faresti smuovere di un passo, anzi, i più stupidi e meschini tra loro, non farebbero altro che aumentare i loro inutili commenti. Non dargli questa soddisfazione, fregatene di loro, sii più egoista che puoi…Domani che andrai dalla psicologa, ripetigli ciò che hai scritto qui, per filo e per segno, cerca di capire il perchè sei stata risucchiata di nuovo in questo buco nero dal quale eri riuscita a risalire…Un abbraccio, cara ele.

  5. 11465
    GC -

    Ribaltare il punto di vista, cominciare a pensare che sono gli altri ad essere sbagliati e non noi. “Sono gli altri che sono stronzi e non mi capiscono, anzi non cercano nemmeno di capirmi”. Sostituire il proprio senso di inadeguatezza e la propria disperazione con il livore e l’odio verso chi ci circonda. Cercare l’attenzione e la comprensione degli altri, anzi pretenderla, colpevolizzando chi non ce la da. Quasi come se non fossimo proprio noi per primi a non fare altro che guardare dentro noi stessi, a contemplare il nostro vuoto e a disperarci, facendo di tutto perché la disperazione non traspaia nella vita di tutti i giorni. Io non starei meglio, credo. Vivo già abbastanza male odiando una sola persona (me stesso) e non oso immaginare come si stia ad odiarne tante.

  6. 11466
    david -

    Luca tagliarsi o bruciarsi il corpo è una reazione chimica non di protesta o di rabbia,in pratica si cerca di attenuare il dolore depressivo con un gesto di ferimento autoinferto,un dolore inaccettabile in una situazione normale,ma un gesto di fronte ad un dolore che ti invade,la mente,i sensi,i pensieri,in una situazione in cui tu sei completamente un contenitore di dolore.Cmq ne ho parlato con i medici,dopo essermi quasi tagliato un tendine.Di più non so che dirti,in effetti non serve a niente perchè un istante di sigaretta sul braccio una,o dieci o quantevuoi.E’ un gesto istintivo non dimostrativo.in pratica si cerca un dolore che ne possa scacciare un altro molto più terribile.Il mio braccio sinistro sembra un tagliere,volevo farci un grande tatuaggio per coprire,ma un mio amico fraterno mi ha detto “Quei segni fanno ormai parte di te”ed aveva ragione.

  7. 11467
    Ele -

    @luca76: GRAZIE. davvero, grazie. Ricambio l’abbraccio.

  8. 11468
    CG -

    Ribaltare il punto di vista, cominciare a pensare che sono gli altri ad essere sbagliati e non noi. “Sono gli altri che sono stronzi e non mi capiscono, anzi non cercano nemmeno di capirmi”. Sostituire il proprio senso di inadeguatezza e la propria disperazione con il livore e l’odio verso chi ci circonda. Cercare l’attenzione e la comprensione degli altri, anzi pretenderla, colpevolizzando chi non ce la da. Quasi come se non fossimo proprio noi per primi a non fare altro che guardare dentro noi stessi, a contemplare il nostro vuoto e a disperarci, facendo di tutto perché la disperazione non traspaia nella vita di tutti i giorni. No, non fa per me. Vivo già abbastanza male odiando una sola persona (me stesso) e non oso immaginare come ci si senta ad odiarne tante.

  9. 11469
    tracy -

    piu che farsi del vero male si potrebbe fare qualcosa che fa davvero paura e ti faccia passare altre cose in secondo piano, almeno in quel momento, come il bunjee jumping ad esempio o altri sport estremi tipo paracadutismo ..alcuni fanno cosi..o almeno quelli che se lo possono permettere ma io credo che una sola volta se lo potrebbe permettere chiunque. io per ora ho ancora qualche vaga speranza per cui non lo faccio ma se a 40 anni sono ancora cosi penso che farei qualcosa del genere tanto per darmi una scarica di vita e non pensare ad altro che a quel momento che vivo. i pregiudizi degli altri possono pesare bisogna trovare gente che ci accetta per come siamo cioè senza famiglia ne lavoro. il difficile è farci acettare senza lavoro anche se non è colpa nostra che non l’abbiamo.

  10. 11470
    luca76 -

    @David, bisognerebbe cercare di tenerli a freno quegli istinti. Infliggersi ferite fisiche per attenuare quelle emotive, lo saprai meglio di me, non può rappresentare una soluzione continuativa. Perchè alla lunga ti ritrovi a pagarne le conseguenze. Inizi con dei piccoli tagli, e poi che fai? La volta successiva non basterà, e allora cominci ad affondare la lama ancora più in profondità. Di più, sempre di più ad ogni ferita, arrivando al punto di lacerarti muscoli, nervi e tendini. Fino a che punto si vuole arrivare? David, ha ragione quel tuo amico, quei segni ormai fanno parte di voi, e coprirli è solo un modo per evitare gli sguardi della gente…Però cercate di non aumentarne il numero, trovate altre soluzioni se è possibile…
    @Ele ciao, come è andata dalla psicologa oggi?
    Un saluto e un abbraccio a tutti noi…

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