Il suicidio
di
beppino
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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
14.941 commenti
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il discorso nonni stava a significare che ci sono persone che per noi hanno perso la vita ma era simbolico. volevo dire che i nostri antenati hanno rischiato e troppe volte dato la loro vita per noi,gia questo atto di amore nei nostri confronti,dovrebbe farci ragionare. dai ragazzi non crederete mica che il suicidio sia una soluzione? vi ripeto parlo da una che ha tentato, ma sono felice adesso di non eserne riuscita. se evessi centrato il bersaglio, non sarei qui a parlare con voi di quanto sia bella la vita,che a me ha riservato un amore cosi grande, che ogni volta che lo guardo negli occhi, mi vergogno x quello che ho tentato di fare e soprattutto x averlo pensato. so benissimo che è dura, ma vi prego tirate fuori il meglio di voi e non cedete mai. sono vicina e anche disponibile a lasciarvi il mio numero di tel se è possibile, x avere un amica con cui parlare. non è 899, è un semplice numero di telefono. vi abbraccio con tutta la forza che ho
NON ATTACCA!!!
Buongiorno Alberica;
Personalmente apprezzo condividendo la tua buona volontà…
ma…
hai mai sentito parlare di quel detto:
“Non c’è peggior sordo di colui che non vuole sentire”?
Beh…
..idem!
Grande come sempre Marina.
Eh certo Mikito-Alberika sbaragliano i suicidi,o meglio condannano i suicidi.Che magia fatevi un giro in tutte le fogne psichiatriche d’Italia.Buffoni gente che ha avuto solo culo nella vita,ma fatela finita,due crocerossini nei sobborghi di Parigi,siete più farisei che mai…avete avuto solo culo nella vita e le vostre parole inoltre non sono vere oltre ad essere strappalacrime credo siano anche fasulle,come voi del resto.Ciao Marina,Leonardo,Luca,Silvia.E poi cosa avresti di così importante Mikito per strappare la gente alla morte,qualcosa come quel “La vita è bellissima”del 1946.Se vuoi aiutare le persone,prima innanzittutto devi soffrire per anni come un cane e poi essere un pò più modesto visto che tu non sia un medico n’è un religioso,Mikito si erge in un Blog di dispersati e bastona e “non c’è più sordo di chi…”.Torquemada.bò?Pentitevi io sono quì per salvarvi poverini!!!Moh?????Mikito datti una calmata,fai il bagnino se vuoi salvare qualcuno,o forse è meglio di no,meglio fidarsi di un SanBernardo che appunto…di Mikito,parlaci delle tue disgrazie,mettiti una mano sul cuore
Cara Marina mi fa piacere che mi chiedi come sto. A me le cose vanno abbastanza bene, si tira avanti. La solitudine? Beh quella c’è sempre, ma cerco di non farmela pesare troppo. Nel tempo libero guardo film religiosi come “Gesù di Nazareth” e questo mi da un po di conforto. Anche leggere questo forum mi aiuta. Grazie ancora Marina per il tuo interessamento; ci sentiamo su queste pagine… Ciao
Ciao @Morpheus, onestamente non capisco la connessione che possa esserci tra chi, come quel ragazzo, perda la vita in un incidente e chi invece sceglie in maniera cosciente, di togliersela. La morte di qualcuno porta sempre del dolore in chi rimane, su quello non si discute. Chi sceglie di andarsene è spesso consapevole di quello che lascerà dietro di se, e molti desistono dal farlo proprio perchè non vogliono che altri, famigliari e amici, ne possano soffrire. Ma torno a ripetere che continuare a vivere solo per questo, non è accettabile dal mio punto di vista. E’ una sorta di autocondanna. Mi dispiace, veramente…Ma chi sta male dentro tende a far passare certe cose in secondo piano. Siamo egoisti, non lo nego, ma è un egoismo dettato dalla sofferenza interiore, diverso da quello di chi, al contrario di noi, sta bene e non ha i nostri stessi tormenti. Parli di una carenza di affettività sociale, e su quello mi trovi d’accordo con te. Troppo spesso ci si accorge degli altri solo quando compiono un gesto estremo come il suicidio. Fino ad allora, sono quasi delle entità estranee, a cui si dà poco credito e importanza. Poi, improvvisamente, ci si accorge di loro, e cominci a vederle come persone e ti chiedi cosa avresti potuto fare per loro, cosa avresti potuto dirgli per fargli desistere dalla loro scelta…ma questo avviene sempre dopo, quando ormai è tardi. Nei rapporti che abbiamo con chi frequentiamo, a tutti, fosse anche l’ultimo della nostra lista, dovremmo dargli la giusta considerazione, mentre questo non avviene. Parlo ovviamente a livello personale, poi ognuno di noi ha la sua storia, che potrà fargli vedere le cose in un’altra maniera. @Alberica, il suicidio rappresenta la soluzione? Forse si, forse no, nessuno di noi può saperlo. Di certo per qualcuno la diventa, non vedendo altre strade. Tutti (o quasi) noi, nel corso della vita veniamo accarezzati dall’idea di farla finita, e non perchè non l’amiamo la vita, ma perchè paradossalmente l’amiamo troppo e ci ritroviamo insoddisfati di essa, per una serie di motivi che sono a livello personale. La prima volta che ho pensato di andarmene è stata 5 anni fà, vivevo la stessa situazione in cui sono ora. All’epoca ho reagito, facendomi forza e uscendo da quel tunnel in cui mi ero ritrovato. Ora non ho più la forza, ne la voglia. E’ brutto dirlo, lo so, ma questa è la realtà. Ciò che mi tiene ancora legato a questo mondo è puro e semplice orgoglio, nient’altro. Qualora mi verrà a mancare anche quello, farò quello che mi sentirò di fare, senza ripensamenti. Se riuscirò a venirne fuori da tutto questo, ne sarò contento e vedrò le cose sicuramente in maniera diversa da ora. Ma se sceglierò di seguire fino in fondo questa strada, lo farò nella maniera più serena possibile, perchè anche la morte, come ha ben detto qualcun’altro in questo blog prima di me, deve portare una sua soddisfazione. Saluti….
Ti dicono “rialzati”, “fatti forza”, “pensa che domani è un giorno nuovo e potrebbero capitare cose positive”.
Potrebbero.
Ma se non accadono?
A giugno compio 41 anni e da almeno 25 mi inciampo da un giorno all’altro con questa balorda convinzione che il domani potrebbe cancellare la merda accumulata sino ad oggi.
Appartengo alla categoria di quelli che non si possono ammazzare perchè danneggerebbero economicamente i superstiti. Io travolgerei l’esistenza di tre poveri cristi.
Appartengo alla categoria di chi la vita l’ha amata veramente tanto senza essere stata ricambiata. Alla categoria di chi, alla morte, non pensa con sollievo ma con disperazione perchè avrei voluto vivere, prima di pensare alla morte. Una vita normale, semplicemente normale.
Ed appartengo alla categoria di chi, se un giorno si potrà buttare dalla finestra, provocherà un gran vociare: “chissà cosa le è preso”, “se avessimo immaginato l’avremmo aiutata”.
Non è vero.
Ma resta la voce di chi ha una bocca vivente per poter diffondere la propria verità che diventa l’unica verità.
La scema (matta-pazza-originale-bislacca etc) che si è fatta fuori versus gli angeli che avrebbero smosso le montagne se avessero semplicemente immaginato.
Chi vince secondo voi?
La voce prima inascoltata e poi morta di chi se ne va o la voce potente di chi resta?
Ho mille torti ed un’unica ragione: non ho fatto più male di quanto ne abbia ricevuto.
E se ho fatto del male non l’ho mai fatto con volontarietà.
Perchè devo pagare per sempre?
Perchè?
Perchè ci sono persone che fanno tanto male volontariamente, PER PURA CATTIVERIA O ASSOLUTO MENEFREGHISMO, e non pagano mai su questa Terra, l’unica che si ha la certezza che esista.
Perchè ci sono persone che possono fare le peggiori porcate e vengono assolte-perdonate-comprese, vengono, nonostante tutto, premiate con ciò che per me non esiste, non è mai esistita: una seconda possibilità?
Buonasera Luca76; la connessione non esiste tra le due dipartite ma nel maggiore dolore e rimpianto che proveranno le persone che hanno conosciuto il suicidato. Il pensare che vivere non è giustificabile per non dare il dispiacere di non morire, è di per se un pensiero vuoto di contenuti, che certamente necesita di un aiuto specialistico coadiuvato da una terapia quotidiana molto più complessa. Solo chi non si uccide è consapevole e non chi porta a compimento il gesto. Posso capire il tormento e lo strazio del maldivivere ma non siamo vuoti a perdere ma persone che meritiamo tutte le cure del caso. A questo punto mi potrai ribattere 100 e più punti di attuazione avversi… ma conosci forse persone “sane” che non lottano ogni giorno per portare un pezzo di pane a casa? Niente è facile o rapido!! Non è vero che chi vi ha ignorato da vivi si commuove da morto ma si sostituisce semplicemente ad un ipocrisia di facciata. Che la morte abbia portato soddisfazione lo dovrebbe testimoniare il diretto interessato e non mi risulta che ne abbia mai fornito parere diretto. Ne conviene comunque che il maggiore responsabile della sfiducia diffusa che dilaga nella società contemporanea è dovuta proprio alla mancanza di evidente affettività per gli interessati. Chi diventa indispensabile per qualcun’altro e lo è con cosapevolezza e dedizione ha già trovato l suo fine, chi è abbandonato a se stesso certamente diventerà aspirante al suicidio.
@E Non è vero che non si paga il prezzo dei propri errori. Evidentemente ti soffermi poco a guardare come se magari questo servisse a qualcosa… Il tempo è un arbitro implacabile che difficilmente lascia scampo. Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine e certamente anche chi a noi sembra esserne rimasto immune. Le apparenze ingannano quasi sempre.Nessuno deliberatamente mostrerà mai il fianco offeso piuttosto si nasconderà per non spiegare.Le persone diventano cattive perchè è solo questa l’unica superiorità che sanno dimostrare. Ricambiare con la loro moneta è come accettarne la sfida. Il voler dimostrarsi migliori si paga spesso con l’umlltà della rinuncia, a cui troppi non sanno rinunciare.
Woody Allen definì il suicidio come un modo per dire a Dio: Non mi licenzi; sono io che me ne vado! Ma penso proprio che volesse fare una battuta… di cattivo gusto!
Serena notte a tutti.
Cara @E., “una vita normale, semplicemente normale”….Credo che molti di noi qui aspirino a questo. C’è molta gente che vive in maniera ingorda la vita, che non si accontentano mai di ciò che hanno, e allora cercano di avere sempre di più, convinti che sia l’unica maniera per sentirsi realizzati e felici. Io credo che non ci sia bisogno di molto per potersi sentire lieti di viverla questa esistenza. Poter aver qualcuno vicino, in certi momenti, è qualcosa di basilare secondo me per poter interpretare una “vita normale”. Qualcuno che ti chieda semplicemente “come stai?”, non solo intesa come una semplice domanda buttata lì perchè dovuta, ma chiesto in maniera vera, con interesse… Qualcuno che ci dia la possibilità di pensare che domani potrebbe essere un giorno positivo a dispetto di ciò che potrebbe succedere. La solitudine e/o il menefreghismo (o finto interesse) della gente che abbiamo attorno, ci porta ad estraniarci da tutto quanto, rendendoci impermeabili a quanto di buono potrebbe accaderci e vulnerabili al pessimismo. Almeno, per me è così. E’ una condizione pesante da portarsi dentro…Una vita normale….Già…Ad alcuni sembra preclusa…No, chi ci conosce non credo possa aiutarci, al di là di qualche parola di circostanza. Ce la si deve sempre sbrigare da soli, gli altri (quelli che hanno una vita normale) saranno sempre troppo occupati, per poterci tendere una mano quando ne abbiamo veramente necessità. E di fronte a loro dobbiamo sempre fingere di stare bene, che sia tutto ok, per non “rovinargli” la giornata…Pensa te…Riguardo alla tua domanda relativa a quale voce vinca, beh…io penso che non prevarrà nessuna delle due, perchè si annullano a vicenda…Alla fine su entrambe calerà il silenzio che si porterà via anche l’ultimo anelito…Ti saluto e spero che un giorno ti possa essere concessa quella seconda possibilità….